Ricercato in Spagna per violenza sessuale su minori, viene arrestato su un treno in Calabria

Gli agenti della polizia ferroviaria di Gioia Tauro (Rc), durante un servizio di vigilanza a bordo di un treno a lunga percorrenza, hanno notato un viaggiatore intento ad aggirarsi lungo il convoglio. Insospettiti dall’atteggiamento dell’uomo hanno deciso di sottoporlo a controllo, scoprendo che era destinatario di un mandato d’arresto europeo emesso dalle autorità spagnole per violenza sessuale ai danni di minori.

L’uomo, pertanto, è stato fatto scendere dal treno e consegnato per ulteriori verifiche alla  Polfer di Paola (Cs) che ha proceduto all’arresto.

Una volta espletate le formalità di rito, il ricercato è stato condotto nella casa circondariale di Paola, in attesa della decisione su una eventuale estradizione.  

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Coronavirus: l'Austria chiude la frontiera con l'Italia, la Spagna vieta i voli

Il cancelliere austriaco Sebastian Kurz ha annunciato lo stop totale degli ingressi dall'Italia. La chiusura del confine tra Italia e Austria al Brennero era già stata annunciata stamane dal governatore tirolese Guenther Platter.

«Gli austriaci che si trovano in Italia verranno riportati in Austria, ma dovranno restare per due settimane in autoisolamento» ha detto Kurz, secondo il quotidiano Der Standard.

Mentre in un primo momento il provvedimento pareva essere stato concordato con l'Italia, secondo fonti d'agenzia la chiusura delle frontiere sarebbe stata notificata all'ambasciatore italiano a Vienna a decisione già presa.

«Con l'estensione della zona protetta su tutta l'Italia, possiamo dire che saranno chiusi i confini al Brennero, ad eccezione del traffico di rientro» aveva invece confermato il governatore tirolese stamane, definendo la situazione in italia 'drammatica'».

I controlli riguarderanno anche passo Resia e Prato alla Drava.

La Spagna, inoltre, vieta tutti i voli diretti in provenienza dall'Italia fino almeno al 25 di marzo.

Seguendo quanto già deciso in precedenza dall’Austria, anche la Spagna ha vietato tutti i voli in arrivo dall’Italia a causa dell’emergenza coronavirus che, da oggi, interessa tutto il Paese.

«Questa misura è in linea con l’obiettivo stabilito dal Comitato di emergenza dell’Organizzazione Mondiale della Sanità d'interrompere la propagazione del virus», si legge nel provvedimento pubblicato sul Bollettino ufficiale e riportato da El País.

La misura interessa «tutti i voli diretti dalla Repubblica Italiana al Regno di Spagna».

'Ndrangheta e narcotraffico, 12 arresti

I carabinieri del Ros hanno eseguito una misura cautelare, emessa dal gip su richiesta della Procura distrettuale antimafia di Torino, nei confronti di 12 indagati per associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti e detenzione illecita di armi.

Gli arresti, eseguiti nell'ambito dell'operazione denominata "Bellavita", giungono al termine di una articolata indagine nei confronti di un gruppo criminale legato alla ndrangheta "dedito stabilmente - scrivono i carabinieri - al traffico di ingenti quantitativi di cocaina e hashish dalla Spagna all'Italia".

Oltre all'individuazione ed all'arresto di due latitanti che avevano trovato rifugio a Malaga, le indagini hanno consentito di scoprire i canali di approvvigionamento, le modalità di trasporto e la rete di distribuzione dello stupefacente.

 

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Catalogna, e oggi le comiche

Da martedì sera, sentite notizie dalla Catalogna, sto frugando nella mia non poca conoscenza della storia umana, per vedere se trovo un fatto più o almeno altrettanto grottesco. Qualcuno mi viene,

  • Quando il duca Vittorio Amedeo II di Savoia, dal 1713 re di Sicilia, poi, per scambio, di Sardegna, decise di abdicare, poi si annoiò della vita di pensionato e voleva tornare re, finendo i suoi giorni sostanzialmente in galera;
  • Quando Federico d’Aragona, re di Napoli, si affidò al re di Francia contro il cugino aragonese, e morì portando l’odiatissimo titolo di duca d’Angiò;
  • Quando Sigismondo III re di Svezia e di Polonia, poco mancò non dichiarasse, nella duplice veste, guerra a se stesso;
  • Quando, dopo la Cattività avignonese, regnarono assieme tre papi…

 Sì, sono episodi strambi, però mai quanto un parlamento che nello stesso minuto proclama l’indipendenza della Catalogna e la sospende per dialogare con la Spagna da cui si rende indipendente. Così parlò… balbettò Puigdemont. Troppa Sangria!

 E lo so che la questione è complicata, però ciò non autorizza a far ridere il mondo.  Se uno non ha i baffi, non se ne esce con dichiarazioni roboanti! Forse non è chiaro, a Puigdemont, cosa sia l’indipendenza, e perciò la formazione di uno Stato. Esempi recenti:

  • Svanita l’Urss, sono venuti alla luce, per restare all’Europa, Bielorussia, Estonia, Lettonia, Lituania, Moldavia, Russia,  Ucraina, tutti Stati, ciascuno con capitale, esercito…
  • Bulgaria, Polonia, Romania, Ungheria divennero indipendenti di fatto, da protettorati russi che erano; la Germania Est sparì; la Cecoslovacchia si scisse in due Stati; la Iugoslavia, fu un reciproco massacro;
  • Facciamo un esempio lontanissimo: nel 1999, con una rimasta misteriosa partecipazione dell’Italia, divenne indipendente Timor Est.

  Invece la Catalogna è ad indipendenza sospesa. Per quanto, sospesa? Un giorno, un mese, un anno, un secolo… a mai! La mia mitica bisnonna, ripetendo a ogni passo “Muoio da un momento all’altro”, visse 98 anni. Mastro Nicola, invece, si era votato per una giornata di digiuno, e a chi gli chiedeva quando, rispondeva “Domani”. Abusato è il ricordo di Bertoldo, che doveva scegliere l’albero cui essere impiccato, e non ne trovò mai di suo gradimento uno!

 Forse la faccenda spagnola finirà nella tragedia, però l’inizio è comico!

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La Spagna, l'indipendentismo catalano e la farsa dell'Europa

Una crisi profonda sta lacerando uno degli Stati più antichi e importanti del continente, e l’Europa Unita, che fa? Nulla, fa; un bellissimo nulla.

 Nulla il pagatissimo parlamento, a parte la ridicola uscita di Tajani che il referendum catalano è “incostituzionale”; e che gliele importa della costituzione spagnola, se quelli è proprio dalla Spagna che vogliono andarsene? Per loro, è uguale alla costituzione del Canada.

 Nulla la commissione, muta come la notte.

 Nulla i burocrati di Bruxelles, quei burocrati sempre così pronti a stabilire severissime regole circa gli involucri delle ricotte.

 Nulla gli Stati confinanti o quasi: Francia, Portogallo, Italia…

 Oh, lo so che ora qualche valente avvocato si affannerà a spiegarmi che è “una faccenda interna” della Spagna, e l’Eu non ha competenza… E sarà un espediente da leguleio per assolvere il suddetto nulla.

 Anzi, la questione catalana è l’evidente prova che l’Europa, dal 1957 a oggi, ed è un bel pezzo, non ha trovato la minima dimensione politica: bada solo a soldi.

 Attenzione, prova a badare, e nemmeno è capace!

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Chiaravalle Centrale, successo in terra di Spagna per i musicisti Giampaolo e Vincenzo Macrì

Due concerti in terra di Spagna e grande successo di pubblico e di critica per i due musicisti di Chiaravalle Centrale Giampaolo e Vincenzo Macrì.

I due fratelli, rispettivamente maestri di flauto e chitarra, che insieme formano il “DinamicaMente Duo”, si sono esibiti nel mese di agosto nelle città di Portell e Cinctorres, nella regione della Comunidad Valenciana, su invito della “Associaciòn Musical Sonorè” diretta dei maestri Francesco Mannis (flautista lametino che vive e opera tra Spagna e Italia) ed Elena Aguilar Gasulla. Le performance artistiche hanno riscosso un plauso enorme, tant'è che sono già in fase di programmazione future collaborazioni per le prossime stagioni musicali.

Il “DinamicaMente Duo” vanta numerosissime esibizioni, sia in occasioni prettamente concertistiche, sia in altre manifestazioni culturali alle quali si presta per caratteristiche, duttilità e varietà di repertorio. Si è esibito su prestigiosi palcoscenici quali: Incontri Musicali Severino Gazzelloni (Roma), Incontri Musicali Mediterranei, Festival “Antonio Lauro” di Pizzo, Festival “Suoni e Colori” di Catanzaro, Settimana Internazionale della Musica da Camera nell’ambito della stagione “Armonie della Magna Graecia” di Tropea, Expo di Pedara, Seminario Romano Pontificio in San Giovanni in Laterano, Teatro Rendano di Cosenza, Casa della Cultura di Cosenza, Teatro Impero di Chiaravalle Centrale, Teatro Comunale di Soverato, Mdina e La Valletta (Malta), Festival de Musica “Sons de l’Interior 2017” Morella, Portell e Cinctorres (Spagna). Inoltre ha partecipato a diversi concorsi quali il primo premio Concorso Internazionale Città di Cosenza, il primo premio Concorso Internazionale “O. Stillo”, il secondo premio Concorso Internazionale Ama Calabria, il secondo premio Concorso Internazionale Città di San Calogero. Nel luglio 2017 ha ricevuto a Soverato il premio “Naturium” assegnato agli artisti di talento più rappresentativi del territorio calabrese. 

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'Ndrangheta, ucciso in Spagna Giuseppe Nirta

E’ morto ad Aguilas, in Spagna il pregiudicato Giuseppe Nirta, 52 anni, originario di San Luca, in provincia di Reggio Calabria.

L’uomo, che era stato coinvolto nell’operazione Minotauro sulla ‘ndrangheta in Piemonte, è stato assassinato da sicari che avrebbero agito a volto coperto. Secondo quanto riportato dal quotidiano spagnolo La opinion de Murcia, l’omicidio è stato compiuto verso le 22 di venerdì scorso (9 giugno).

A lanciare l’allarme sarebbe stata una donna, sfuggita agli assassini, che al momento dell’omicidio si trovava in compagnia della vittima.

Giunta sul posto, la guardia civil ha trovato il corpo di Nirta crivellato di colpi. Secondo il giornale spagnolo, l’uomo sarebbe stato raggiunto da almeno sette colpi di pistola, uno dei quali alla testa.

Un testimone avrebbe riferito alle autorità, di aver visto “tre uomini mascherati in fuga in una macchina”.

Gli investigatori seguono diverse piste e non escludono che all’origine dell’omicidio possa esserci un tentativo di rapina.

Dopo aver soggiornato ad Aosta, la vittima si era trasferita in Spagna dove, secondo i carabinieri del Gruppo Aosta e la Dda di Torino, era il "dominus effettivo" della ditta spagnola Flos Florum, con la quale era in affari il Caseificio valdostano dell’imprenditore di origini campane Gerardo Cuomo.

Nella sentenza della Cassazione che ha annullato con rinvio la condanna in secondo grado a tre anni e otto mesi di reclusione e 14 mila euro di multa, per associazione di tipo mafioso, Nirta è stato definto “ 'ndranghetista, […] attivo nel settore dei traffici di stupefacenti”.

Alarico, mito e leggenda del re dei Visigoti

Quando mi si rompe l’auto, vado dal meccanico, e lascio fare a lui senza intervenire; idem, se sto male, col medico. Perciò, lasciate fare agli storici. Chi sono gli storici? Non sono quelli che leggono le fonti, ma quelli che le sanno leggere: non è lo stesso, credetemi.

 Sulla morte di Alarico, le fonti sono due: un cenno di Isidoro di Siviglia, autore morto nel 636, il quale dice solo che il re morì in Italia; ma il suo è un punto di vista iberico, e studia i Goti in Spagna; e un brano di Jordanes, all’incirca contemporaneo, il quale narra che Alarico, saccheggiata nel 410 Roma e altre città, raggiunse lo Stretto per passare in Africa, ma una tempesta lo indusse a tornare indietro, e morì presso Cosenza.

 Nessuno dei due autori ci tramanda il millantato peso di venticinque (25!) tonnellate d’oro, di cui a Cosenza del 2016 tutti sono sicurissimi come se l’avessero personalmente pesato; né che in tanta ricchezza fosse compreso, nel 410, un candelabro ebraico preso nel 70; né tanto meno che tutto il bottino fosse sepolto assieme al re.

 Anzi, e mi stupisco (oggi sono educato!) che nessun megastorico se ne sia accorto, è già eccezionale che Alarico sia stato sepolto con rito barbarico e con degli oggetti: i Goti erano, infatti, da molto tempo cristiani, sia pure ariani. Nulla di tanto anomalo che il re abbia ricevuto un trattamento secondo antiche tradizioni germaniche; e che la salma sia stata fornita di corredo funebre: ma non certo con l’immane tesoro, che logica vuole sia stato portato in Spagna da Ataulfo e Galla Placidia. Lì avrà seguito le complicate vicende dei molti e conflittuali Regni visigotici; e in gran parte finito in mano araba dopo il 711; eccetera in secoli di guerre e ogni altra immaginabile vicissitudine.

 Perciò, levatevi dalla testa che l’eventuale ritrovamento del sepolcro di Alarico apra la strada alla riesumazione di tutto quel denaro e sua utilizzazione a vantaggio di Cosenza e della Calabria; non c’è, a parte che sarebbe dello Stato, e finirebbe in un museo, come è giusto che sia.

 Idem per bufale come le ricerche di Himmler. Nel 1938, l’esponente nazionalsocialista, tornando da una vacanza in Sicilia, pare si sia fermato qualche ora a Cosenza per curiosità: tutto qui, e non era certo nelle condizioni di effettuare qualsiasi operazione se non chiedere notizie a qualcuno, senza ottenerne; e rimase con la poesia del Platen, in italiano tradotta dal Carducci.

 E allora, che interesse suscita, Alarico? Tanto, a dire il vero.

1.       È uno dei molti invasori di Cosenza che pagarono con la morte: Alessandro Molosso, Sesto Pompeo, Ibrahim, Cola Tosto, Geniliatz… Se non sapete chi furono, scrivetemi una bella lettera ufficiale e ve lo rivelo. Ma guardate che fascinoso mito, se lo sappiamo raccontare!

2.       È una figura storica di grande rilievo in sé, e circondato da figure non meno interessanti: Stilicone, e i suddetti Ataulfo e Galla. Se non sapete chi furono, scrivetemi una bella lettera ufficiale e ve lo rivelo.

3.       Studiare il periodo è interessante per un’epoca poco nota della storia calabrese: i sette prosperi e lenti secoli della III regio romana, Lucania et Bruttiorum, di cui Cosenza fu una città notevole, e tappa importante di una strada consolare.

Che fare, per lavorare sul serio?

a.       Ricognizione della toponomastica;

b.      Recupero di eventuali leggende popolari credibili;

c.       Assaggi archeologici rigorosamente scientifici.

Quanto alla “statua”, è decisamente umoristica: Alarico faceva il re, non l’equilibrista circense.

 Si può creare un mito, sopra Alarico? Farci un film? Ma sì: un mito si crea su tutto. Vi faccio un esempione: il romanzo storico britannico del XIX secolo s’è inventato di sana pianta un carattere inglese per Riccardo Plantageneto Cuor di leone, il quale era un normanno di lingua francese e scriveva belle poesie in provenzale, e, come tutti gli eredi di Guglielmo, disprezzava qualunque cosa sapesse di anglosassone. Ma oggi tutto il mondo pensa fosse inglese come la regina Vittoria; la quale, del resto, era tedesca con una remota antenata scozzese.

 Si può inventare, eccome. Provate a chiedermelo, con foglio protocollato e indicazione del compenso.

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