Parigi: la polizia ferma un 15enne pronto a compiere un attentato

Un 15enne, sospettato di voler compiere un attentato terroristico, è stato fermato questa mattina a Parigi. La notizia è stata divulgata dai media francesi, per i quali il ragazzo sarebbe stato posto in stato di fermo dagli 007 transalpini. L'adolescente, sarebbe stato in contatto con il jihadista francese Rachid Kassim, presunto mandante ed ispiratore dalla Siria di diversi progetti d'attentato in Francia. Il potenziale terrorista si sarebbe "proposto per un'azione". Sabato scorso, un altro adolescente di 15 anni, legato a Rachid Kassim, sospettato di voler "passare all'azione" era stato fermato a Parigi. Nato il 9 settembre 2001, il quindicenne fermato quest'oggi non era noto ai servizi di polizia e da quanto è trapelato, aveva cercato di procurarsi un'arma, ma si ignora l'obiettivo. Sono una trentina i minorenni fermati in Francia nel quadro di vicende legate al terrorismo. Sempre a Parigi, nel corso della notte erano stati arrestati cinque cittadini siriani armati e sospettati di voler acquistare dei kalashnikov. I cinque sono stati individuati in un ristorante del quartiere latino, dove progettavano l'acquisto di quattro fucili mitragliatori

 

Il Governo italiano manda il Libia 200 paracadutisti

Dopo mesi di esitazioni, il Governo italiano ha rotto gli indugi ed ha deciso di mandare un contingente militare in Libia. I 300 soldati italiani, impiegati nella missione "Ippocrate", saranno schierati nella città di Misurata. La notizia è trapelata nelle stesse ore in cui il generale Khalifa Haftar ha lanciato l’operazione “Lampo improvviso”, l'offensiva che ha permesso alle sue forze di strappare alle milizie fedeli a Tripoli i terminal petroliferi del Golfo della Sirte. Il rischio concreto, quindi, è che le forze fedeli a Tripoli ed a Tobruk possano scontrarsi militarmente con la conseguenza che i militari italiani potrebbero vernirsi a trovarsi in un contesto ad alto rischio. Ufficialmente, la missione  predisposta dal Governo italiano avrà uno scopo esclusivamente sanitario. A Misurata, la città che sta offrendo il maggior contributo alla lotta contro l'Isis a Sirte, verrà dislocato un ospedale da campo italiano dove saranno curati i feriti in combattimento. Negli ultimi mesi l'Italia ha fornito medicinali e tra gennaio e giugno, alcune decine di miliziani sono stati trasferiti all’ospedale militare romano del Celio con voli dei C-130J dell’Aeronautica Militare. “La battaglia che hanno combattuto le forze di Misurata contro i terroristi di Daesh è stata molto impegnativa, con quasi 500 morti e oltre duemila feriti. Ora hanno bisogno che l’Italia dia loro una mano lì perché dobbiamo poter curare questi valorosi combattenti contro il terrorismo e contro l’Isis” ha detto il ministro della Difesa, Roberta Pinotti che  ha illustrato la missione alle commissioni parlamentari di Esteri e Difesa insieme al ministro degli Esteri Paolo Gentiloni. Il contingente italiano sarà composto da 300 uomini così suddivisi: 65 medici e paramedici, 135 addetti alla logistica ed un centinaio di fanti addetti alla difesa della base ed alla scorta ai convogli. La forza "combattente" sarà fornita dal 186° reggimento paracadutisti Folgore. A supporto del contingente, sull'aeroporto di Misurata, verrà schierato un aereo da trasporto tattico C-27J, mentre una nave del dispositivo Mare Sicuro verrà mantenuta al largo della costa libica. Nelle prossime ore, da Livorno, partirà la nave anfibia San Marco con a bordo i soldati del contingente italiano.

Parigi: auto carica d'esplosivo scoperta a Notre Dame

Un'auto con a bordo almeno sei bombole di gas è stata scoperta nella notte a cavallo tra sabato e domenica a Parigi, nelle vicinanze della cattedrale di Notre Dame. A divulgare la notizia è stato l'Antiterrorismo francese che ha fatto sapere che le bombole sono state rinvenute su una Peugeot 607 priva di targhe.  Da quanto si è appreso, nell'auto non era presente alcun detonatore. Nel corso delle indagini, avviate per cercare di fare luce sul fatto, sono state fermate almeno 5 persone.

Turchia: strage alla festa di matrimonio, 50 morti e 94 feriti

Strage  in Turchia dove durante un ricevimento di matrimonio  un'esplosione ha provocato 50 morti e 94 feriti. L'attentato, attribuito a kamikaze dell'Isis, è stato compiuto nella città di Gaziantep, non lontana dalla Siria. Le vittime, molte delle quali sono donne e bambini, appartengono quasi tutte alla minoranza curda. Secondo le prime ricostruzioni, uno o più attentatori suicidi si sarebbero uniti ai festeggiamenti che, come da tradizione, si stavano svolgendo in strada. La deflagrazione ha devastato ogni cosa nel raggio di alcune decine di metri.

Due italiani feriti in attentanti in Thailandia

Almeno quattro persone sono morte e una quarantina sono rimaste ferite - tra cui due italiani - in Thailandia in una decina di esplosioni che tra ieri e stamattina hanno colpito cinque località costiere nel sud del Paese, tra cui le mete turistiche di Hua Hin e Phuket. Gli attacchi, che non sono stati rivendicati, appaiono chiaramente coordinati. Mentre continuano le indagini, le autorità di Bangkok - notoriamente timorose degli effetti sul turismo - hanno escluso l'ipotesi terroristica e in particolare il terrorismo islamico, preferendo parlare di "sabotaggio locale". L'attacco più grave è avvenuto ieri sera a Hua Hin, 200 chilometri a sud di Bangkok. In una via adiacente a un popolare mercatino turistico, due ordigni sono esplosi a venti minuti di distanza, causando un morto e oltre 20 feriti tra cui due italiani. Uno di essi è stato dimesso dopo le prime cure, mentre il secondo - il 51enne Andrea Tazzioli, di Genova - è stato operato alla spalla per rimuovere una scheggia. Ma è questa mattina che la strategia coordinata degli attacchi è diventata evidente. Di nuovo a Hua Hin, altri due ordigni vicino alla torre dell'orologio hanno causato un morto. Un'altra vittima thailandese si è registrata a Surat Thani, più a sud, dopo una cerimonia per il compleanno della regina thailandese Sirikit. E poi a Phuket, nella turistica zona di Patong, un ordigno minore è esploso causando un ferito, e altre bombe minori sono state identificate e disinnescate dalla polizia. Alla luce di questa serie di attacchi, va contata tra gli attentati anche l'esplosione di ieri pomeriggio in un mercato a Trang, nell'estremo sud, che ha causato un altro morto. Sia a Hua Hin sia a Phuket, le autorità hanno invitato i turisti a evitare le zone affollate. Ancora da chiarire la matrice degli attacchi. Un movimento separatista islamico è presente da oltre un decennio nell'estremo sud ed è responsabile di una guerriglia costata oltre 6 mila morti ma finora ha sempre colpito nelle quattro province dove è attivo e non ha mai mostrato nessun legame con il terrorismo islamico globale o con l'Isis. E' possibile anche un movente politico, dopo l'approvazione della nuova Costituzione nel controverso referendum di domenica scorsa. Lo stesso premier Prayuth Chan-ocha ha indirettamente puntato il dito contro l'opposizione. Il fatto che oggi sia l'84esimo compleanno della regina, e che i militari ora al potere siano i più strenui difensori della monarchia, rafforza l'ipotesi di attacchi simbolici per lanciare messaggi. Nell'attesa di fare chiarezza, la Thailandia è oggi in stato di allerta. (ANSA)

 

Le Forze speciali italiane sono già in Libia, lo conferma un documento top secret

Le Forze speciali italiane stanno operando in Libia. A confermare l'indiscrezione fatta ciorcolare da Repubblica, un documento top secret pubblicato dall'Huffington Post.  Redatto dal Comitato di controllo sui servizi segreti (Copasir), il documento conferma la presenza dei nostri militari sullo scacchiere libico. Le operazioni attualmente in corso sono "effettuate in applicazione della normativa approvata lo scorso novembre dal parlamento, che consente al presidente del Consiglio di autorizzare missioni all'estero di militari dei nostri corpi d'elite ponendoli sotto la catena di comando dei servizi segreti con tutte le garanzie connesse. Immunità compresa". In altri termini, "i commando del IX Reggimento 'Col Moschin' del Gruppo Operativo Incursori del Comsubin, del XVII Stormo Incursori dell'Aeronautica Militare e del Gruppo di Intervento Speciale dei Carabinieri (e le forze di supporto aereo e navale) non rispondono alla catena di comando della coalizione dei trenta e più paesi che appoggia il governo del premier Fayez al Sarraj, ma direttamente" al governo Renzi. Secondo alcune indiscrezioni, le teste di cuoio italiane opererebbero a Tripoli, Misurata e Bengasi e svolgerebbero attività di formazione dei militari del Governo di Unità nazionale e delle milizie di Misurata.

Guerra in Europa, il nemico più pericoloso è l'ansia

Voglio tranquillizzare il signor presidente della Repubblica che si preoccupa dell’ansia da terrorismo; e faccio uso di alcuni esempi storici. Quando Giulio Cesare assediava Alesia e a sua volta venne assediato dai Galli, non solo non si fece prendere dall’ansia, ma, con la massima calma, attese che i Galli esterni finissero i viveri e se ne andassero; e poi prese Alesia e catturò Vercingetorige. Lo stesso gli accadde un paio d’anni dopo ad Alessandria, dove però un po’ d’ansia forse la sentì… per Cleopatra. O pensate che san Pio V e don Giovanni d’Austria nel 1571, o Giovanni Sobieski e l’imperatore Leopoldo nel 1683 abbiano sconfitto il nemico turco perché quella mattina non avevo preso l’ansiolitico? Ma no, combatterono tranquillissimi. L’ansia è dannosa, nella vita in genere, e tanto più in guerra; l’ansia non è uno stato d’animo, è una malattia e si cura – così così – con delle pillole. Io non sono minimamente in ansia per la minaccia dell’ISIS o di chi per esso. Buon conoscitore della storia universale, mi stupiscono moltissimo che l’Europa, terra delle guerre, sia in relativa pace dal 1945; e so che a lunghi periodi di pace seguono, di solito, guerre terribili: dal 1748 al 1792, e poi un massacro continuo fino al 1815; dal 1815, pace fino al 1914: e si sa cosa avvenne dopo. Non dobbiamo perciò farci prendere dall’ansia, ma con molta freddezza decidere il da farsi, e farlo presto e bene. Se c’è un luogo dove sta il califfato, attaccarlo e distruggerlo (nota tecnica: le bombe dall’alto non gli fanno nulla; serve un assalto per terra: ferro ignique vastare); se il califfo ha, come ha, dei seguaci in Europa, considerarli soldati nemici e porli di fronte all’alternativa normale in guerra: o arrendersi o essere feriti e uccisi. In guerra, è banale. Non c’è bisogno di ansia, se mai di una sana e lucida ira, come insegna Platone: thymòs, coraggio furibondo dei guerrieri; però, calma olimpica dei governanti e generali. Ve lo immaginate, a Lipsia nel 1813, lo Schwarzenberg e il Radetzky affrontare Napoleone soffrendo di ansia da prestazione? Invece, mici mici e quatti quatti gli rifilarono uno squasso di legnate; due anni dopo, il generale inglese Thomas Picton non provò nessuna ansia quando, lasciato il ballo a Bruxelles, corse a prendere il comando della sua divisione e ne morì alla testa; provò sicuramente mal di piedi, con gli scarpini eleganti, visto che era in ferie e senza divisa e scarponi. Facciamo dunque questa guerra con la massima tranquillità, possibilmente sbrigandoci e facendo il massimo nel minor tempo possibile. Ne abbiamo le armi e i soldi; e, se saputi selezionare e addestrare, anche i soldati: non ci servono nè ansia né diluvi di parole né arrampicate sugli specchi dell’ideologia. Un corollario. Bastano otto settimane di BAR (Battaglione Addestramento Reclute) come le ho passate io al V Aosta, per trasformare in un valente e spietato soldato anche il più effeminato e molliccio divertaiolo della “generazione Bataclan” e dei gessetti colorati: fidatevi. Se no, riguardatevi il bel film “Ufficiale e gentiluomo”. Vale anche per le signorine.

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Germania: urla "Allah è grande" e si scaglia con un'ascia contro i passeggeri di un treno

Quattro persone sono state ferite, ieri sera, in Germana, da un 17enne afgano mentre si trovavano a bordo di un treno diretto nella cittadina di Wurzburg. Secondo quanto riferito dal ministero dell'Interno bavarese, l'immigrato si sarebbe scagliato contro i passeggeri con un'accetta, urlando "Allah akbar", Dio è grande. Tre dei feriti verserebbero in gravi condizioni, mentre il quarto avrebbe riportato ferite leggere. L'assalitore è stato ucciso a colpi di arma da fuoco dalla polizia.

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