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"Indennità di accompagnamento" percepita indebitamente, 518 denunciati

Sono 518 le persone denunciate per truffa dal nucleo Polizia tributaria della Guardia di Finanza di Cosenza. I soggetti coinvolti nell’indagine, tutti titolari di pensione d’accompagnamento, sono accusati di aver omesso di comunicare all’Inps i ricoveri in ospedale o in case di cura protrattisi per oltre 30 giorni e per i quali non avrebbero avuto diritto alla corresponsione del beneficio economico. Il periodo esaminato dagli uomini delle Fiamme Gialle copre un arco temporale che va dal 2010 al 2014. Le somme "indebitamente" percepite dai singoli variano da un minimo di 800 euro ad un massimo di 28.000, per un danno complessivo al Servizio Sanitario Nazionale di circa 800 mila euro

Serra, un arresto per estorsione e truffa

Nei primi del mese di ottobre 2014, a seguito di una denuncia-querela per truffa ed estorsione, presentata da un anziano pensionato residente nel comune di Serra San Bruno, la locale Stazione Carabinieri, guidata dal capitano Stefano Esposito Vangone, ha avviato un’ attività di indagine che ha visto indagato ed oggi arrestato un quarantanovenne, Michele Gamo, residente a Serra San Bruno, nullafacente e con precedenti di polizia. Le indagini sono state coordinate  e dirette dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia; il GIP del Tribunale ha emesso ordinanza di arresti domiciliari in accoglimento delle fonti di prova presentate. L’anziano, disperato, si era rivolto ai Carabinieri in preda ad una crisi depressiva, trovando conforto, ascolto e fiducia nei militari a cui aveva rappresentato la propria  situazione di estrema indigenza e assoggettamento psicologico ingenerata dall’odierno arrestato. Quest’ultimo, con minacce, promesse, raggiri e insidiose telefonate, lo avrebbe, infatti, indotto a cedere alle sue richieste facendo sprofondare la vittima in uno stato di totale degrado psicofisico e disagio patrimoniale. Le  cessioni di denaro, per decine di migliaia di euro sarebbero già avvenute in passato, in un rodato meccanismo di calcolo e coazione. L’arrestato, infatti, avrebbe fatto credere che la dazione del denaro sarebbe servita a placare gli animi e le intenzioni di rappresaglia di taluni, indispettiti da estirpazioni di piante demaniali operate dalla vittima durante alcune passeggiate nei boschi.  Le attività  dei carabinieri avrebbero accertato sia la continua truffa nei confronti del vegliardo, sia le minacce a lui rivolte che, sovente molto gravi, incutevano uno stato d’ansia tale da determinarne il ricovero del malcapitato presso l’Ospedale di Serra San Bruno, ove era stata diagnosticato un principio di ischemia cerebrale, dovuto proprio al continuo stress psico-fisico. Anche durante la degenza in ospedale sarebbero state recapitate minacce in vario modo. Nelle telefonate minatorie l’indagato sarebbe arrivato persino a simulare la voce di donna, che prometteva all’anziano un rapporto “sentimentale” in cambio di soldi.  Si tratterebbe della fine di un reato odioso, consumato in danno  di un soggetto annoverabile tra le “fasce deboli”, la cui tutela ha avuto sempre speciale attenzione da parte della Magistratura  e dell’Arma dei Carabinieri.

 

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Arrestato il sindaco di Nardodipace Romano Loielo

NARDODIPACE – C’è anche il sindaco Romano Loielo fra i destinatari dell’operazione condotta dai carabinieri della Compagnia di Serra San Bruno, agli ordini del capitano Stefano Esposito Vangone, in coordinamento con gli agenti della Guardia di Finanza di Vibo. A finire in manette, oltre al primo cittadino del paese noto come il più povero d’Italia, sono anche Bruno Rocco Tassone (già al centro di serrati dibattiti per altre vicende), Fabio Rullo e Mario Carrera (quest’ultimo sarebbe all’estero). Obbligo di firma alla Pg per altri 12 soggetti: Maurizio Maiolo, Graziella Tassone, Sonia Cavallaro, Immacolata Aloi, Claudia Ienco, Lucia Primerano, Marinella Iacopetta, Maurizio Maiolo, Rita Fazio, Valeria Demasi, Grazia Silipo e Sandro Randò. L’accusa sarebbe quella di truffa ai danni dell’Unione Europea, dello Stato e della Regione Calabria. Nel mirino degli inquirenti sarebbero finiti in particolare alcune associazioni fittizie - fra cui una concernente il volontariato e nella quale sarebbe coinvolto il primo cittadino - e un pub.

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