Picchia e maltratta la moglie, arrestato

Un 50enne è stato  arrestato dalla polizia di Stato a Cosenza, con l’accusa di maltrattamenti in famiglia.

L’arresto è avvenuto in seguito ad una chiamata al 113, con la quale la figlia dell’indagato ha segnalato l’aggressione di cui sarebbe stata vittima la madre.

Giunti a casa della coppia, gli agenti hanno trovato il 50enne che, in preda all’ira, nonostante la loro presenza avrebbe cercato di colpire la moglie.

Le successive dichiarazioni rilasciate dalla presunta vittima, hanno fatto emergere un contesto segnato da violenze e aggressioni fisiche e verbali che andavano avanti da tempo.

La malcapitata, per le ferite riportate, è stata sottoposta alle cure dei sanitari del pronto soccorso dell’ospedale dell’Annunziata.

L’uomo, dopo gli accertamenti di rito, è stato tradotto nella locale casa circonadariale.

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Picchia compagna e figlie, arrestato

I Carabinieri di Montalto Uffugo (CS) hanno eseguito una misura cautelare in carcere nei confronti di M.P., 39 anni, accusato di maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale aggravata.

Per l’accusa, l’uomo, con abitualità, avrebbe posto in essere ai danni della compagna e delle due figlie minori conviventi di 17 e 2 anni, comportamenti palesemente violenti e vessatori, che avrebbero “cagionato alle stesse sofferenze, prostrazione ed un disagio incompatibili con le normali condizioni di vita”.

Al provvedimento si è giunti in seguito alle denuncia  della presunta vittima la quale,  tra l’altro, ha riferito e di essere stata costretta ad avere rapporti sessuali con la minaccia di gravi conseguenze per le figlie.

Il 39enne è stato pertanto rinchiuso nel carcere di Cosenza.

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Reddito di cittadinanza, altri 170 furbetti scoperti in Calabria

I Finanzieri della Tenenza di Scalea, nell’ambito delle attività finalizzate al monitoraggio e al controllo della spesa pubblica legata al“Reddito di cittadinanza”, operando in sinergia con l’Inps, hanno scoperto 170 persone che, con presunti escamotage, hanno indebitamente percepito il beneficio economico.

L’attività investigativa svolta dalle fiamme gialle, condotta su un territorio comprendente 14 comuni dell’Alto tirreno cosentino, si è sviluppata attraverso un’attenta e meticolosa verifica che, partendo dalle informazioni contenute nelle banche dati messe a disposizione dall’Inps sulla base dell’intesa stipulata con il Corpo, ha consentito di individuare una variegata platea di presunti indebiti percettori.

Tra questi figurano anche pubblici amministratori che continuavano silenti a percepire il sussidio omettendo di comunicare all’Inps:

• le variazioni occupazionali e le variazioni di reddito, verificatesi durante il periodo di percezione del Reddito di cittadinanza;

• l’attività lavorativa in essere all’atto della presentazione dell’istanza per il riconoscimento del sussidio;

• la sottoscrizione della prevista “dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro”.

In altri casi, i  militari hanno rilevato che alcune persone risultavano fiscalmente a carico di nuclei familiari differenti da quelli dichiarati nelle Dichiarazioni uniche sostitutive

Particolari, infine, i casi delle “residenze di comodo”, in cui i soggetti controllati avevano trasferito, in modo fittizio, la loro residenza al fine di rappresentare, in fase di dichiarazione, un nucleo familiare che escludeva il familiare produttore di reddito.

L’importo complessivo delle somme indebitamente conseguite, a seguito del calcolo eseguito dalle fiamme gialle, ammonta ad oltre 1,3 milioni di euro.

Al termine dell’indagine sono state avviate le operazioni finalizzate a irrogare le sanzioni amministrative di revoca e/o decadenza del beneficio e il recupero delle somme indebitamente percepite.

Violenta e rapina una escort: arrestato

Ieri sera, i poliziotti della Squadra mobile di Cosenza hanno eseguito un’ordinanza di misura cautelare agli arresti domiciliari a carico di un 26enne del luogo, indagato per i reati di violenza sessuale pluriaggravata e rapina ai danni di una donna di nazionalità romena.

Il provvedimento cautelare emesso dal gip del Tribunale bruzio, su richiesta della locale Procura della Repubblica, giunge in seguito alla segnalazione fatta dalla presunta vittima, la quale ha denunciato che dopo aver risposto ad una richiesta su un sito d’incontri privati, ha incontrato presso la stanza di un B&b, un uomo che avrebbe preteso di consumare un rapporto sessuale senza protezioni. Al rifiuto della donna, che lo avrebbe invitato ad andare via riprendendosi l'importo pattuito per la prestazione sessuale, l’indagato l'avrebbe costretta a un rapporto senza protezione e in seguito, dopo averla colpita con calci e pugni, le avrebbe sottratto dal cappotto 250 euro.

L’acquisizione delle immagini di video-sorveglianza del B&b e delle zone limitrofe e l’analisi dei tabulati del telefono della vittima, hanno permesso d'identificare il presunto responsabile il quale, al termine delle formalità di rito, è stato posto ai domiciliari.

 

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Aggrediscono e rapinano due giovani, arrestati

Due persone di nazionalità senegalese e somala, rispettivamente di 31 e 25 anni, sono state arrestate dalla polizia di Stato a Cosenza, con l’accusa di rapina.

In particolare, gli indagati avrebbero aggredito due giovani  ai quali avrebbero sottratto il portafoglio e un telefonino.

Allertati da una delle vittime, gli agenti si sono messi sulle tracce dei rapinatori i quali, una volta individuati e perquisiti, sono stati trovati in possesso della refurtiva.   

Inevitabile, quindi, per entrambi l’arresto e la reclusione nel carcere di Cosenza.

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Picchia la compagna e minaccia di uccidere la figlia, arrestato

Un uomo di nazionalità egiziana è stato arrestato a Cosenza, con le accuse di maltrattamenti in famiglia e resistenza a pubblico ufficiale.

A stringere le manette attorno ai polsi dell’extracomunitario sono stati gli uomini delle squadre Mobile e Volante.

Tutto ha avuto inizio con una chiamata al 113, con la quale una donna ha segnalato di essere stata picchiata e minacciata di morte dal compagno, il quale avrebbe anche minacciato di lanciare dalla finestra del terzo piano la figlia di appena 5 mesi.

La malcapitata, quindi, sarebbe riuscita a divincolarsi e a sottrarre la bambina all’uomo, per poi rifugiarsi nella stanza da letto da dove ha chiesto aiuto ai parenti e alla polizia.

Giunti sul posto, gli agenti hanno individuato il presunto aggressore che, nel frattempo, aveva cercato di allontanarsi dopo aver aperto la bombola del gas e minacciato di far saltare l’appartamento.

L’uomo, non avendo possibilità di fuga, sarebbe dunque rientrato in casa e impugnato un coltello da cucina, prima di essere disarmato da un parente della donna.

Dopo una breve colluttazione nel corso della quale un poliziotto ha riportato alcune lesioni, l’egiziano è stato infine arrestato e associato alla locale casa circondariale.

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Altri 17 furbetti del Reddito di cittadinanza scoperti in Calabria

Diciassette beneficiari del Reddito di cittadinanza sono stati denunciati nel Cosentino per false dichiarazione o omesse comunicazioni.

In particolare, a Rende i Carabinieri hanno denunciato un 43enne per truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche, omessa comunicazione di informazioni rilevanti ai fini della revoca del reddito di cittadinanza e false dichiarazioni.

Per l’accusa, l’uomo – che dovrà restituire 10.500 euro – avrebbe dichiarato residenze fittizie e omesso di comunicare all’Inps di essere sottoposto agli  arresti domiciliari.

Altre 16 persone sono state denunciate a Torano Castello, dove i militari dell’Arma hanno scoperto alcuni immigrati provenienti da Nigeria e Sri Lanka che da circa due anni percepivano il reddito di cittadinanza dopo aver attestato falsamente di risiedere in Italia da almeno dieci anni.

Per tutti è scattata la segnalazione all’Inps che dovrà procedere alla revoca del beneficio e al recupero delle somme indebitamente percepite.

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Abusi sessuali sulle nipotine, arrestato il nonno 62enne

I Carabinieri della Compagnia di Rende hanno posto ai domiciliari, in esecuzione di un’ordinanza cautelare emessa dal Tribunale di Cosenza, su richiesta della locale Procura della Repubblica, G.O. di 62 anni.

 L’uomo è  accusato di aver abusato delle due nipotine da quando avevano 11 e 9 anni, mentre gli ultimi episodi si sarebbero verificati l’anno scorso. È stato il racconto della più piccola, parecchio turbata, alla zia e poi alla mamma a far scattare le indagini dei Carabinieri che hanno raccolto numerosi elementi indiziari in ordine alla commissione del grave reato. Inquietante lo scenario emerso in particolare dalle audizioni protette, nel corso delle quali la bambina ha raccontato che il nonno l’avrebbe toccata nelle parti intime, approfittando del sonno, sino a costringerla ad avere rapporti sessuali completi.

Il tutto sarebbe avvenuto in un paesino dell’hinterland cosentino all’incirca nel 2015. Anche la sorella più grande ha riferito di essere stata vittima delle attenzioni morbose del nonno, il quale le avrebbe raccomandato di non dire nulla poiché “faceva le stesse cose con la nonna”. L’uomo dovrà rispondere del reato di violenza sessuale aggravata.

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