Cadavere trovato in un agrumeto: l'uomo è stato ucciso

Ottavio Sferlazza, procuratore della Repubblica di Palmi, ha confermato l'ipotesi che si era fatta strada già nell'immediatezza del ritrovamento del cadavere in avanzato stato di decomposizione, avvenuto due giorni fa. Qualcuno ha assassinato il cittadino extracomunitario rinvenuto senza vita in un terreno coltivato ad agrumi in un'area di campagna a Rosarno. "Ancora non sappiamo molto su questo episodio - ha spiegato il magistrato - anche perché deve essere ancora eseguita l'autopsia sul corpo dell’immigrato. Da un primo esame esterno sembrerebbe che sia rimasto vittima di un’aggressione particolarmente violenta a causa della quale ha subito danni mortali al cranio. Questo episodio è sintomatico di una situazione di disperazione, di degrado e di emarginazione che deve farci riflettere tutti".

 

Cadavere di un immigrato trovato in una zona di campagna

In serata è stato rinvenuto il corpo senza vita di un immigrato extracomunitario che, da un primo esame, pare avesse poco meno di quarant'anni. La scoperta è avvenuta in un terreno coltivato ad agrumi nella campagna che circonda Rosarno, a breve distanza dalla zona che ospita diversi container in cui vivono i migranti che lavorano nelle aziende agricole del circondario. Sul luogo del ritrovamento sono intervenuti i Carabinieri della Tenenza di Rosarno che, effettuati i primi accertamenti con il supporto di un medico legale, hanno dato avvio alle indagini per individuare quale sia stata la causa del decesso. La procedura di identificazione è resa più complicata dalla circostanza che la salma appare abbondantemente decomposta.  

Caso Rosarno, Caridi: "Tripodi ha pagato le lotte interne al Pd"

"Sono dispiaciuto per l’epilogo della consiliatura guidata da Elisabetta Tripodi, persona che stimo, ma anche su questa vicenda il Pd calabrese, attraverso Magorno, ha dimostrato di avere una doppia morale”. E' polemico il giudizio che dà del "caso Rosarno" Antonio Caridi, senatore di Grandi Autonomie Locali. La vicenda, come noto, è stata originata dalle dimissioni di undici consiglieri comunali di Rosarno che hanno così messo fine alla sindacatura di Elisabetta Tripodi. “Sono a lei umanamente vicino - spiega Caridi. "L'ho conosciuta da assessore regionale e ritengo sia una persona valida ma, anche in questo caso i democrat stanno cercando di confondere le acque e far credere all’opinione pubblica che ci siano motivazioni non politiche alla base delle dimissioni dei consiglieri". "Io, invece, ritengo sia corretto e doveroso far sapere alla popolazione che quanto accaduto - rimarca il senatore - sia addebitabile solo ed esclusivamente a lotte interne al PD, quelle guerre intestine tra gli esponenti calabresi che stanno danneggiando tutta la Calabria. Così come fa sorridere che il segretario Magorno, sulla lista degli ‘impresentabili’ parli di utilizzo a fini politici della Commissione antimafia da parte di Rosi Bindi. Noi abbiamo lanciato più volte l’allarme su questo rischio e i nostri appelli ad un maggiore senso istituzionale sono stati sempre rispediti al mittente; oggi, invece, che è il PD non solo calabrese, ma di tutto il Mezzogiorno ad essere penalizzato, loro stessi parlano di “regolamenti di conti politici”! La stessa doppia morale, insomma, utilizzata per il caos del Consiglio comunale di Rosarno". "Sarebbe il caso - termina la nota del senatore Caridi - di evitare prese di posizione ridicole perché le guerre interne al Partito Democratico stanno puntualmente ricadendo sulla pelle dei cittadini”. 

Caso Rosarno, Callipo: "Una sconfitta per tutto il PD calabrese"

«Quando un ottimo sindaco del Pd, come Elisabetta Tripodi, viene fatto decadere, ciò rappresenta una sconfitta per l'intero partito calabrese". E' quanto afferma in una nota Gianluca Callipo, Primo Cittadino di Pizzo Calabro. "Sono molto rammaricato dalla fine anticipata della consiliatura a Rosarno -ammette Callipo - e dal conseguente commissariamento che ne deriverà, non soltanto per la sorte di questa importante e difficile città che ormai da oltre 10 anni vede il Comune cadere prima della scadenza naturale del mandato elettorale, ma anche per il passo indietro imposto al sindaco Tripodi, da sempre in prima fila, con grande coraggio, per la difesa della legalità". La sua azione politica e amministrativa - secondo il sindaco di Pizzo -deve rappresentare un esempio da seguire e da salvaguardare all'interno del Partito Democratico, tanto più in una regione che vede ridotta ai minimi termini la partecipazione femminile nelle dinamiche politiche e istituzionali".

Fine corsa per Elisabetta Tripodi: Rosarno verso il commissariamento

Sarà sciolto a breve il Consiglio Comunale di Rosarno. A decretarne l'inevitabile e prematuro collasso è stata la scelta, assunta da undici componenti, sui ventuno complessivi, di dimettersi dall'incarico. Dieci di loro appartengono all'opposizione, ad essi si è aggiunta Domenica Varrà, eletta con la lista "Agorà" che formava la coalizione alla guida della città della Piana. La composizione del Civico  Consesso era scaturita dalle elezioni celebrate il 12 e 13 dicembre del 2010 quando Elisabetta Tripodi, appoggiata dal Partito Democratico, dalla lista civica "Agorà", da "Il Centro per Rosarno" e "Sinistra per Rosarno, ottenendo il 52,40% dei voti e superando il rivale Giacomo Saccomanno, era diventata sindaco.  "Vado via - sono state le prime parole pronunciate dall'esponente PD - con la coscienza a posto, consapevole di aver dato il massimo per la mia città".

Due cani impiccati a Rosarno: denunciato un uomo

I Carabinieri di Rosarno e di Vibo Valentia, mentre stavano ispezionando un'area di campagna a Rosarno, hanno rinvenuto due cani appesi senza vita ai pali ricoperti di cemento che si trovano in un campo dedicato alla coltivazione di kiwi. In relazione al macabro rinvenimento, i militari dell'Arma, che stanno indagando per scoprire le ragioni all'origine del fatto, hanno deferito un 48enne sui cui ora grava l'accusa di uccisione di animali. 

I carabinieri scoprono un bunker nelle campagne di Rosarno

Un bunker, abilmente occultato, è stato scoperto dai carabinieri della Compagnia di Gioia Tauro e dagli uomini dello Squadrone Eliportato Cacciatori "Calabria", nelle campagne di Rosarno. Al rifugio, molto probabilmente, utilizzato da latitanti appartenenti alla criminalità organizzata, si accedeva attraverso una botola occultata con un blocco di cemento dotato di binari che ne consentivano lo scorrimento.

 

Subscribe to this RSS feed