Paesi di Calabria: Umbriatico
- Written by Mimmo Stirparo
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Umbriatico, probabilmente l’indigena Conia degli Enotri, piccolo centro agricolo di antica fondazione (la greca Bristacia), sorge in alta collina, alle falde del fiume Lipuda e insieme alla frazione Perticaro ( dove da molti anni vi è la residenza estiva del vescovo di Crotone, detta anche Seminario), costituisce Comune unico facente parte della Comunità Montana dell’Alto Crotonese. Umbriatico, della quale scriveva l’Ughelli, “ in rupe quadam orrendis praecipitiis munita atquae inaccessa” e Mons. Pacichelli aggiungeva, “in una rupe di malagevole accesso e di poca grata dimora tra sentieri di precipizio e di spavento”, è stata antichissima e nobilissima diocesi bizantina suffraganea, assieme a quelle di Isola, Belcastro Cerenzia e Strongoli, della Metropolia di Santa Severina fino alla soppressione del 1818. In questa sede episcopale, per molti anni, nel ‘700, si distinse per zelo e forte spiritualità, il vescovo Mons. Domenico Peronaci da Serra San Bruno. Scrive Teodoro Torchia : “ Sì è vero! Tra tante rupi a strapiombo, picchi inaccessibili, tra orridi abissi è posta Umbriatico…si accede attraverso Torre Passo e Perticaro, mediante una strada rotabile che scorre, per un lungo tratto, in forte scoscesa, e con curve tutte a gomito. Infine un viadotto, posto su un ristrettissimo istmo. Senza questo viadotto, il paese rimarrebbe completamente isolato appunto perciò cinto da altissime mura naturali. Una porta – fortino con feritoie, a 500 metri dall’abitato, è detta Porta del Canalicchio, l’altra porta si trova sul lato opposto”. Della splendida e ricca epoca bizantina ad Umbriatico resta testimonianza, forse un tantino abbandonata o comunque non adeguatamente reclamizzata alla fruizione di turisti e cultori, la Cattedrale. Questa dedicata a San Donato, vescovo di Euria dell’Albania e compatrono della comunità, sorge nel pieno centro e apre il suo portale principale con stipiti in pietra preceduto da una gradinata a semicerchio. Alla sinistra del frontone s’innalza la torre campanaria terminante a cuspide e il portale laterale in pietra tufacea che reca l’iscrizione “P.S. Aem S. Samarcus rossa S. PP. S. Umb. S. Anno D. MDCX”. L’interno è a tipo basilicale con l’assoluta nudità architettonica. Sotto la navata centrale vi troviamo la suggestiva chiesa ipogea, detta anche cripta, che secondo la tradizione sarebbe l’antico tempio di Apollo Aleo. Si tratta della tipica architettura bizantina che proponeva il sacro sito su due livelli come si vede nella Cattedrale di Gerace e nella chiesa di santa Filomena detta anche del Pozzuolo a Santa Severina. La detta cripta è divisa in tre navate da due file di colonne (12 in tutto) di ordine diverso e sulle quali poggiano le arcatelle costituenti la volta a crociera. Per quanto riguarda la data di fondazione della chiesa di Umbriatico, questa si ricava dall’iscrizione su un mattone rinvenuto durante i lavori di restauro del 1959 e che P. Francesco Russo ha così trascritto: “questo tempio fu costruito da Teodoro Vescovo” e ciò fa credere che il Prelato, oggetto dell’iscrizione era coevo dell’Arcivescovo Ambrogio di Santa Severina e quindi la Cattedrale umbriaticese può essere datata intorno alla prima metà del sec. XI e comunque tra il 1030 e il 1040. Attorno a questa chiesa episcopale e all’antica Bristacia è nata una vasta pubblicistica della quale, tra le altre, cito gli studi dei vari Giuranna, P. Russo, Alfonso Frangipane, Biagio Cappelli, mons. Pacichelli e recentemente Mons. Pietro Pontieri con la sua “La Metropolia di Santa Severina e la suffraganea di Umbriatico”. All’interno della chiesa, tra le tante opere d’arte che l’arricchiscono, si ricordano l’altare maggiore in marmi policromi di stile barocco, le lapidi sepolcrali di alcuni vescovi titolare di questa sede diocesana, le reliquie di San Gregorio Papa e di altri santi, alcuni frammenti della veste di Cristo e il reliquiario della Santa Spina. Tra le antiche stradine del paese si può ammirare anche il settecentesco Palazzo Giuranna che oggi ospita la sede municipale e fortemente danneggiata da un incendio nel marzo del 2002. È bene ricordare che Umbriatico è stato centro della Cristianità fin dai tempi di Callisto III e quindi nel 440 e come tale, visto che la Cristianità ha lasciato in eredità, oltre alla fede mai venuta meno, anche numerosi monumenti molto significativi a livello storico-artistico, senza enfasi ritengo che la nostra Umbriatico costituisce, anche se quasi inaccessibile, uno scrigno ricco di preziosità artistica e tappa obbligata per turisti, cultori e curiosi. Solo che ci vorrebbe un po’ di buona volontà da parte di politici e curiali. Mi piace concludere questa nota con le parole del poeta e scrittore Teodoro Torchia da Castelsilano: “Agli uomini di cultura, agli appassionati di archeologia, a coloro i quali amano la natura, agli amanti dell’Arte, dirò che vale la pena visitare Umbriatico ed i suoi inestimabili ‘tesori’. In questa ‘poco grata dimora’, tra sentieri di precipizio e di ‘spavento’ c’è tanta storia, c’è tanta arte meravigliosa, c’è tutto un passato di gloria e di Fede…”. Eppure, aggiunge Margherita Esposito,“malgrado le enormi difficoltà nelle comunicazioni, Umbriatico possiede risorse su cui puntare per una possibilità rinascita: paesaggi incontaminati dominati da una straordinaria distesa di boschi da sfruttare con un corretto programma di sviluppo agro-turistico e un patrimonio urbanistico e culturale ancora tutto da scoprire e valorizzare”.