Sculco: “Indicare una presenza femminile fra i membri del Corecom”

"Sia una donna uno dei tre membri del ‘Corecom’ che il Consiglio regionale, attraverso il suo Presidente, si appresta a indicare”. E’ quanto chiede la consigliera regionale di Calabria in Rete Flora Sculco che aggiunge: “Non c’è una norma che imponga la presenza di una donna nel ‘Corecom’. Ma visto che lo stesso Presidente del Consiglio ha considerato superata dai tempi la legge regionale in base alla quale si effettuano le nomine, al punto che per talune nomine è stato individuato il sorteggio quale metodo innovativo, è auspicabile che nel procedere alle nomine mancanti si assecondi la propensione della legislazione europea, nazionale e regionale. Una legislazione avanzata che, sulla parità di genere, mira a concretizzare le previsioni dell’articolo 51 della Costituzione secondo il quale a tutti i cittadini dell’uno e dell’altro sesso è data la possibilità di accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di uguaglianza”. Sottolinea Flora Sculco: “La Calabria, a inizio legislatura, ha innovato lo Statuto, prima in Italia, con un mio emendamento votato all’unanimità dal Consiglio regionale, che prevede la presenza obbligatoria del 30 per cento di donne in Giunta. Adesso, si tratta di essere coerenti su tutto ciò che discende dal dovere costituzionale, ma anche civico e cultuale, volto a rimuovere gli ostacoli che impediscono alle donne di partecipare attivamente alla vita delle istituzioni. Persino per i consigli di amministrazione e negli organi di controllo delle società quotate e delle partecipate pubbliche, grazie alla ‘legge Golfo’ (n.120 del 2011) è obbligatoria la presenza di una percentuale di donne e il Governo ha avvertito l’urgenza di rendere strutturale  l'obbligo dell'equilibrio tra uomini e donne in quei posti di comando. Pertanto, mi pare che nulla osti, specie per un modo d’intendere le istituzioni rispettoso della Costituzione e del dibattito sulla parità di genere, per procedere alla nomina di una donne fra i componenti del Comitato regionale per le comunicazioni. Naturalmente - conclude la consigliera regionale - si chiede di osservare, con obiettività e responsabilità, i curricula presentati, valutando tra chi, per studi, titoli ed esperienza maturata nel settore, può dare, più di altri, un contributo per l’efficace funzionamento di un organismo  cui è demandata la vigilanza e il controllo su una materia delicata come la comunicazione che investe l’essenza stessa della democrazia calabrese”. 

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