Soverato, il successo delle “Lettere di Sangue” di Ulderico Nisticò

Giallo e romanzo storico. Due generi letterari che si intrecciano, con originale piglio stilistico, nelle “Lettere di sangue” di Ulderico Nisticò (Tabula Fati): successo editoriale che continua a suscitare grande interesse di pubblico e di critica. Piacevole e partecipata serata di presentazione con l'autore, a Soverato, a cura della libreria “Non ci resta che leggere”, sempre gestita con competenza, impegno e passione da Eleonora Fossella Maria Grazia Posca. Ha introdotto il giornalista Francesco Pungitore, puntando l'attenzione sulo stile narrativo tipico dell'autore: anticonformista, originale, ironico, politicamente scorretto. Ulderico Nisticò nel libro parla di storia (dalla caduta del Fascismo ai nostri giorni) e la riscrive, con la presenza dominante delle donne. Donne forti, donne intelligenti, donne coraggiose, donne in divisa... E poi l'utilizzo di alcuni personaggi quasi shakespeariani, che appaiono e scompaiono nel racconto. Un espediente molto interessante che consente all'autore di rendere la trama ancora più fitta e incalzante. “Lettere di sangue” è, quindi, un libro revisionista? Lo è nella misura in cui si riesce a cogliere il senso del termine nell'ottica di Nisticò. Una prospettiva che ci porta a considerare gli eventi della storia “al di là del bene e del male”, senza filtri e pregiudizi ideologici. Revisionismo, per Nisticò, non significa, banalmente “invertire” il giudizio morale su buoni e cattivi. Significa, al contrario, spezzare la cappa di conformismo, verità imposte e retorica di cui siamo tutti impregnati fin dalle prime letture sui banchi di scuola. Lo scrittore ci porta ad analizzare i fatti, a partire dalle testimonianze, ricercando la verità con giudizio e non con pregiudizio. Questo “riscrivere la storia” degli ultimi ottant'anni d'Italia, peraltro, non è puramente intellettualistico. Le “Lettere di sangue” ci immergono nelle vicende, nelle emozioni, nei sentimenti dei protagonisti. In una parola: nella loro quotidianità. E' quella che viene chiamata microstoria, che ci fa capire come, molto spesso, le grandi scelte personali nei momenti chiave della macrostoria siano condizionate da fattori che poco o niente hanno a che fare con le ideologie raccontate nei manuali scolastici e molto, invece, con le emozioni, le passioni e persino con il caso. Tra i misteri della storia d'Italia di cui ci parla Nisticò, le famigerate lettere di Churchill. Segreti "inconfessabili" che Giuliana, Tecla e le tante altre donne di questo bel romanzo forse ci aiuteranno a capire meglio, molto meglio di un manuale scolastico.

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Ulderico Nisticò “riscrive” la Storia con il suo romanzo “Lettere di sangue”

Un romanzo, un giallo, un libro che “riscrive” la Storia. “Lettere di sangue” (Tabula Fati), la più recente fatica letteraria di Ulderico Nisticò, in questi mesi si sta affermando prepotentemente tra le più interessanti produzioni editoriali italiane del 2022.

Ambientato sull'Appennino tosco-emiliano, il racconto intreccia diversi personaggi, soprattutto femminili, tanto da potersi definire anche un omaggio alle donne, alla loro forza, alla loro complessità. Con il suo stile proverbiale, impregnato di profonda cultura classica, tra disincanto e ironia, Nisticò coglie l'occasione per ripensare quasi un secolo di storia recente, dal Fascismo ai nostri giorni, attraversando la Seconda guerra mondiale e i capitoli della Repubblica Sociale, della Resistenza, del dopoguerra e ancora oltre. Una macrostoria vista con gli occhi della microstoria.

Lo squarcio che apre Nisticò è sulla vita reale, sulla quotidianità e sul “caso”, l'alea che spesso ci porta a stare da una parte o dall'altra degli eventi, quasi come una forza estranea che opera su di noi. Sono, dunque, le vicende, le emozioni, i sentimenti dei protagonisti a proiettarci nella “Storia”. Decenni, quelli che vanno dal Ventennio in poi, da “riscrivere” nell'ottica di Nisticò, senza più filtri ideologici o di parte, senza più il peso della “damnatio memoriae” imposto dai vincitori sui vinti. Così, tra storie d'amore, indagini e inquietanti segreti da svelare, ecco comparire, ad esempio, il giallo delle misteriose lettere di Churchill a Mussolini: una delle principali chiavi storiche da decifrare nel libro.

“Lettere di sangue” è stato presentato con notevole riscontro a Chiaravalle Centrale. Incontro promosso dalla Consulta comunale della Cultura, presieduta da Teresa Tino, e patrocinato dalla locale amministrazione comunale, guidata dal sindaco Domenico Donato, in collaborazione con l'IIs “Enzo Ferrari”, diretto dal dirigente scolastico Saverio Candelieri, e la libreria “Non ci resta che leggere” di Soverato.

L'autore ha dialogato a lungo con il giornalista Francesco Pungitore e tutti i presenti (tra gli altri la vicepresidente della Consulta, Paola Sangiuliano, la docente dell'Iis “Ferrari” Rosa Candelieri, il consigliere delegato alla Cultura, Pina Rizzo), ribadendo, in conclusione, tra i tanti spunti di riflessione emersi nel corso del convegno, la precisa scelta di collocare la narrazione “altrove”, non in Calabria. Una terra - ha sottolineato, da calabrese, Nisticò - che non ha alcun bisogno dei “fiumi di piagnistei e lamenti” di cui è intrisa una certa letteratura.

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Lettere di sangue, il nuovo romanzo di Ulderico Nisticò presentato a Vibo Valentia

Lettere di sangue (Tabula Fati editore). Questo il titolo della nuova fatica letteraria di Ulderico Nisticò presentata, a partire dalle 18 di oggi, nella cornice di Palazzo Gagliardi, a Vibo Valentia.

L’appuntamento – che rientra nell’ambito dell’VIII edizione dell’iniziativa “Un libro al mese - Visti da vicino” – sarà introdotto dal presidente dell’Associazione “L’isola che non c’è”, Concetta Marzano. Seguirà la presentazione dell’imprenditrice Costanza Chindamo.

A seguire, l’autore  illustrerà  il suo romanzo storico scritto con taglio orgogliosamente “politicamente scorretto”. Nel volume, ambientato sull’Appennino bolognese,  sono tratteggiate, ciascuna per un istante, molte e diverse figure umane. Leggendolo, sarà possibile, come in un film, veder scorrere uomini e donne che trascinano sulle spalle il fardello di un passato, per loro, mai del tutto passato.

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