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Monta l'opposizione all'amministrazione Falcomatà: Reggio scende in piazza per "la spallata"

Era nell'aria, in fondo era sufficiente annusare l'aria che tira in città da qualche mese a questa parte per intuire il malcontento che ormai fatica a rimanere sotto la cenere pretendendo, al contrario, di manifestarsi in modo plateale, per non  lasciar dubbi a temporeggiamenti equivoci. Lo avevamo scritto poco meno di due settimane fa: un numero crescente di cittadini, molti dei quali convinti assertori della necessità della Svolta, sono stati assaliti nel tempo da una profonda delusione, accompagnata da disincanto e disillusione, a causa di una navigazione a vista, incerta e confusa da parte di un timoniere che, in troppe circostanze, ha dovuto maldestramente tentare di disincagliarsi dagli scogli sui quali la barca, malmessa e dotata di un equipaggio raffazzonato alla buona, era andata a sbattere per impreparazione ed inadeguatezza disarmante. Una situazione di fronte alla quale coloro che ne stanno ravvisando la pericolosità hanno scelto la strada della mobilitazione finalizzata ad accendere la scintilla in grado di scuotere dalle fondamenta Palazzo San Giorgio. Ed è così che, casualmente, seguendo pensieri e parole, ci si è imbattuti in una pagina Facebook aperta per canalizzare e programmare, in modo ordinato e concreto, l'opposizione alle gesta dell'Amministrazione Falcomatà. L'obiettivo è ambizioso: dare una spallata robusta partendo dal basso, o forse sarebbe meglio dire dall'alto, dell'opinione pubblica e coinvolgere rappresentanti istituzionali, movimenti e partiti di centrodestra. Interpellando gli organizzatori della manifestazione che a breve sarà organizzata, la sensazione, forte, è che nessuno sia più disposto ad assistere inerme alla prosecuzione della serie ininterrotta di scivoloni in cui sono incappati i rappresentanti della maggioranza comunale. Le vicende, che hanno tormentato i dieci mesi trascorsi dall'insediamento in Municipio e per nessuna delle quali è stata fornita adeguata giustificazione, politica ed amministrativa, costituiscono il detonatore di una delusione che abbraccia fette sempre più ampie di cittadini. Prima o dopo sarebbe dovuto accadere e quel momento è arrivato, esplicitando la richiesta di dimissioni della Giunta Falcomatà per "manifesta incapacità politica", come si legge sulla bacheca della pagina Facebook che prepara all'evento. Dalle oscure ambiguità che hanno circondato il caso Miramare, ai rubinetti anemici di acqua nel cuore dell'estate senza che qualcuno si sia sentito in dovere di scusarsi per il disagio indegno di una città anche solo mediamente civile; dalle polemiche sorte per la presenza di uno staff "informale" ed il cui destino è tuttora avvolto nelle nebbie dell'incertezza, al sequestro dei gazebo, avventato per modalità e tempistica come ha messo nero su bianco il TAR prima ancora di decidere nel merito della controversia; dalle decine di milioni di euro di cui in una conferenza stampa convocata ad hoc è stato annunciato l'arrivo grazie ad un regalo del "governo amico", dimenticando incidentalmente di precisare che trattavasi di una somma complessiva da frazionare tra tutte le Amministrazioni dotate di determinati requisiti. L'elenco delle doglianze, anche nella sua mera esposizione, merita una tregua perché troppo lungo. Dopo aver preso fiato, infatti, si può "tranquillamente" procedere ricordando la recente defenestrazione del Comandante della Polizia Municipale, Rocco Romeo, prima fortemente voluto e poi, al momento della scadenza semestrale abbandonato per una non meglio comprensibile e specificata "assenza di feeling politico". A proposito della gestione, delicatissima in una città come Reggio Calabria, del Corpo dei Vigili Urbani, peraltro, sono di questi giorni le contestazioni in punto di diritto, mosse dalle organizzazioni sindacali in merito alle scelte adottate. O ancora, la conduzione, anch'essa circondata da misteri nebulosi, del caso Reggina, un pezzo importante di storia sistemato in soffitta, al pari di quelle inutili cianfrusaglie che ingombrano una casa; la frattura, esplicitata in modo fragoroso dalla durissime parole dell'Arcivescovo Monsignor Giuseppe Fiorini Morosini, con la Chiesa reggina a causa dell'adozione di provvedimenti che mal si conciliano con le reali urgenze e necessità di un popolo sfiancato dalla crisi economica. Impossibile tralasciare nemmeno la scarsa attenzione nella gestione dei fondi europei, un errore imperdonabile che ha fatto perdere a Reggio Calabria milioni di euro indispensabili per accrescerne il livello di qualità ambientale. Una sfilza, che appare interminabile, di mosse sbagliate, di passi arrischiati e di valutazioni superficiali: troppo, per gli ideatori dell'iniziativa che abbraccerà associazioni sorte spontaneamente e movimenti civici, forze politiche e movimenti popolari: tutti spinti dall'ansia morale di interrompere la deriva.  

Rapporti sessuali per concedere un mutuo: nei guai direttore di filiale di banca

I Finanzieri  hanno dato esecuzione ad una misura interdittiva firmata dal giudice delle indagini preliminari, emessa a seguito di richiesta avanzata dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria. Il destinatario del provvedimento è un funzionario bancario (S.D. di43 anni) dipendente di un noto istituto di credito che, abusando della sua funzione e minacciando la mancata concessione di un mutuo, avrebbe preteso di avere rapporti personali ed intimi con una malcapitata cliente. Dopo i gravi fatti accaduti, la donna si è rivolta ai Finanzieri del Gruppo di Reggio Calabria che, dopo accurate indagini, hanno ricostruito i fatti e depositato una dettagliata annotazione in Procura. A seguito delle risultanze investigative, il pubblico ministero ha richiesto ed ottenuto dal giudice delle indagini preliminari presso il Tribunale di Reggio Calabria la misura interdittiva del divieto temporaneo ad esercitare le attività professionali connesse all’esercizio del credito ed alla sua posizione di direttore di filiale per mesi due. Il provvedimento è stato anche notificato all’istituto di credito interessato per i provvedimenti interni di sua spettanza. I fatti accertati dai Finanzieri del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, mettono in risalto il grave problema dell’accesso al credito, argomento di assoluta attualità e particolarmente sentito dall’opinione pubblica. Tale situazione congiunturale può infatti stimolare comportamenti illeciti da parte di operatori del settore che, operando in mala fede e sfruttando il loro ruolo, inducono i clienti ad accettare anche azioni illecite come quella ricostruita dalle Fiamme Gialle di Reggio Calabria.

Reggio Calabria: trovato cadavere in avanzato stato di decomposizione

Il corpo di un uomo in avanzato stato di decomposizione è stato rinvenuto a Reggio Calabria nell’ex deposito delle Ferrovie dello Stato di Calamizzi. Dopo la segnalazione effettuata da un cittadino tunisino che ha rinvenuto il cadavere, sul posto sono intervenuti gli uomini della polizia di Stato che stanno cercando di fare luce sul giallo. A rendere più complicato il lavoro degli agenti della Questura, l'assenza tra gli effetti personali della vittima di qualunque elemento identificativo. Tante le ipotesi al vaglio degli inquirenti, anche se non si esclude la possibilità che possa trattarsi di un uomo senza fissa dimora. Nonostante non siano stati rilevati elementi che possano far pensare ad una morte violenta, è stato, comunque, disposto l'esame autoptico grazie al quale sarà possibile chiarire quantomeno le cause del decesso.

Operazione Mare Sicuro: la Guardia Costiera ha fornito i dati sui migranti soccorsi ne

La Guardia Costiera, nel corso di un incontro con i giornalisti, ha fornito i dati relativi all'operazione "Mare sicuro 2015". I militari in servizio presso l'area jonica calabrese hanno finora tratto in salvo 23.434  persone provenienti da vari Paesi.  Il personale della Direzione marittima di Reggio Calabri, intervenendo in ventotto episodi, ha salvato 2.908 migranti. Sono stati 3410 i minorenni ai quali è stato prestato soccorso,  3.410 le donne.

Polizia Municipale, Falcone (Cisl Fp) reagisce alle polemiche sollevate dal Sul

"Sarò molto breve - scrive in una nota Giuseppe Falcone, Coordinatore provinciale delle Polizie Locali per la Cisl Funzione Pubblica a Reggio Calabria e che, con una punta di polemica ironia, si firma 'l'ultimo dei sindacalisti' - e preferisco non fare poemi tediosi, il tempo preferisco perderlo per cose utili e produttive per i colleghi, così come ho fatto fino ad ora. Innanzitutto, il sottoscritto è stato chiamato in causa dal SUL, e non il contrario, nel momento in cui, legittimamente, e il sig. Aldo Libri dovrebbe saperlo, il Coordinamento Provinciale Polizie Locali ha chiesto un tavolo tecnico all’Amministrazione oltre un mese e mezzo fa, tavolo tecnico che ogni sigla può richiedere anche separatamente. Il SUL contestò il mancato invito e protestò contro la Cisl Fp, rivendicando azioni giudiziarie contro tutti. Diffonde un’informazione errata, il sig. Aldo Libri, quando asserisce che il sottoscritto ha escluso le altre sigle. Nella richiesta fatta per l’istituzione del tavolo tecnico non vi è menzione alcuna su quanto detto, lo sfido a produrre documentazione che provi il contrario. Per trasparenza e su richiesta, potrò diffondere e pubblicare la richiesta di tavolo tecnico da me inviata facendo verificare l’asetticità del mio comportamento rispetto a tutte le sigle. Per quanto riguarda la citata sentenza della Corte Costituzionale, che già conoscevo da tempo, precisamente la 231/2013, dice tutt’altro. Non sono un fine giurista, ma un semplice sindacalista che ancora capisce qualcosa quando legge, io". Ebbene, questa sentenza, che non è demolitiva ma additiva, non elimina - spiega Falcone - il famoso requisito della rappresentatività della organizzazione sindacale che, ad oggi, è fissato nella misura del 5 percento del totale dei lavoratori della categoria cui si applica il contratto collettivo nazionale di lavoro, ma semplicemente si limita a garantire le agibilità sindacali a quei sindacati che, sempre rappresentativi come appena detto, non abbiano firmato il contratto di lavoro, purché partecipanti alla negoziazione. La ratio di tale intervento da parte della Corte Costituzionale sta proprio nell’evitare che una sigla sindacale, per il rischio di perdere le sue prerogative, si senta costretta a firmare un contratto che magari non condivide. Invito il sig. Aldo Libri a leggere la parte finale della sentenza da lui portata avanti come un vessillo, proprio dove la Corte Costituzionale parla del problema della rappresentatività che dev’essere risolta, eventualmente, dal legislatore, scegliendo tra una o più delle soluzioni segnalate. Il Comune di Reggio Calabria è consapevole di tutto questo e non ha sicuramente bisogno della mia consulenza. Tornando ai problemi reali e toccando la questione ufficio del personale, chi ha contezza di cosa sia un Comando di Polizia Municipale, dovrebbe sapere che, come già ribadito, esso deve godere di una sua autonomia, distaccandosi da tutti gli altri settori, proprio per le sue peculiarità, e ritengo impensabile una gestione centralizzata del personale della polizia municipale, ma, come dissi, il problema è di competenza del dirigente, spettando a lui il compito di meglio individuare come gestire il personale. Armamento. Il problema armamento non è difatti un problema, l’indennità di vigilanza viene, come già ho ribadito, riconosciuta in forza delle funzioni che ogni agente svolge, così come previsto dalla L. 65/86 e dall’art. 37 del CCNL del 6/7/1995. Esso può essere ridotto se il personale dell’area di vigilanza non svolge le funzioni di cui all’art. 5 della L. 65/86. Se poi qualche agente non percepisce proprio l’indennità in toto è perché non è inquadrato nell’area di vigilanza. Mi sono informato e non mi risulta che ci sia personale che svolge servizio esterno non armato, tranne, probabilmente, i colleghi arrivati da poco, due, e che sono in attesa del decreto di pubblica sicurezza che S.E. il Prefetto dovrà loro conferire. Per quanto concerne le visite mediche, si diffonde ulteriormente un’inesattezza, il personale della polizia municipale viene sottoposto a controlli, di solito annuali, ai sensi del D.lgs. 81/2008, io personalmente l’ho fatta a novembre-dicembre 2014, inoltre, in caso di problemi particolari, quali quelli psichici, il Prefetto, su segnalazione del Sindaco, può revocare il decreto di pubblica sicurezza e di conseguenza l’arma". "Infine, parlando della mia appartenenza ai COBAS, non posso che dire che nella vita, di solito, si è portati a migliorare, e così ho fatto passando - ricorda il sindacalista - alla Cisl Fp, mentre c’è chi di passi indietro ne ha fatti tanti, in tutti i sensi. 'Buon' caro Aldo Libri, poco importa che si parli male di me, a condizione che lo si faccia in modo forte e a voce alta. Una cosa è certa, il sottoscritto dopo aver fatto attività sindacale per aiutare i colleghi indossa la divisa e lavora tra la gente per la gente, aiutando i concittadini, c’è, invece, chi il sindacato e la nomina a RSU la sfrutta per vantaggi personali e per rivendicazioni o frustrazioni personali".

 

La Guardia di Finanza ha scoperto un autolavaggio abusivo

I militari della Guardia di Finanza, nell’ambito delle attività di controllo economico-finanziario del territorio, in un popoloso e centrale quartiere, via Maresciallo Cusmano, della città di Reggio Calabria, hanno scoperto un autolavaggio che ritengono, in base agli accertamenti eseguiti, completamente abusivo e privo delle previste autorizzazioni/concessioni urbanistiche commerciale e ecologiche. L’opera, abusiva secondo gli investigatori, sarebbe stata costruita su un’area di proprietà comunale senza alcuna autorizzazione o concessione sia dal punto di vista urbanistico che ecologico. La fiorente attività economica, che gli inquirenti sostengono fosse del tutto sconosciuta al fisco, era sprovvista, sostengono,  anche delle autorizzazioni per lo scarico delle acque reflue che venivano immesse senza alcun filtraggio nelle fognature comunali. Inoltre per il funzionamento della struttura, stando alla ricostruzione delle Fiamme Gialle, era stato effettuato un allaccio elettrico abusivo alla rete Enel che alimentava i macchinari utilizzati per l’attività. I Finanzieri del Comando provinciale di Reggio Calabria, dopo accurate indagini, sono riusciti ad individuare l’autore dell’abuso identificato in C.G. di 61 anni, nativo e residente a Reggio Calabria. L’opera, sospettata di essere, abusiva è stata immediatamente sequestrata dalle Fiamme Gialle ed il responsabile denunciato a piede libero alla Procura della Repubblica di Reggio Calabria per le violazioni riscontrate.

Omelia di Monsignor Morosini: "A Reggio i problemi di sempre, nulla cambia"

Di seguito il testo integrale dell'omelia pronunciata stamattina in Cattedrale da Monsignor Giuseppe Fiorini Morosini, Arcivescovo dell'Arcidiocesi Reggio-Bova, in occasione del Pontificale della Consolazione.

Miei cari fratelli,

ancora una volta siamo sollecitati dalla circostanza della festa di Maria Madre della Consolazione a riflettere su come ci interpella, attraverso la fede, il tema cristiano della consolazione, che è componente fondamentale misericordia. Consolazione e misericordia sono due modi diversi di dire Dio nella Bibbia e costituiscono entrambi l’impegno missionario della Chiesa, chiamata e inviata a parlare di Dio all’uomo. Tra poco, introducendo con il prefazio la preghiera eucaristica, io pregherò così: Ora assunta in cielo, Maria soccorre e consola con materno amore quanti la invocano fiduciosi di questa valle di lacrime. Siamo sollecitati a relazionarci con la realtà del nostro mondo e della nostra città, per individuare con Maria le lacrime che in essa si versano per asciugarle. È questo il grande impegno di fede per chi vuole celebrare la festa cristianamente. Il passaggio del Quadro della Madonna per le strade della nostra città, è come una possibilità, mi si lasci passare il termine, che noi diamo a Maria di guardare all’interno della nostra città, nei suoi lati più intimi e forse più oscuri, bisognosi di riscatto e di redenzione. Abbiamo ascoltato alcuni passi della Bibbia attraverso i quali la Chiesa ci fa meditare sul tema della consolazione, azione dello Spirito Santo riversato su Cristo e  dalla Chiesa oggi riversato sui seguaci di Cristo, perché svolgere la missione di consolare gli afflitti di oggi. Mi piace sintetizzare il contenuto di queste letture con un invito che il profeta Isaia fa al popolo in nome di Dio: “Consolate, consolate il mio popolo. Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che è finita la sua schiavitù, è stata scontata la sua iniquità” (Is 40. 1-2) Come vorrei fosse questo il grido di speranza oggi per la nostra città. Poter dire ad essa: è finita la tua schiavitù; la liberazione da tutti i tuoi mali. Perché questo dovrebbe essere il senso di una festa religiosa, al di là di ogni apparato esterno: la liberazione dal male in nome di Dio: lo spirito del Signore è su ciascuno di noi, battezzato e inviato a svolgere la stessa missione di Cristo, che è stata quella di consolare tutti gli afflitti e proclamare la liberazione. Questa è stata la solenne affermazione di S. Paolo: Dio ci consola in ogni nostra tribolazione perché anche noi possiamo consolare quanti attorno a noi vivono nell’afflizione. Miei cari, dobbiamo assumere questa sollecitazione alla consolazione, che ci viene dalla Parola di Dio, come liberazione da ogni forma di schiavitù, morale e materiale, impegnando non solo l’emotività delle parole dolci e affettuose, ma compiendo invece gesti “politici” e profetici di solidarietà (politici nel senso di impegno e di amore verso la  polis, ossia, in definitiva, verso l'uomo, ogni uomo!). Solo così i contorni culturali, sociali e devozionali che avvolgono la festa religiosa del patrono religioso di una realtà civile, non si riducono solo ad un’eredità, bella quanto si vuole, ma  anche fatalmente vuota, perché riverbero solo di un passato culturale. Tutti dobbiamo cercare con umiltà e sincerità, nel rispetto della verità, di dare contenuto ad affermazioni che ripetiamo senza forse badarci: celebriamo la festa della patrona di Reggio. Consolate il mio popolo. Il pensiero va in questo momento alla tragedia dell’immigrazione, che il porto della nostra città ha dovuto affrontare a drammatiche scadenze, ogni qual volta avveniva uno sbarco a qualunque ora del giorno e della notte. La città ha saputo rispondere con dedizione e amore a questa sfida attraverso una fattiva collaborazione tra istituzioni e volontari, cattolici e non cattolici, che ha reso ammirevole, agli occhi di tutti, la prima accoglienza di tanti disperati. È un dono che noi credenti vogliamo offrire a Maria. Ai perseguitati politici e agli immigrati è stata offerta in nome di Gesù Cristo e del suo Vangelo, almeno da parte cristiana, quella misericordia che è dono assoluto dell’amore di Dio. È stato dimostrato ancora una volta che la nostra società, pur disponendo di un sistema sociale ben funzionante, non può cavarsela senza la misericordia dei cuori generosi, che è come fondamento e  parte innovativa e motivazionale della giustizia. La preoccupazione è che la consolazione della prima accoglienza non abbia trovato seguito con un dignitoso inserimento nella società. Consolate il mio popolo. Ma l’attenzione agli immigrati non può farci perdere quella verso i nostri concittadini, anch’essi bisognosi di aiuto e di assistenza. La pietà verso l’immane tragedia dell’esodo senza fine di queste migliaia di persone, che fuggono dalla povertà e dalla guerra, potrebbe farci dimenticare le tragedie della nostra gente, registrate quotidianamente dai Centri di Ascolto delle nostre sedi Caritas. Voglio farmi interprete del bisogno di consolazione di questa nostra gente, anche se consapevole di poter essere frainteso. È drammatico assistere ad una politica di tagli continui in ogni settore dell’apparato economico e sociale, che stanno facendo della nostra Calabria un pezzo di terra appeso solo con un filo al resto dell’Italia: tagli nei trasporti aerei e ferroviari, tagli nella sanità, tagli nell’apparato amministrativo con continue perdite di posti di lavoro e con infrastrutture alcune volte da Terzo Mondo.  Ancora una volta il rapporto Svimez ci ha collocati all’ultimo posto. Denunciare questa difficile situazione non è populismo o demagogia: è annunciare, gridandolo, se fosse necessario, il bisogno di dignità e di consolazione che trasuda dalla vita e dal cuore della nostra gente! Come non ricordare lo stato di sofferenza di tante strutture di assistenza e di accoglienza, che non ricevono quanto è dovuto dalle istituzioni e sono abbandonate a loro stesse, abbandonate ad arrangiarsi per continuare a prestare il loro servizio agli ultimi e ai meno fortunati nella vita? Come non ricordare il problema della casa e del salario minimo che manca a molti, mentre la soglia di povertà di tante nostre famiglie aumenta paurosamente e si fa sempre più insopportabile? Come non pensare ai nostri giovani, spesso quelli più capaci e dotati, che abbandonano la nostra terra arricchendo altre terre e impoverendo sempre più la nostra? Consolate il mio popolo. Riascoltando la prima lettura, che parla dello Spirito che si è riversato sul consacrato, ho pensato a tutte le volte che ascolto questa pagina della Bibbia amministrando il Sacramento  della cresima. Lo Spirito del Signore è su di me e mi ha mandato. E penso alle centinaia di giovani sui quali invoco questo Spirito, che segno con il Crisma, ai quali chiedo di rinunciare al peccato e di fare la scelta preferenziale di Gesù Cristo e del suo Vangelo, e dai quali ricevo l’assenso: si rinuncio, si credo. Ma, se mi guardo attorno, vedo i problemi di sempre della nostra città e della nostra terra. Nulla cambia; l’atto religioso non è penetrato nell’animo e non l’ha cambiato; è rimasto lo stesso. In più ha solo un pezzo di carta che lo abilita ad altro rito, ad altro pezzo di carta. Poveri sacramenti! Che brutta fine fanno in alcuni! Abbiamo davanti la progressiva scristianizzazione, il pensiero secolare che si sta infiltrando dappertutto, la corruzione diffusa, l’odio sociale e politico, la deriva della maldicenza o della distorsione della verità, la droga con il triste primato della Calabria in materia, la malavita organizzata, la ‘ndrangheta, con il primato che abbiamo raggiunto in essa di aver sorpassato le altre mafie: tutte queste cose  sono davanti a noi a ricordarci quanto siamo lontani dal Vangelo di Gesù Cristo, quanto sia opportuno, se non addirittura urgente, ridare senso ad un patronato religioso sulla città. Maria, nostra Patrona può essere contenta di ciò? Ci sarebbe da versare lacrime su una ritualità cristiana ormai senza senso. Si scelga pure la strada che si vuole per dare senso alla propria vita, ma non pretendiamo di far incrociare la strada che scegliamo con quella cristiana. Ma noi non cederemo mai  alla tentazione di sterili piagnistei o di pericolosi pessimismi, per quanto realistici! Non lo faremo in nome della nostra fede! Non lo faremo perché sentiamo nelle nostre vene la forza della speranza! Non lo faremo per amore della nostra gente, la più semplice, la quale, forse, proprio nella semplicità che la contraddistingue, capisce di più le implicanze del patronato della Vergine per la vita. Non lo faremo per tutti quei bravi cristiani che amano veramente la Madonna e vogliono accogliere il suo invito a seguire Gesù. Non lo faremo per tutte quella famiglie che nelle parrocchie hanno preso con impegno la trasmissione della fede. Non lo faremo per tutti i giovani dei nostri gruppi parrocchiali che credono ancora nella proposta educativa della Chiesa. Non lo faremo per tutti quei volontari che nelle iniziative delle Caritas diocesana e parrocchiali si aprono alla solidarietà verso gli ultimi. Non lo faremo soprattutto noi, miei cari sacerdoti-diaconi-religosi, che, pur con i nostri limiti, abbiamo consacrato la vita per la causa del Vangelo. Non lo faremo perché tutti  amiamo le sorti di questa città e tutti, insieme, lavoreremo, come stiamo facendo, per la sua rinascita, per la soluzione dei problemi che la attraversano, i problemi veri, reali, quelli che sono sotto gli occhi di chi "respira" il profumo e la fatica del nostro popolo! Si, miei cari: oggi per questa nostra città noi accettiamo l’invito del Signore ad annunciare la buona notizia della consolazione: consolate il mio popolo! E lo facciamo forti delle parole dell’Apostolo: la nostra speranza nei vostri riguardi è ben salda. Questa speranza trae forza dalla promessa del Signore: non vi lascerò orfani! Lo facciamo con il rinnovato impegno della nostra Chiesa diocesana, presbiteri e laici, a ripartire con entusiasmo nel nostro servizio pastorale, impegnandoci nuovamente a raccontare la fede, quella fede nella quale abbiamo trovato la nostra gioia e che ci dà forza e ci sostiene nelle prove della vita. Coraggio, allora, amata comunità ecclesiale che sei in Reggio Bova! Coraggio amata città di Reggio! È per te, come ho detto qualche giorno fa, la parola del Signore "effatà", cioè l'invito ad aprirti alla speranza che non delude, alla consolazione che sostiene l'impegno a ripartire! In questa gara a fare il bene, ed a farlo per bene ed in nome del Bene, c'è posto per tutti! La nostra celeste Patrona ci assicura che Cristo e il suo Vangelo non saranno mai sradicati dalla società. Cristo rimarrà sempre vivo e presente fra noi, anche se, talvolta, facciamo fatica a riconoscerlo. Sarà la sua presenza silenziosa e nascosta che darà consolazione alla nostra chiesa, alla nostra città con il dono di quella pace, che il mondo non può dare. A noi, carissimi sacerdoti e laici impegnati, la missione di farlo riscoprire anzitutto con la testimonianza della nostra vita e poi con l’annunzio fedele. Anche quest’anno noi vogliamo celebrare così la festa della Madonna della Consolazione, nostra patrona: all’insegna di questa speranza. Accogliamo da lei le parole rassicuranti del Vangelo: Non sia tentato il vostro cuore e non abbiate timore!

 

Scippa la borsa ad una donna: inseguito e catturato dai Carabinieri

Un ventisettenne è stato arrestato dai Carabinieri che lo hanno catturato immediatamente dopo aver compiuto uno scippo. L'episodio è avvenuto a Piazza Castello, a Reggio Calabria. A finire in manette è stato Alessandro Bevilacqua, accusato di aver rubato una moto, di lesioni personali, rapina e resistenza a pubblico ufficiale. Affiancata l'autovettura a bordo della quale sedeva una sessantaduenne, ha spalancato di scatto lo sportello derubandola della borsa. Di fronte al tentativo della vittima di resistere all'azione criminale messa in atto dal giovane, questi l'ha spintonata provocandone la caduta sull'asfalto. Resisi conto di quanto stava accadendo, i militari dell'Arma si sono messi all'inseguimento del rapinatore che aveva compiuto il "colpo" alla guida di un motociclo oggetto di furto.  Una volta fermatolo, ha provato ad opporsi alla cattura. 

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