Le meraviglie della Calabria, dallo Jonio al Tirreno, passando per le Serre

Tra i meravigliosi sentieri della Terra "di paradiso", salendo da Soverato sita nello stupendo Golfo di Squillace, dove il grande Cassiodoro Senatore eresse nel sec.VI presso il "Vivarium ", lo scrittorio più raffinato d' Europa, dopo aver superato Gagliato ed Argusto, approdiamo a Torre di Ruggiero, borgo titolato al Granconte normanno che passando da queste contrade alla fine del sec. XII confermò la sua protezione ai monaci calabro- greci come san Basilio Scamardi e donò vaste contrade tra Stilo e Arena a Bruno di Colonia, fondatore dei Certosini, che pose la propria dimora in S. Maria della Torre, che raggiungiamo passando da Simbario, adiacente al fiume Ancinale e da Spadola, dove sorgono le belle chiese di S. Maria sopra Minerva e dell' Addolorataa, la prima Certosa d'Italia, rinnovata nel corso dei secoli e tuttora in funzione e intitolata ai santi Stefano e Bruno a Serra S. Bruno, dove si trovano bellissime chiese, ripristinate dopo il terremoto del 1783 che rase al suolo tutti gli edifici di quel territorio insieme con quelli siti in particolare della Calabria meridionale.

Aggregato alla Certosa il Museo che conserva importanti manufatti e opere d'arte in un contesto che riproduce in scala i locali dell'eremo.

Da qui si scende a Soriano Calabro, strettamente legato alla costruzione del convento e della chiesa di S. Domenico dei Predicatori nel 1510. Distrutto nel 1659 dal terremoto e presto ricostruito sul modello dell'Escorial di Madrid dal domenicano bolognese Bonaventura Presti, fu raso al suolo dal sisma del 1783. La miracolosa statua di S. Domenico e' custodita nella nuova chiesa adiacente ai resti dell'antico convento.

Attraversato Sorianello  dove sorge la Chiesa di S. Maria del Soccorso, che conserva interessanti opere d'arte provenienti da S. Domenico di Soriano,  si scende a S. Gregorio d' Ippona sito sulle colline occidentali del Mesima e quindi a Mesiano, frazione di Filadari per giungere a Tropea meravigliosa città sul Tirreno a Capo Vaticano, custode di splendidi tesori d'arte, tra i quali la cattedrale edificata dai Normanni nel sec. XII e S. Maria dell'Isola, che Sikelgaita, vedova di Roberto il Guiscardo donò al Monastero di Montecassino. 

 

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In Calabria si perde tempo anche con i miracoli

 Come ogni anno, vado a Torre di Ruggero per la devozione. Davanti il santuario, do un’occhiata alla data, che è notoriamente taroccata a 1858 (guardate bene le due ultime cifre), l’anno dell’apparizione, mentre prima stava scritto 1896, l’anno genuino in cui, con molta calma, finirono la facciata! Con calma: i santuari hanno a che vedere con l’eternità, che fretta c’era? Dentro la chiesa, la statua di Maria. E questa è una storia che merita di essere raccontata, ed è, a suo modo, una metafora del Meridione. Avvenuto il miracolo, i Torresi decisero di costruire il santuario sui resti di una chiesa più antica, memoria di un’apparizione del XVII secolo. Quanto alla statua, rivolsero una supplica a S. M. Ferdinando II, il quale, cattolico devotissimo, ne decise subito la donazione. Subito… Beh, nel Meridione subito ha un significato elastico, e fu così che Egli, il 22 maggio 1859, morì senza aver potuto inviare la statua. I Torresi, imperterriti, si rivolsero al successore, S. M. Francesco II, il quale, cattolico ancora più devoto, ne decise subito la donazione. Subito… Beh, nel Meridione subito ha il suddetto elastico significato, e fu così che Egli, il 13 febbraio 1861, lasciò Gaeta e il Regno senza aver potuto inviare la statua. Finalmente la Madonna in un modo o nell’altro arrivò, e venne posta in opera, dove ancora si trova; ma regnava ormai Vittorio Emanuele II di Savoia, il quale, massone e famoso donnaiolo, passò così per devoto anche lui di Maria Vergine! Riflettete, riflettete; e non vi meravigliate se per il santuario hanno impiegato quattro decenni; e se da quattro decenni la Trasversale non si fa e non si farà forse mai!

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