Nascondeva in un armadio soldi e due divise della Guardia di Finanza: denunciato

I Carabinieri, a seguito di una minuziosa perquisizione domiciliare estesa poi ai terreni e pertinenze limitrofe - hanno rinvenuto, abilmente occultati, all’interno di un armadio posto in un garage/sgabuzzino, una scatola di scarpe stracolma di denaro in banconote da 50, 100 e 500 euro. Ad attirare l’ulteriore attenzione dei Carabinieri della Stazione di Rosarno verso quell’armadio è stata il singolare ed - allo stesso tempo - inquietante rinvenimento di due divise da Ufficiale della Guardia di Finanza (una divisa da gala e una Grande Uniforme Storica per Allievo Ufficiale della GdF).  L’intero ammontare del denaro rinvenuto ammonta a poco meno di 270.000 euro. I militari hanno denunciato il 51enne C.G., proprietario dell’immobile nella frazione Plaesano di Feroleto della Chiesa, bracciante agricolo, incensurato, per i reati di  sostituzione di persona e riciclaggio.

 

Truffava ricchi anziani chiedendo soldi per la ricerca sul cancro: denunciata una donna

A seguito di articolate indagini scaturite da alcune denunce di ignari cittadini, personale della Squadra Mobile – Sezione reati contro il patrimonio –,   ha denunciato in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Cosenza, G.R., di 54 anni, perché ritenuta responsabile di truffa aggravata e continuata, nonché di sostituzione di persona.  In particolare, le indagini hanno preso il via all’indomani della denuncia sporta dal presidente regionale dell’A.I.R.C., che nel mese di novembre ha avuto notizia di una donna che, presentandosi alle vittime individuate come delegata dell’AIRC, si faceva consegnare svariate somme di denaro a titolo di sostegno per l’associazione di ricerca.  I successivi ulteriori accertamenti, svolti dai poliziotti di Cosenza sentendo le persone truffate ed altre informate sui fatti, hanno permesso di verificare che la donna si era resa responsabile di truffe analoghe in almeno 10 casi, più altri in corso di accertamento. Le modalità di compimento della truffa erano sempre le stesse: le vittime, perlopiù persone anziane e di elevata estrazione sociale, venivano prima contattate dalla truffatrice che nell’occasione si presentava come il presidente dell’AIRC; dopo il primo contatto e l’esposizione della finalità della richiesta di sostegno economico, le vittime venivano invitate a consegnare ad una persona opportunamente incaricata, una somma di denaro oscillante tra i 100 ed i 300 euro in busta chiusa. Naturalmente, l’incaricata al ritiro era sempre la stessa persona che aveva effettuato la telefonata e l’iniziale richiesta che, quindi, per mettere a segno le truffe si era sostituita alla persona del reale presidente dell’AIRC. In altre occasioni, invece, per le medesime finalità illecite, la truffatrice si era presentata alle vittime qualificandosi come incaricata del parroco di una comunità cristiana locale, per la raccolta di fondi destinati a persone ammalate bisognose di costose cure fuori regione. Sono in corso ulteriori indagini finalizzate all’accertamento di fatti analoghi avvenuti nell’area urbana di Cosenza.

 

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