La Calabria e la sua grande bellezza negli itinerari di “Naturium”

La Calabria e la sua grande bellezza: non solo mare, ma anche boschi e laghi, tradizioni e accoglienza, gastronomia e oltre 11mila anni di storia, raccontati attraverso grotte, castelli, musei, parchi, antichi borghi e immersioni subacque. Sono tante le testimonianze archeologiche di una terra unica, straordinaria, che custodisce rari esempi di arte preistorica (Papasidero) ed evidenze protostoriche eccezionali (tombe sicule a Soverato), luminosi lasciti della Magna Graecia (Sibari, Locri, i Bronzi di Riace) e spettacolari città romane (Scolacium), preziose eredità bizantine (il codex purpureus a Rossano, la Cattolica di Stilo) e poderosi bastioni normanni, fino ad arrivare ai tempi più recenti (le Ferriere di Mongiana, sito archeologico industriale più grande d'Europa).

“Spunti infiniti” secondo il progetto culturale “Naturium” che ha interamente finanziato l'iniziativa di una mappa turistica, divulgativa e di facile lettura, presentata nel corso di una partecipata conferenza stampa che si è svolta oggi a Montepaone Lido. Una brochure in quattro pagine che verrà distribuita gratuitamente, in migliaia di copie, a residenti e villeggianti.

“Lo scopo - ha spiegato il fondatore di Naturium, Giovanni Sgrò - è quello di stimolare attenzione per questo territorio, è un invito a viverlo senza preconcetti e pregiudizi, riscoprendone il fascino secolare e tramutandone la fruizione, per noi calabresi, in opportunità di occupazione e sviluppo”. “Opportunità da cogliere non chissà quando, ma nell'immediato” ha ribadito il giornalista Francesco Pungitore, curatore degli itinerari. L'archeologa Chiara Raimondo ha portato la propria testimonianza professionale, arricchita da tanto impegno, passione e un amore profondo per questa nostra regione.

L'Interact Club di Soverato, rappresentato dal neo presidente Cristiano Cazzato, ha evidenziato l'entusiastica adesione delle giovani generazioni alle progettualità positive presenti sul territorio, come “Naturium”, finalizzate a cambiare la narrazione pessimistica e negativa di una regione che ha, invece, davvero tanto da offrire.

  • Published in Cultura

"Dal mare al parco delle Serre", la guida turistica realizzata dagli studenti del liceo di Chiaravalle Centrale

Sarà presentata presso l’aula magna dell’Istituto scolastico “E. Ferrari” di Chiaravalle Centrale, il prossimo 1 Giugno alle ore 10.30, la Guida Turistica “Dal mare al parco delle Serre – Natura Arte Tradizione”, realizzata dai ragazzi del liceo scientifico nell’ambito del Progetto di alternanza scuola lavoro.

Si tratta del primo volume della raccolta “Selfie di noi guida turistica”  che la Casa Editrice Gemma sta divulgando in tutta Italia. Obiettivo ambizioso dell’iniziativa realizzata dall’Istituto coordinato dalla dirigente Elisabetta Zaccone è stato quello di far raccontare la propria terra ai ragazzi, partendo dalle peculiarità distintive del territorio, ovvero dagli elementi tangibili e intangibili che ne costituiscono l’identità. Grazie a questa esperienza, gli studenti del liceo, per la prima volta, hanno avuto l’opportunità di effettuare un’esperienza lavorativa – formativa.

La disponibilità della Gemma Edizioni ed il supporto dei docenti tutor, Candelieri e  Umbrello, hanno favorito la crescita personale, lavorativa ed esperienziale degli allievi. L’attività ha rappresentato, inoltre, un valido momento orientativo rispetto alle scelte che, una volta terminati gli studi scolastici, gli allievi dovranno compiere. I ragazzi sono stati guidati nella creazione di un libro con lezioni a distanza e videoconferenze on-line che hanno permesso, passo dopo passo, la realizzazione di una guida turistica in tre lingue. Gli studenti si sono occupati di editing sui testi, traduzione in lingua (inglese e tedesco),grafica ed impaginazione, ufficio stampa, attività di promozione e gestione della pubblicazione.

Attraverso un percorso ideale “dal mare al Parco delle Serre” , da Soverato a Serra San Bruno passando per Chiaravalle Centrale, i ragazzi hanno descritto luoghi, storia, curiosità, arricchendo il racconto  con un viaggio nei sapori tradizionali, nei dialetti e nella cultura del territorio segnalando anche le strutture ricettive presenti.

Dopo i saluti istituzionali del Dirigente scolastico e del Presidente del Consiglio d’Istituto sono previsti gli interventi del Direttore dell’Usr Calabria, del Responsabile della casa editrice che ha curato la pubblicazione, dei docenti tutor e degli alunni delle classi IV A e V A e B del Liceo, del Presidente della Provincia di Catanzaro, dei sindaci di Chiaravalle Centrale, Serra San Bruno e Soverato. Modererà l’incontro il giornalista Francesco Pungitore.

  • Published in Cultura

“Dal Sebèto al Faro”, Cesare Malpica e la scoperta della Calabria

Troppo intenti a coltivare la passione esterofila, il più delle volte, nel richiamare le avventure di viaggiatori in Calabria, ci si limita a citare le considerazioni, non sempre indulgenti, dei “turisti” anglofoni o francofoni dell’Ottocento. Poco importa, poi, se il loro giudizio sugli italiani in generale sia tutt’altro che benevolo ed obiettivo. Come evidenzia l’anglista Andrea Cane nel suo saggio “Scoperta d’Italia”, non pochi scrittori inglesi descrivono gli italiani come "sporchi, indolenti, criminosi". Ancor più tranciante, poi, il giudizio sui calabresi e la Calabria. Famoso il commento del francese Creuze de Lesser, nel suo, “Voyage en Italie” nel quale annota: " L’Europe finit à Naples et meme elle y finiz assez mal. La Calabre, la Sicilie, tout le rest est de l’Afrique". Nonostante, tali pregiudizi, però, capita spesso di sentir citare, attraverso la letteratura specialistica, soltanto gli innumerevoli luoghi comuni con i quali è stata descritta la Calabria. In questa sorta di ansia di apparire peggio di come siamo e di come eravamo, si dimentica o si disconosce un’opera che descrive un’altra Calabria. Una “guida”, forse la prima della nostra regione, nella quale viene tratteggiata un’altra verità ed un’altra dimensione. A scriverla, la penna versatile e prolifica di un giovane rampollo “napoletano”, figlio di un ufficiale borbonico, nato a Catanzaro, Cesare Malpica che, nel 1844, intraprende un viaggio, descritto, l’anno successivo, in volume, pubblicato a Napoli, con il titolo “Dal Sebèto al Faro”. Un titolo che è un compendio dell’itinerario seguito nel corso del viaggio. Il Sebèto era, infatti, l’antico fiume che solcava la capitale partenopea, mentre, il Faro, era quello distrutto dal terremoto del 1908 che rappresentava la linea di demarcazione tra i territori del regno di Napoli. Prima della partenza, amici e conoscenti tentano di dissuaderlo, ripetendogli con insistenza che ad attenderlo avrebbe trovato: "monti orribili, strade impraticabili, masnadieri feroci paesi desolati". Una descrizione tratteggiata da chi in Calabria non c’era mai stato: "Ella v’andò – chiede Malpica – Io le veggo col pensiero quelle terre – è la risposta". Nonostante i racconti che fanno pensare ad una realtà selvaggia e mal sicura, Malpica s’imbarca sull’ “Ercolano”, un battello a vapore che lo condurrà in Calabria. Già la prima impressione, fuga i dubbi e smentisce le tetre previsioni degli amici. Nel corso del viaggio, visita Cosenza, città dai "pittoreschi casali" e Catanzaro, con il "magnifico" Duomo. Lungo la strada che conduce a Monteleone, l’attuale Vibo Valentia, s’imbatte, invece, in una scena che tratteggia in un pittoresco quadro di costume: "veggo giungere un carro […]. Sotto la tenda mollemente adagiati sovra cuscini seggono tre donne, un uomo e un fanciullo. Vengono dietro due asini con casse e materassi. Li guida un piccolo atleta, co’ sandali, colle brache nere a mezza gamba, col petto nudo, colle gote abbronzite, colle labbra sorridenti: un picciol tipo di forza, e d’intelligenza. Si fermano, scendono, tuffono nell’acqua il viso e le mani. Vi gettano dentro un mellone e quando è rinfrescato sel mangiano accompagnandovi del biscotto". A Monteleone viene colpito dalle «strade ampie e dritte» e dagli "edifizi nobilissimi". A Rosarno sente i racconti sui briganti e sul «terribile» Bizzarro, mentre, lungo il percorso che lo conduce a Reggio scrive, "è tutto un giardino, di aranci, di cedri, di bergamotti, di gelsi, di palme, di fichi, di viti e di ricini". Il lungo viaggio termina in riva allo Stretto, nella Reggio definita la "bellissima". La Calabria di Malpica appare, decisamente, diversa da quella descritta da molti autori abituati a viaggiare "come un baule, senz’ aver osservato e capito alcunché". Una Calabria dai "tramonti di fuoco", segnata da: "natura ubertosa e […] da un panorama giammai monotono». In altri termine, una regione che, ieri come oggi, non può essere descritta da "una classe di gente che fingendo d’aver veduto ciò che non vide vi da con viso imperturbato i suoi sogni come storia vera: ve n’ha un’altra che ripete ciecamente ciò che gli altri dice".                                                                                                                                                          

  • Published in Cultura
Subscribe to this RSS feed