Tenta di violentare un'anziana, 23enne in manette

E’accusato di violenza sessuale, lesioni personali, resistenza e violenza a pubblico ufficiale, il 23enne arrestato dalla polizia a Corigliano Rossano.

Tutto ha avuto inizio poco dopo le 20 di ieri, quando una donna ha allertato il 113, segnalando di aver sentito grida disperate provenire dal telefono del padre.

Gli agenti hanno, quindi, raggiunto una villetta posta fuori dal centro abitato, all'esterno della quale hanno trovato l'uomo che, in stato di shock e con visibili tracce di sangue sul corpo, ha riferito che all’interno della casa c'era un giovane intento a massacrare di botte la moglie nel tentativo di violentarla.

Entrati nell’abitazione, i poliziotti hanno trovato l'aggressore completamente nudo che cercava d'introdursi nella stanza in cui si era rifugiata la donna.

Vista la situazione, il giovane avrebbe cercato di scappare, vendendo bloccato dagli agenti.

I particolari dell’accaduto sono stati tratteggiati dalla vittima, la quale ha raccontato di aver sentito bussare alla porta di casa e di aver aperto, pensando fosse il marito, uscito pochi minuti prima. Al contrario, la donna si sarebbe trovato al cospetto dell’indagato che, denudatosi e preteso un rapporto sessuale, avrebbe reagito al rifiuto iniziando a colpirla, fino all'arrivo del marito, il quale sarebbe stato a sua volta aggredito.

Pertanto, il 23enne una volta arrestato è stato trasferito nella casa circondariale di Castrovillari.

Le due anziane vittime, invece, sono state soccorse dal 118 e trasferire in ospedale per essere ricoverate a causa delle lesioni subite.

Litiga con un coetaneo e gli spara, arrestato

Un 28enne è stato sottoposto a fermo da polizia e carabinieri a Corigliano-Rossano, perché ritenuto gravemente indiziato di tentato omicidio nei confronti di un coetaneo.

In particolare, nella notte a cavallo tra venerdì e sabato scorsi, una lite scaturita per futili motivi in un locale a Corigliano-Rossano e poi proseguita all’esterno, è culminata con il ferimento a colpi di pistola di un giovane che, portato in ospedale, è stato dichiarato fuori pericolo.

Allertati da una segnalazione, sul posto sono giunti gli agenti del locale Commissariato che grazie alle testimonianze e alle immagini delle telecamere installate presso gli esercizi commerciali della zona, sono riusciti a identificare il presunto responsabile del ferimento.

Dopo le formalità di rito, l’indagato è stato associato alla casa circondariale di Castrovillari.

Rapina ai danni di un'anziana: in manette la badante e il compagno

Nella giornata di ieri, gli agenti del Commissariato di Corigliano-Rossano (Cs) hanno arrestato due  persone del luogo, gravemente indiziate del reato di rapina aggravata.

L’arresto giunge in seguito ad una chiamata al 113, con la quale una donna ha segnalato di essere stata vittima di una rapina, insieme all’anziana che assisteva.

La malcapitata ha raccontato di una persona che sarebbe entrata in casa e avrebbe sottratto 1.250 euro e una catenina d’oro che l’anziana portava al collo.

Avviata l’indagine, i poliziotti hanno scoperto gravi indizi nei confronti della badante e del compagno. I sospetti si sono rivelati fondati quando gli agenti hanno perquisito l’abitazione della coppia, dove hanno rinvenuto, nascosta in un vaso coperto da terriccio, una maglietta in cui era stato avvolto il denaro rubato.

Inevitabile l’arresto dei due che, dopo le formalità di rito, sono stati posti ai domiciliari.

Sacchetti di plastica non a norma, sequestrati oltre 3milioni di pezzi

I finanzieri del Comando provinciale di Cosenza hanno sequestrato 3,3 milioni di sacchetti in plastica non biodegradabile, il cui commercio è vietato da diversi anni. Contestualmente hanno elevato sanzioni amministrative per centomila euro.

In particolare, le fiamme gialle hanno individuato, nel territorio di Corigliano-Rossano, un’impresa che commercializzava buste non conformi alla normativa vigente.

Il commercio di buste di plastica irregolari, oltre a costituire un affare molto redditizio, considerati i costi ridotti (fino ad un decimo rispetto alle buste realizzate con materiali biodegradabili), rappresenta una forte minaccia per la salute, atteso che l’immissione nell’ambiente di materiale plastico proveniente da sacchetti illegali è un grave ed annoso problema che può compromettere l’integrità di diversi ecosistemi (si pensi agli enormi danni della plastica in mare) e della catena alimentare.

Uomo travolto e ucciso da un’auto, si costituisce il responsabile

Si è costituito ai carabinieri, il giovane che ieri ha investito una persona lungo una strada provinciale, nel comune di Corigliano Rossano.

La vittima, di nazionalità straniera, è stata travolta e uccisa mentre camminava sul ciglio dell'arteria.

Da quanto appreso, il responsabile dell'incidente sarebbe un minore presentatosi ai militari del Reparto territoriale di Corigliano Rossano accompagnato dal legale di fiducia.

Il giovane, dopo essere stato sentito dai carabinieri, è stato denunciato in stato di libertà con l'accusa di omicidio colposo ed omissione di soccorso.

 

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Percepivano il Reddito di cittadinanza senza averne diritto, denunciati

I finanzieri della Compagnia di Corigliano-Rossano (Cs) hanno eseguito una serie di controlli, durante i quali hanno individuato e segnalando all’autorità giudiziaria 65 persone, per lo più straniere, ritenute responsabili di indebita percezione del Reddito di cittadinanza. Per beneficiare di tale contributo pubblico, è necessaria la residenza in Italia da almeno 10 anni al momento della presentazione della richiesta, dei quali, almeno gli ultimi 2, in maniera continuativa. L’attività di controllo, eseguita anche attraverso le informazioni messe a disposizione dal Nucleo speciale spesa pubblica e repressione frodi comunitarie della guardia di finanza e condotta in stretta collaborazione con l’Inps, è stata indirizzata alla verifica dei requisiti, accertando l’utilizzo di false attestazioni nelle Dichiarazioni sostitutive uniche da parte di beneficiari, molti dei quali extracomunitari, i quali, pur non avendo maturato il requisito della residenza, avrebbero comunicato all’ente erogatore di esserne, comunque, in possesso. Emblematiche, in tal senso, sono risultate le posizioni di due cittadini stranieri che hanno percepito il sussidio, nonostante fossero residenti in un centro d’accoglienza.

L’importo complessivo delle somme indebitamente conseguite e segnalate all’autorità giudiziaria per l’adozione di provvedimenti cautelari ammonta a circa 500 mila euro. Oltre ad essere stati denunciati, i percettori del sussidio sono stati segnalati all'Inps per la revoca del beneficio e il recupero di quanto indebitamente percepito.

Inoltre, il gip del Tribunale di Castrovillari ha emesso una serie di provvedimenti di sequestro delle somme indebitamente percepite, spesso riqualificando il reato nella fattispecie più grave della truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

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Rifiuti provenienti da diverse regioni smaltiti illecitamente in Calabria, due misure cautelari

Ieri, i carabinieri forestale del Gruppo di Cosenza hanno eseguito un’ordinanza di misura cautelare, emessa dal gip del Tribunale di Catanzaro, su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia, nei confronti di due persone, accusate di traffico illecito di rifiuti.

Contestualmente, è stata sottoposta a sequestro una società attiva nella produzione di laterizi nell’area urbana di Corigliano-Rossano (Cs).

I provvedimenti giungono al termine di un’indagine, avviata in seguito ad una denuncia, durante la quale gli uomini del Nucleo investigativo di polizia ambientale agroalimentare e forestale di Cosenza hanno raccolto elementi tali da delineare l’ipotesi di reato contestata.

In particolare, a fronte di un’autorizzazione che consentiva di trattare fanghi industriali per la produzione di laterizi, la presunta attività di traffico illecito di rifiuti sarebbe avvenuta smaltendo ingenti quantitativi di fanghi industriali nei terreni circostanti lo stabilimento, realizzando di fatto, un’enorme discarica di rifiuti speciali rappresentati da fanghi di origine industriale provenienti da attività di depurazione.

Sarebbero stati accumulati sui terreni di pertinenza dell’azienda 18.884 tonnellate di fanghi di origine industriale, provenienti da aziende con sede nelle regioni Campania, Valle d’Aosta, Basilicata, Calabria, Lazio, Emilia Romagna, Abruzzo e Puglia, scaricando  623 cassoni colmi di fanghi per un totale di 491 trasporti. I fanghi in arrivo, anche privi delle caratteristiche chimico-fisiche imposte dalla normativa tecnica e di odore sgradevole, anziché essere trattati per ottenere dal materiale conferito la “Ecoargilla”, erano mescolati direttamente con altri fanghi precedentemente conferiti e con minimi quantitativi di argilla, e quindi smaltiti sui terreni dell’azienda.

L’ingente quantitativo di rifiuti smaltito ha determinato una modifica della morfologia creando importanti rialzi.

Le attività investigative hanno permesso di stimare un incasso superiore al milione di euro annuo per il conferimento dei fanghi.

Il procedimento per l’ipotesi di reato è attualmente nella fase delle indagini preliminari.

Caporalato, quattro indagati lasciano il carcere

In accoglimento delle richieste avanzate dagli avvocati Francesco Nicoletti e Giusy Acri, il Gip presso il Tribunale di Castrovillari e il Tribunale della Libertà di Catanzaro hanno sostituito la massima misura cautelare alla quale erano sottoposti quattro indagati con quella meno afflittiva degli arresti domiciliari. Nello specifico, il Gip di Castrovillari si è pronunciato sulle posizioni del 51enne P.P., del 36enne P.P. e del 43enne O.A., mentre il Tdl si è pronunciato in merito alla posizione del 41enne M.S.I.

Tutti e quattro gli indagati sono ritenuti “caporali” e sono rimasti coinvolti nell’operazione portata a termine a fine marzo con contestazione anche di reati più gravi quali violenza privata e tentata estorsione.

L’operazione

A fine marzo era scattato il blitz dei carabinieri del Reparto Territoriale di Corigliano-Rossano e del Comando di Tutela del Lavoro che, supportati dai Comandi provinciali di Crotone, avevano notificato l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip di Castrovillari su richiesta della Procura nei confronti di 154 soggetti indagati, 6 dei quali erano stati sottoposti alla custodia in carcere e 9 ai domiciliari. Contestualmente, il provvedimento del Gip aveva disposto anche il sequestro preventivo dei beni e delle quote aziendali di 10 imprese operanti nel settore agricolo, di cui 4 ubicate in provincia di Cosenza, 5 in provincia di Crotone e una in provincia di Matera, nonché il sequestro di 5 veicoli che sarebbero stati utilizzati dai “caporali” per il trasporto dei lavoratori in nero. L’inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica di Castrovillari, scaturita da una complessa attività d’indagine avviata dalla Stazione Carabinieri di Mirto Crosia, condotta in stretta sinergia con i militari del Comando Carabinieri Tutela del Lavoro di Cosenza, ha acceso i riflettori sul fenomeno dell’impiego di lavoratori in condizioni illecite da parte di diverse aziende calabresi e lucane nel periodo che va dalla seconda metà del 2018 fino al 2021.

Tra le vittime uomini e donne di nazionalità straniera che avevano presentato una serie di denunce-querele presso la stazione dei Carabinieri di Crosia, dando il via all’attività degli inquirenti che si era poi estesa anche ad altri territori.

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