Una richiesta per fermare la guerra, l'Unione europea fa ridere i polli

Riunita a Roma, l’intera Unione Europea esprime il suo fermo e fiero parere sulla Siria. “Chiede” di cessare il fuoco. Lo “chiede” ad Assad, alla Russia, ai tagliagole dell’ISIS e califfi vari, ai ribelli “moderati” e ai loro sostenitori americani. Ovvero, mezzo mondo è in guerra, e l’Europa “chiede”. Provate a immaginare le risate di Putin, del califfo, degli USA, dei ribelli eccetera, alla notizia che l’Europa “chiede”. E chiede senza argomenti, senza proposte, senza nessuna intenzione e possibilità d’intervento non dico militare ma nemmeno economico e politico: niente, l’Europa “chiede”. Lo stesso che, sotto un temporale, io, privo di ombrello, “chieda” alle nuvole di smettere di piovere.

 L’umana storia è fatta di guerre combattute; pochi però hanno prestato attenzione alle guerre che non si fecero, che qualcuno riuscì a impedire con ogni mezzo tranne uno, “chiedere”. Ecco alcuni esempi abbastanza recenti:

-          Nel 1815 il Congresso di Vienna determinò un assetto europeo che, con qualche circoscritto incidente, resse fino al 1914.

-          Nel 1878, dopo la guerra tra Russia e Turchia, i Balcani stavano esplodendo, e, per essi, l’intera Europa. Bismarck convocò il Congresso di Berlino, e, con proposte intelligenti e con grande autorevolezza, tracciò assetti e confini che durarono fino al 1912.

-          Di fronte al rischio di una guerra europea per l’Africa, nel 1881 convocò la Conferenza del Congo, ed evitò scontri armati.

- Nessuno impedì la Prima guerra mondiale; ma nell’agitato e confuso dopoguerra numerosi plebisciti e arbitrati misero mano a questioni di confine che potevano degenerare.

- Nel 1936 scoppiò la Guerra civile spagnola. Italia, Gran Bretagna, Germania e, costretta, anche la Francia, fecero in modo che il confitto restasse solo spagnolo, impedendo, Italia e Germania, non permettendo Gran Bretagna e Francia, la penetrazione di Stalin nella questione.

- Nel 1938, di fronte al rischio di guerra per i Sudeti tedeschi assurdamente finiti cecoslovacchi, Mussolini convocò l’incontro di Monaco tra le Potenze europee, e decise la questione senza guerra. - Il pericolo di uno scontro tra Ungheria e la neonata Slovacchia venne risolto dal Primo arbitrato di Vienna tra Italia e Germania.

- Un Secondo arbitrato, nel 1940, impedì la guerra tra Ungheria e Romania per la Transilvania.

Nessun conflitto, e dico nessuno, è mai stato impedito o risolto dall’ONU tra il 1945 e oggi, e, in genere, da gente che “chiede” senza potere, senza autorevolezza, senza proposte concrete. Figuratevi l’Europa, che non ha nemmeno una politica estera!

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La nascita delle primarie e la morte della politica

Che nessuno ora capisca a modo suo, o finga di capire a modo suo: io sono felicissimo che Sarkozy sia stato bastonato a sangue, né ho scordato che, canagliescamente e stupidamente, ha distrutto la Libia e assassinato Gheddafi, e con la complicità di altri due guerrafondai isterici, Obama e Cameron, e l’8 settembre perpetuo dell’Italia, in quel momento rappresentata da Berlusconi. Il risultato è che proprio l’Italia ne paga il prezzo con l’invasione dei “migranti”. Sarkozy ad beluas!

 Spero di essere stato chiaro. Ma corrono voci, dalla Francia, che a votare per le primarie del centrodestra siano stati cani e porci di ogni razza e colore politico, compresa la sinistra. Cioè è come se i tifosi del Milan scegliessero il portiere dell’Inter, o viceversa.

 Le primarie non sono dunque una cosa seria; e ricordiamo non pochi buffi esempi italiani. Lo sono negli Stati Uniti, dove i repubblicani votano per i repubblicani e i democratici per i democratici, e se un democratico mettesse piede in un seggio repubblicano, forse a New York chiamano la polizia, ma in Arizona gli sparano; e viceversa. E dove i repubblicani sono repubblicani di padre in figlio fin dal 1776, e viceversa.

 In Italia, le primarie si facevano, eccome, un tempo: e avvenivano attraverso una genuina e verificabile vita di partito, condotta nelle sezioni e federazioni e qualsiasi altra occasione, ivi compreso aver partecipato a piazze burrascose e aver affisso manifesti più o meno legali. Allora il camerata si distingueva dal compagno e dall’aderente a qualsiasi altro movimento o partito; e a nessuno sarebbe venuto a mente di cercare presunti “valori comuni”; anzi ognuno s’ingegnava a rafforzare le identità. Ovvio che, così, erano quasi naturali le selezioni della classe dirigente dei candidati a qualcosa.

 Poi, con il compromesso storico e le convergenze parallele, le differenze andarono sfumando in nome del potere. Il pretesto più ovvio fu l’antifascismo, che permetteva tenui comunioni tra democristiani e comunisti e liberali: un minimo comun denominatore, che però imponeva di stare assieme in nome del minimo, senza nemmeno nominare le divergenze.

 Nel 1995, con Alleanza nazionale, anche i fascisti divennero antifascisti, e la confusione fu totale. Se oggi io andassi a votare per le primarie del PD o di Fratelli d’Italia, tutto quello che mi chiederebbero sono due euro. Preferisco giocarmeli al superenalotto.

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"Trump non conosce il mondo", Juncker nemmeno il suo paese

Secondo Juncker, attuale capo dell’Europa, Trump non conosce il mondo. Per carità, Trump non sarà un’aquila di cultura e, almeno per il momento, potrebbe essere poco esperto… Giusto, giustissimo.

 Ma se Juncker rimprovera così pesantemente Trump, allora dobbiamo dedurre che Juncker, e con lui i suoi colleghi della commissione, e, in genere, la classe dirigente europea siano legittimati a criticare, ovvero siano e si siano dimostrati finora dei geni della politica. Consentitemi alquanto di eccepire:

-          L’Europa entrò nella crisi del 2008; dal 2008 la commissione e la burocrazia e la classe dirigente europea non sono riuscite nemmeno ad immaginare la benché minima soluzione; l’Europa era e resta in crisi;

-          L’attuale capo, Juncker, non sta facendo nulla di nulla, a parte operazioni da ragioniere per vedere se il tale bilancio ha lo 0,1 o lo 0,2, eccetera;

-          La commissione europea si segnala solo, di tanto in tanto, con draconiane disposizioni sull’involucro delle mozzarelle: per tutto il resto, muta;

-          L‘Europa non ha nemmeno l’ombra di una politica estera; qualche rara volta, qualche raro Stato finge di fare qualcosa, in genere con i piedi come la Francia: ma la politica estera dell’Europa è zero;

-          Juncker predica accoglienza di migranti: ebbene, a Calais c’è un muro, a Ventimiglia la polizia francese impedisce gli accessi; la Germania, dopo le bastonate elettorali della Merkel, non accoglie più tanto… Il guaio è tutto e solo dell’Italia. Insomma, Juncker predica e noi “accogliamo”.

 Insomma, Trump non sarà Bismarck, ma Juncker mi pare nemmeno buono per consigliere comunale di paese.

 Ma perché tanta acrimonia? Beh, tra le righe delle juncheriane dichiarazioni traspare: l’Europa dei burocrati è terrorizzata di una politica isolazionista di Trump: pensate, se Trump dovesse sul serio diminuire l’impegno militare e politico americano, quei grigi passacarte, Juncker e soci, dovrebbero mettersi a fare davvero politica, e, orrore, persino una politica militare. Ve li figurate, Juncker e Prodi, con quelle facce, in divisa da generale?

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Donald Trump è il nuovo presidente degli Stati Uniti

Donald Trump è il nuovo presidente degli Stati Uniti. Il risultato del voto non lascia molti margini di dubbio. Il tycoon ha, infatti, conservato le roccaforti repubblicane, si è aggiudicato il confronto negli swing state - in particolare in Ohio e Florida - ed è riuscito a conquistare alcuni Stati che sulla carta erano già conteggiati in quota ai democratici.

Contro ogni previsione, quindi, il candidato repubblicano è ormai diventato il 45esimo presidente della storia degli Stati Uniti d'America.

La vittoria è stata riconosciuta dalla stessa Hillary Clinton. La candidata democratica ha, infatti, telefonato all'avversario ed ha riconosciuto la sua sconfitta.

Salendo sul palco allestito all'hotel Hilton di Manhattan, il candidato alla vice presidenza di Trump, Mike Pence ha affermato: ''E' una notte storica. Gli americani hanno parlato, e hanno eletto il loro campione''

 

Presidenziali Usa, Trump ad un passo dalla Casa Bianca

Donald Trump è a vicinissimo alla Casa Bianca. Con i 20 grandi elettori della Pennsylvania, potrebbe già aver superato la quota dei 270 necessari ad aggiudicarsi la sfida che lo porterà a conquistare la presidenza degli Stati Uniti. Hillary Clinton è invece ancora ferma a 218.

Con la chiusura dei seggi in Alaska, poco meno di un'ora fa, l'America ha quindi scelto. Anche l'ultimo Stato occidentale ha assegnato i suoi 3 grandi elettori al candidato repubblicano. Mancano ancora i risultati di tre Stati, Michigan, Arizona e Minnesota, ma ormai i giochi sembrano essere chiusi.

Ribaltando tutti i pronostici, Donald Trump si accinge, quindi, a diventare il nuovo presidente americano

Un treno italiano per la metropolitana di Miami

Hitachi Rail Italy ha presentato il primo treno della nuova metropolitana di Miami-Dade County, alla presenza del Sindaco Carlos Gimenez e del Console generale giapponese Ken Okaniwa. Nel corso di una breve cerimonia, svoltasi presso la fabbrica di HRI negli Stati Uniti, sono state svelate le prime due casse del veicolo n. 1 (su 68 in totale) che l'azienda italiana sta costruendo per la città della Florida. "Rispettando la scadenza contrattuale - ha dichiarato il CEO Maurizio Manfellotto - abbiamo consegnato un prodotto a cui teniamo particolarmente, e non soltanto per aspetti meramente commerciali. L'aggiudicazione di questo contratto - ha sottolineato Manfellotto - ha segnato il nostro ritorno negli Stati Uniti, dopo alcuni anni di assenza e, dunque, ha un valore fortemente simbolico e di stimolo per tutti noi.” "Il veicolo - ha sottolineato Giampaolo Nuonno, President e CEO di Hitachi Rail USA, sussidiaria americana di HRI - rappresenta il nostro nuovo corso qui in America, una strada che intendiamo percorrere promuovendo la nostra qualità tecnologica". "Stiamo puntando sul mercato americano - ha aggiunto Andrea Pepi, a capo della Divisione Strategie e Sales di Hitachi Rail Italy - perché siamo in grado di offrire una gamma di prodotti, dalla metro driverless a quelle con conducente, con una serie di soluzioni innovative che recepiscono le richieste dei clienti". Metro Miami Dade è una commessa di circa 300 milioni di dollari, per un totale di 68 treni (136 casse). Ogni veicolo è lungo è lungo 45,8 metri, largo 3,11 e può raggiungere una velocità massima di 75 km/h. La struttura è in acciaio inox. Gli arredi sono in lega leggera con illuminazione a lei integrata e soluzioni di assemblaggio modulare.

Yemen, missili contro una nave militare Usa

Diversi missili sono stati lanciati dalle coste yemenite all'indirizzo della Uss Mason, una nave militare statunitense che stava navigando nelle acque del Mar Rosso. La salva di missili è andata a vuoto grazie alle contromisure presenti sull'imbarcazione. Si tratta del terzo episodio del genere in poco meno di una settimana. Dal 2015, nello Yemen è in corso una feroce guerra civile che vede contrapposti gli Huthi, alleati dell'Iran ed i miliziani del govero di Aden spalleggiati da una coalizione panaraba sostenuta da Arabia Saudita e Stati Uniti

 

Matthew, l'uragano ha già ucciso 300 persone

E' salito a circa 290 il numero delle vittime causate dall'uragano Matthew, di cui 280 solo ad Haiti. A provocare le morti sarebbero stati prevalentemente gli alberi abbattuti dalla furia del vento le inondazioni. L'uragano si sta dirigendo, ora, verso la Florida, con una forza classificata di categoria 4. Proprio nello Stato situato sulla costa  orientale degli Usa le persone minacciate sono 8 milioni. Gli esperti che mettono in guardia anche le popolazioni dell'entroterra visto che i venti potrebbero superare i 230 chilometri orari e colpire violentemente le zone interne.

 

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