Pirati "libici" in Calabria, soldati calabresi in Libia

Pare che dovremo fare una cosa in Libia. Una cosa, perché se la chiamiamo guerra, c’è l’art. 11; la chiamiamo spedizione di pace, però ci andremo armati: niente, chiamiamola cosa, tanto la sostanza non cambia.  Le grandi spedizioni ottomane con saccheggi e tentativi di conquista venivano dalla “Turchia”, nel senso di Anatolia e Balcani; i pirati erano anche o soprattutto Barbareschi, e venivano dall’Africa Settentrionale, dove dei capi locali, detti beg, bey o dey, governavano Algeri, Tunisi, Tripoli, e dipendevano dal sultano. Contro di loro si armò il Regno con le torri cavallare e i grandi castelli. Vediamo che accadde nel nostro territorio. Il castello feudale di Squillace si munì di torrioni in grado di reggere alle artiglierie; la grangia di S. Anna dei Certosini, antica, venne ristrutturata come una fortezza; si ha notizia, nel Barrio, di castelli di Petrizzi e Chiaravalle; mentre una foto aerea mostra la pianta di un castello di S. Vito; e ancora oggi si dice “a Picocca” per indicare Satriano; castelli ospitavano, secondo memoria storica, ma senza tracce, S. Andrea e Badolato; Guardavalle ha un nome evidente; Monasterace era la Bagliva dei Cavalieri di Malta; la Lacina è protetta dal Castello della Baronessa; anche la Marina di Soverato ne aveva uno, e il borgo collinare aveva mura. La Marina di Montepaone e Montauro era chiamata Muscettola, per la presenza di una “moschetta”, presidio. La parola castello è polivalente: può essere un borgo bizantino (kastellion); un maniero feudale; una fortezza regia o anche una semplice caserma. Come dicevamo di S. Anna, molte chiese erano fortificate; oppure alcune fortificazioni divennero chiese: la Roccelletta propriamente detta, cioè la piccola chiesa al bivio di Borgia; il convento della Pietà; il campanile di Cardinale; la Misericordia di Davoli; la Matrice di S. Sostene… Così le non molte abitazioni poste sulla costa erano tutte assai solide e al tramonto rigorosamente sprangate: “cu è dintra è dintra, cu è fora è fora”. Le torri cavallare di cui resta memoria, e raramente qualche traccia, sono moltissime: le hanno studiate il Valente, il Faglia e altri. Troppo lungo anche solo elencarle. E diremo un’altra volta delle conseguenze politiche, sociali e culturali della lunga guerra. Ma saltiamo ora alcuni secoli. Nel 1811 gli Stati Uniti, da pochi anni nati ma già pronti a ogni guerra, inviarono una spedizione contro Tripoli a seguito di un atto di pirateria; nel 1830 la Francia punì i pirati algerini, e iniziò ad impadronirsi del territorio; una spedizione navale congiunta di Regno di Sardegna e Due Sicilie, nel 1832, raggiunse Tunisi per intimorire il bey. Il Regno d’Italia mise gli occhi sulla Tunisia, ma se la prese comoda; e nel 1882 gliela soffiò la Francia, che la tenne fino al 1956. L’Italia, per rifarsi, dovette attendere il 1911, quando, battendo non agevolmente la Turchia, ottenne Tripolitania e Cirenaica, che chiamò, per suggestione classica, Libia. Tra i combattenti, Ulderico Nisticò di Cardinale, nonno di chi scrive, che, lasciati gli studi cui senza voglia era stato avviato, e arruolatosi, era sergente meharista; fece poi da ufficiale le guerre mondiali, ma non più in Africa. Chissà quanti altri, nel nostro territorio, e sarei curioso di saperlo: fatevi sotto.  La conquista effettiva della Libia avvenne durante il fascismo per mano di Badoglio e Graziani. Dalla Libia mosse l’offensiva del settembre 1940 contro gli Inglesi in Egitto, con la controffensiva nemica; la seconda ondata con l’intervento germanico; un nuovo attacco inglese, respinto fino alle porte di Alessandria e alla sconfitta di Alamein. Il 4 settembre 1942 cadde Baldassarre (Sarro) Sinopoli di Soverato, valente calciatore, paracadutista della Folgore; gli è stato intitolato lo stadio. Tra i combattenti d’Africa che conosco, Pasquale Gioffrè che, ufficiale prigioniero in India, aderì formalmente alla Repubblica Sociale; Mimmo Curcio… Parecchi civili andarono a lavorare in Libia; alcuni dovettero riparare in Italia; altri rimasero, almeno fino al 1970. Se ora faremo la Guerra di Libia del 2015, alla fine racconteremo se qualcuno dei nostri vicini è stato coinvolto e cosa fece.

 

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