Premio Caccuri: Maurzio de Giovanni si aggiudica la sezione narrativa, con "I guardiani"

Direttamente dal Salone del Libro di Torino un annuncio che arricchirà ancor di più l’ormai acclarato Premio Caccuri che si terrà, nell’ameno centro presilano della provincia crotonese, dal prossimo 7 al 10 agosto, organizzato dall’Accademia dei Caccuriani.

Dallo stand della Regione Calabria della ricca esposizione libraria del capoluogo piemontese arriva la notizia secondo la quale a Maurizio De Giovanni sarà assegnato il Premio Narrativa 2017 per la sua ultima opera: "I Guardiani", edito da Rizzoli, dopo il grande successo derivato dalla fortunata serie televisiva  "I bastardi di Pizzofalcone", tratta dalla sua opera.

A darne la felice notizia Adolfo Barone, Roberto De Candia e Olimpio Talarico durante la presentazione nazionale dell'evento caccurese.

Ricordiamo che i tre finalisti che si contenderanno il Premio Caccuri per la Saggistica sono Giulia Innocenzi  con “Tritacarne”, Giampiero Mughini con “La stanza dei libri” e Antonio Padellaro, con “Il Fatto personale”, editi, rispettivamente, da Rizzoli, Bompiani e PaperFirst.

Ai tre finalisti andrà la “Torre d’argento”, il prestigio premio realizzato dal M° orafo crotonese Michele Affidato.

Al Salone di Torino, inoltre, è stato presentato anche "Amori regalati" di Olimpio Talarico (responsabile sezione saggistica dell'Accademia dei Caccuriani), edito da Aliberti Compagnia Editoriale.

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L'ex direttore del Fatto Quotidiano, Antonio Padellaro al Tropea Festival

A Vibo Valentia, nell'ambito della terza giornata del Tropea Festival Leggere&Scrivere 2016, il fondatore del Fatto Quotidiano, Antonio Padellaro ha commentato le ultime dichiarazioni di Roberto Benigni sul referendum (“il no sarebbe peggio della Brexit”). "Roberto Benigni è un grande e può dire quello che vuole. Mi dispiace - ha detto Padellaro - non che vota per il sì, ma che utilizza questo linguaggio, io credo che non giovi a nessuno. Mi sarei aspettato da lui una sdrammatizzazione. Ma segue, sicuramente, la campagna propagandistica del premier Matteo Renzi". In riferimento al referendum costituzionale, il giornalista  ha poi aggiunto: "Non è una priorità, ma condivido alcune cose di questa riforma. In ogni caso sono materie che dovrebbero essere delegate alla politica. Non è sufficiente un sì o un no". Padellaro ha, quindi, presentato il suo ultimo libro: “Il Fatto personale” (PaperFIRST, 2016).  L'ex direttore del Fatto Quotidiano ha raccontato la sua lunga esperienza giornalistica. Dall'Ansa al Corriere della Sera, poi la direzione dell'Unità e la creazione del Fatto Quotidiano nel 2009. "Ho cercato di raccontare nel libro – ha detto – il dietro le quinte, sono testimone di fatti importanti accaduti in Italia". Nel volume, Padellaro ripercorre, con stile irriverente, le tante notizie che hanno accompagnato la vita del cronista: dall'uccisione di Pier Paolo Pasolini alla bufera che colpì il CorSera quando furono pubblicate le liste della P2 di Licio Gelli. "Io seguivo la vicenda P2 per il Corriere della Sera – ha spiegato Padellaro –. Nell'elenco era presente il direttore del giornale, Franco di Bella. Lo informai di questa notizia. Decise di dimettersi ma ci disse di pubblicare la notizia".Infine, ha parlato alla fondazione del Fatto Quotidiano, "siamo nati come un giornale antiberlusconiano, era premier e uno tra le persone, secondo Forbes, più ricche al mondo. Quando giravamo l'Italia con Marco Travaglio e Peter Gomez ci accoglievano come rock star. Dal 2011 la crisi dell'editoria ha colpito anche noi del Fatto".

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