Pruriti sessuali e divieti puritani

Strano paese, gli Stati Uniti d’America. I primi a metterci piede furono i Puritani e Quacqueri e altri protestanti bacchettonissimi e sessuofobi; poi arrivarono gli avventurieri e galeotti, e, per fornire loro delle femmine, i tribunali inglesi condannavano a tutto spiano donne colpevoli o innocenti, proponendo loro, in cambio della galera, di andare come schiave temporanee in America. C’era poco da andare per il sottile, in quei posti inesplorati e tra Indiani e belve; e le signore/ine schiave non erano esattamente la Casta Susanna anche quando stavano in patria.

 Poi gli Usa si vantarono di aver inventato la libertà sessuale; e capita di vedere dei film, non film porno, normalissimi film commedia o polizieschi, in cui due si conoscono al bar, e dopo mezz'ora grugniscono sopra un letto come infoiatissimi cinghiali. Unica garanzia, che lei abbia un minuto più di anni 18.

 Se la signorina ne ha invece 17, 11 mesi, 29 giorni e 23 ore e 51 minuti, chi coisce con lei è un pedofilo; dieci minuti dopo, lei può oscurare la fama della figlia del sindaco di Sodoma e del re di Babilonia, e per gli Americani è una degnissima persona da eleggere a una pubblica carica. Mi fa ridere, ma, nell’americanizzazione persino del diritto, c’è chi ragiona così anche in Italia. Da ridere!

 Insomma, il puritanesimo, da quelle parti americane, si è rifugiato nel calendario e nel certificato di nascita.

 Americaneggiando americaneggiando, anche da noi è arrivato che ogni proposta amorosa è una violenza. Se io ammicco, alludo, sorrido, uso l’equivoco, rischio la galera? Il guaio è che se io non ammicco, non alludo, non sorrido, non uso l’equivoco, la mia interlocutrice mi piglia per un babbeo, e va con un altro che invece ammicca, allude, sorride, usa l’equivoco… e magari le mani! E io resto come il perdente del gioco della zara secondo padre Dante.

 Insomma, se dovesse prevalere l’americanizzazione del sesso, dovremmo vietare la Guerra di Troia, il Dolce stil novo, la poesia erotica, e quasi tutti i musei zeppi di donne nude. Però, mentre vietiamo, dovremmo anche essere contenti perché c’è la libertà sessuale!

 Quanto al caso del produttore alquanto sessuofilo, sessuofilo è lui, e sessuofile sono le sue amiche, che poi, dopo qualche decennio dall’essersi vendute in tutti i modi per una brutta parte in qualche film da dozzina, si scoprono verginelle immacolate.

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