Sequestrati autolavaggi operanti senza le prescritte autorizzazioni in materia ambientale

L’attività di controllo economico/finanziario del territorio da parte delle Fiamme Gialle del comando provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria, ha portato alla denuncia, da parte dei finanzieri della compagnia di Villa San Giovanni, di cinque imprenditori del luogo, titolari di altrettante imprese individuali esercenti attività di lavaggio auto, con impianti siti nei comuni di Villa San Giovanni, Campo Calabro e Bagnara Calabra, quattro dei quali sottoposti a sequestro preventivo per il reato di cui all’art. 137, comma 1, del testo unico ambientale.

L’attività di servizio, scaturita da un approfondimento investigativo nei confronti di una delle predette aziende, attenzionata per violazioni fiscali, ha consentito di rilevare che numerose imprese della zona operavano in assenza di autorizzazione, o con autorizzazione scaduta, con i conseguenti rischi derivanti dall’illecito sversamento dei reflui del lavaggio degli automezzi direttamente nelle fognature pubbliche dei comuni ove gli autolavaggi erano ubicati.

All’esito delle attività svolte, i locali ed impianti in sequestro preventivo sono stati posti a disposizione dell’autorità giudiziaria. L’operazione si colloca in un ampio piano di controllo del territorio predisposto dal comando provinciale di Reggio Calabria, volto a prevenire e contrastare gli illeciti nel delicato settore della tutela ambientale.

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Tutela ambientale: sequestrate 64 tonnellate di traversine tossiche e pericolose per la salute

Il rinnovo della rete ferroviaria calabrese, per il quale è stato erogato un finanziamento pubblico di 28 milioni di euro, in parte anche dell’Unione Europea, è stato oggetto di una specifica attività di controllo sul tratto di linea ferroviaria che corre lungo le coste dell’Alto Tirreno cosentino. Le attività di monitoraggio svolte dai Finanzieri sul corretto svolgimento dei lavori hanno fatto emergere la presenza di 64 tonnellate di traversine in legno, a suo tempo utilizzate come supporto per i binari dei treni, accatastate in un piazzale di una stazione ferroviaria di un Comune in provincia di Cosenza. Le tradizionali traversine in legno, molto note negli anni passati, sono oggi considerate "rifiuti speciali pericolosi" in quanto la sostanza utilizzata per isolarle da agenti atmosferici è stata riconosciuta altamente cancerogena. Si tratta, nello specifico, del creosoto la cui pericolosità è attestata da studi scientifici che dimostrano la sua incidenza nell’aumento di forme tumorali e che hanno spinto l’Unione Europea (Decisione 2000/532/CE) a decretarne l’estrema nocività e a vietarne l’utilizzo. Rilevata la pericolosità per la salute pubblica e le condizioni di abbandono e trascuratezza in cui versavano le traversine, poggiate direttamente sul terreno sottostante, a rischio di infiltrazione, i "rifiuti speciali pericolosi" e l’area sovrastante sono stati immediatamente sottoposti a sequestro penale. L’ispezione dell’area ha consentito infine si rilevare anche un vagone treno abbandonato e cumuli di materiale edile depositati in prossimità dei binari, tutti rifiuti oggetto di sequestro. Il responsabile della condotta illecita prevista dall’art. 192 del D.Lgs. 152/2006 e punita ai sensi del art. 256 del medesimo Decreto Legislativo, rischia l’arresto da 6 mesi a 2 anni e l’ammenda fino a 26.000 euro.

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