Serra al centro, ticket: l’Asp lascia i cittadini nel limbo
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Sono stati diversi gli interventi effettuati nelle scorse ore dai vigili del fuoco a Serra San Bruno, dove alberi e rami di sono abbattuati su alcune strade a causa della neve.
Fortunatamente, non si registrano danni a persone.
"Siamo e saremo sempre contrari che la casa di comunità venga collocata dentro l’ospedale “San Bruno” e per questo chiediamo chiarezza".
Questo l'incipit di una nota, vergata dai componenti del Movimento Serra al centro.
"Chiarezza - aggiungono - la chiediamo al sindaco di Serra San Bruno, Alfredo Barilarri, per cercare una ubicazione diversa rispetto a quella prevista nel corpo del nosocomio serrese – vista la disponibilità regionale in questo senso -, in quanto la medicina territoriale non può e non deve essere incorporata nel sistema ospedaliero. Chiarezza la chiediamo anche all’Asp di Vibo Valentia che sembra disinteressarsi completamente della questione sanitaria nel Comprensorio montano delle Serre limitandosi unicamente a presenziare, tramite il Commissario straordinario, Giuseppe Giuliano, a incontri sulla sanità in cui rischia di collezionare una serie di magre figure visto disimpegno e mancata conoscenza delle problematiche dell’entroterra montano vibonese. Senza contare che rispetto ai piani ideati dal management vibonese qualcosa pare non andare per il verso giusto: infatti se fosse confermata la circostanza che le gare d’appalto per le Case di comunità, portate avanti da Invitalia, sarebbero andate deserte, ci troveremmo difronte un imprevisto non di poco conto che rischia di mettere in discussione tutto l’assetto strutturate del piano territoriale".
"Le Case di comunità - prosegue la nota - dovrebbero costituire un fungere “filtro” territoriale per evitare un imbuto caratterizzato da accessi impropri al pronto soccorso. Dovrebbero, quindi, essere ubicate nel territorio per lavorare in sinergia con la medicina territoriale, i medici di famiglia e tutti gli altri servizi sanitari territoriali onde evitare che pazienti cronici finiscano in ospedale. Per questo - è la chiosa finale - chiediamo che, senza tentennamenti, l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Barillari, trovi una soluzione alternativa che da un lato risponda all’esigenza di avere la casa di comunità sul territorio e dall’altro non creare un sorta di inutile doppione all’interno del nosocomio col rischio di sopprimerne i servizi mettendo in discussione l’esistenza stessa dell’ospedale".
"Non c’è solo confusione ma scelte amministrative poco opportune che non tengono conto delle caratteristiche territoriali del Comprensorio montano delle Serre vibonesi. Ci riferiamo alle continue segnalazioni che giorno dopo a giorno mettono a nudo la disorganizzazione di un sistema sanitario vibonese che dimentica ammalati e territori, facendo si che l’esenzione ticket e la scelta del medico di medicina generale avvenga per poche ore due volte a settimana. Succede a Serra San Bruno, dove la popolazione montana dell’entroterra che giunge spesso da paesi “limitrofi” ma distanti gomitoli di curve è costretta a sobbarcarsi code, viaggi chilometrici e problemi logistici per vedersi riconosciuto un diritto legittimo, quale quello all’esenzione del ticket o alla scelta e revoca del medico curante, a fronte di sportelli aperti per poche ore. Un servizio precario che sta diventando sempre di più un disservizio che colpisce ammalati ed indigenti. E non basta creare dei disagi e poi cercare di risolverli correndo ai ripari con soluzioni tampone, va invece preveduto ed evitato. Succede cosi che il viaggio degli abitanti dei paesi montani alla volta degli sportelli Asp di Serra San Bruno sembra più una missione che l’esercizio di un diritto, con molte persone reduci da tanti viaggi a vuoto e poche certezze".
E' quanto si legge in una nota del Movimento Serra al centro.
"Ma - continua il comunicato - l’Asp vibonese, guidata dal Commissario straordinario, Giuseppe Giuliano, sembra dimenticarsi di questo territorio, anche all’indomani del suo rinnovo, contrariamento a quanto promesso qualche mese addietro. Chiediamo al Commissario Giuliano, che fine ha fatto l’apertura del reparto di lungodegenza? Come mai non si scorrono le graduatorie per garantire il personale idoneo a garantirne il servizio? Perché il servizio ambulatoriale al distretto di Serra non ha le medesime ore previsto per gli altri distretti? Interrogativi rispetto ai quali chiediamo una risposa non tanto e non solo a parole, ma soprattutto con i fatti".
“Nel territorio delle Serre vibonesi i livelli essenziali di assistenza sanitaria non sono garantiti. L’Ospedale di Serra San Bruno è un presidio fondamentale per la salute di decine di migliaia di persone, così come tante altre strutture nella nostra regione. Dobbiamo lottare con tutte le nostre forze per difenderle e potenziarle. Ho presentato al riguardo un’interrogazione al Presidente Occhiuto.
E’ necessario risolvere nel più breve tempo possibile e nel migliore dei modi la problematica situazione dell’Ospedale di Serra San Bruno, in provincia di Vibo Valentia. E’ noto, infatti, come le condizioni del comparto sanitario pubblico nel comprensorio delle Serre vibonesi siano da tempo caratterizzate da innumerevoli criticità, riguardanti un’annosa carenza di strutture, strumenti e personale. L’Ospedale di Serra San Bruno ha una valenza molto importante perchè ricade in un’area interna morfologicamente critica per le tante comunità della zona, con una popolazione di circa 30.000 residenti in comuni di altitudine medio-alta che, soprattutto nel periodo invernale, incontrano rilevanti difficoltà nel raggiungere altre strutture sanitarie. Attualmente anche questo ospedale, come altri in regione, non riesce a garantire i livelli essenziali di assistenza. Si pensi, ad esempio, alla situazione paradossale venutasi a creare riguardo la diagnostica per immagini, laddove per avere la refertazione di un esame è necessario attendere il radiologo, presente solamente in alcuni giorni della settimana, con conseguenze certamente gravi per alcune patologie da trattare con urgenza.
Recentemente il Commissario dell’Asp di Vibo Valentia, durante la Conferenza dei Sindaci, ha comunicato che l’Ospedale di Serra San Bruno rimarrà un ospedale di zona disagiata, ma occorre fare di più e al più presto. E’ necessario bandire subito concorsi a tempo indeterminato per garantire la presenza di tutte le figure previste all’interno di questa categoria di ospedali e di tutti i livelli essenziali di assistenza, a partire dal potenziamento del Pronto Soccorso. Nel frattempo occorrerebbe garantire la prestazione di alcuni servizi anche in remoto, come per esempio la refertazione delle radiografie attraverso l’invio e la comunicazione digitale a distanza tra l’ospedale e il personale presente in un’altra struttura 24 ore su 24. Così come occorre fugare ogni dubbio riguardo il mantenimento di questa struttura: più volte, infatti, il Comitato di cittadini sorto spontaneamente a difesa del nosocomio serrese ha espresso il timore che l’allocazione della Casa di Comunità all’interno dei locali ospedalieri possa rappresentare il triste preludio alla chiusura dell’ospedale spesso. E’ facilmente comprensibile come una situazione del genere creerebbe enormi disagi in tutto il territorio.
Per questo motivo ho presentato un’interrogazione al Presidente della Regione Calabria e Commissario ad acta per la Sanità, Roberto Occhiuto, chiedendo quali azioni intenda intraprendere per risolvere questa grave problematica e garantire i livelli di assistenza sanitaria all’interno del territorio delle Serre vibonesi. L’Ospedale di Serra San Bruno è un presidio fondamentale per la salute di decine di migliaia di persone, così come tante altre strutture nella nostra regione. Dobbiamo lottare con tutte le nostre forze per difenderle e potenziarle".
Lo scrive in una nota il consigliere regionale del Pd, Ernesto Alecci.
L’inquinamento ambientale (da combustione di materie fossili, da attività industriali, dall’agricoltura, dalla deforestazione…) è riconosciuta come la principale causa di quello che viene definito “cambiamento climatico”. Al fine di individuare delle possibili soluzioni al mitigamento degli effetti di questo gravoso fenomeno, un po’ in tutto il mondo, sono in corso attività di ricerca.
In tale contesto, il personale del Centro Arsac di Serra San Bruno, nella seconda metà di ottobre, è stato impegnato in una attività di raccolta di frutti di castagno, nell’ambito di un “programma di miglioramento e conservazione delle risorse genetiche forestali”, realizzato dall’Università dell’Extremadura (Spagna), attraverso il Dipartimento di Ingegneria agraria e forestale/Settore Patologia forestale, inserito all’interno di un Piano nazionale coordinato dal Ministero per la “Transizione ecologica e la sfida demografica”.
Tale programma, in Italia, ha visto il coinvolgimento del Dipartimento Agricoltura-alimentazione-ambiente, dell’Università di Catania, che ha contribuito alla scelta di due aree, una in Sicilia ed una in Calabria, caratterizzate da condizioni pedoclimatiche simili a quelle della Extremadura. Questa regione, posta nella parte sud-occidentale della Spagna, confinante ad ovest con il Portogallo, negli ultimi anni è stata particolarmente soggetta a siccità ed alte temperature, eventi che ne stanno condizionando gli aspetti ecologici e produttivi del sistema agrario e forestale.
Nello specifico, il Governo regionale dell’Extremadura, attraverso la locale Università, si prefigge di promuovere un programma volto alla conservazione e diffusione di specie forestali idonee a sopportare condizioni pedoclimatiche avverse in relazione al “cambiamento climatico” in corso e, nel contempo, utili alla bioeconomia delle foreste.
L’obiettivo a breve termine della ricerca è rappresentato dallo svolgimento di “prove di adattamento” alle nuove condizioni climatiche di quella regione della Spagna. A lungo termine, ci si prefigge di realizzare in quel territorio dei “campi sperimentali”, dove confrontare la tolleranza allo stress idrico e termico dei ceppi di castagno selezionati sia in Extremadura che in altre zone poste all’estremità meridionale del continente europeo.
In particolare, il personale del Centro-Arsac serrese ha provveduto alla raccolta di frutti in 14 siti, ubicati nel comprensorio delle Preserre e Serre vibonesi, da piante adulte “isolate”, sia “selvatiche” che innestate. La raccolta in uno dei siti è stata curata dal personale del Reparto carabinieri biodiversità di Mongiana. Buona parte delle aree scelte sono state oggetto, nel recente passato, anche di monitoraggio del cinipide galligeno (dannoso parassita) e “lanci” di Torymus sinensis (suo antagonista biologico), da parte dello stesso personale dell’Arsac. Presso ogni sito, è stata individuata una pianta, dalla quale sono stati raccolti circa 150 “semi”. I campioni così ottenuti sono stati recapitati al referente presso il Settore di Patologia vegetale dell’Università di Catania, che ha poi provveduto alla spedizione all’Università dell’Extremadura.
Si svolgeranno alle 15 di oggi, nella chiesa Matrice di Serra San Bruno, i funerali di Carmine Mete Mannella, il 32enne travolto e ucciso da un'auto nella serata dell'1 gennaio scorso sulla bretella della Trasversale delle Serre.