L'esercito siriano espugna la cittadella di Palmira

L'esercito siriano e le milizie patriottiche hanno liberato dai terroristi dell'Isis la cittadella e lo storico castello di Palmira. La notizia e` stata divulgata dall'agenzia di stampa siriana Sana. "Le unità dell'esercito e della milizia popolare hanno stabilito il controllo sul castello di Palmira dopo che i terroristi hanno sofferto pesanti perdite", ha riferito l'agenzia. La cittadella e l'imponente forte, costruito nel XIII secolo, sorgono su un'altura che domina l'area archeologica classificata patrimonio dell'umanità. La conquista della stategica collina rappresenta un ulteriore tassello verso la definitiva liberazione della citta` di Palmira, caduta nelle mani dei miliziani dello Stato Islamico nel maggio del 2015. Le forze di Damasco avrebbero già il controllo del quartiere dove si trovano hotel e ristoranti, oltre che della Valle delle Tombe. Piuttosto cruenti i combattimenti nel corso dei quali sarebbero stati uccisi decine di terroristi. Intanto, l'agenzia di stampa russa Tass ha riportato che le truppe di Damasco hanno preso il controllo di una strada che porta da Palmira a Deir ez-Zor e si troverebbero "a 500 metri dall'aeroporto".

Siria, l'esercito di Damasco entra a Palmira

L'esercito siriano e le milizie filogovernative sono entrati a Palmira. La citta', sede di un importatante sito archeologico di epoca romana, era stata conquistata dagli uomini del Califfatto a maggio dell'anno scorso. Le truppe siriane, dopo aver liberato nei giorni scorsi alcune alture strategiche, hanno lanciato l'assalto al centro urbano riuscendo a conquistare la zona settentrionale dove sorge la maggior parte degli alberghi. Di fronte alla travolgente avenzata delle truppe di Damasco, i  terroristi dello Stato Islamico si sono ritirati precipitosamente, asserragliandosi nel centro della citta,' nella zona dei giardini. 

Siria: iniziata la battaglia per liberare Palmira

E’ ormai prossima ad entrare nel vivo la battaglia per la conquista di Palmira, la città patrimonio dell’Unesco, che rappresenta la porta d’ingresso al territorio dello Stato Islamico in Siria. Dopo la conquista, nella giornata di mercoledì, della collina più alta che sovrasta la città, l’esercito siriano ed i combattenti di Hezbollah si trovano a meno di 4 km dal centro storico. In vista dell’imminente assalto finale le aviazioni di Mosca e Damasco stanno bersagliando le postazioni dei terroristi. Sul campo, le unità meccanizzate e le forze speciali stanno “ripulendo” i dintorni della città dalla presenza delle forze dell’Isis che il 17 marzo avevano lanciato una disperata controffensiva. La tregua iniziata lo scorso 27 febbraio, che non comprende Al Nustra e l’Isis, ha permesso allo stato maggiore di Assad di spostare uomini e mezzi nel settore della Siria centrale.  L’esercito siriano, infatti, sta avanzando su tutto il fronte compresa l’area intorno a Qaryatayn, situata a circa 30 chilometri da Palmira. Un successo in questo settore permetterebbe, inoltre, di aprire la strada per Deir az Zor (dove la guarnigione lealista è circondata dalle forze jihadiste) e verso Raqqa, capitale dell’Isis già minacciata da nord dalle milizie curde prive però dei mezzi pesanti necessari a lanciare un’efficace offensiva.

Siria: sono 180 i morti delle strage compiute dall'Isis a Homs e Damasco

Sono state rivendicate dall'Isis le due stragi compiute oggi ad Homs ed a Damasco. La notizia è stata data dal network di propaganda dei jihadisti 'Amaq'. Ad Homs, il bilancio delle vittime è salito a 57, mentre i morti degli attentati nella capitale sono almeno 62. Per il Site (Search for International Terrorist Entities), un portale che si occupa d'intelligence, il bilancio sarebbe ancor più grave e le stragi, nelle due città avrebbero causato almeno 180 morti  e 300 feriti. L'emittente di Hezbollah's Al-Manar ha diffuso la notizia che due delle quattro esplosioni avvenute a Damasco si sono verificate nelle vicinanze dell'ospedale sciita al-Sadr e del mausoleo, già teatro di un'altra strage compiuta dall'Isis che il mese scorso aveva provocato oltre 60 morti.

Siria: strage di terroristi, oltre 300 morti nel bombardamento di un convoglio nelle vicinanze di Aleppo

Strage di terroristi da parte di aerei da guerra russi e siriani che, nella giornata di ieri, hanno distrutto una colonna militare composta da non meno di 300 guerriglieri. Il bombardamento ha colpito un convoglio entrato dal confine turco e diretto nella città di Tal Rifat. Nel raid sono stati distrutti diversi veicoli e significative quantità di materiale militare. Si è trattato, quindi, di un duro colpo, per il traballante schieramento di Al Nusra che contava sui rinforzi per cercare di far fronte all’avanzata dell’esercito siriano e dei miliziani curdi. Vano si sta rivelando anche l’intervento dell’artiglieria turca che, da giorni sta martellando, i guerriglieri dell’Ypg che si battono contro gli uomini appartenenti al ramo siriano di Al Qaeda. Le formazioni curde sono riuscite, infatti, a compiere rapidi progressi nella parte settentrionale della provincia di Aleppo, conquistando importanti postazioni a ridosso della confine con la Turchia.

Truppe turche sono entrate in Siria

La Turchia sta gettando la maschera dimostrando di essere, insieme all’Arabia Saudita, la maggiore alleata dei  terroristi islamici che hanno destabilizzato la Siria. Il nervosismo di Ankara cresce di ora in ora ed aumenta d’intensità con le notizie che arrivano dal fronte di Aleppo, dove i successi riportarti dall’esercito siriano e dai miliziani curdi stanno mettendo in scacco i ribelli takfiri. Con il nervosismo crescono d’intensità anche le minacce di un intervento di terra e le violazioni della sovranità siriana. Secondo quanto denunciato da Damasco, i turchi avrebbero fatto entrare illegalmente in Siria "12 pickup armati e circa 100 militari”. I soldati di Erdogan sarebbero entrati in territorio siriano attraverso il valico di frontiera di Bab al-Salameh, nei pressi dell'aerea di Azaz, la città appena liberata dai guerriglieri curdi e per questo motivo bersagliata dalla dall'artiglieria di Ankara.

Siria: le milizie curde dell'YPG avanzano nella provincia di Aleppo e conquistano la base aerea di Minaq

Continuano senza sosta i combattimenti sul fronte nord della Siria dove, ormai, da diversi giorni infuria la battaglia per il controllo della provincia di Aleppo. Oggi, al termine di furiosi combattimenti,le milizie curde dell’Unità di protezione del popolo (YPG) hanno liberato la base aerea di Minaq. Occupata da anni dai terroristi di Al-Nusra e Ahrar al Sham, l’area è stata conquistata con un’operazione coordinata con l'esercito siriano ed il sostegno delle forze aeree di Mosca e Damasco. Situata a soli 6 km dalla città di Azaz, la base aerea riveste un’importanza fondamentale anche in ragione della vicinanza con il confine turco dal quale transitano gli aiuti ai terroristi. Il successo di oggi segue quelli ottenuti nei giorni scorsi. Grazie al coordinamento
con le truppe siriane,i combattenti curdi sono riusciti a portare sotto il loro controllo diverse località, tra le quali Base 55, un’importante struttura militare ubicata a nord di Aleppo.

 

Siria, l'esercito di Assad conquista la strategica città di Sheikh Miskin

Dopo oltre un mese di combattimenti, l'esercito siriano e le milizie popolari hanno riconquistato la strategica città di Sheikh Miskin, a nord della provincia meridionale di Deraa. Nel corso della battaglia per la liberazione della città, i soldati governativi hanno eliminato decine di terroristi wahhabiti e takfiri. Sheikh Miskin rappresenta un nodo strategico di primaria importanza, perché incastonata tra le province di Deraa, Suwayda, Quneira e Damasco. L'avanzata delle truppe di terra è stata preceduta e supportata da pesanti bombardamenti condotti dall'aviazione russa e siriana. La vittoria, di oggi, segue di un giorno il successo ottenuto nella provincia di Latakia, dove l'esercito ha sbaragliato i terroristi di Al Quaeda che occupavano la città di Rabia, considerata la porta d'accesso al confine turco.

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