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Il Ponte sullo Stretto ed i prigionieri del passato immaginario

Prendo spunto dal Ponte, cui sono istintivamente e razionalmente favorevolissimo; ma rifletto, più in generale, sul misoneismo accanito che dilaga soprattutto nel Meridione. Misoneisti (dal greco misos, odio; e neos, nuovo) sono quelli affetti da una palese turba psichica di conservazione di qualsiasi cosa e rifiuto di ogni innovazione e ammodernamento di qualsiasi vecchiume.  Nulla a che vedere con la Tradizione, la quale è eterna, e perciò non datata e mai vecchia. I misoneisti vivono sempre e solo ai tempi del nonno, il quale, ovviamente, viveva ai tempi di suo nonno, il quale aveva pure lui un nonno… Ciò vale soprattutto per la Calabria. Attenti a questa lezioncina di greco. Nella Calabria Centromeridionale si parla sempre e solo così: “iu ficia”, “iu dissa”, anche se riferito a un attimo fa. Non è dunque un passato remoto, e tanto meno un perfetto latino, ma un aoristo greco (aoristo: tempo verbale senza determinazioni), che indica l’azione verbale come tale e non quando si verifica. Solo all’indicativo, tale tempo può essere narrativo. In Calabria, perciò, è tutto sempre lo stesso, non cambia mai. Aggiungete poi che il “nonno” non è il nonno reale, cioè il padre del padre o della madre, è un nonno simbolico, mitico, che, in genere, ha le seguenti caratteristiche: 1.era nobile (meglio se nobbbbbbbbile); 2.visse quasi cent’anni; 3.lo stimavano tutti per la sua saggezza; 4.era un donnaiolo e si mangiò almeno uno o due immensi patrimoni: segue risata idiota; 4.amava svisceratamente la famiglia, cui si sacrificò fino alla fine; 5.voleva partire volontario in guerra ma la mamma glielo vietò; 6.eccetera, a fantasia. Il nonno così evidentemente contraddittorio e inventato era così bello e santo e perfetto, che non c’è alcuna necessità di cambiare niente. Il Ponte sullo Stretto? Ma dai: il nonno andava a Messina a nuoto! Il computer? Ma dai, il nonno “non firma perché nobile”, cioè analfabeta, non aveva il computer, eppure visse lo stesso cent’anni, e le donne… Eccetera.  È ora di finirla, amici del Sud, con questa invenzione del passato e speranza del futuro; un futuro, ovviamente, uguale al passato.  Ecco la ragione psicanalitica se non psichiatrica del rifiuto di qualsiasi progresso: e nemmeno lo negano, i misoneisti, che è paura! Paura di un terremoto, della mafia, della spesa? Ma no, paura dell’ignoto. In Danimarca c’è un ponte che poi diventa tunnel subacqueo ed esce in Svezia; spettacolare: si vede che nessuno ha avuto paura! Corollario storico. Nel 1839, Ferdinando II tracciò la prima ferrovia d’Italia. Erano tre chilometri, ma, come si dice, chi bene inizia è alla metà dell’opera… Macchè, nel 1860 c’erano, in tutto, 99 km da Salerno a Capua; più enormi faldoni di progetti a bei disegnini. Vedete cos’è il misoneismo meridionale?


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