Reflui sversati al suolo, sequestrato depuratore comunale

Mongrassano - I Carabinieri forestali delle Stazioni di Acri (Cs) e Cerzeto hanno accertato il malfunzionamento del depuratore del Comune di Mongrassano.

Durante l’attività di verifica dell’impianto – che è gestito da una ditta affidataria -  è emerso lo sversamento di fanghi non trattati, smaltiti direttamente sul suolo.

Per tale motivo, i militari hanno contestato al sindaco ed all’amministratore della ditta che conduce il depuratore, il reato d'attività di gestione non autorizzata di rifiuti speciali e scarico al suolo senza autorizzazione.

Contestualmente, gli uomini dell’Arma hanno sequestrato l'impianto ed elevato una sanzione per la mancata autorizzazione allo scarico.

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Gravi danni all'ambiente: il Corpo Forestale ha sequestrato un depuratore comunale

Il personale della Sezione di Polizia Giudiziaria -Corpo Forestale dello Stato – della Procura della Repubblica di Cosenza nella giornata di oggi ha proceduto, coadiuvata dai colleghi del Comando Stazione CFS di Montalto Uffugo, al sequestro dell’impianto di depurazione comunale  a servizio delle frazioni Taverna e Pianette, sito in località Taverna nel Comune di Montalto Uffugo. L’impianto è risultato  non funzionante, all’interno della vasca di grigliatura d’ingresso sono  stati rinvenuti dei reflui fognari, un tubo by- pass dal quale i reflui conferivano tal quali nel corpo ricettore del torrente Annea affluente del fiume Crati, i restanti liquami per mezzo di sistema di pompaggio, vengono immesse nelle vasche di depurazione che si presentano colme di fanghi ed in completo stato d’abbandono. Infatti le acque in uscita, scaricate per mezzo di altra condotta, nel medesimo corpo recettore, torrente Annea,  si presentano tal quali a quelle in ingresso. I due scarichi si trovano a circa quattro metri di distanza l’uno dall’altro. Il tutto con grave danno alla  matrice ambientale. Le indagini delegate dal sostituto procuratore della Repubblica Maria Francesca Cerchiara, coordinate dal procuratore aggiunto Marisa Manzini e sotto la direzione del Procuratore Capo Mario Spagnuolo, si collocano nell’ambito di una più ampia strategia della Procura della Repubblica di Cosenza al contrasto dei reati a danno dell’ambiente.

 

 

 

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Spesa pubblica. Era in stato di abbandono: depuratore nuovo sequestrato in Calabria

Nell’ambito dell’attività istituzionale effettuata in materia di reati contro la Pubblica Amministrazione e contro il patrimonio, la Guardia di Finanza ha eseguito un provvedimento emesso dalla Procura della Repubblica nei confronti di dirigenti della Regione Calabria nonché organi di governo locali del Comune di Brancaleone, in provincia di Reggio Calabria, e liberi professionisti. I finanzieri hanno sottoposto a sequestro il nuovo depuratore di Brancaleone con le relative reti ed eseguito diverse perquisizioni presso gli Enti pubblici interessati al fine di cautelare la documentazione relativa alla costruzione e al successivo collaudo del depuratore sito in località Fiumarella. L'mpianto era stato commissionato dal Commissario Straordinario per l’emergenza ambientale presso la Regione Calabria per la problematica della depurazione fognaria nella Locride in quanto interessata dal deferimento della Commissione Europea alla Corte di Giustizia Europea per criticità derivanti dall’inefficienza e omissiva azione degli enti preposti. L’opera, costata ai cittadini italiani oltre 3,5 milioni di euro e con un contenzioso in atto presso il Tribunale Civile di Catanzaro di oltre 11,5 milioni di euro, non è mai entrata in funzione ed attualmente si trova in totale stato di abbandono, colpita da ruberie e atti vandalici. I riscontri investigativi hanno consentito di mettere in luce un articolato e complesso disegno criminoso volto ad un’apparente regolarizzazione in vista di un nuovo finanziamento per oltre 7,5 milioni di euro relativo alla depurazione fognaria consortile della fascia costiera tra i Comuni di Bovalino e Palizzi. Quindici sono attualmente gli indagati tra cui dirigenti del Dipartimento Ambiente della Regione Calabria, gli attuali vertici politici del Comune di Brancaleone, i rappresentanti della ditte appaltatrici e sub appaltatrice dei lavori, nonché i Responsabili dell’Area Tecnica dei Comuni interessati alle indagini e tutti i tecnici impegnati alla realizzazione ed al collaudo tecnico-funzionale dell’opera. I reati per cui la Procura della Repubblica di Locri sta procedendo sono abuso d’ufficio, falsità ideologica commessa dal Pubblico Ufficiale in atti pubblici e truffa ai danni dello Stato.

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