Svolta nell'omicidio di Palmieri, fermato il cugino

Svolta lampo nelle indagini dell'omicidio Palmieri, il giovane di Paravati giunto cadavere al Pronto soccorso di Vibo Valentia nella tarda serata di ieri, dopo essere stato ferito alla testa da un colpo di fucile calibro 12 (Per leggere la notizia clicca qui).
 
Nel giro di poche ore, un articolato team composto dai carabinieri della Stazione di Mileto, della Sezione operativa della Compagnia di Vibo Valentia e  del Nucleo investigativo, coordinati dal sostituto Procuratore Concettina Iannazzo, ha stretto il cerchio e sottoposto a fermo di indiziato di delitto Nicola Polito, 33 anni, cugino della vittima.
 
Ad attivare i soccorsi, sarebbe stato lo stesso Polito, la cui versione non ha convinto gli investigatori, che fin dalle prime battute, grazie ad una precisa ricognizione informativa dei militari della Stazione di Mileto, giunti immediatamente sul posto per preservare la scena del crimine e raccogliere i primi spunti investigativi.
 
Le successive, mirate perquisizioni hanno consentito di rinvenire, occultata in un’abitazione nella diponibilità del fermato, l’arma del delitto, un fucile calibro 12 con matricola punzonata e 27 cartucce analoghe a quella utilizzata per compiere l'omicidio.
 
Nella circostanza, è stato rinvenuto e sequestrato un panetto di hashish del peso di 163,50 grammi.
 
Proprio un debito non saldato per l’acquisto di droga potrebbe essere il movente.
 
Nella giornata di oggi, presso il Comando provinciale Carabinieri di Vibo Valentia si sono tenuti una serie di interrogatori, diretti in prima persona dal Procuratore della Repubblica, Camillo Falvo, coadiuvato dal sostituto Procuratore Concettina Iannazzo, finalizzati a vagliare la posizione e le responsabilità di altre persone che potrebbero essere coinvolte nel delitto.

Furgone va a fuoco nel Vibonese

Un incendio, divampato poco dopo le 4.20 della notte scorsa, ha interessato un furgone Iveco Daily parcheggiato in via Aldo Moro, a Mileto (Vv).

Il mezzo, di proprietà di un pensionato del luogo è andato a fuoco per cause in corso d'accertamento.

Le fiamme sono state domate dai vigili del fuoco del Comando provinciale di Vibo Valentia.

 

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I vigili del fuoco rendono omaggio alla Madonna di Mileto in occasione della festa dell'Immacolata

I vigili del fuoco del Comando provinciale di Vibo Valentia hanno rinnovato il tradizionale omaggio floreale alla Madonna Immacolata a Mileto. Nel pomeriggio di ieri (domenica 8 dicembre), infatti, i pompieri vibonesi hanno deposto una corona alla statua di Maria Immacolata ubicata in piazza Badia di Mileto

Omicidio Vangeli, il giovane ucciso e gettato in un fiume

Giustiziato con un numero imprecisato di colpi di fucile, messo in un sacco di plastica e gettato nel fiume Mesima.

Sarebbe stato assassinato così la notte tra il 9 e il 10 ottobre del 2018 Francesco Domenico Vangeli, il giovane di Filandari vittima di “lupara bianca”.

 Il suo corpo non è ancora stato ritrovato e, verosimilmente, è stato trascinato dalle correnti fino alla foce del fiume e da qui in mare.

All’alba di oggi i carabinieri del Comando provinciale di Vibo Valentia hanno fermato uno dei presunti esecutori materiali dell’efferato delitto.

 Si tratta di Antonio Prostamo, 30 anni, di San Giovanni di Mileto, ritenuto dagli inquirenti esponente apicale della locale di ‘ndrangheta dei “Pititto-Tavella-Prostamo”.

 È accusato d’omicidio aggravato dal metodo mafioso e di distruzione di cadavere.

 Il provvedimento di fermo arriva al termine di articolate indagini coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro diretta dal Procuratore Nicola Gratteri e, oltre a colpire il 30enne di San Giovanni di Mileto, coinvolge quale corresponsabile a pari titolo dell’omicidio anche il fratello del fermato, Giuseppe, 35 anni, attualmente detenuto nella casa circondariale di Vibo dopo essere stato arrestato nel maggio scorso per essere stato trovato in possesso di un’arma clandestina.

Adesso deve rispondere anche d’omicidio aggravato dal metodo mafioso, minacce, porto abusivo d’arma da fuoco e distruzione di cadavere.

Le attività tecniche svolte dai militari dell’Arma hanno permesso di ricostruire nel dettaglio l’intera vicenda.

L’arma utilizzata per il delitto, ovvero un fucile occultato in un pozzo artesiano nei paraggi del fiume Mesima.

L’operazione messa a segno dai carabinieri è stata denominata “Amore Letale”, con evidente riferimento ad uno dei presunti moventi che hanno portato all’omicidio di Vangeli.

Per gli inquirenti, alla base del delitto ci sarebbe infatti la contesa di una giovane di Scaliti di Filandari da parte della vittima ed uno dei suo presunti carnefice, Antonio Prostamo.

Quest’ultimo lo avrebbe anche minacciato di morte e addirittura di scioglierlo nell’acido con messaggi whatsapp indirizzati sul telefono cellulare utilizzato da Vangeli, sequestrato e analizzato dai carabinieri.

 L’altro Prostamo, Giuseppe, avrebbe invece vantato dei crediti di droga da Francesco Vangeli, il quale gli avrebbe pure sottratto un’arma da fuoco poi rinvenuta nelle disponibilità del padre a Pisa.

 La sera della scomparsa sarebbe stato attirato a San Giovanni di Mileto con l’inganno.

Da quanto emerso, infatti, i Prostamo lo avrebbero invitato a raggiungere la loro abitazione per la realizzazione di un tavolino in ferro battuto, essendo Vangeli un artigiano.

 Un semplice lavoretto per arrotondare la giornata, che evidentemente si è rivelato fatale, perché da quella sera Francesco non è più tornato a casa.

Minaccia i carabinieri con un coltello, 37enne arrestato nel Vibonese

Insulta e minaccia i Carabinieri con un coltello nel corso di una perquisizione domiciliare allo scopo di evitare il ritrovamento di armi e munizioni.

È quanto accaduto ieri a San Giovanni, piccola frazione di Mileto, in provincia di Vibo Valentia.

I militari dell'Arma lo hanno disarmato e arrestato per possesso di armi clandestine e resistenza a pubblico ufficiale.

In manette è finito Giuseppe Prostamo, 34 anni, alias “Ciopane”, bracciante agricolo, pregiudicato e ritenuto dagli inquirenti appartenente alla famiglia di 'ndrangheta “Pititto-Tavella-Prostamo”. 

Al termine della perquisizione avvenuta nella sua abitazione i carabinieri hanno rinvenuto: una pistola calibro 7,65 marca Bersa completa di caricatore, con all'interno due proiettili; un bossolo per pistola calibro 7,65 e uno per fucile da caccia calibro 12; tre coltelli a serramanico; due bilancini elettronici; due piccoli contenitori di plastica di forma ovale verosimilmente utilizzati quali contenitori di sostanza stupefacente; una scatola di cartone di piccole dimensioni contenente residui di polvere bianca e tre schede tipo bancomat, forse usate per il taglio dello stupefacente.

Dopo le formalità di rito, l'uomo è stato tradotto nel carcere di Vibo Valentia. 

Fuochi pirotecnici detenuti illegalmente nella sagrestia, una denuncia nel Vibonese

Otto batterie da 100 colpi, un’altra da 150, persino un mortaio. È quanto i carabinieri della Stazione di Francica (VV) hanno rinvenuto all’interno dei locali pertinenti il Santuario di Maria Santissima della Cattolica a Mileto (VV) in seguito a una perquisizione effettuata nel corso dei festeggiamenti civili della ricorrenza religiosa.

L’intervento dei militari, scattato in seguito ad alcune deflagrazioni, è servito ad evitare incidenti, perché nella sagrestia del Santuario è stata praticamente scoperta una sorta di riserva di artefici pirotecnici detenuti illegalmente e di dubbia provenienza.

Il materiale esplodente, destinato ai fuochi d’artificio che avrebbero dovuto concludere i festeggiamenti, in possesso del Comitato organizzatore, risultato privo di autorizzazioni.

Nessuno ha poi saputo fornire indicazioni circa la provenienza dei prodotti, per cui oltre alla detenzione abusiva di materiale esplodente, nei confronti del priore del Comitato festa della Madonna Santissima della Cattolica è scattata la denuncia a piede libero per ricettazione.

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Lotta all'obesità infantile, successo per la seconda edizione di "A piccoli passi"

Negli ultimi anni su tutto il territorio nazionale si sta assistendo ad un preoccupante incremento dell’obesità infantile (specie nel Meridione) e sempre più precocemente i minori acquisiscono stili di vita che contrastano con una crescita psicofisica sana ed equilibrata, come il precoce uso di sigarette e alcol.

Il numero dei minori “intrappolato” nella rete virtuale è fortemente in crescita e gli interventi di educazione e prevenzione su tali tematiche rivolti ai ragazzi delle scuole superiori, risultano essere sempre meno efficaci in quanto i comportamenti a rischio a volte sono già ben strutturati.

Per tale motivo è opportuno intervenire sui minori quando ancora non si sono radicati tali stili di comportamento.

Lo conferma il successo ottenuto dalla seconda edizione di “A Piccoli Passi”, l’attività di educazione sanitaria interattiva per la scuola primaria, ideata e curata dalle dirigenti della servizio Tutela donne, infanzia e adolescenza dell’Asp di Vibo Valentia, Stefania Fiorellini (psicologa) e Maria Catena Di Renzo (pediatra).

La fase conclusiva dell'attività si è svolta nei giorni scorsi con gli istituti comprensivi di Mileto–Paravati e Tropea.

In tali circostanze, gli alunni delle terze classi elementari coinvolte hanno relazionato sulla loro esperienza formativa, con diverse modalità espressive trattando le tematiche: fumo e alcol, internet e tecnologia, alimentazione e attività fisica.

I 130 studenti che hanno preso parte al progetto,hanno collaborato con le insegnanti Brosio, Valente, Varone e Rettura per Mileto e Paravati e Macrì, Di Bella, Esposito e Pizzirusso per Tropea.

Oltre agli alunni sono stati presenti all’incontro genitori, insegnanti, dirigenti scolastici e sanitari.

L’inizio dei lavori a Paravati è stato preceduto dai saluti del responsabile della servizio Tutela donne, infanzia e adolescenza, Orlando Cartisano e dal dirigente scolastico dei due istituti comprensivi, Giuseppina Prostamo.

In entrambi gli istituti, a conclusione dei lavori, Stefania Fiorellini e Maria Catena Di Renzo hanno consegnato a ciascun alunno l’attestato di “Promotore di buona salute”.

 

Arsenale rinvenuto in un capannone nel Vibonese, un arresto e una denuncia

Tre pistole semiautomatiche, di cui una con matricola abrasa, un revolver, una balestra, due coltelli, un fucile semiautomatico, un moschetto con matricola abrasa, tre carabine ad aria compressa e 213 munizioni di vario calibro per fucile e pistola.

È quanto è stato rinvenuto dai carabinieri della Compagnia di Vibo Valentia, in collaborazione con i Cacciatori di Calabria ed il Nucleo cinofili, in un capannone, a Mileto.

Durante il sopralluogo, i militari hanno notato che la struttura presentava le pareti bucate da colpi d’arma da fuoco, segno che veniva utilizzata come poligono di tiro.

Dopo aver sequestrato quanto rinvenuto, i carabinieri hanno tratto in arresto il proprietario del capannone, S.C., di 51 anni, accusato di detenzione illegale di armi e munizionamento da guerra.

Denunciato anche il figlio dell'uomo, R.C., ritenuto responsabile del reato di detenzione di munizioni da guerra.

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