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Referendum, "Basta un si": a Serra San Bruno iniziativa del Partito democratico

“Basta un Sì”, è il titolo dell’incontro pubblico che si terrà domani alle ore 18 presso la sala convegni di Palazzo Chimirri a Serra San Bruno, nell’ambito della campagna referendaria sulla riforma costituzionale che porterà al voto del 4 dicembre prossimo.

 

Discuteranno della riforma e delle ragioni del “Sì”: Paolo Reitano - segretario del circolo Pd di Serra San Bruno, Luigi Tassone – sindaco di Serra San Bruno, Enzo Insardà – segretario provinciale Pd, il consigliere regionale Michele Mirabello, i deputati Bruno Censore ed Ernesto Magorno - segretario regionale Pd. Concluderà la manifestazione il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri Marco Minniti.

 

“All’iniziativa – si legge in una nota della segreteria cittadina del Pd - parteciperanno, inoltre, amministratori, dirigenti, iscritti e simpatizzanti del Partito democratico e del centrosinistra, cittadini, rappresentanti della società civile, del mondo dell’associazionismo e delle diverse categorie professionali e produttive che hanno deciso di dare il loro contributo e sostenere le ragioni del “Sì”.

 

“Gli elettori – prosegue il comunicato – il 4 dicembre saranno chiamati a esprimere un voto importante sul futuro del nostro Paese. Un voto su una riforma che vuole superare il bicameralismo paritario per arrivare così all’approvazione delle leggi in tempi rapidi e che ridefinisce i poteri normativi del governo, fissando limiti stringenti alla decretazione d'urgenza. Una riforma che riduce il numero dei parlamentari, abolisce il CNEL e riduce i costi della politica.

Il testo sottoposto al voto popolare, altresì, prevede una maggiore partecipazione dei cittadini, potenziando e rilanciando gli istituti di democrazia diretta, attraverso l’introduzione dell’obbligo per il Parlamento di discutere e deliberare sui disegni di legge di iniziativa popolare proposti da 150mila elettori, l’introduzione dei referendum propositivi e d’indirizzo e la diminuzione del quorum per la validità dei referendum abrogativi, poiché sarà sufficiente la metà più uno dei votanti alle elezioni politiche.

Una revisione costituzionale dove vengono chiarite, inoltre, le competenze in ambito legislativo tra lo Stato e le regioni, eliminando uno dei principali motivi di confusione e conflittualità rappresentato dalla cosiddetta “competenza concorrente”.

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Referendum costituzionale: Marco Minniti a Serra San Bruno per sostenere le ragioni del "Si"

 

 Ci sarà anche Marco Minniti domani sera a Serra San Bruno a sostenere le ragioni del “Si” al referendum costituzionale. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, prenderà parte alla manifestazione che si svolgerà a partire dalle ore 18 nel salone di Palazzo Chimirri.

Nel corso della serata interverranno, tra gli altri, i deputati Bruno Censore ed Ernesto Magorno, il consigliere regionale Michele Mirabello ed il Sindaco di Serra San Bruno, Luigi Tassone.

 

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No al Referendum da giovani e Sud: la collera sociale si riversa nelle urne

A certificarlo sono le indagini di voto che in queste settimane intasano ossessivamente le redazioni dei giornali da cui, a stretto giro di posta, ripartono rovesciando i risultati sui tavoli disordinati dell'informazione: le fasce sociali che vivono, per qualsiasi motivo, in condizioni di difficoltà sono orientate a votare No al referendum in programma il prossimo 4 dicembre. Un vero e proprio ribaltamento di senso rispetto a quello che, in linea puramente teorica, dovrebbe essere: logica vorrebbe, infatti, che chi resta indietro nella giungla della competizione sociale sia più propenso a modificare l'assetto esistente nel quale è ingabbiato. Al contrario, coloro che ne beneficiano più degli altri, dovrebbero puntare le carte, di cui dispongono in abbondanza, sulla strenua difesa dell'architettura istituzionale dentro la quale hanno dimostrato di essere abili a muoversi. Se l'esito che emerge dai sondaggi fotografa una realtà diametralmente opposta, sarebbe il caso, da parte di promotori e sostenitori del quesito referendario in oggetto, di porsi domande decisive per il futuro del Paese. Pur non volendo impiccarsi al risultato delle osservazioni condotte dai vari istituti, infatti, appare indicativo che la popolazione giovanile, in maggioranza, manifesti la volontà di recarsi ai seggi per esprimere la propria opposizione alla riforma costituzionale architettata dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e quella anziana, invece, sia mossa dal sentimento opposto: sposare le modifiche auspicate dall'Esecutivo. Il range che comprende gli italiani di età variabile tra i 18 ed i 44 anni, questo comunica il responso, è nettamente dominato dalla supremazia del No. Nel pianeta popolato dagli over 65 il Sì spadroneggia a vele spiegate. Analoga frattura, sia pure con percentuali diverse, si registra a livello geografico: a fronte di un Nord segnato da un sostanziale equilibrio tra le due differenti opzioni, il Sud sembra viaggiare in modo deciso verso un rifiuto sbattuto in faccia a Palazzo Chigi. Un quadro complessivo che conferma la politicizzazione della scelta, in assenza di qualsivoglia studio dei punti qualificanti la riforma. Le responsabilità, davanti ad uno scenario simile, non possono che essere ascritte, allo stesso premier. E' stato lui a lanciare originariamente la sfida da "all in" in una partita delicatissima con due sole squadre in campo: da una parte il Governo presieduto dallo stesso segretario nazionale del Partito Democratico, dall'altra il resto del mondo. A nulla è valsa la tardiva marcia indietro: ormai la polarizzazione nell'opinione pubblica si era concretizzata dispiegando i suoi effetti. Basti pensare che, paradossalmente, i singoli elementi caratterizzanti la polpa del referendum trovano un consenso maggioritario nell'elettorato. Ed è ancora più straniante che a ritrovarsi in una situazione del genere sia colui che aveva completato la bruciante ascesa al potere issando la bandiera della "rottamazione". Quel vessillo, evidentemente, non sventola più nelle desolate lande abitate dalla disperazione e, proprio perché disarmati sotto i colpi inferti dalla crisi, dalla mancata ripresa, dall'austerità, dalla stagnazione, dal sottosviluppo e dall'assenza di prospettive, gli "abitanti" dei "territori" devastati dal vento freddo del disincanto, prendono in mano le sole "lance" che possono raccattare a terra: quelle con la punta acuminata contenente il veleno della collera sociale e del risentimento verso l'ordine costituito. 

 

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Serra. Referendum, Jlenia Tucci propone il sorteggio pubblico degli scrutatori

“Per un questione di equità, oltre che di trasparenza, sarebbe auspicabile, in vista del referendum del 4 dicembre, scegliere gli scrutatori con il meccanismo del sorteggio pubblico”.

È la proposta del consigliere di minoranza Jlenia Tucci che auspica “un metodo che sia figlio della chiarezza e della volontà di garantire a tutti la possibilità di accedere alla fornitura di questo tipo di prestazione”. “Sarebbe un messaggio importante per tutta la comunità – spiega l’esponente di ‘Alto volare’ – in quanto si sgombrerebbe il campo dai soliti sospetti che serpeggiano fra la gente poichè si dimostrerebbe l’intenzione di non ridurre questo atto ad una decisione dalle finalità clientelari.

È giusto che tutti i cittadini possano aspirare a svolgere questo compito: è l’ora – conclude Tucci – di confermare con i fatti quelle che altrimenti rimarrebbero delle mere enunciazioni di principio, tipiche di chi parla in un modo ed agisce nel senso opposto. Staremo, dunque, a vedere il grado di coerenza dei componenti della commissione elettorale”.

Serra. Costituito Comitato per il No, il presidente De Caria: “Serve una riforma vera”

Un No che non è fine a se stesso e che non va interpretato come momento di fermo. Anzi, è un No rivolto ai "progetti di basso profilo che non hanno grandi aspirazioni". Quello del Comitato “Riformisti per il No – Noi della Grande Riforma – Serre calabre” è un messaggio chiaro che punta a risvegliare l’orgoglio nazionale necessario per ricostruire un’Italia competitiva e rispettata. A riassumere i passaggi chiave è il presidente Francesco De Caria che specifica lo scopo della formazione nata in vista del referendum. “Riteniamo doveroso portare a conoscenza dei cittadini le implicazioni della riforma costituzionale – spiega - sottolineando il significato politico e democratico del 4 dicembre. La nostra posizione è quella di dire No ad una riforma confusionaria, nata nei salotti su impulso di un governo che non è legittimato dal voto popolare. Ciò di cui l’Italia ha bisogno – puntualizza il giovane presidente - è una riforma di ampio respiro condivisa dal più vasto ventaglio di sensibilità politiche e capace di far ripartire un Paese in crisi istituzionale, economica e sociale. Crediamo che una legge raffazzonata, che complica l’iter legislativo, che prevede meccanismi contorti, che mantiene un Senato annacquato, che non va oltre l’attuale impostazione delle Regioni, che allunga ulteriormente le distanze fra le aree più progredite e quelle in ritardo di sviluppo, che non riequilibra il rapporto fra i Poteri dello Stato e che non tocca in maniera incisiva il tema di una nuova ed efficiente Giustizia sia un errore grossolano. Non serve infatti una riformicchia – rileva De Caria - che non ha l’ambizione di cambiare veramente l’Italia e che risponde solo alle esigenze propagandistiche di un premier che è in declino e vuole rilucidare la sua immagine. Per questo, avvieremo tutte le iniziative opportune per offrire ai cittadini gli strumenti per una serena valutazione e per compiere una scelta nell’interesse delle generazioni future. In particolare – conclude - noi diciamo No per dire Sì ad una Assemblea costituente da eleggere con metodo proporzionale senza sbarramento e per dire Sì a tre referendum di indirizzo, da tenersi contestualmente all’elezione della Costituente, che permettano alla maggioranza degli elettori di orientare in modo vincolante le scelte di fondo dei Costituenti su tre argomenti fondamentali che sono la forma di Stato (centrale/federale), che noi auspichiamo essere quella presidenziale, la forma di governo (parlamentare/presidenziale; proporzionale/uninominale) e l’indipendenza della Magistratura (carriere unite/separate)”.

Referendum, Sculco: “Ecco i motivi per votare Sì”

"Ho deciso di votare ‘sì’ al referendum sulla riforma costituzionale, promuovendo comitati in tutta la Calabria. La scelta è maturata dopo un’attenta riflessione sul merito della riforma, ma anche sulle innovazioni che essa produrrebbe nella vita istituzionale, politica e sociale del Paese. L’Italia - sostiene la consigliera regionale di Calabria in Rete Flora Sculco - deve poter andare avanti e non rimanere bloccata, ‘conservata’ e trattenuta nell’immobilismo. Io stessa mi sono sempre adoperata per promuovere processi di cambiamento e d’innovazione, sia all’interno del Consiglio regionale che nel corso della mia esperienza politica e sociale. L’adesione alla riforma - spiega Flora Sculco - è coerente con la mia e con la storia del movimento di cui sono espressione. Il profondo cambiamento realizzato a Crotone e in alcuni tra i più importanti centri della sua provincia in occasione delle ultime amministrative, nonché l’impegno a ridare slancio all’area centrale della Calabria, sono la conseguenza di questo sincero desiderio di sostenere ogni iniziativa finalizzata a incidere nello scenario regionale. Ora bisogna compiere un deciso passo avanti”. Sottolinea Flora Sculco: “Un successo del ‘sì’ in Calabria sarebbe estremamente importante. Significherebbe che i calabresi, consapevoli della posta in gioco, intendono essere un’importante risorsa per la trasformazione del Paese. Non ci sottraiamo dalla battaglia referendaria e politica, anzi intendiamo parteciparvi con entusiasmo. Siamo certi che il successo del ‘sì’ al referendum abbia un valore che va oltre gli specifici aspetti su cui la riforma è incentrata. Si tratta di cambiamenti che produrranno sostanziali modifiche anche nella vita politica e nella stessa geografia dei partiti e nel loro funzionamento. A seguito del referendum - aggiunge la consigliera regionale - avremo un’Italia in grado di realizzare un’architettura istituzionale e politica più adatta ad assicurare stabilità di governo e un più moderno funzionamento della politica e dei partiti. Naturalmente, il nostro impegno per il ‘SI - per cambiare l’Italia’ va visto come un impegno proteso a cambiare anche la Calabria. La Calabria, più di ogni altra realtà, ha bisogno di cambiamenti e di decisivi e urgenti processi di modernizzazione in grado di favorire crescita e sviluppo. Per questo il nostro ‘sì’ al referendum vuole distinguersi e proporsi come sollecitazione a cambiare una realtà che da tempo non produce nulla di positivo per i calabresi”. Conclude la consigliera regionale: “Il nostro ‘sì’ al referendum interpreta il  desiderio dei calabresi di innovare la funzione politico - istituzionale e di governo della nostra regione. Dunque, ‘SI - per cambiare l’Italia’; ‘sì’ per cambiare la Calabria. Questo significa che, a distanza di due anni di governo del centrosinistra alla Regione, va fatta un’approfondita e rigorosa  verifica dell’esperienza e dei risultati realizzati ed ottenuti. Tutto ciò, per individuare i punti di debolezza e di difficoltà, e per capire, nello stesso tempo, a quali condizioni si potrà andare avanti, cambiando decisamente rotta, ritmo, metodo ed obiettivi. Dopo il referendum niente potrà più essere come prima, in Italia come in Calabria”.

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Al Consiglio regionale si ragiona sulla Riforma costituzionale: venerdì il dibattito sul referendum

Un'occasione di confronto sulla Riforma Costituzionale per “comprendere le ragioni e la possibilità di avere un Paese più stabile e più semplice”. Se ne discuterà venerdì 14 ottobre, alle 18:00 al dibattito "Riforma Costituzionale. Ragioniamo?" organizzato nella sala "Federica Monteleone" di Palazzo Campanella. Al referendum del 4 dicembre prossimo gli italiani saranno chiamati per decidere “se superare o meno il bicameralismo paritario, ridurre i parlamentari e contenere i costi dello Stato”. Una riforma che prevede “l'abrogazione del Consiglio Nazionale Economia e Lavoro e si prefigge di cambiare i rapporti tra Stato e Regioni, anche alla luce dei tanti conflitti di competenza vissuti negli ultimi 15 anni”. All'incontro prenderanno parte Cosimo Ferri, sottosegretario di Stato alla Giustizia e Antonino Spadaro, professore ordinario di diritto costituzionale dell'Università Mediterranea. Sarà presente il sindaco della città Metropolitana di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà; coordinerà i lavori Nicola Irto, presidente del Consiglio regionale della Calabria.

Serra, domenica “Liberamente” scende in piazza: il programma della manifestazione

Il Movimento Civico Serrese “Liberamente” sarà in piazza San Giovanni domenica 9 ottobre alle ore 18 per un incontro aperto con tutta la cittadinanza. La serata sarà aperta dai tre consiglieri comunali Alfredo Barillari, Rosanna Federico e Cosimo Polito, i quali si soffermeranno nell'analisi dei primi 100 giorni di amministrazione e sull'attività di opposizione svolta in sede consiliare. Seguiranno gli interventi di Immacolata Corso, Antonio Lo schiavo e Silvia Vono incentrati nello spiegare le ragioni del No al referendum costituzionale previsto per il prossimo 4 dicembre. Infine verranno aperte le iscrizioni alle attività gratuite che prenderanno vita nella sede di “Liberamente” di Corso Umberto I: Laboratorio artistico, Laboratorio culinario, Laboratorio musicale, Escursionismo. La serata sarà aperta al dibatto col pubblico e verrà allietata da stand gastronomici e musica dal vivo.

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