Ai domiciliari l'impiegato arrestato per aver chiuso in casa moglie e suocera

Per il reato di sequestro di persona aggravato, un impiegato statale, incensurato è stato arrestato dai Carabinieri della Stazione di Rosario Valanidi. Il 59enne è ritenuto responsabile di aver volontariamente segregato nella propria abitazione – ubicata nello stabile accanto al suo - la moglie (57enne)- dal quale é separato di fatto - e l’anziana madre (85enne) di quest’ultima, chiudendole dentro e portando con sé le chiavi, così impedendo loro di allontanarsi.  L’evento si inquadra in un rapporto coniugale caratterizzato da precedenti maltrattementi familiari, già denunciati dalla donna nel 2014, fatti per i quali, proprio in quella giornata, l’uomo aveva ricevuto notifica, dall’ufficiale giudiziario del Tribunale di Reggio Calabria - di "Avviso di fissazione di udienza preliminare" disposto dal Giudice per le Indagini Preliminari.  I militari operanti – intervenuti tempestivamente a seguito di chiamata sull’utenza fissa della caserma da parte della vittima – giunti sul posto, hanno provveduto a forzare l’unica porta di ingresso dell’appartamento, ponendo fine alle urla di paura della donna. L’uomo, rintracciato subito dopo, è stato arrestato e associato presso la Casa Circondariale di Arghillà.  Nella giornata di ieri, il GIP del Tribunale di Reggio Calabria ha convalidato l’arresto eseguito dalla Polizia Giudiziaria, disponendo la misura cautelare degli arresti domiciliari con divieto di avvicinamento e di comunicazione con la donna.

 

Segrega moglie e suocera in casa: arrestato dai Carabinieri

I Carabinieri hanno tratto in arresto un uomo di 59 anni ritenuto responsabile di aver volontariamente segregato, nella propria abitazione, la moglie, dalla quale è separato di fatto, e la suocera, chiudendole dentro e portando con sé le chiavi, impedendo loro di allontanarsi.  L’evento, di cui si sarebbe reso protagonista P.S., di Motta San Giovanni, in provincia di Reggio Calabria, si inquadra in un rapporto coniugale caratterizzato da precedenti maltrattamenti familiari. I militari, intervenuti a seguito di chiamata telefonica, hanno provveduto a forzare la porta di ingresso dell’appartamento ed a liberare le donne. 

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