Pazienti guariti da covid all'ospedale di Serra, i dubbi di Lagrotteria

"Portare 3 pazienti, ex ospiti della Rsa di Chiaravalle Centrale, considerati guariti da Covid-19 nel Reparto di Lungodegenza dell’ospedale di Serra San Bruno è una scelta irrazionale e inspiegabile che cozza con gli atti formali e sostanziali posti in essere durante la fase acuta dell’emergenza sanitaria”.

L’ex consigliere comunale Walter Lagrotteria vuole vederci chiaro “sul trasferimento da Soriano Calabro a Serra San Bruno” di questi pazienti e pone diversi interrogativi sulla gestione degli stessi.

“Appare contraddittorio – sostiene Lagrotteria – il fatto che il Piano regionale e gli atti del commissario straordinario dell’Asp abbiano individuato l’ospedale di Tropea come principale supporto dell’ospedale di Vibo Valentia per l’azione di contrasto al Coronavirus ma poi, nel momento di organizzare le cure post-Covid si ricorra improvvisamente all’ospedale di Serra. Inoltre, proprio al ‘San Bruno’, è sempre stata lamentata la carenza di dispositivi di protezione individuale e, anche se negli ultimi giorni ne sono giunti alcuni insufficienti certamente per quantità e forse inidonei ad affrontare casi specifici, la scelta di questo trasferimento appare priva di logica. Ci sarebbe da capire – aggiunge – perché il responsabile del Reparto di Lungodegenza e soprattutto il direttore sanitario abbiano accettato supinamente questo scenario, rendendosi con il loro silenzio protagonisti di una situazione non certo gradita dalla popolazione in quanto potenzialmente in grado di generare preoccupazione”.

Lagrotteria chiede se “questi pazienti sono stati sottoposti ai test sierologici” e se “possono essere davvero considerarsi definitivamente guariti, visto che, in diversi casi, persone che hanno superato la malattia si sono successivamente ri-positivizzate”.

“Questa è la situazione al momento – precisa Lagrotteria – e non chiediamo nuove odissee per queste persone, ma non vogliamo che si crei, come pare, un corridoio per portare ulteriori pazienti nell’ospedale serrese con l’apparente motivazione della temporaneità del provvedimento”.

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