La Calabria e il pesce d'aprile

Secondo una apprezzata scuola di pensiero anche per il Pesce d' aprile c'è di mezzo un calabrese. 

Non poteva essere diversamente.

In Europa, infatti, sino al 1582, quando fu approvato il Calendario gregoriano, redatto dal cirotano Luigi Lilio, il capodanno si celebrava tra il 25 marzo e il 1 aprile, portando tanti doni alle persone care.

Spostato il capodanno al 1 gennaio, di conseguenza i regali si consegnano d'allora in bei pacchi in quel giorno, mentre il primo aprile restano in giro solo curiose aspettative, rallegrate da quella strana usanza detta "poisson d'Avril", vale a dire: pesce d'Aprile, il quale spesso o non entra nelle reti di noi pescatori o non riusciamo a pronosticare quale e quanto sia grande.

Rito che si è consolidato con la realizzazione di tanti scherzi in tutti i paesi del mondo.

E se il Cirotano celebrato pochi giorni fa all'inizio di primavera ci dicesse che nella rete d' aprile la Calabria quest' anno comincerà a riavviarsi, è o non è un pesce d'Aprile ? Che ne dite ? 

E poi,  se oggi passiamo dalla Cittadella chissà se non troveremo una barca , piena o vuota , purtroppo non sappiamo, anche se qualche idea in cuor nostro ce la siamo già fatta.

Ma la speranza anche ad aprile non deve morire,  a iniziare  proprio dal 1 del mese.

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Come è nato il Pesce d'aprile

Il primo aprile è il giorno consacrato agli scherzi. L’usanza di “celebrare” il Pesce d’aprile è nota a tutti e consiste nel far cercare ai creduloni luoghi o personaggi che non potranno mai trovare.

L’origine dell’usanza è piuttosto incerta. Secondo Cattabiani, alcuni la farebbero risalire alla “leggenda popolare secondo la quale la creazione terminò il primo aprile. In quel giorno il Signore sistemate tutte le cose, se ne tornò in cielo. I primi uomini erano come storditi; non sapevano da dove cominciare: si misero a cercare cibo e un riparo per la notte in una confusione aggravata dai più incapaci che intralciavano il lavoro degli altri. Per liberarsene e poter lavorare più tranquillamente i più scaltri li inviarono lontano a prendere cose inesistenti. Da quella volta sarebbe nata l’usanza di mandare i creduloni in giro per le vie facendo loro cercare cose o personaggi che non potranno mai trovare”.

Secondo un’altra leggenda, invece, il primo aprile corrisponderebbe al giorno in cui Noé avrebbe mandato per la prima volta fuori dall’arca la colomba che “girò inutilmente sulla distesa delle acque senza trovare nemmeno un pezzetto di terra emersa”. Per altri, poi, l’origine andrebbe ricercata in uno scherzo fatto dagli abitanti di un paese di mare a quelle di un colle vicino.

Per Ludovico Passarini, infatti, alcune persone che dimoravano in collina sarebbero andate al “lido, il giorno di primo aprile, ed appiccicato discorso co’ pescatori oziosi in quel dì, ebbero il desiderio di pescare anch’essi, lusingati chi sa con quante belle parole che avrebbero fatto una grossa pesca, e tanto più abbondante quanto più la barca pescareccia fosse spinta lontano ove sono alte le acque. Sì, sì dissero quel del colle; basta che qualcuno di voi ci faccia compagnia  a guida più sicura della barca”. I pescatore “novellini” così si spinsero al largo nella speranza di riempire le reti che vennero ritirate più volte, ma sempre vuote. Al tramonto, ormai stanchi e sfiduciati ritornarono a riva senza aver pescato neppure un pesce. “Burlati e derisi, seppero essi poi che nell’aprile, al sopravvenire della tepida e vaga stagione, anche i pesci ne godono, e si raccolgono facendo gruppo insieme giù nell’imo fondo delle acque, ove depongono le ova”.

La “burla dei pescatori” sarebbe diventata proverbiale a tal punto da essere ricordata, ogni anno, con il nome di pesce d’aprile. 

Per altri, invece, l’usanza sarebbe da ricondurre al periodo pasquale, poiché “una volta proprio al giovedì santo ci si divertiva alle spalle degli ingenui mandandoli a destra e manca in una specie di processione carnascialesca, di ‘passione dell’idiota’, e nella Domenica di Resurrezione vi era un’altra usanza, nota come Ritus Paschalis e viva nei paesi di lingua tedesca fino all’inizio del secolo scorso. Consisteva in una serie di burle, scherzi, barzellette e pantomime che il celebrante stesso eseguiva all’altare, durante la predica, per far ridere i fedeli”.

Al di là delle origini più o meno remote, il Pesce d’aprile sarebbe stato “arrivato” in Italia in tempi relativamente recenti. L’usanza sarebbe, infatti, storicamente documentata solo a partire dal 1875.

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