Siria: inziata l'offensiva per la conquista di Aleppo, l'esercito entra nella città vecchia

Le truppe siriane e gli alleati di Hezbollah sono ormai pronte a sferrare l'assalto decisivo alla città di Aleppo. Si tratta di una delle operazioni più importanti dall'inizio del conflitto. Nella giornata odierna, i soldati di Damasco sono riusciti ad entrare nel quartiere di Salahuddin dove hanno distrutto una sala di controllo del gruppo di Fatah Halab. Prima di lanciare l'offensiva, l'esercito ha inviato i civili a stare lontani dalla posizioni fortificate che i terroristi hanno predisposto nella parte orientale della città. Altri progressi sono stati segnalati nel quartiere Farafira, situato nella città vecchia di Aleppo, dove le forze regolari sono entrate dopo una breve battaglia con i jihadisti di Fatah Halab. Infine, le forze armate e Hezbollah sono riusciti a penetrare nel quartiere di Bab al Nayrab, dove infuriano i combattimenti. La battaglia si preannuncia piuttosto cruenta. Da una parte le forze lealiste, decise a chiudere la partita nella seconda città più importante del Paese, dall'altra i combattenti islamici, consapevoli che una sconfitta ad Aleppo corrisponderebbe al de profundis di ogni loro velleità di rovesciare il presidente Assad

Siria: missili russi fanno strage di ufficiali dei servizi segreti americani e israeliani

La reazione di Mosca al bombardamento aereo americano che ha causato circa 100 morti tra le fila dei soldati siriani in lotta contro l'Isis nella citta siriana di Deir el Zor, non si è fatta attendere. Alcune navi da guerra russe che incrociano nel Mediterraneo hanno lanciato una salva di missili Klibr che ha colpito e distrutto un centro operativo degli insorti nel quale si trovavano una trentina di componenti dei servizi segreti israeliani ed occidentali. La notizia è stata riportata dall'agenzia Sputnik che ha citato fonti militari di Aleppo. Il centro operativo distrutto dai missili di Mosca si trovava all'interno di vecchie cave situate sul monte Saman, nella parte occidentale della provincia di Aleppo. Tra le vittime ci sarebbero anche ufficiali dell'intelligence di Stati Uniti, Turchia, Arabia Saudita, Qatar e Regno Unito. I militari dei paesi che, in teoria, starebbero combattendo contro il terrorismo si trovavano nel centro operativo per dirigere gli attacchi condotti dai terroristi su Aleppo e Idlib. L'attacco, compito lunedì scorso dalle forze navali russe, ha quindi annientato il centro di comando della coalizione diretta da USA ed Arabia Saudita che dirigeva le operazioni dei gruppi terorristi affiliati al “Jabhat Fatah Al-Sham” (ex Fronte al-Nusra) ed al fantomatico ELS. I diversi miliziani che operano in Siria sono armati ed addestrati dagli USA e dal Regno Unito e in alcuni situazioni ricevono ordini dall’Arabia Saudita. In ogni caso, tutti i gruppi  sono coordinati dallo stesso centro di comando inter-alleato che i russi avevano scoperto intercettandone le comunicazioni. Il centro di comando e la sua localizzazione era stato individuato da tempo e si sapeva che al suo interno vi erano ufficiali delle forze speciali USA, Saudite e Turche con la presenza sicura di alcuni ufficiali israeliani. Prima di entrare in azione i russi hanno aspettato. La circostanza induce, quindi, a pensare che l’azione abbia rappresentato la risposta all’attacco, contro le truppe siriane, compiuto lo scorso 17 agosto dall'aviazione guidata dagli USA a Deir el Zor.

Siria: strage di terroristi, oltre 300 morti nel bombardamento di un convoglio nelle vicinanze di Aleppo

Strage di terroristi da parte di aerei da guerra russi e siriani che, nella giornata di ieri, hanno distrutto una colonna militare composta da non meno di 300 guerriglieri. Il bombardamento ha colpito un convoglio entrato dal confine turco e diretto nella città di Tal Rifat. Nel raid sono stati distrutti diversi veicoli e significative quantità di materiale militare. Si è trattato, quindi, di un duro colpo, per il traballante schieramento di Al Nusra che contava sui rinforzi per cercare di far fronte all’avanzata dell’esercito siriano e dei miliziani curdi. Vano si sta rivelando anche l’intervento dell’artiglieria turca che, da giorni sta martellando, i guerriglieri dell’Ypg che si battono contro gli uomini appartenenti al ramo siriano di Al Qaeda. Le formazioni curde sono riuscite, infatti, a compiere rapidi progressi nella parte settentrionale della provincia di Aleppo, conquistando importanti postazioni a ridosso della confine con la Turchia.

Siria: le milizie curde dell'YPG avanzano nella provincia di Aleppo e conquistano la base aerea di Minaq

Continuano senza sosta i combattimenti sul fronte nord della Siria dove, ormai, da diversi giorni infuria la battaglia per il controllo della provincia di Aleppo. Oggi, al termine di furiosi combattimenti,le milizie curde dell’Unità di protezione del popolo (YPG) hanno liberato la base aerea di Minaq. Occupata da anni dai terroristi di Al-Nusra e Ahrar al Sham, l’area è stata conquistata con un’operazione coordinata con l'esercito siriano ed il sostegno delle forze aeree di Mosca e Damasco. Situata a soli 6 km dalla città di Azaz, la base aerea riveste un’importanza fondamentale anche in ragione della vicinanza con il confine turco dal quale transitano gli aiuti ai terroristi. Il successo di oggi segue quelli ottenuti nei giorni scorsi. Grazie al coordinamento
con le truppe siriane,i combattenti curdi sono riusciti a portare sotto il loro controllo diverse località, tra le quali Base 55, un’importante struttura militare ubicata a nord di Aleppo.

 

Siria: al via l'offensiva per la liberazione di Aleppo

Gli ultimi giorni di gennaio si sono rivelati particolarmente proficui per l’esercito siriano ed i suoi alleati. Nella generale avanzata delle forze lealiste, i  successi strategicamente più significativi sono quelli che hanno portato alla liberazione di Selma e Rabiam, nella provincia settentrionale di Latakia e di Daraa nell’omonima provincia meridionale. Grazie al controllo delle città situate, rispettivamente, a ridosso delle frontiere turca e giordana, l’esercito governativo ha spezzato le linee di rifornimento degli insorti. Riconquistata la provincia di Latakia, lo Stato Maggiore siriano è, ora, in procinto di lanciare una nuova offensiva su larga scala. Diversamente da quanto ipotizzato dagli osservatori, le nuove operazioni militari non saranno indirizzate verso Idlib, bensì in direzione di Aleppo, la cui conquista consentirebbe di “sigillare” integralmente il confine con la Turchia dal quale transitano gli aiuti ai ribelli. La pianificazione dell’ attacco è stata condotta con grande attenzione, in virtù delle difficoltà cui, molto probabilmente, andranno incontro i soldati impegnati sul terreno. La vastità dell’area e la concentrazione di terroristi ha indotto il comando siriano a mettere a punto accurati preparativi. Il piano d’attacco muoverà lungo quattro diverse direttrici. La prima, dovrebbe investire la zona meridionale, dove operano i miliziani di Al Nusra- Al Qaeda; la  seconda, la parte orientale, controllata dall’esercito Siriano; la terza, l’area nord occidentale, occupata dall’Esercito della conquista e da altre fazioni minori ed infine, il centro metropolitano nel quale sono attestati gli uomini che fanno capo all’Esercito della conquista. I preparativi dell’offensiva sono in una fase piuttosto avanzata, come dimostrano alcune operazioni già in corso. Nello scacchiere nord occidentale, l’esercito siriano ha già preso il controllo della città di Bluzah, mentre nel settore nord orientale, dopo ore di pesanti combattimenti, le truppe di Damasco hanno conquistato la città di Ein al Yamaymeh. Più agevoli, invece, i progressi sul fronte meridionale, dove il parziale ritiro di Al Nusra ha permesso ai governativi di rafforzare  la loro presenza nell'area strategica del Monte Azzan e di riprendere il controllo delle città di Zitan e Kulyih. La vera partita, tuttavia, si giocherà ad Aleppo il cui controllo è fondamentale, a tal punto da indurre i miliziani del Fronte Al Nusra a sguarnire le difese nel settore meridionale per rafforzarle lungo la cintura metropolitana. Lo scopo degli insorti è quello d’impedire all'esercito siriano di circondare la città ed iniziare un assedio dall'esito scontato. La fase “2” dell’offensiva dovrebbe culminare nell’attacco alla provincia di Idlib. Una volta completata la totale liberazione della Siria occidentale, le truppe di Damasco avranno le “spalle coperte” per avanzare in direzione di Palmira e delle province orientali occupate dai terroristi dello Stato Islamico.

Siria: i russi uccidono 60 miliziani dell'Isis, i governativi resistono a Deir Ez Zor

Si susseguono senza sosta i combattimenti tra i terroristi dell'Isis ed i soldati dell'esercito regolare siriano. Da una parte, le truppe di Damasco stanno conducendo una pesante offensiva nella parte nord orientale della provincia di Aleppo; dall'altra, i miliziani del Califfato stanno stringendo l'assedio intorno alla città di Deir Ez Zor dove, due giorni fa, hanno massacrato 300 civili, tra cui donne e bambini, prendendone in ostaggio altri 400. Nella città situata a ridosso del confine iracheno, la situazione è diventata piuttosto confusa. Nonostante la mattanza ed i ripetuti assalti, i terroristi dello Stato Islamico, sarebbero stati respinti anche oggi dai soldati della 104a Brigata aerotrasportata della Guardia Repubblicana. Un contributo fondamentale alla causa di Damasco lo sta offrendo l'aviazione russa che, secondo l'agenzia Tass, negli ultimi quattro giorni avrebbe compiuto 157 operazioni grazie alle quali sarebbero stati distrutti 579 obiettivi. Stando a quanto dichiarato dal portavoce del ministero della Difesa Igor Konashenkov, le sortite più significative avrebbero interessato le province di Aleppo, Homs, Hama, Raqqah e Latakia e Deir ez-Zor. Proprio in quest'ultima città, i bombardieri di Mosca avrebbero ucciso 60 miliziani del Califfato.

 

Siria: le forze speciali Tiger avanzano in direzione di Aleppo

Gli uomini della "Tiger Force", l'unità speciale dell'esercito siriano, hanno espugnato la località di Ayishah, nelle vicinanze di Aleppo. A darne notizia il Fronte europeo per la Siria, secondo il quale l'attacco sarebbe stato sferrato ieri sera. La rapidità dell'azione avrebbe colto di sorpresa i terroristi dell'Isis obbligandoli alla ritirata. Si tratta di un successo importante, grazie al quale l'esercito siriano rientra per la prima volta, dal 2012, sullo strategico altopiano di al Bab. Prossimo obiettivo dei commandos di Damasco, le due roccaforti dell'Isis nella zona, Al Bab e Deir Hafer.

Siria, la Russia invia altri 50 bombardieri ed una brigata di forze speciali

La Russia sarebbe in procinto d'inviare in Siria altri 50 aerei da combattimento ed una brigata composta da un migliaio di uomini appartenenti alle forze speciali ed ai servizi segreti. A darne notizia, il giornale kuwaitiano "AlraiMedia" che cita fonti militari secondo le quali sarebbe già stata individuata la base aerea dove, a breve, dovrebbe avvenire il dispiegamento delle forze. Gli uomini del genio militare russo e siriano sarebbero all'opera per rendere operativa l'installazione militare di Al-Sha' yarat, situata nella provincia di Homs. La nuova base, dotata di due piste da 3 km e da 45 hangar fortificati, sarebbe stata scelta per sostenere l'offensiva che l'esercito siriano, affiancato dai miliziani di Hezbollah e dai soldati siriani, ha sferrato nella Siria centrale e ad Homs orientale in direzione della città di Palmira. La base dovrebbe diventare operativa non appena sarà stato assicurato il controllo  sulla strategica città di Al Qaryateyn. Una volta entrata in linea, la nuova unità aerea, che andrà ad affinacare quella attualmente operativa a Latakia, aumenterà notevolmente il raggio d'azione dei bombardieri russi. Intanto, in attesa dell'arrivo dei nuovi rinforzi, i russi hanno già schierato in Siria altri 24 lanciarazzi termobarici TOS 1 "Buratino" e nuovi carri armati T-90, già operativi sul fronte di Aleppo.

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