Si dà fuoco: salvato da un agente

Dopo aver sistemato dei giornali sulle gambe ha acceso il fuoco: voleva morire così un uomo che si trova recluso dietro le sbarre del carcere catanzarese. A salvargli la vita è stato l'immediato arrivo di un assistente capo della Polizia penitenziaria. La vicenda è stata resa nota da Giovanni Battista Durante e Donato Capece, rispettivamente Segretario generale e Segretario generale aggiunto del sindacato autonomo di Polizia penitenziaria. L'agente, per impedire che il tunisino portasse a compimento l'insano gesto, ha utilizzato un idrante spegnendo così le fiamme. "Nel corso del 2015 - fa sapere il Sappe - i suicidi in carcere in Italia sono stati 39 ed i tentati suicidi 956".

Detenuto sfonda un cancello e aggredisce due agenti penitenziari

Un detenuto si sarebbe reso responsabile del ferimento di due agenti di Polizia Penitenziaria. La vicenda è stata denunciata dai vertici del Sindacato autonomo di Polizia Penitenziaria. Damiano Bellucci e Giovanni Battista Durante. L'episodio si è verificato nel carcere di Rosarno. Sulla base di ciò che riferiscono i due rappresentanti sindacali, l'aggressore, servendosi di una branda ha abbattuto il cancello posto all'ingresso della cella e, raggiunto il corridoio, si è avventato su un assistente della Polizia Penitenziaria. Nel corpo a corpo, che ha coinvolto altri agenti, due di loro hanno riportato ferite alla gamba ed allo zigomo, da cui guariranno in dieci giorni. Gli esiti della visita psichiatrica effettuata da uno specialista determineranno, molto probabilmente, la decisione di sottoporlo a trattamento sanitario obbligatorio. 

 

 

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Detenuto appicca fuoco a cella: polizia penitenziaria evita tragedia

Ancora tensioni nelle carceri calabresi. Un detenuto ha infatti appiccato fuoco nella sua cella e la situazione non è degenerata solo grazie al tempestivo intervento della polizia penitenziaria di Paola. Secondo il segretario generale del sindacato autonomo di polizia penitenziaria Donato Capece, il rischio di tragedia è stato reale. L’episodio conferma le criticità esistenti.

Detenuto tenta di impiccarsi in carcere: lo salvano gli agenti

Sono stati gli immediati soccorsi prestati dagli agenti della Polizia Penitenziaria a sventare un tentativo di suicidio da parte di un detenuto di origini nigeriane recluso nel carcere di Reggio Calabria e che ha provato a togliersi la vita impiccandosi. Lo rendono noto Damiano Bellucci e Giovanni Battista Durante, rispettivamente Segretario nazionale e Segretario generale aggiunto del Sindacato autonomo di Polizia Penitenziaria. "Lo stesso detenuto - rivelano i rappresentanti sindacali - aveva tentato d'uccidersi poco tempo fa, non riuscendoci grazie, anche in quel caso, all'intervento delle guardie penitenziarie". "Il detenuto nigeriano - spiega i dirigenti - è ospitato nella sezione psichiatrica del carcere reggino. Una sezione aperta circa dieci anni fa che all'inizio funzionava benissimo, ma nella quale adesso, a causa delle carenze dovute alla mancanza di personale di Polizia Penitenziaria e di altre figure professionali come infermieri, psichiatri e psicologi, è diventato davvero difficile gestire i reclusi".

Bloccata la fuga di due detenuti da un carcere minorile in Calabria

Gli agenti della Polizia Penitenziaria sono riusciti ad impedire che due detenuti evadessero dal carcere minorile. A dare la notizia dell'episodio, verificatosi a Catanzaro, sono stati Damiano Bellucci e Giovanni Battista Durante, rispettivamente Segretario nazionale e Segretario generale aggiunto del Sindacato autonomo di Polizia Penitenziaria (SAPPE). Originari del Maghreb, uno di essi ha già raggiunto la maggiore età, hanno provato a scappare durante il loro accompagnamento in un locale interno dove avrebbero dovuto svolgere il lavoro quotidiano. Spintonato il poliziotto, si sono dati alla fuga riuscendo anche ad oltrepassare il muro ed a raggiungere l'esterno della struttura. E' lì che la loro corsa è finita grazie al pronto intervento degli agenti. "Agli operatori - è il commento di Bellucci e Durante - va il nostro plauso, sia per come si sono comportati sia per l'operazione della scorsa settimana quando hanno sequestrato droga occultata in un pacco destinato ad un detenuto. Tutto questo dimostra la pericolosità di molti ristretti anche nelle carceri minorili, dove, tra l'altro, possono permanere fino a 25 anni; un assurdo giuridico, frutto di un provvedimento recente".

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In un carcere calabrese trovata droga nel pacco di un detenuto

La Polizia Penitenziaria ha sequestrato confezioni di hashish rinvenute all'interno di una scatola inviata ad un detenuto. Il pacchetto, fanno sapere Damiano Bellucci e Giovanni Battista Durante, rispettivamente Segretario nazionale e Segretario generale aggiunto del Sindacato autonomo di Polizia Penitenziaria (Sappe), era nel reparto colloqui della casa di reclusione di Arghillà, a Reggio Calabria. "La sostanza - spiegano i due rappresentanti sindacali - è stata inviata alla Questura di Reggio Calabria per i controlli necessari, poiché, purtroppo, diversamente da quanto avviene in altri reparti, a Reggio Calabra la polizia penitenziaria non dispone dei kit per i controlli previsti. Il fenomeno della droga in carcere è particolarmente diffuso, anche perché i detenuti tossicodipendenti sono tanti, ma l'Amministrazione penitenziaria stenta ad attrezzarsi in maniera adeguata, anche con unità cinofili che, seppur previste dall'ordinamento, sono presenti solo in alcune regioni, tra cui non c'è la Calabria".

Soldi in cambio di favori tra agente e detenuti: condannati

Un agente di Polizia Penitenziaria ed un detenuto sono stati condannati stamattina al termine del processo nato dall'inchiesta relativa a sospette cessioni di soldi fra lo stesso secondino e diversi soggetti reclusi nel penitenziario di Cosenza. Tre anni di reclusione sono stati inflitti dal Tribunale del capoluogo bruzio al detenuto, Erminio Mendico, due all'agente Salvatore Gabriele. Sulla base di quanto emerso nel corso dell'attività investigativa, l'assistente capo della Polizia penitenziaria si sarebbe reso responsabile, dietro la prospettiva di incassare delle somme di denaro, di consegnare ai detenuti Fabio Bruni, Vincenzo Ciriello e Mendico, tre telefoni cellulari e tre sim a lui intestate. Gli episodi contestati si sarebbero verificati a cavallo tra il settembre e l'ottobre di cinque anni fa. 

Tensione nel carcere minorile: giovane detenuto incendia un materasso

Il sindacato di Polizia penitenziaria Ussp ha dato notizia che un giovane che si trova dietro le sbarre nel carcere minorile di Catanzaro, pochi minuti dopo la mezzanotte ha dato alle fiamme un materasso presente all'interno della cella in cui è recluso. Un gesto che ha messo a rischio l'incolumità del del detenuto e di altri due ragazzi reclusi. Colto da raptus, ha successivamente inghiottito una batteria. Ad impedire che le sue azioni sconsiderate determinassero drammatiche conseguenze è stato il personale di Polizia penitenziaria presente. Immediato, infatti, è stato l'intervento sia degli agenti che in quel momento stavano lavorando, sia di coloro che, casualmente, erano nelle residenze dell'edificio. Di origini straniere, il minore è stato accompagnato in ospedale perché fosse sottoposto ad accertamenti medici. 

 

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