Crisi idrica a Serra, Barillari si appella ai sindaci: “Facciamo chiarezza sui programmi di manutenzione e sulle possibili azioni da intraprendere”

Il sindaco di Serra San Bruno, Alfredo Barillari comunica di aver avviato un confronto con il sindaco di Vibo Valentia, Maria Limardo, (oltre che con altri sindaci) per avere delucidazioni sulla valutazione delle azioni promosse dal Comune capoluogo di Provincia in riferimento all’interruzione dell‘erogazione dell’acqua proveniente dall’Alaco, per allargare i termini della discussione e produrre un coinvolgimento di tutte le realtà interessate finalizzato alla risoluzione definitiva della problematica.

“Lancio un appello a tutti i sindaci dei Comuni coinvolti nell’emergenza idrica - afferma il primo cittadino - affinché insieme si possa fare chiarezza su una vicenda che ha prodotto insopportabili disagi ai cittadini e dare le giuste risposte alla comunità che ha subito ingiustificabili privazioni”.

Il sindaco punta, dunque, a “fare squadra” e ad affrontare in maniera compatta questo momento difficile derivante anche “dall’assenza in passato di specifichi piani d’intervento”.

“I sindaci – sostiene Barillari – sono in prima linea anche su questo fronte e intendono fornire la massima informazione ed il massimo supporto ai cittadini. È opportuno che la popolazione sia messa al corrente dagli amministratori sui programmi di manutenzione che riguardano il sistema idrico e sugli sviluppi delle operazioni di studio riguardo alla possibilità di fornire una forma di ristoro alle famiglie e agli operatori commerciali. Non è ammissibile che i cittadini vengano portati all’esasperazione per la mancanza di un bene indispensabile per la vita, che ormai va avanti da una settimana. Mi chiedo cosa sarebbe successo se questo scenario si fosse verificato in una grande Metropoli, quanti mezzi e quanti operai sarebbero stati attivati per la pronta esecuzione dei lavori di riparazione”.

Barillari sottolinea che i disagi, nonostante una serie di “iniziative di assistenza portate avanti senza soluzione di continuità”, “non sono gestibili” soprattutto perché “ci troviamo in una zona di montagna con una viabilità precaria” e “la popolazione è costituita in misura rilevante da anziani e persone fragili”. “Sono evidenti – conclude- in questo contesto i problemi di ordine igienico-sanitario, aggravati peraltro dal proliferare di contagi da Covid, e la veemenza delle proteste non fa escludere problemi di ordine sociale”.

 

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