I celti e il culto di san Martino di Tours, se n’è parlato in un seminario del Centro studi Theotokos

Grande successo del Centro Theotokos che, insieme alla Scuola superiore per mediatori linguistici “Don Domenico Calarco” di Reggio Calabria, coordinata da Luigi Rossi, ha organizzato il seminario sul rapporto tra paganesimo e cristianesimo nell’Occidente europeo.

La figura di san Martino di Tours ben si adattava al periodo e all’importanza storica dell’evento in quanto alcune tribù celtiche si sarebbero convertite al cristianesimo, proprio grazie all’opera del primo monaco europeo che la storia ricordi.

 Nell’introdurre i lavori, la coordinatrice del Centro studi Theotokos,Anna Rotundo, ha sottolineato di aver voluto l’incontro in seguito all’interesse riscontrato nei giovani per i culti neopagani, attraverso i quali, comunque, essi manifestano la loro sete di spiritualità.

Al di là di ogni forma di neopaganesimo, secondo Rotundo, ciò conferma ciò che scrisse Mircea Eliade: “il Sacro fonda ontologicamente il mondo”. Francesco Crapanzano, docente di Storia del Cristianesimo, ha invece messo in evidenza la commistione tra riti di natura pagana e cristiana, nel senso che alcuni riti pagani sono stati mutuati e reinterpretati nell’accezione cattolico-cristiana. “Il sincretismo religioso è un fenomeno assai importante, esso indica la confluenza o la fusione tra elementi, in precedenza considerati inconciliabili, di religioni diverse. Culti, riti, sottili analisi teologiche ecc. appartenenti a due o più religioni in ‘competizione’, trovano una sorta di ‘compromesso’ non scritto né pianificato ibridandosi, sostituendosi o trasformandosi”, ha concluso Crapanzano.

Per quanto riguarda i Celti e il culto di San Martino di Tours, il direttore del Centro Theotokos, Martino Battaglia, ha messo in evidenza come vi sia uno stretto legame tra il Santo festeggiato oggi e le tribù celtiche che si sarebbero convertite al cristianesimo grazie al Santo, vescovo di Tours.

Storie e leggende affondano le radici in questo intenso rapporto simbolico-rituale che ancora oggi sopravvive nel ricordo di quei festeggiamenti che rappresentavano il culmine del capodanno celtico.

 San Martino, fondatore del monachesimo in Occidente rappresenta la pietra miliare a cui si sono ispirati ordini monacali in Italia a partire da san Benedetto da Norcia. 

Le conclusioni sono state affidate al filosofo Antonino Laganà, che ha messo in luce una serie di aspetti relativi al rapporto tra fede e religiosità popolare che ancora non trovano risposta in chi dovrebbe gestire in modo più chiaro situazioni così importanti. Laganà è partito dalla mitologia greca per giungere poi a comparare pratiche e riti che hanno segnato il tempo delle narrazioni poetiche che accompagnano da sempre quel rapporto intrinseco tra spiritualità e materialità.

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