Operazione antimafia in Calabria, la soddisfazione del ministro Piantedosi

“Complimenti alla Polizia di Stato per l’importante operazione condotta questa mattina a Catanzaro, con il coordinamento della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di decine di appartenenti a un sodalizio criminale radicato sul territorio, dedito ad attività estorsive oltre che al traffico e allo spaccio di droga, con ramificazioni anche nelle province di Reggio Calabria e Crotone” ha dichiarato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.

“Si tratta di una forte risposta dello Stato in contesti territoriali particolarmente esposti ai condizionamenti delle organizzazioni criminali che soffocano la loro crescita economica e sociale”, ha proseguito il titolare del Viminale sottolineando che “è in quelle realtà che la magistratura e le forze di polizia stanno operando con grande professionalità per contrastare ogni forma di illegalità, dando risposte concrete alle comunità e garantendo le condizioni indispensabili per il loro sviluppo”.

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Al Vinitaly importanti riconoscimenti per la cantina Ippolito 1845

Quattro dei sei vini calabresi entrati in classifica sono i loro: due Cirò doc (il rosso Riserva Colli e il bianco Mare Chiaro 2022), un rosato (Pescanera 2022) e un altro bianco, il Pecorello 2022. 

Un nuovo importantissimo traguardo per la cantina “Ippolito 1845”, che chiude l’edizione 2023 del Vinitaly con un bilancio estremamente positivo, tra grandi numeri e grandi successi: accanto al premio più prestigioso della Fiera di Verona (il premio “Angelo Betti – Benemeriti della viticoltura”, conseguito in apertura di kermesse dal vicepresidente Paolo Ippolito), la più antica azienda vitivinicola calabrese riesce infatti a conquistare anche quattro posti nel “5StarWines”, entrando appunto con quattro etichette nella “Vinitaly International Wine Guide 2023”, l’autorevole guida da 565 vini del Vinitaly.   

«Essere premiati con quattro vini da un concorso così importante, che il Vinitaly promuove con l’Assoenologi, è una cosa che non ci aspettavamo. E questo a dimostrazione del fatto che i vini calabresi finalmente sono usciti dall’anonimato, incuriosiscono i consumatori a livello nazionale e internazionale e, soprattutto nelle degustazioni alla cieca, come nel caso di questa competizione, prendono punteggi elevati. E non solo nella categoria “rosso”, che è solitamente la più conosciuta nel vino calabrese, ma addirittura tra i vini bianchi e i rosati». Il presidente e ad di Ippolito 1845, Vincenzo Ippolito, commenta così, con entusiasmo e soddisfazione questo bel risultato. Che conferma anche la bontà delle scelte innovative portate avanti assieme al fratello Gianluca e al cugino Paolo, nel ricambio generazionale dell’azienda di famiglia. «Sono stati premiati anche due vini bianchi – prosegue – ovvero il Greco bianco e il Pecorello, ai quali teniamo tantissimo. Quest’ultimo, in particolare, nasce da un progetto che abbiamo lanciato – primi nelle terre del Cirò – ben 10 anni fa e, anzi, per celebrarne la decima vendemmia, ne abbiamo contrassegnato quest’anno l’etichetta con un bollino specifico. Ci sta dando grande visibilità nel mondo e in Italia, a dimostrazione, dicevo, che la qualità calabrese è cresciuta in maniera trasversale, sia sui rossi, che erano già un punto di riferimento, che sui bianchi e i rosati. Anzi – dice ancora Ippolito – proprio i rosati, che per molti territori sono solo una moda da seguire e cavalcare, per noi fanno invece parte del patrimonio storico, in particolare proprio nella nostra zona, dove vengono usati due vitigni autoctoni, il gaglioppo e il greco nero, vinificati in questo caso in purezza». 

E’ proprio questa, d’altronde, la chiave dei trionfi della Cantina nata quasi 180 anni fa dal trisavolo Vincenzo, nel casolare di proprietà tra le campagne di Cirò, e che ora conta ben 12 etichette: anteporre e preferire la qualità della produzione alla quantità. «La nostra capacità produttiva è enormemente più elevata rispetto al numero di bottiglie che immettiamo nel mercato – dice il fratello di Vincenzo, Gianluca, Responsabile della produzione – ma noi puntiamo a mantenere uno standard qualitativo alto. La carta vincente delle aziende italiane è offrire al pubblico un vino di assoluta qualità, ma a ottimo prezzo. In particolare noi calabresi, che siamo una piccolissima fetta di produttori sull’intero mondo, possiamo entrare solo facendo così sui mercati che non avrebbero motivazione a prendere appunto un vino calabrese. Ecco perché non siamo alla rincorsa dei volumi ma nella nostra strategia e filosofia aziendale il punto fermo è proporre prodotti di qualità alta a un prezzo giusto. Potendo così far sempre meglio».

Da fine anni '60, quando il padre e lo zio degli attuali gestori dell’azienda, partecipando alle prime fiere internazionali, iniziarono le prime timide esportazioni nei Paesi che accoglievano gli emigrati calabresi, ovvero Stati Uniti, Germania e Canada, la Ippolito 1845 è arrivata oggi a vendere i suoi vini in 4 continenti e 38 Stati esteri: «Oltre ai mercati tradizionali – riferisce Vincenzo, che è anche responsabile commerciale di parte dell’estero – oggi siamo approdati anche in Paesi emergenti come Polonia, Ungheria, Sud-est asiatico e inizieremo a breve con il Sudafrica. Questi Stati si interessano d’altronde sempre più ai vini calabresi, perché trovano esclusività, distintività, ottimo rapporto qualità-prezzo, abbinamenti gastronomici importanti e un affascinante storytelling, fatto di tanta storia e tante famiglie del vino».

Eccellere oggi, tra così tante Aziende e un numero smisurato di etichette (per rimanere già solo a quelle italiane), è sicuramente molto complicato, ma c’è chi, come gli Ippolito, sta fieramente riuscendo in questo percorso, portando alto in generale il nome della Calabria: «Un percorso non facile, non veloce, che però è raggiungibile – dice ancora Vincenzo – Certamente il livello qualitativo medio del vino calabrese è cresciuto molto, incuriosisce per esempio il fatto di avere e usare vitigni autoctoni, che generano vini diversi dagli altri, italiani e internazionali. E poi – prosegue – la Calabria è una regione ancora poco conosciuta, ma chiunque venga a visitarla, e venga guidato sui percorsi giusti, scopre una regione bellissima dal punto di vista naturalistico e gastronomico, ma anche delle persone, sempre molto ospitali e accoglienti. Quindi credo ci siano ancora ulteriori margini di crescita, ma – conclude – la cosa più bella è che finalmente il mondo che conta nell’enologia si sta accorgendo di noi, anche con importanti riconoscimenti al vino calabrese come il “5 Stars”, e, soprattutto, i mercati di riferimento del vino stanno inserendo, nelle proprie carte dei vini, quelli della nostra regione.Dobbiamo esserne tutti felici e orgogliosi. Facciamo un bel brindisi a tutti noi!».

Sbarco di 487 immigrati in Calabria, egiziano arrestato per reingresso irregolare in Italia

Un 34enne di nazionalità egiziana, sbarcato presso il porto di Crotone lo scorso 11 marzo, insieme ad altri 486 immigrati, è stato arrestato dalla Squadra mobile pitagorica, per reingresso irregolare nel territorio nazionale.

Grazie al rilevamento delle impronte digitali ed alla conseguente comparazione con le precedenti acquisizioni dattiloscopiche presenti nella Banca Dati, procedura cui vengono sottoposti, a cura della polizia scientifica, tutti gli extracomunitari che giungono sul territorio, è stato possibile accertare che l’indagato, nel giugno del 2022, era stato colpito da decreto di espulsione emesso dal prefetto di Torino.

Alla luce delle risultanze degli accertamenti, atteso che il cittadino extracomunitario ha fatto rientro sul territorio nazionale prima del previsto termine di 3 anni, come emerso dalle attività dell’ufficio immigrazione, è stato tratto in arresto, ed associato preso la locale casa circondariale.

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Autonomia differenziata, Lo Schiavo a Occhiuto: "Il Sud non scappa in ritirata, ma dice "no" ad una partita truccata"

«Il presidente Occhiuto, cercando affannosamente di motivare il suo voto favorevole in Conferenza Stato-Regioni al Disegno di legge sull’Autonomia differenziata, parla di un “Sud che non scappa in ritirata davanti alle sfide”. Ma di quali “sfide” parla esattamente Occhiuto? Come fa a sostenere con queste argomentazioni una scelta politica che punta solo a spaccare il Paese e a indebolire le Regioni più povere che avranno tutto da perdere e nulla da guadagnare in una partita truccata in partenza? E dispiace che sia stato proprio il presidente della Regione Calabria, che aveva avuto inizialmente posizioni coraggiose contro l’Autonomia differenziata, a battere in ritirata sapendo che questa riforma non può portare alcun beneficio alla nostra regione. D’altra parte avevamo chiesto al presidente se avrebbe avuto la forza e l’autonomia di garantire tutti i calabresi e non solo il suo schieramento. Mi sembra che stia prevalendo questa seconda posizione. Ma ora pretendiamo, da subito, che la discussione sia portata in Consiglio regionale. E a questo scopo, come forze d’opposizione, abbiamo chiesto unitariamente la convocazione di una seduta ad hoc, anche per capire se il presidente Occhiuto abbia deciso su mandato della sua maggioranza di sostenere un disegno che mina alle basi i principi di unità e solidarietà nazionale. Cosicché ognuno possa assumersi le proprie responsabilità davanti agli elettori. Non sono più ammesse ambiguità, serve mettere nero su bianco posizioni e contenuti e capire se anche la maggioranza del Consiglio regionale è convinta, come Occhiuto, che l’Autonomia differenziata sia davvero una soluzione vantaggiosa per la nostra regione».

È quanto dichiara il consigliere regionale del Gruppo misto - Liberamente progressisti Antonio Lo Schiavo in un comunicato stampa.

Naufragio in Calabria, ottomila euro per il viaggio della morte. Sale a 64 il numero delle vittime

Sono stati individuati i presunti trafficanti di uomini responsabili del naufragio avvenuto domenica scorsa a Steccato di Cutro (Kr) e costato la vita a 64 persone.

Si tratta di un cittadino turco e due pachistani.

Gli indagati, che avrebbero condotto sulle coste calabresi il natante partito dalla Turchia, sono stati identificati in seguito a un'attività svolta congiuntamente da polizia, carabinieri e guardia di finanza di Crotone.

Nel corso delle indagini è emerso che gli immigrati avrebbero pagato ottomila euro a testa per potere salire a bordo del barcone della morte.

Intanto, la Prefettura di Crotone ha fatto sapere che questa mattina è stato recuperato il cadavere di un uomo e che da domani (1 marzo) sarà aperta al pubblico la “camera ardente” presso il “Palamilone” di Crotone

Naufragio in Calabria, Piantedosi: "Tragedia immane, necessario spezzare la filiera dei trafficanti"

“Il naufragio avvenuto al largo delle coste calabresi mi addolora profondamente e ci impone innanzitutto il profondo cordoglio per le vite umane spezzate.

È una tragedia immane che dimostra come sia assolutamente necessario contrastare con fermezza le filiere dell’immigrazione irregolare, in cui operano scafisti senza scrupoli che pur di arricchirsi organizzano questi viaggi improvvisati, con imbarcazioni inadeguate e in condizioni proibitive.

È fondamentale proseguire in ogni possibile iniziativa per fermare le partenze e che non vengano in alcun modo incoraggiate traversate che, sfruttando il miraggio illusorio di una vita migliore, alimentano la filiera dei trafficanti e determinano sciagure come quella di oggi”. Lo dichiara il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi.

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Imbarcazione carica d'immigrati affonda in Calabria, numerose vittime

Tragedia all'alba di oggi davanti alle coste di Steccato di Cutro, nel Crotonese, dove un'imbarcazione con a bordo diversi immigrati è affondata a causa delle avverse condizioni del mare. 

Sul natante - un peschereccio spezzato in due tronconi dalla furia delle onde - viaggiava un numero imprecisato di persone. 

Allo stato si contano 59 vittime, mentre i superstiti sarebbero un'ottantina. 

Le operazioni di soccorso e recupero sono ostacolate dalle condizioni proibitive del mare. Al momento, per cercare d'individuare altri sopravvissuti, i vigili del fuoco stanno utilizzando, in sinergia con la capitanerie di porto, gli acquascooter. 

La zona della sciagura è battuta da un elicottero della guardia costiera impegnato ad individuate eventuali corpi in mare. 

Notizia in aggiornamento

Tecnici per il Pnrr negli Enti locali, Lo Schiavo: "La Regione lavori per la stabilizzazione"

«L’approvazione della Proposta di legge regionale sulle “Misure urgenti per le attività di affiancamento nell’attuazione del Pnrr e dei fondi Sie”, che prevede il ricorso a lavoratori rientranti nel bacino del precariato calabrese, riapre in materia decisa il tema mai risolto delle migliaia di lavoratori precari che da anni prestano servizio, senza certezze e garanzie, nelle amministrazioni pubbliche calabresi a tutti i livelli. Annunciando, nel corso della discussione in Consiglio regionale, il mio voto favorevole alla proposta, non ho mancato di ricordare la condizione dei tecnici arruolati negli Enti locali per l’attuazione del Pnrr attraverso i concorsi indetti dall’Agenzia di coesione, noti come “Coesione 1” e “Coesione 2”».

Lo dichiara, in un comunicato stampa, il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo, intervenendo sul tema dei lavoratori precari reclutati per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza nelle Pubbliche amministrazioni.

«Si tratta di lavoratori - spiega Lo Schiavo - altamente specializzati che rivestono un ruolo strategico e determinante in relazione all’attuazione del Pnrr, senza i quali si vedrebbe vanificata l’irripetibile occasione di sviluppo che il Piano di ripresa e resilienza rappresenta per il nostro Paese e, in particolare, per il sud Italia e per la regione Calabria. Il contributo di tali lavoratori, contrattualizzati con scadenza a 36 mesi, rischia di essere frustrato proprio da tale forma di rapporto che non offre garanzie e, anzi, funge da vero e proprio deterrente rispetto al loro coinvolgimento nel raggiungimento degli obiettivi. Si registra, non a caso (come segnalano le forze sindacali e il Comitato per la stabilizzazione), una copiosa fuga da tali posizioni lavorative in favore di altre possibilità occupazionali. Il Parlamento ha introdotto la possibilità di stabilizzare i tecnici del Pnrr, limitandola però esclusivamente al personale assegnato al ministero dell’Economia e delle finanze e ad altre amministrazioni centrali. Nulla di analogo si prevede con riferimento a chi lavora, invece, negli Enti locali con il risultato di aver creato un’inaccettabile disparità di trattamento tra lavoratori assunti con la medesima ratio e selezionati attraverso le medesime modalità. L’auspicio (come evidenziato dal Comitato dei tecnici del Sud) è che il provvedimento in questione funga da apripista per ampliare il bacino di lavoratori interessati dalla stabilizzazione, senza ingiustificate distinzioni. Anche il Consiglio regionale della Calabria - esorta Lo Schiavo - dia allora il suo contributo, riconoscendo la validità e l’importanza del lavoro svolto dal personale tecnico negli Enti locali e facendo sentire la propria voce al Governo nazionale affinché si preveda, in tempi brevi, anche negli enti periferici, la stabilizzazione di tali lavoratori, salvaguardando l’indispensabile apporto che gli stessi offrono».

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