C’è un ristretto cerchio di persone che, per usare l’espressione dello scrittore tedesco Ernst Jünger, sono “baciate dal Dio del tempo”.
Si tratta di uomini e donne che, navigando sul moto ondoso degli anni, sono riusciti ad attraversare le Colonne d’Ercole di un secolo di vita ed a spingersi oltre.
Un ristretto cerchio cui appartiene Maria Stella Tassone, la nonnina spadolese che, proprio oggi, spegnerà 103 candeline.
Nata il 25 aprile del 1917, lo stesso giorno della grande cantante jazz Ella Fitzgerald, nel bel mezzo della Prima guerra mondiale e pochi mesi prima dalla scoppio dell’epidemia di Spagnola, Maria Stella Tassone ha trascorso tutta la sua esistenza a Spadola.
Nel borgo della Minerva ha vissuto gioie e dolori, ha messo al mondo i suoi quattro figli, Francesco, Bruno, Giovanna e Vittorio; ha visto crescere i nipoti ed assistito alla prematura scomparsa del marito.
Per decenni ha rappresentato un “faro nella notte” per chi era costretto a lasciare malvolentieri il tepore delle lenzuola, per sfidare le sferzanti gelate degli inverni d’altri tempi.
Il suo bar, infatti, con puntualità quasi maniacale, apriva i battenti alle 4.30 per offrire un caffè caldo a quanti si mettevano in cammino di buonora.
Chi entrava nel suo locale, che fosse il sonnacchioso autonoleggiatore diretto a Catanzaro, o il baldanzoso giovanotto desideroso di un “Tresette”, veniva sempre accolto con la cordialità di un sorriso.
Un sorriso che, ancora oggi, continua a donare delicatezza e garbo al suo volto segnato dalle pieghe del tempo.
Auguri, Maria Stella!