Sgarbi, Santelli e padre Fedele entrano nella Giunta di Mario Occhiuto

Giunta sicuramente non anonima quella presentata nel pomeriggio da Mario Occhiuto. Il sindaco di Cosenza ha scelto nomi eccellenti per la sua squadra: in particolare faranno parte dell’esecutivo la coordinatrice regionale di Forza Italia Jole Santelli, padre Fedele Bisceglia e Vittorio Sgarbi. Al loro fianco ci saranno Matilde Lanzino, Luciano Vigna, Francesco Caruso, Carmine Vizza, Rosaria Succurro e Loredana Pastore. Decisioni che testimoniano la personalità del primo cittadino e che sono alla base delle speranze di sviluppo del centro bruzio.

Il sindaco Mario Occhiuto nomina assessore padre Fedele Bisceglia

La notizia è di quelle sorprendenti, che sicuramente generano dibattiti e non solo nel contesto prettamente politico. Padre Fedele Bisceglia sarà assessore con delega al "contrasto alle povertà, al disagio, alla miseria umana e materiale, al pregiudizio razziale e religioso, alla discriminazione sociale; ambasciatore degli invisibili e degli ultimi" nella Giunta comunale di Cosenza guidata da Mario Occhiuto. L’annuncio, pubblicato su Facebook dallo stesso sindaco bruzio, è stato ripreso dal quotidiano nazionale “La Repubblica” che ha sottolineato come per il frate, assolto con sentenza definitiva dall’accusa di violenza sessuale mossa da una suora, sia l’occasione per rilanciare la propria immagine.

Rubata cassetta delle offerte ai poveri

Durante la notte scorsa è stata rubata una cassetta nella quale da tempo i passanti lasciano le offerte per le persone bisognose. La denuncia dell'accaduto è arrivata dalla viva voce di Padre Fedele Bisceglia, colui che ha ideato l'iniziativa realizzata lungo Corso. Sebbene fosse scarsa la quantità di denaro che era presente al momento del furto, il religioso non nasconde la sua amarezza: "L'avevamo svuotata ieri sera, ma la cassetta ci era comunque utile". Da stamattina numerosi membri del "Paradiso dei poveri, l'organizzazione di volontariato creata da Padre Fedele, si stanno impegnando nelle ricerche". 

 

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Monsignor Nunnari spiega: "E' stato Padre Fedele a chiedere la sospensione"

Un incontro con i giornalisti per chiarire la sua posizione in merito alla vicenda giudiziaria di cui è stato protagonista Padre Fedele Bisceglia. Lo ha voluto monsignor Salvatore Nunnari, Arcivescovo emerito dell'Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano, criticato a proposito della decisione di sospendere a divinis l'ex monaco francescano: "Bisogna smettere di dire stupidaggini su Facebook, perché questo vescovo - ha spiegato l'alto prelato - non ha colpe su questa sospensione. Lo ha chiesto lui, per grazia, di essere esonerato dai tre voti, e ha fatto bene, quando ha saputo che il suo Ordine lo voleva sospendere e mi è  stato chiesto il mio parere, e io ho detto che era bene. Il Papa, per grazia, gli ha concesso di uscire dall'Ordine: ecco il decreto - ha riferito il religioso esibendo la documentazione - datato 8 febbraio 2008. Io ho chiesto anche alle suore, davanti a testimoni, di far incontrare Suor Tania con Padre Fedele, ma loro mi hanno detto che le stavo offendendo con questa richiesta e le suore sono andate via dalla città senza neanche salutarmi. Perché il vescovo di Cosenza non lo ha accolto tra i suoi preti subito? Perché Roma mi ha detto di non fare questa richiesta perché mi avrebbero detto di no, perche' c'era in atto un processo". "Io non ho potuto fare altro, ma rileggete quello che ho detto nei primi giorni della vicenda, quando parlavo del suo carattere esuberante ma non ho mai creduto nella sua colpa". L'Arcivescovo emerito ha colto l'occasione per annunciare la prossima uscita di un dossier sulla questione che ruota attorno alla spregiudicata conduzione dell'Istituto Papa Giovanni XXIII, con sede a Serra d'Aiello. Una storia che, a parere di Padre Fedele, avrebbe originato la cospirazione ordita contro la sua persona. "Sul Papa Giovanni - è stata la secca affermazione di Monsignor Nunnari - ho detto chiaramente, in Cattedrale, che è stato indegnamente amministrato da Luberto, che è stato un ladro".

Padre Fedele assolto dall'accusa di violenza sessuale

I giudici della Corte d'Appello di Catanzaro hanno emesso il verdetto: assoluzione per Padre Fedele. L'ex monaco francescano, sospeso a divinis, era imputato perché, secondo la tesi accusatoria, aveva violentato una suora. I magistrati, chiamati nuovamente in causa dopo che i togati della Corte di Cassazione avevano cancellato con rinvio la sentenza con cui il religioso era stato condannato a 9 anni e 3 mesi, hanno deciso: il fatto non sussiste.  Il suo segretario, Antonio Gaudio, è stato, invece, ritenuto colpevole del reato di violenza ai danni di una donna che risiedeva presso l'Oasi Francescana. Dovrà scontare 3 anni e 4 mesi di reclusione, una riduzione rispetto alla precedente sentenza (6 anni e 4 mesi) in quanto non è stato ritenuto autore delle due violenze addebitategli ai danni della suora. Al momento della lettura Padre Fedele non si trovava nell'aula di Tribunale. 

 

 

 

Chiesta la condanna di Padre Fedele a 9 anni e 2 mesi

Il Procuratore Generale di Catanzaro ha richiesto che Francesco Bisceglia, ex monaco francescano, sia condannato a 9 anni e 2 mesi di reclusione. Al segretario Antonio Gaudio, invece, secondo il rappresentante della pubblica accusa, dovrebbe essere inflitta una pena di 6 anni e 2 mesi. I due sono finiti sul banco degli imputati per il reato di violenza sessuale ai danni di una suora. Quello che si sta celebrando a carico di colui che è diventato celebre con il nome di Padre Fedele  è il secondo processo d'appello. Un dibattimento disposto dalla Corte di Cassazione che aveva ordinato l'annullamento con rinvio della sanzione a 9 anni e 3 mesi comminata al religioso, e, sia pur in parte, della punizione a 6 anni e 3 mesi comminata al suo braccio destro. All'epilogo della requisitoria pronunciata in aula, il Procuratore Generale, sostanzialmente, ha chiesto una riduzione di un mese per ciascuna delle condanne. La prossima udienza del processo è stata fissata per il prossimo 18 giugno.  

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