Caro bollette, Sgrò: "Insisteremo fino all'attuazione delle nostre proposte"

“La piazza ci ha dato forza e adesso dobbiamo insistere fino a quando le nostre proposte non verranno tradotte in pratica”. Il “day-after” di Giovanni Sgrò è già orientato al futuro. L'imprenditore che ha raccolto a Soverato centinaia di manifestanti, imprenditori, commercianti, cittadini contro il caro energia, guarda alle prossime iniziative. “Non di protesta, ma di proposta” ci tiene a precisare, sottolineando l'aspetto “civile, pacifico e propositivo” di un'azione che punta a evidenziare “qualcosa che non si è ancora ben capito” è cioè che “viviamo una crisi senza precedenti, quindi servono soluzioni altrettanto eccezionali”. “La Regione e il Governo possono e devono intervenire con assoluta urgenza” la considerazione di Sgrò che, dalla piazza di Soverato, ha consegnato alla politica un dettagliato “pacchetto” di risposte emergenziali per alleviare la sofferenza delle famiglie e delle piccole e medie imprese. Tra i punti sollevati, l'esigenza di valorizzare la scelta delle rinnovabili con un sistema di premialità molto marcato. Concetto su cui si è soffermato, in particolare, Simone Molteni (LifeGate), arrivato in Calabria da Milano proprio perché richiamato dall'eco della manifestazione.

 “LifeGate - ha spiegato - è impegnata da oltre vent’anni a diffondere la cultura della sostenibilità, dell’efficienza energetica e di una transizione dalle fonti fossili alle rinnovabili. Con LifeGate Energy vendiamo energia esclusivamente rinnovabile a migliaia di persone e aziende e oggi assistiamo con tristezza e rabbia alle conseguenze degli errori commessi dalla politica negli ultimi quarant'anni. I prezzi di energia elettrica e gas sono fuori controllo e le conseguenze su famiglie e imprese sono devastanti. L’aspetto più odioso della faccenda è che i primi ad essere colpiti in maniera violenta sono, come al solito, i più deboli. Piccoli artigiani, piccole aziende e famiglie che con coraggio vivevano in un equilibrio precario oggi non riescono ad assorbire i rincari generati da una nuova inflazione e dall’energia. Vanno aiutate subito ma soprattutto va risolto in maniera strutturale il problema. Il mercato dell’energia si basa su regole che non funzionano in un epoca di grandi tensioni internazionali e che prestano il fianco a speculazioni finanziarie ignobili. Vanno  cambiate subito queste regole e perseguite le società che hanno commesso abusi o ne hanno approfittato in maniera spregiudicata. Va sbloccata la burocrazia e indirizzato con decisione un piano nazionale di efficienza energetica e diffusione delle rinnovabili. Del nucleare si può anche discutere, ma deve esser chiaro che questa discussione non ha niente a che vedere con la soluzione della crisi energetica e climatica né nel breve né nel medio termine: anche partendo oggi in questa direzione non si produrrebbe un solo kilowattora prima di vent’anni”.

“L’evento organizzato da Giovanni Sgrò in Calabria - ha affermato Molteni - è stato utilissimo per risvegliare l’attenzione di politica e istituzioni sul grido di dolore che arriva da piccole imprese già chiuse o sull’orlo della chiusura e famiglie preoccupate di dovere scegliere tra la bolletta e la spesa alimentare. È emblematico che questo grido parta dalla Calabria perché, come sottolineato da alcuni relatori importanti come l’imprenditore Pippo Callipo o don Giacomo Panizza, il rischio aggiuntivo di un sistema imprenditoriale in crisi in queste terre e che finisca preda di organizzazioni criminali come la 'ndrangheta. Le soluzioni tecniche esistono, la provvidenza ci ha aiutato con un paese ricco di sole e di vento, oltre che di cervelli e grandi imprenditori. E’ l’ora del coraggio e dell’azione per non arrenderci a scenari così cupi”.

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A Soverato l'urlo della Calabria contro il caro energia: “Subito misure eccezionali e urgenti”

“Siamo la voce del Paese reale”. Così gli organizzatori della manifestazione “La Calabria contro il caro energia”. Piazza Maria Ausiliatrice gremita, a Soverato, proprio davanti alla sede del Palazzo di Città. Tante le disperate testimonianze di piccoli imprenditori costretti a chiudere bottega per l'aumento dei costi in bolletta: pizzaioli, autotrasportatori, panettieri, pescatori. Tanti altri hanno lamentato i ritardi e l'inefficacia della politica “troppo lenta ad intervenire” o capace di produrre solo “pannicelli caldi” contro lo tsunami energetico che ha travolto l'Italia. Di “economia di guerra” ha parlato Aldo Ferrara (Unindustria). E si è espresso senza mezzi termini Pippo Callipo che ha evidenziato la drammatica condizione di quei lavoratori che stanno pagando la crisi con la cassa integrazione: non solo perdono reddito ma, nello stesso tempo, vedono schizzare in alto i prezzi del carrello della spesa. Per questo motivo “il Governo deve dare risposte oggi, non chissà quando”.

L'idea emersa è che la situazione sia ormai di una gravità tale che “solo un intervento shock in campo economico possa risolverla”.

E' quanto ha dichiarato l'imprenditore Giovanni Sgrò, promotore della manifestazione e da diversi mesi impegnato nella “battaglia” contro i rincari energetici. “Misure di carattere eccezionale” invocate anche dal professore Vittorio Daniele, docente di Politica economica dell'Università di Catanzaro. Numerosi gli interventi delle associazioni di categoria, da Confesercenti a Confcommercio, da Confindustria alle sigle sindacali, fino alla Camera di Commercio che, con Daniele Rossi, ha annunciato “somme a disposizione delle piccole e micro imprese del territorio”. Soprattutto, erano tanti i cittadini, i commercianti, le “persone comuni che hanno problemi quotidiani come pagare la bolletta” per come le ha definite Callipo, il quale non ha risparmiato bordate alla politica: “Da quando ho denunciato il problema, non si è mosso nessuno, forse perché adesso la loro prima preoccupazione è la poltrona a Roma”.

Tra i temi, quello delle rinnovabili, affrontato con la presenza di Simone Molteni (LifeGate), per evidenziare “il paradosso di chi investe sull'energia pulita, ma paga tanto quanto gli altri”. La piazza di Soverato ha invocato, in tal senso, l'intervento della Regione, affinché il grande surplus energetico calabrese prodotto con l'eolico e l'idroelettrico abbia ricadute concrete per le comunità locali.

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Caro energia: "A rischio la produzione di pane artigianale"

L’aumento esponenziale delle utenze del gas e dell’energia elettrica pongono a serio rischio la tenuta delle imprese della panificazione.

“Abbiamo non più di sessanta giorni davanti – afferma il presidente nazionale Assipan Confcommercio Antonio Tassone – il rischio, dobbiamo dircelo, è che tra un paio di mesi il pane artigianale possa sparire dalle tavole degli italiani. Le piccole e medie imprese di questo passo scompariranno lasciando spazio ai grandi operatori industriali”.

Assipan Confcommercio lancia il grido di allarme e chiede al Governo un adeguato e tempestivo credito d’imposta che compensi l’incremento del costo energetico, nonché un tetto massimo a questi costi, già applicato con successo in altri paesi europei come la Spagna e il Portogallo.

L’analisi dei bilanci delle imprese del settore della panificazione relativamente al periodo pre- crisi evidenziava un impatto dei costi riconducibili alle materie prime energetiche (bollette della luce, bollette del gas, ecc.) pari mediamente al 5% circa del fatturato complessivo aziendale.

La situazione attuale disegna uno scenario che configura un balzo eclatante delle stesse voci di costo, mediamente quadruplicate per gli operatori del settore della panificazione.

Il quadro che ne consegue rischia di produrre effetti devastanti sul comparto, prevalentemente per coloro che si appoggiano su un numero di addetti più corposo.

Le prime stime prudenziali degli effetti della crisi sul settore della panificazione, evidenziano che da qui alla metà del 2023, in assenza di aiuti concreti alle imprese e/o di interventi lineari e strutturali finalizzati a limitare l’impatto negativo della crisi energetica, si rischia di perdere fino a 1.350 imprese dell’intero settore della panificazione che potrebbero chiudere senza essere sostituite da nuove imprese, con una perdita di circa 5.300 posti di lavoro.

Assipan Confcommercio pertanto ritiene indispensabile l’immediato inserimento delle imprese della panificazione fra quelle energivore, alla luce soprattutto dell’impatto che tale voce di costo ha sul valore della produzione e, in linea generale, chiede di procedere alla revisione della fissazione dei prezzi del gas sul mercato TTF, ossia l’indice di borsa del gas sul mercato dei Paesi Bassi, dal quale sarebbe opportuno sganciarsi, e di valutare la possibilità di praticare prezzi del gas legati ai contratti di fornitura, cioè sulla base dei prezzi all’importazione che sono notevolmente più bassi di quelli del mercato TTF.

Inoltre, il contesto economico attuale richiede di riconsiderare l’attivazione della moratoria sui finanziamenti in essere per un periodo di almeno 12 mesi, cosi come avvenuto in piena emergenza pandemica.

Senza questi interventi immediati, il pane artigianale, bene primario per eccellenza, potrebbe presto mancare sulle tavole degli italiani.

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Caro bollette, Sgrò “chiama” Occhiuto: "La Regione chieda il conto alle società che producono eolico in Calabria"

Imprese calabresi in ginocchio per colpa dei costi in bolletta. Tante già costrette a ridurre il personale o, addirittura, pronte a chiudere entro pochi mesi. “Sarà una mattanza” secondo Giovanni Sgrò, imprenditore a capo di una catena di supermercati, tra Montepaone Lido e Rende, nonché delegato Confesercenti per il Soveratese.

Il suo è l'ennesimo, drammatico appello alle Istituzioni. “Si intervenga subito, non c'è più tempo da perdere” ha affermato nel corso di un incontro con professionisti e commercianti del comprensorio jonico. Rivolgendosi, poi, al presidente della Regione, Roberto Occhiuto, per Sgrò è giunto il momento che il governatore “chieda il conto” alle tante società che producono energia eolica e idroelettrica in Calabria “contrattando agevolazioni in favore dei cittadini” per l'immissione di quella elettricità in rete.

Sono otto, in totale, le proposte che Sgrò ha messo, nero su bianco, sul tavolo della politica per contrastare “con efficacia e urgenza” il problema dei costi energetici: 1. meno burocrazia per l'installazione di impianti da fonti rinnovabili; 2. un uso mirato del Pnrr; 3. investire sulle comunità energetiche; 4. potenziare lo strumento del credito d'imposta per le imprese; 5. incentivare il rinnovo di attrezzature ed elettrodomestici a basso consumo; 6. ridurre a cinque anni il recupero delle somme per impianti fotovoltaici; 7. tetto del gas e uscita dell'Italia dal mercato TTF; 8. revisione della determinazione dei prezzi dell'energia alla Borsa elettrica.

Otto punti sui quali, però, “la politica non ha ancora mosso un dito”. Ma, del resto, il problema dei costi energetici può essere risolto “ma con volontà politica” e, peraltro, con una forte azione condivisa “a livello europeo”. A ribadirlo, accanto a Giovanni Sgrò, il docente di Politica economica dell'Umg di Catanzaro Vittorio Daniele. Ulteriore testimonianza quella dell'imprenditore Salvatore Scozia, a parere del quale il rischio imminente è “il collasso del sistema delle piccole e medie imprese”.

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Caro energia, Chiefari (Fipe Confcommercio): "Rischio chiusura per diverse attività"

“L’aumento dei costi energetici sta assumendo il profilo di una vera emergenza economica che, in mancanza di interventi significativi, potrebbe portare alla chiusura di diversi operatori.”

Questo è il monito lanciato da Nicola Chiefari, Delegato Fipe (Federazione italiana pubblici Esercizi) di Confcommercio Catanzaro area di Soverato e titolare di una importante struttura ricettiva.

“È necessario che i cittadini siano a conoscenza della situazione di difficoltà che le imprese continuano a vivere a seguito del susseguirsi prima dell’emergenza sanitaria legata al covid e, subito dopo, delle conseguenze relative al conflitto ucraino.

Con questo obiettivo, nei giorni scorsi, Fipe Confcommercio ha ideato e promosso l’iniziativa “Bolletta in vetrina”, chiedendo agli esercenti di esporre gli importi delle bollette con il confronto tra 2021 e 2022, informando, così, consumatori e cittadini sul difficile momento che le imprese stanno vivendo.

Secondo uno studio di Confcommercio, infatti, tra luglio 2021 e luglio 2022 gli aumenti della spesa annuale sono arrivati a toccare, mediamente, punte del 122% per l’elettricità e del 154% per il gas. A tutto questo si aggiunge l’inflazione e la conseguente riduzione del reale potere d’acquisto delle famiglie.

Noi imprenditori proseguiamo con tenacia le nostre attività tentando di lavorare sulla marginalità, assorbendo in parte i costi e riducendo di conseguenza la quota di profitto; tuttavia le variazioni di prezzo di materie prime rilevanti per le strutture ricettive, associate all’esplosione dei costi energetici, rischiano di vanificare ogni sacrificio, con pesanti ripercussioni sulle imprese, sull’economia in generale e, di conseguenza, anche sui livelli occupazionali.

Fipe Confcommercio è costantemente impegnata in tavoli di confronto con il Governo, ma appare evidente che le misure fin qui adottate non sono sufficienti a riportare la situazione entro livelli di sostenibilità; per questo motivo, nell’ambito del decreto “Aiuti”, la nostra federazione ha chiesto il potenziamento dei crediti d’imposta già a partire dal terzo trimestre di quest’anno.

Ma lo sforzo comune dovrebbe essere quello di provare a produrre nuova ricchezza da distribuire, di seguito, sui tre fattori determinanti della produzione: capitale, lavoro e investimenti.”

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Contro il caro bollette arriva il manifesto-appello di Sgrò: “Agire subito”

Un manifesto-appello per attivare “otto misure urgenti, concrete e immediate” contro il caro bollette. Lo ha lanciato oggi, sui propri canali social, Giovanni Sgrò, l'imprenditore di Soverato e dirigente provinciale di Confesercenti Catanzaro da mesi a capo della protesta contro l'aumento dei costi energetici. L'invito a condividere il documento “è rivolto a tutti” e, in particolare, agli esponenti politici e sindacali italiani “senza bandiere, colori e distinzioni, di regioni o di appartenenza”. “Non c'è più tempo, serve unità d'intenti e bisogna agire subito perché qui rischia di saltare l'intero sistema produttivo nazionale” la drammatica testimonianza di Sgrò che, in queste ore, sta raccogliendo migliaia di messaggi di solidarietà per il suo impegno, dall'ampia risonanza mediatica. Al suo fianco si sono schierati tanti cittadini, sindaci, commercianti e piccoli imprenditori. “Siamo tutti coinvolti in questo tsunami, lo dico dal mese di gennaio!” la constatazione di Giovanni Sgrò che, sul problema, ha avviato una serie di interlocuzioni con docenti universitari ed esperti di economia per arrivare a indicare al Governo “un pacchetto di soluzioni urgenti e immediatamente praticabili”. Ne è venuto fuori il manifesto in otto punti, sintetizzabile in una serie di interventi a carattere regionale, nazionale ed europeo: velocizzare l'autoproduzione e le rinnovabili; investire i fondi del Pnrr; creare reti locali a partecipazione pubblica; ampliare la portata del credito d'imposta per le imprese; incentivi facili per rinnovo attrezzature ed efficientamento energetico; ridurre a cinque anni (rispetto ai dieci attuali) il recupero delle somme per impianti fotovoltaici da parte delle famiglie, di cui al bonus 65%; convocare una riunione di emergenza a livello europeo per l’estensione dell’accordo sul tetto del gas anche all’Italia, con uscita dal mercato TTF; revisione della determinazione dei prezzi dell’energia elettrica alla Borsa elettrica, attualmente legato al solo prezzo del gas. “Non ci prestiamo a strumentalizzazioni elettorali, vogliamo fatti e non promesse” il commento finale di Sgrò. 

Caro energia, Sgrò: “E' solo uno sporco affare speculativo”

“Bisogna aprire gli occhi. Il caro energia è solo uno sporco affare speculativo che si sta consumando sulla pelle dei cittadini”.

E' quanto afferma, in una nota, Giovanni Sgrò, imprenditore da mesi a capo della protesta contro il caro bollette in Calabria. Riprendendo i temi trattati ieri nel corso della trasmissione di Rai Tre “Gas, una storia d'amore e di guerra”, Sgrò ha fissato i punti-chiave dell'inchiesta televisiva.

Innanzitutto “gli enormi guadagni delle grandi multinazionali intermediarie di materie prime e dei loro azionisti che stanno facendo affari d'oro sui mercati globali”. “La guerra c'entra davvero poco in questo business, tutto scaricato sulle tasche di famiglie e imprese - sottolinea Sgrò. - Basta analizzare la cronologia dei fatti. L'invasione russa dell'Ucraina è iniziata il 24 febbraio 2022. Eppure già a fine 2021 i profitti di società come Vitol, Trafigura e Glencore puntavano alle stelle. La prima, olandese, era passata da 140 miliardi di dollari di fatturato nel 2020 a 279 miliardi nel 2021 con un incremento del 99%. La seconda, multinazionale basata a Singapore, da 147 miliardi di dollari a 231 del 2021 con un +57%. Ed infine la Glencore da 142 miliardi a 207 miliardi, il 42% in più”.

E in Italia? “L'Eni chiuderà con un +4,3 miliardi (miglior risultato dal 2012), mentre solo nell’ultimo trimestre ha aumentato i suoi profitti del 600%. E con Eni festeggiano anche gli azionisti privati: i fondi d'investimento americani (Blackrock, Vanguard, Mfs) e la berlusconiana Mediolanum”.

“Insomma - sottolinea Sgrò - c'è chi accumula denaro e ricchezze senza fine e c'è chi (noi comuni mortali) paga un conto salato. Verrebbe da chiedersi dov'è finita la politica in tutto questo, nelle sue funzioni di organo di rappresentanza e tutela degli interessi dei cittadini-elettori”.

C'è poi la questione del gas dalla Russia. “Lo stiamo per sostituire - spiega Sgrò - con il costosissimo, oltre che devastante per l'ambiente, gas liquefatto americano, e con gli arrivi da altri Paesi come Algeria, Azerbaijan, Turchia, Qatar e Libia, ai quali stiamo affidando, mani e piedi, il nostro destino energetico, quantomeno per i prossimi 10-15 anni. Risultato? In bolletta non troveremo nessun vantaggio. E quanto al livello di democrazia di questi nostri nuovi interlocutori, ci sarebbe tanto da discutere”.

“Dunque, si potrebbe obiettare, bisognava restare legati al cappio di Putin? Certamente no!” chiarisce Sgrò che conclude: “In Italia la questione ambientale e la relativa strada maestra delle rinnovabili sembrano ormai totalmente abbandonate. Se si fa un passo in avanti, ad esempio promuovendo le comunità energetiche, seguono subito altri due passi indietro, con le mille pastoie burocratiche create per ostacolarne la realizzazione pratica. E visti gli interessi, le cifre, gli spropositati benefici che, dal tavolo dell'energia, finiscono direttamente per arricchire i già ricchi, c'è da capire anche perché non se ne verrà mai fuori. A meno che la politica non riprenda in mano la situazione e ponga un deciso freno alla speculazione in atto. La speculazione che non produce ricchezza per gli Stati e per i loro cittadini, ma la strappa dai territori e la accumula nei paradisi fiscali. La speculazione delle borse, dei mercati, dei fondi di investimento, degli istituti finanziari, delle multinazionali che perseguono un solo fine: tutto per noi e niente per gli altri”. 

Caro energia, Naturium e Plef: subito una comunità energetica pilota in Calabria

Un territorio già maturo e un'idea concreta, immediatamente realizzabile: una comunità energetica pilota. E' la proposta lanciata nel corso del convegno online che il progetto culturale “Naturium” e l'associazione “Plef” (Planet life economy foundation) hanno dedicato al tema del caro energia.

Più che un semplice webinar, un vero e proprio “tavolo operativo”, quello organizzato da Giovanni Sgrò ed Emanuele Plata, moderato dal giornalista Francesco Pungitore, che ha messo a confronto più attori: sindaci, imprenditori, esperti di economia, parlamentari. I deputati Giuseppe D'Ippolito (M5S) e Antonio Viscomi (Pd), in particolare, hanno sottolineato l'impegno dei rispettivi partiti affinché “si faccia di più” per contenere gli effetti della crisi in atto. “Occorre che si osi di più - ha affermato D'Ippolito. - Con la mia forza politica spingiamo affinché sia l'Europa a licenziare un fondo energetico che consenta di poter disporre di maggiori risorse e che consenta di intervenire in maniera più efficace”. “Dobbiamo avere il coraggio di mettere mano alla struttura dei costi o non ne usciamo” ha rimarcato, dal canto suo, Antonio Viscomi. Un problema, quello del “sistema” energia nel nostro Paese, che il direttore generale di LifeGate, Simone Molteni, in collegamento da Milano, ha lucidamente spiegato in tutta la sua complessità.

A cominciare dalle tante “occasioni perse” negli ultimi decenni per liberare l'Italia dal peso delle importazioni dall'estero di gas e petrolio (“quando si poteva fare”), passando poi per le mille “gabbie” burocratiche che ancora rallentano un pieno sviluppo delle rinnovabili. Sul punto, da Firenze il consigliere della Regione Toscana all'Innovazione e alle Politiche Giovanili, Bernard Dika, ha indicato una possibile soluzione nella nomina di “un commissario alla riforma energetica del Paese, per velocizzare tutti i progetti in cantiere”. “Ottimizzare l'uso delle risorse e utilizzare al cento per cento le opportunità che arrivano dal Pnrr, dai fondi europei e dal Decreto energia” la strategia indicata dall'economista calabrese Federica Roccisano, che non ha mancato di sollecitare anche un cambio degli stili di vita e delle scelte di consumo, con una maggiore e più consapevole attenzione nei confronti delle filiere corte e del km zero. Cruciale la testimonianza del sindaco di Chiaravalle Centrale (Cz), Domenico Donato, che non si è solo soffermato sulle difficoltà strutturali e di contesto degli enti locali, ma, soprattutto, ha aperto le porte alla collaborazione su progettualità innovative come le comunità energetiche da attuare su base comprensoriale e in stretta sinergia con famiglie e imprese. Il presidente onorario di Plef, Emanuele Plata, intervenendo da Milano si è, quindi, detto fortemente convinto della possibilità di poter partire subito, in Calabria, con un progetto di comunità energetica pilota, puntando sulla “sinergia positiva che Naturium ha saputo attivare sul territorio grazie all'impegno di Giovanni Sgrò”. Soddisfazione per gli esiti dell'iniziativa, da parte del progetto “Naturium”, nei saluti e nelle considerazioni dell'avvocato Roberta Ussia.

Trasmesso sulla pagina Facebook di “Naturium”, il meeting ha coinvolto anche tanti spettatori online che hanno interagito, numerosi, via social. Tra gli altri, è intervenuto in diretta il noto imprenditore calabrese Cesare Cristofaro, con una esplicita richiesta di “norme snelle e veloci” per rendere immediatamente praticabile la strada delle comunità energetiche.

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