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Un'opera lirica sulla scomparsa di Ettore Majorana. Lo scienziato è stato più volte accostato alla Certosa di Serra San Bruno

Qualcuno lasciò scritto: “farò più rumore da morto!” È il caso, questo, anche di Ettore Majorana, lo scienziato che anticipò tante teorie che poi meritarono il Nobel ad altri e che misteriosamente, nel 1938, all’età di 32 anni, è scomparso nel nulla. Per paura, per rimorso o chi sa cosa? Forse all’origine della fuga i turbamenti legati alle sue ricerche sulla fisica nucleare che avrebbero portato alla bomba atomica?

In tutti questi anni giornalisti, scrittori e studiosi si sono avvicendati nella ricerca della verità che inevitabilmente porta alla clausura in un chiostro per trovare pace dopo aver inscenato un finto suicidio. La Certosa di Serra San Bruno? La Certosa di Farneta? Con tanto di punto interrogativo, per carità! Molti hanno da sempre associato al nome di Majorana appunto il nostro monastero bruniano.

Di ciò  era convinto anche Leonardo Sciascia che ne aveva parlato e scritto tanto. Anche lo scrittore siciliano entrò nella Certosa  sulla scia di un’informazione che voleva la presenza di “un grande scienziato” all’interno del monastero  calabrese, senza affermare o smentirne la presenza. E non si può sottacere che anche Giovanni Paolo II nella sua visita in Certosa nel 1984 accennò alla presenza del Majorana tra i monaci serresi.

È anche vero che come scriveva Sharo Gambino:“nel corso degli ultimi secoli, la Certosa di Serra San Bruno è rimasta coinvolta in alcuni ‘gialli’…che portano questi tre nomi: Giovanni Boccaccio, Leroy (il supposto bombardiere di Hiroshima) e, buon per ultimo, Ettore Majorana, il giovanissimo fisico catanese di cui tutti parlano per via del ‘giallo filosofico’ scritto da Leonardo Sciascia.”

Ed anche il serrese Girolamo Onda nel suo “L’Angelo che custodiva gli atomi” con sottotitolo “Ettore Majorana fra le mura di una certosa?”, mostra di avere qualche dubbio. Come dire che un’altra perla di dubbio  si aggiunge alla già ricca collana dei misteri!

Non ultimo, una rivelazione riferitaci da Roberto Sabatinelli (cartusialoverwordpress.com), parla dello storico dell’arte e pittore, il compianto Silvano Onda. Questi, nell’estate del 1970, nel mentre stava dipingendo la facciata dell’antica chiesa certosina di Serra, ebbe modo di intrattenersi, nel cortile del grande chiostro, con un tal fra’ Antonio che, con modi circospetti, gli parlava di arte, pittura, filosofia, scienza e con un accenno alla bomba atomica. In quel fra’ Antonio, con “la mano sinistra coperta da un guanto” si nascondeva Ettore Majorana? Sta di fatto che, raccontava ancora l’amico Silvano, qualche giorno dopo, alla richiesta del frate, gli si rispondeva: “ma chi è sto frate Antonio?” Si negava l’esistenza. Dubbio dei dubbi!

Comunque sia Sharo Gambino, che fu, per molto tempo, topo della biblioteca certosina, esclude categoricamente la presenza del Majorana nell’eremo di Serra.

Insomma in tutti questi anni si è cercato invano? Verrebbe da dire di sì se proprio Enrico Fermi, che fu maestro del Majorana, proprio ad un anno dalla scomparsa  affermò che “Ettore era così intelligente che se aveva deciso di sparire dal mondo senza farsi trovare è inutile che continuiamo a cercarlo.”

Ma il mistero continua! Ettore Majorana continua a far parlare di sé. Nei giorni scorsi, addirittura, è stato portato in scena con un’opera lirica tutta per lui, dal titolo “Ettore Majorana, cronaca di infinite scomparse”.

Si tratta, appunto, di un’opera musicata da Roberto Vetrano e presentata in prima mondiale al Teatro Sociale di Como, vincitrice del Concorso Internazionale Opera Oggi su progetto di Opera Lombardia volto alla promozione dell’opera lirica contemporanea.

Lo spettacolo musicale farà tappa nei principali teatri lombardi fino ad arrivare, nel 2018, a Magdeburg e a Valencia. È azzardata l’idea di portarla a Serra San Bruno?


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