Anno 1883, quando la provincia non volle costruire la strada sulle Serre

Spezzare l’isolamento, avere nuove vie d’accesso ed un sistema viario adeguato, sono sogni antichi per le genti delle Serre. Sogni, il più delle volte, trasformati in incubi dalla miopia o dalla malafede di una classe politica tanto attenta al “particolare” quanto indifferente al generale. Non passa giorno, ormai, che i cittadini che vivono nell’area montana delle Serre non siano costretti a sottoporsi ad improbabili slalom, tra le buche di quelle che di strade non hanno più neppure le sembianze. La colpa, com’è ovvio che sia, viene addebitata alla classe politica, ovvero la custode più gelosa dello “status quo”. Una situazione le cui radici affondano in un passato affatto recente. A testimoniare quanto il tema sia datato, lo rivela un articolo apparso sull’Avvenire Vibonese, un settimanale, stampato a Vibo Valentia a partire dal 1881. In un pezzo, pubblicato nel numero del 17 ottobre 1886, dal titolo “La strada Fabrizia – Laureana, al consiglio provinciale”, si parla della decisione assunta dal consiglio provinciale di Catanzaro di bocciare la costruzione di un’arteria che avrebbe dovuto portare giovamento agli scambi commerciali dell’intera area delle Serre. Fin dall’incipit, l’articolo evidenzia: “Interessi gravissimi, e che impegnano molta parte delle popolazioni di questo circondario, reclamano la costruzione di una strada, che partendo da Laureana, in provincia di Reggio, attraverso i piani dell’Acquafredda vada a raggiungere l’altipiano appenninico di Fabrizia”. Interessi rappresentati dalle “ amministrazioni Comunali di Fabrizia e Laureana”, che grazie “alle risorse date ai Comuni dalla legge del 30 Agosto 1868 sulla viabilità obbligatoria” si erano attivare per redigere il “progetto” della strada che “doveva congiungere i due Comuni, e procurare uno sbocco ai prodotti che dalle montagne si dirigono alle marine di Nicotera, e di Gioia”. Tuttavia le risorse “Comunali non potevano essere sufficienti alla costruzione di una strada che per la sua importanza richiedeva il sussidio dello Stato e delle Provincie, nei cui territorio si sviluppava”. Per integrare le loro magre finanze, i “Municipi chiesero che fosse compresa la strada in parola negli Elenchi delle strade di serie nelle diverse leggi, colle quali il Governo ha cercato di migliorare le condizioni di viabilità nelle Provincie del Mezzogiorno”. Lo sforzo finalizzato alla realizzazione della strada era sostenuto dalla necessita di offrire un aiuto ad un territorio il cui “avvenire industriale” era, inevitabilmente, “legato alla promessa della costruzione di questa strada”. Del resto, come faceva notare, l’autore dell’articolo, “l’altipiano che sovrasta a Laureana, ricco di cereali, e di cave di pietra ricercatissima, inoltrandosi per Acquafredda nella Provincia di Catanzaro, e segnatamente ne territori di Fabrizia e Serra San Bruno è coperto di una ricca vegetazione silvana di Faggi: Abeti, Elci, Quercie, von ché di Acero duri, legname richiesto da nostri cantieri navali, e che tutto vediamo trasportare al prezzo di ingenti sacrifizi alla marina. Il costo di trasporto ne raddoppia quasi il valore. Un consumo di forze animali e finanziari sproporzionata al prezzo della merce trasportata, assorbe gran parte del profitto. A schiena di muli, o sull’adamitico carro, stentatamente e con gravi rischi questo legname è portato ai luoghi d’imbarco”. Era, quindi, necessario procedere alla realizzazione della nuova strada, anche perché “la via percorsa è in perfetta antitesi col progresso industriale delle nostre montagne, che crediamo effettivamente maggiore di quanto ordinariamente si ritiene”. Tanto più che “parecchi stabilimenti di segherie, appartenenti ai Signori Fabbricotti e Fazzari, ed altri, forniti dei più recenti e più perfetti meccanismi ivi sono stati impiantati a vapore, sono avviate ad organizzarsi, e convertirsi in serie e ben regolate aziende industriali mercè le solerti ed intelligenti cure dei Signori Morabito di Mongiana, i cui vini, i cui formaggi acquistano un posto ogni giorno più distinto e ragguardevole sul mercato. La coltura dell’ulivo e delle vigne si diffonde e si estende nelle vallate, e lungo le coste. La piccole industrie domestiche, alle quali oggi ritorna la mente del legislatore non hanno cultori più fedeli degli abitanti delle nostre montagne. Tutto accenna da un risveglio di lavoro, dietro il quale si affaticano le popolazioni, risveglio ch’ è doveroso secondare ed incoraggiare per renderlo più attivo, e più fecondo”. Grazie al “concorso” degli “Onorevoli Grimaldi e Chimirri”  la “strada Fabrizia - Laureana fu in fine compresa nell’elenco delle strade di serie contemplate dalla legge del 23 luglio 1881 con questa dizione: Strada Provinciale di Serie Fabrizia- Laureana per la vallata del Mesima alla Nazionale”. Una volta pubblicata la legge “l’Amministrazione Provinciale di Reggio fu sollecitata a redigere il progetto di massima, e spedirlo al Ministero per ottenere i Decreti di approvazione dei tracciati. Il Consiglio Superiore dei LL. PP. Diede avvio favorevole agli studi eseguiti dall’Ufficio Tecnico Provinciale di Reggio. Il Ministero dei LL.PP. però rilevò la mancanza della preventiva approvazione del tracciato da parte del Consiglio Provinciale di Catanzaro, nel cui territorio la strada si svolge per otto chilometri da Fabrizia ad Acquafredda”. Rinviata la questione al consiglio provinciale di Catanzaro la questione venne discussa nella “ sessione ordinaria del 1883”, ma l’assemblea “emise deliberazione contraria, non ché al progetto del tracciato alla strada stessa dichiarandola di non utilità per la Provincia di Catanzaro”.  Eppure la strada aveva una sua importanza fondamentale per implementare gli scambi commerciali che, nonostante, le difficoltà erano piuttosto intensi. “Dall’Aprile all’Ottobre la statistica del carreggio numera più che mille carri al giorno, che scendono  da quelle montagne alle marine attraverso i piani dell’Acquafredda. E da Fabrizia, da Mongiana, da Serra gli abitanti sono obbligati trasportare a schiena, e per Laurenana i loro che vendono nella Piana di Palmi come patate, avena, castagne, carbone, ecc. importando per la stessa via i generi alimentari di consumo”. Come poteva, quindi, il “Consiglio Provinciale di Catanzaro” dichiarare “inutile una strada di quest’importanza”? A favorire la decisione negativa era stata l’assenza  degli “Onorevoli Grimaldi e Chimirri che furono in Parlamento commissari della Legge del 23 luglio 1881 non si fossero trovati presenti alla Sessione Ordinaria del Consiglio Provinciale del 1883”. Contro la decisione presentò immediatamente “istanza” il comune di Fabrizia invitando il consiglio a rivedere e ad esaminare  “più ponderatamente la quistione”. In calce all’articolo, il giornalista confida nell’intervento degli “Onorevoli Grimaldi e Chimirri” al fine “ d’informare il consiglio della vera situazione delle cose, anche perché, a fronte di un “onere minimo” per “l’Amministrazione”, la strada procurerebbe “un vantaggio massimo” alle “popolazioni di Fabrizia, Serra e Mongiana”. L’articolo, a distanza di quasi un secolo e mezzo conserva tutta la sua attualità, anche perché, ieri come oggi, a frenare lo sviluppo di un intero territorio sono proprio quelle forze che dovrebbe maggiormente sostenerlo.

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