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Nardodipace: riproviamo con i megaliti?

Auguri al sindaco di Nardodipace, Romano Loielo, e che faccia il possibile per il paese. Tra il possibile, secondo me, c’è riprovarci con i megaliti. Dico riprovarci, perché io la mia parte l’ho fatta da quando vennero “scoperti”, cioè se ne prese consapevolezza: sono ormai parecchi anni.

 Io allora scrissi, e, personalmente presente, dissi, e ancora ripeto:

  • Per avere contezza se si tratti di emergenze naturali o altro, occorrono indagini con strumenti appositi, di facile reperibilità e utilizzo: e questo è compito di un geologo.
  • Compito dello storico è ricordare che il Mediterraneo, e anche la Calabria, presentano molte pietre ammantate di mito e religiosità e mistero. Per restare al territorio dal Golfo di Squillace alle Serre, cito solo: Pietra di S. Antonino o Paladina, tra Satriano e Davoli; Madonna della pietra a Chiaravalle e Petrizzi; Pietra di s. Nàjjara a S. Vito I.; e poiché sacro non significa necessariamente santo, Pietra del diavolo a Badolato!
  • Strumenti della ricerca storiografica sono anche le tradizioni popolari, e la toponomastica, indizi molto utili, se sottoposti ai criteri della filologia. Per entrambi tali metodi, occorre uno studio diretto e da parte di validi conoscitori dei luoghi.
  • La questione è finita avvolta in infondate fantasie, il cui effetto è stato farle perdere credibilità anche in sede ufficiale, e oggi di fatto causarne la dimenticanza; e che forse può essere riconsiderata, a patto che ciò avvenga con serietà scientifica.

 Auguri anche per i megaliti.

 

 


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