Cambiamento climitaco, le castagne serresi studiate in Spagna

L’inquinamento ambientale (da combustione di materie fossili, da attività industriali, dall’agricoltura, dalla deforestazione…) è riconosciuta come la principale causa di quello che viene  definito “cambiamento climatico”. Al fine di individuare delle possibili soluzioni al mitigamento degli effetti di questo gravoso fenomeno, un po’ in tutto il mondo, sono in corso attività di ricerca.

In tale contesto, il personale del Centro Arsac di Serra San Bruno, nella seconda metà di ottobre, è stato impegnato in una attività di raccolta di frutti di castagno, nell’ambito di un “programma di miglioramento e conservazione delle risorse genetiche forestali”, realizzato dall’Università dell’Extremadura (Spagna), attraverso il Dipartimento di Ingegneria agraria e forestale/Settore Patologia forestale,  inserito all’interno di un Piano nazionale coordinato dal Ministero per la “Transizione ecologica e la sfida demografica”.

Tale programma, in Italia, ha visto il coinvolgimento del Dipartimento Agricoltura-alimentazione-ambiente, dell’Università di Catania,  che ha contribuito alla scelta di due aree, una in Sicilia ed una in Calabria,  caratterizzate da condizioni pedoclimatiche simili a quelle della Extremadura. Questa regione, posta nella parte sud-occidentale della Spagna, confinante ad ovest con il Portogallo, negli ultimi anni è stata particolarmente soggetta a siccità ed alte temperature, eventi che ne stanno condizionando gli aspetti ecologici e produttivi del sistema agrario e forestale.

Nello specifico, il Governo regionale dell’Extremadura, attraverso la locale Università, si prefigge di promuovere un programma volto alla conservazione e diffusione di specie forestali idonee a sopportare condizioni pedoclimatiche avverse in relazione al “cambiamento climatico” in corso e, nel contempo, utili alla bioeconomia delle foreste.

L’obiettivo a breve termine della ricerca è rappresentato dallo svolgimento di “prove di adattamento” alle nuove condizioni climatiche di quella regione della Spagna. A lungo termine, ci si prefigge di realizzare in quel territorio dei “campi sperimentali”, dove confrontare la tolleranza allo stress idrico e termico dei ceppi di castagno selezionati sia in Extremadura che in altre zone poste all’estremità meridionale del continente europeo.

In particolare, il personale del Centro-Arsac serrese ha provveduto alla raccolta di frutti  in 14 siti, ubicati nel comprensorio delle Preserre e Serre vibonesi, da piante adulte “isolate”, sia “selvatiche” che innestate. La raccolta in uno dei siti è stata curata dal personale del Reparto carabinieri biodiversità di Mongiana. Buona parte delle aree scelte sono state oggetto, nel recente passato, anche di monitoraggio del cinipide galligeno (dannoso parassita) e “lanci” di Torymus sinensis (suo antagonista biologico), da parte dello stesso personale dell’Arsac. Presso ogni sito, è stata individuata una pianta, dalla quale sono stati raccolti circa 150 “semi”. I campioni così ottenuti sono stati recapitati al referente presso il Settore di Patologia vegetale dell’Università di Catania, che ha poi provveduto alla spedizione all’Università dell’Extremadura.

  • Published in Cultura
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