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Chiaravalle, il dg dell'Asp Perri: “Entro il 2018 realizzeremo la nuova Casa della Salute”

"La mia volontà è quella di inaugurare la nuova Casa della Salute di Chiaravalle Centrale entro la fine del mio mandato che scade nel 2018”.

Lo ha dichiarato il direttore generale dell'Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro, dottor Giuseppe Perri, intervenendo stamani alla giornata conclusiva del convegno “Dalla Carta dei Servizi al Sistema Integrato della qualità”, in corso di svolgimento presso il Teatro Impero di Chiaravalle. Un auspicio, quello del dg dell'Asp, suffragato dalla certezza di aver già definito un cronoprogramma tecnico “chiaro e ben strutturato”, grazie alla proficua collaborazione instaurata sia con la Regione Calabria che con l'amministrazione comunale locale.

C'è tutto quello che occorre, dunque, per realizzare in tempi brevi il nuovo edificio che sorgerà accanto alla struttura dell'ex ospedale “San Biagio” e ospiterà tutti i servizi della Casa della Salute. Servizi, molti dei quali, già avviati e che hanno ricevuto il plauso della senatrice Nerina Dirindin (Pd), vicepresidente della Commissione Sanità del Senato della Repubblica, intervenuta, quest'oggi, a Chiaravalle Centrale, nel contesto della tavola rotonda “Sistema delle cure primarie, long term care e sostenibilità del Sistema sanitario nazionale”.

Un concetto, quello della sostenibilità, che si accompagna a quello della qualità dell'assistenza, all'interno di un percorso virtuoso finalizzato a rispondere al profondo cambiamento del bisogno di salute nel nostro Paese, connesso all'incremento delle patologie croniche e dell'invecchiamento. Il progetto “Chiaravalle”, in tal senso, è esemplare su scala nazionale, per il contributo peculiare offerto nel dare specifica identità al ruolo comunitario della Casa della Salute. “Per i passi che sta muovendo, sicuramente positivi e apprezzabili, la Casa della Salute potrà rappresentare per tutto questo territorio la risposta giusta alla necessità di servizi sanitari, sia in termini di qualità e sia in termini di quantità, che la popolazione richiede” ha affermato, non a caso, il consigliere regionale Baldo Esposito (Ncd), che stamattina ha portato il suo saluto ai lavori congressuali.

Lavori aperti con un commosso ricordo dedicato al compianto dottor Carlo Capilupi e la consegna di una targa alla memoria da parte del dottor Maurizio Rocca, direttore del Distretto Asp di Catanzaro Lido, “a ricordo del cammino percorso insieme e, soprattutto, della sua enorme ricchezza umana”.

Ospedale Soverato e Casa Salute Chiaravalle, Oliverio: “Fermare i tentativi di ridimensionamento”

Il presidente della Regione Mario Oliverio ha incontrato una delegazione dei 40 sindaci del territorio soveratese sul “grave problema relativo al tentativo di ridimensionamento”, previsto dalla struttura del Commissario per il rientro nella sanità, degli ospedali di Chiaravalle e di Soverato, con particolare riferimento ai reparti di Ginecologia ed Ostetricia, ai Laboratori di analisi e di ecografia. I vari sindaci, guidati dal presidente dell'Anci piccoli Comuni Michele Drosi, hanno rappresentato l'esigenza che i due nosocomi restino attivi per far fronte ai bisogni di un'estesa popolazione che va da Soverato a Riace fino ai Comuni dell'entroterra ed ai centri montanti delle Serre. Il presidente Oliverio, nel concludere l'incontro, ha sottolineato che vi è una condizione difficile per quanto riguarda il sistema sanitario in Calabria. "Siamo al sesto anno di commissariamento. In questi anni – ha affermato Oliverio - le condizioni, non solo non sono migliorate, ma sono anche peggiorate. Io avrei voluto costruire con il Commissario un percorso positivo, ma mi è stato impossibile farlo. Anche i primari dell'ospedale ‘Pugliese-Ciaccio’, nei giorni scorsi, mi hanno rappresentato il loro dissenso rispetto alle posizioni ed alle decisioni assunte dal Commissario". Entrando nel merito della questione sollecitata dai sindaci, Oliverio ha detto che l'Asp di Catanzaro dovrà inserire, nell'atto aziendale, il Punto nascite di Soverato. "Credo che per una realtà come Soverato, che rappresenta un vasto comprensorio turistico dove, nel periodo estivo, si moltiplicano per cinque le presenze dell'intero circondario e dove gravita una grande presenza di immigrati, non può essere negata questa nostra richiesta". Per quanto riguarda tutte le altre istanze, il governatore ha ribadito che “occorre potenziare i punti diagnostici, proprio per deospitalizzare, qualificando i servizi di base nelle strutture ospedaliere già presenti sul territorio”. Riferendosi, poi, alla "Casa della salute" di Chiaravalle, ha ringraziato il sindaco per la disponibilità data del terreno dove poterla costruire ed in questa direzione, "la nostra vicinanza – ha detto - è totale perchè possa essere realizzata nel più breve tempo possibile".

Chiaravalle: Neri e Maida chiedono di fare chiarezza sulla Casa della Salute

" Il diritto alla salute è definito dalla carta costituzionale come diritto fondamentale del cittadino. Non si può prescindere da questo, nel momento in cui ancora per una volta tale diritto viene calpestato e quando nel silenzio totale continuano i disservizi per i cittadini chiaravallesi e di un intero comprensorio". Questa la premessa di una nota nella quale i consiglieri di minoranza, Emanuela Neri e Pino Maida, evidenziano come il "progetto della casa della salute" sia stato "più volte proclamato, ma mai concretamente realizzato". "Ad oggi - proseguono i due consiglieri - l’unico risultato ottenuto è il rallentamento di alcune prestazioni. Unito addirittura alla totale sospensione di altre. La sospensione di esami come la mammografia, l’ecografia e, da qualche giorno la moc, ha creato gravi disagi, liste di attesa lunghissime  che verranno sicuramente dirottate altrove. Non si può più stare in silenzio di fronte ad un altro impoverimento dei servizi sanitari di questo comprensorio. Chiediamo con forza - prosegue la nota - di conoscere lo stato attuale della situazione se è quando questi servizi verranno ripristinati o se è solo un modo indolore e lento per effettuare l’ennesimo trasferimento verso altre strutture. Chiediamo di conoscere il futuro della casa della salute anche dopo la perizia che ne mette in discussione la struttura. E ancora chiediamo al sindaco di Chiaravalle e a tutta la sua maggioranza di convocare un consiglio comunale ad hoc, vista la centralità della nostra Città rispetto a tutto il territorio delle preserre, per dare un segnale forte a difesa e tutela dei cittadini di un intero comprensorio. Al consiglio comunale - è la chiosa finale - con all’ordine del giorno il tema specifico “sanità e casa della salute”, chiediamo vengano invitati i vertici dell’asp e i rappresentanti politici di ogni colore per discutere unitamente e seriamente sul futuro della sanità di questo territorio".

Truffava malati di tumore: sospeso un medico in Calabria

I finanzieri hanno eseguito una ordinanza cautelare personale interdittiva che dispone la sospensione dell’esercizio della professione medica nei confronti del responsabile dell’ambulatorio oncologico della Casa della Salute di Scilla, emessa dal GIP di Reggio Calabria su richiesta della Procura. Le indagini esperite dai finanzieri, coordinate e svolte personalmente dal Procuratore Aggiunto della Repubblica di Reggio Calabria, Gerardo Dominijanni, hanno consentito di porre fine, secondo gli inquirenti, alla ormai consolidata attività posta in essere dall’indagato. Nello specifico il professionista sanitario, approfittando dello stato di soggezione psicologica dei suoi pazienti e dei loro familiari che li accompagnavano, dovuta alla grave patologia oncologica cui erano affetti, li avrebbe indotti a credere che la somministrazione della terapia prescritta necessitasse di visite preventive a pagamento da eseguirsi presso il suo studio privato. In tal modo lo specialista si sarebbe fatto corrispondere dai pazienti indebiti compensi, posto che le prospettate prestazioni private, non solo erano inutili, ma offerte in regime di assistenza sanitaria a totale carico del servizio Sanitario Nazionale. Inoltre, il pubblico ufficiale (questa è la qualifica rivestita nell’esercizio e nelle funzioni della sua attività), oltre a percepire un ingiusto vantaggio dalla doppia retribuzione, in quanto l'attività era già remunerata dalla tariffa, onnicomprensiva, corrisposta dalla locale Azienda Sanitaria Provinciale per il ciclo di cure previste, contestualmente, avrebbe arrecato un notevole danno ai pazienti, quale conseguenza della dolosa e funzionale carenza di informazione, nei loro confronti, della possibilità di ottenere la medesima prestazione in sede ospedaliera. Alcuni dei pazienti, per soddisfare le pretese del medico, sono dovuti ricorrere a prestiti di denaro presso parenti e/o familiari La gravità dei fatti contestati ha portato all’emissione della Ordinanza interdittiva all’esercizio della professione nei confronti del medico accusato delle condotte illecite e del sequestro preventivo dei suoi conti correnti bancari. Queste, nello specifico e allo stato, le contestazioni mosse al sanitario: 1) articoli 56 e 317 del codice penale perché, quale medico specialista ambulatoriale oncologo convenzionato con l’ASP di Reggio Calabria, nell’esercizio della sua attività di pubblico ufficiale svolta presso l’ambulatorio oncologico Casa della Salute in Scilla, approfittando dello stato di soggezione psicologica derivante dalla patologia oncologica della parte offesa, mediante minaccia consistita nel far intendere implicitamente ad un paziente recatosi in quella struttura al fine di eseguire trattamenti chemioterapici, che la somministrazione della terapia prescritta necessitasse -per un miglior esito della stessa o comunque per seguire meglio l’ammalato- di visite preventive a pagamento da effettuarsi presso il proprio studio privato sito in Reggio Calabria, e dimostrandosi adirato al rifiuto da costui opposto, abusando dunque di siffatta qualità e/o con violazione dei doveri di cui agli articoli 3 e 7 del d.P.R. 16 aprile 2013, n. 62 (Regolamento recante il codice di comportamento dei dipendenti pubblici) e comunque in violazione dell’articolo 97 della Costituzione (sussistendo in capo ad egli l’obbligo di astenersi in presenza di un interesse proprio), al fine di ottenere indebiti compensi (posto che le prospettate prestazioni private, non solo erano inutili, ma offerte -mediante il versamento del solo ticket- in regime di assistenza sanitaria dalla struttura pubblica), avrebbe compiuto -con la condotta addebitatagli- atti idonei diretti in modo non equivoco a costringere il paziente a servirsi -a pagamento- della propria prestazione professionale. Evento non verificatosi per il legittimo rifiuto opposto dallo stesso paziente; 2) articoli 81 61, n. 5 e 317 del Codice penale perché, quale medico specialista ambulatoriale oncologo convenzionato con l’ASP di Reggio Calabria, nell’esercizio della sua attività di pubblico ufficiale svolta presso l’ambulatorio oncologico Casa della Salute in Scilla, approfittando dello stato di soggezione psicologica della parte offesa e dei suoi familiari dovuta alla patologia oncologica sofferta, mediante minaccia consistita nel far intendere implicitamente ai congiunti di un paziente recatosi in quella struttura al fine di eseguire un trattamenti chemioterapici, che la somministrazione della terapia prescritta necessitasse -per un miglior esito della stessa o comunque per seguire meglio l’ammalato- di visite preventive a pagamento da effettuarsi presso il proprio studio privato di Reggio Calabria, abusando, sostengono gli investigatori, dunque, di siffatta qualità e/o con violazione dei doveri di cui agli articoli 3 e 7 del d.P.R. 16 aprile 2013, n. 62 (Regolamento recante il codice di comportamento dei dipendenti pubblici) e comunque in violazione dell’articolo 97 della Costituzione (sussistendo in capo ad egli l’obbligo di astenersi in presenza di un interesse proprio), al fine di ottenere indebiti compensi (posto che le prospettate prestazioni private, non solo erano inutili, ma offerte - mediante il versamento del solo ticket - in regime di assistenza sanitaria dalla struttura pubblica sopra indicata), quantificati in complessivi 3.120 euro (130,00 euro a visita per 24 visite), costringeva -con la condotta descritta- il paziente ed i suoi familiari, a servirsi - a pagamento - della propria prestazione professionale;  3) articoli 81, 61, n. 5 e 317 del codice penale perché, quale medico specialista ambulatoriale oncologo convenzionato con l’ASP di Reggio Calabria, nell’esercizio della  sua attività di pubblico ufficiale svolta presso l’ambulatorio oncologico Casa della Salute di Scilla, approfittando dello stato di soggezione psicologica della parte offesa e dei suoi familiari dovuta alla patologia oncologica sofferta, mediante minaccia consistita nel far intendere implicitamente ad un paziente recatosi in quella struttura al fine di eseguire trattamenti chemioterapici, che la somministrazione della terapia prescritta necessitasse -per un miglior esito della stessa- di visite preventive a pagamento da effettuarsi presso il proprio studio privato di Reggio Calabria, abusando dunque di siffatta qualità e/o con violazione dei doveri di cui agli articoli 3 e 7 del d.P.R. 16 aprile 2013, n. 62 (Regolamento recante il codice di comportamento dei dipendenti pubblici), e comunque in violazione dell’articolo 97 della Costituzione (sussistendo in capo ad egli l’obbligo di astenersi in presenza di un interesse proprio, al fine di ottenere indebiti compensi (posto che le prospettate prestazioni private, non solo erano inutili, ma offerte -mediante il versamento del solo ticket- in regime di assistenza sanitaria dalla struttura pubblica, quantificati in complessivi 1.400,00 euro (100,00 euro a visita per 14 visite), avrebbe costretto una paziente a servirsi -a pagamento- della propria prestazione professionale; 4) articoli 81, 61, n. 5 e 317 del codice penale perché, quale medico specialista ambulatoriale oncologo convenzionato con l’ASP di Reggio Calabria, nell’esercizio della sua attività di pubblico ufficiale svolta presso l’ambulatorio oncologico Casa della Salute in Scilla, approfittando dello stato di soggezione psicologica della parte offesa dovuta alla patologia oncologica sofferta, mediante minaccia consistita nel far intendere implicitamente ad un paziente recatosi in quella struttura al fine di eseguire trattamenti chemioterapici, che la somministrazione della terapia prescritta necessitasse -per un miglior esito della stessa o comunque per seguire meglio l’ammalato- di visite preventive a pagamento da effettuarsi presso il proprio studio privato di Reggio Calabria, abusando dunque di siffatta qualità e/o con violazione dei doveri di cui agli articoli 3 e 7 del d.P.R. 16 aprile 2013, n. 62 (Regolamento recante il codice di comportamento dei dipendenti pubblici) e comunque in violazione dell’articolo 97 della Costituzione (sussistendo in capo ad egli l’obbligo di astenersi in presenza di un interesse proprio, al fine di ottenere indebiti compensi (posto che le prospettate prestazioni private, non solo erano inutili, ma offerte -mediante il versamento del solo ticket- in regime di assistenza sanitaria dalla struttura pubblica sopra indicata), quantificati in complessivi 1.840 euro circa (150,00 euro per la prima visita, 130,00 euro cadauna per le altre 13 visite), costringeva -con la condotta dianzi descritta- la paziente a servirsi -a pagamento- della propria prestazione professionale; 5) articoli 81, 61, n. 5 e 323 del codice penale perché, quale medico specialista ambulatoriale oncologo convenzionato con l’ASP di Reggio Calabria, nell’esercizio e nelle funzioni di siffatta sua attività di pubblico ufficiale (Cassazione sezione 6 penale, sentenza n. 35836 del 22 febbraio 2007) svolta presso l’ambulatorio oncologico Casa della Salute di Scilla, approfittando dello stato di soggezione psicologica della parte offesa e dei suoi familiari dovuta alla patologia oncologica sofferta, con abuso dei poteri e/o con violazione dei doveri di cui agli articoli 3 e 7 del d.P.R. 16 aprile 2013, n. 62 (Regolamento recante il codice di comportamento dei dipendenti pubblici) e comunque in violazione dell’articolo 97 della Costituzione (sussistendo in capo ad egli l’obbligo di astenersi in presenza di un interesse proprio, Cassazione Penale, sezione VI, sentenza n. 40824 del 24 settembre 2012), avrebbe indotto un paziente recatosi in quella struttura al fine di eseguire trattamenti chemioterapici, a recarsi preventivamene presso il proprio studio privato di Reggio Calabria onde procedere a visite a pagamento legate a quella terapia, procurandosi così intenzionalmente, atteso che le prospettate prestazioni private, non solo sarebbero state inutili, ma offerte -mediante il versamento del solo ticket- in regime di assistenza  sanitaria dalla struttura pubblica sopra indicata, un ingiusto vantaggio patrimoniale da doppia retribuzione, e arrecando nel contempo alla parte offesa un danno ingiusto quantificato, tanto il vantaggio quanto il danno, in complessivi euro 160,00 circa (80 euro per due visite).

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E' stato interdetto dalla professione sanitaria un medico che, sulla base di quanto ricostruito dagli inquirenti, avrebbe indotto pazienti affetti da malattie oncologiche a recarsi presso il suo studio privato per essere sottoposti a visita. Un comportamento illecito di cui si sarebbe reso responsabile servendosi delle difficili condizioni psicologiche in cui versavano i malati che a lui si rivolgevano. Ad essere finito nei guai, secondo quanto contenuto nella misura giudiziaria del Tribunale di Reggio Calabria, è il medico al quale era attribuita la responsabilità dell'ambulatorio oncologico della Casa della Salute di Scilla. Ad eseguire il provvedimento firmato dal Giudice delle del loro stato di soggezione psicologica, a sottoporsi a visite preventive a pagamento nel suo studio privato. Un medico, responsabile dell'ambulatorio oncologico della Casa della Salute di Scilla, è stato sospeso dalla professione. Il provvedimento cautelare di interdizione dalla professione, emesso dal gip del Tribunale di Reggio Calabria su richiesta della Procura, è stato eseguito dai finanzieri del Gruppo di Reggio Calabria.

    Le indagini dei finanzieri, coordinate dal Procuratore della Repubblica aggiunto, Gerardo Dominijanni, hanno posto fine all'attività di presunto raggiro portata avanti dal medico che, in forza della sua posizione, avrebbe indotto i pazienti e i loro familiari a credere che la somministrazione della terapia prescritta necessitasse di visite preventive a pagamento nel suo studio privato di Reggio Calabria.

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Casa della Salute di Chiaravalle, Esposito: “Vanno individuati subito locali idonei”

“Massima attenzione alla realizzazione della ‘Casa della Salute’ di Chiaravalle Centrale nella prospettiva di mettere, nel più breve tempo possibile, a disposizione del territorio questa importante struttura polivalente e funzionale che dovrà essere in grado di erogare materialmente l'insieme delle cure primarie, di garantire la continuità assistenziale e le attività di prevenzione”. L’ha detto il vicepresidente della Commissione Sanità del Consiglio regionale Baldo Esposito. “Venerdì scorso, nel corso della seduta della Commissione, concordemente con il presidente Mirabello abbiamo sentito - ha aggiunto Esposito - proprio sulla vicenda della ‘Casa della Salute’ di Chiaravalle, il capo dipartimento con delega alla realizzazione della Casa della Salute dottor Maurizio Rocca e l’architetto Carlo Nisticò dell’Asp catanzarese, con l’obiettivo che vada individuato, essendo inidonei gli spazi dell’ex Ospedale, un immobile da finalizzare a questa struttura sanitaria pubblica, dove dovranno essere allocati i servizi territoriali che erogano prestazioni sanitarie e sociali”. Ha concluso il vicepresidente della Commissione Sanità: “Non trascureremo alcunché per velocizzare le procedure necessarie e conseguire l’obiettivo, proprio perché, conoscendo i disagi provocati a Chiaravalle Centrale ed a tutta l’area che faceva affidamento sull’ex Ospedale, è indispensabile mettere in funzione questo presidio strategico e garantire i livelli essenziali di  assistenza sanitaria e sociosanitaria alle popolazioni interessate”.

PD: “Casa della Salute di Chiaravalle al centro della discussione in Commissione Sanità”

Il presidente della Commissione “Sanità, Attività sociali, culturali e formative” Michele Mirabello ha convocato per venerdì una seduta inserendo all’ordine del giorno l’audizione  del direttore generale dell’Asp di Catanzaro Giuseppe Perri con specifico riferimento alla Casa della Salute di Chiaravalle Centrale. La notizia è stata diffusa dal circolo del PD del centro delle Preserre. “Il tema – sottolineano i locali esponenti democratici - è di fondamentale importanza per Chiaravalle e per tutto il comprensorio. Pertanto seguiremo con attenzione i lavori della commissione al fine di comprendere l’evoluzione della situazione e poter dare risposte chiare e certe ai tanti cittadini che attendono con ansia di conoscere lo stato delle cose”.

Chiaravalle, successo per il corso per la promozione del benessere in età infantile

Nell’ambito della progettazione relativa alla “Casa della Salute” di Chiaravalle, su richiesta di collaborazione del direttore del Distretto di Catanzaro Lido dottor Maurizio Rocca e del direttore della Casa della Salute dottor Rocco Cilurzo, l’U.O. Pediatria di Comunità, diretta dalla dottoressa Rossella Anfosso, è intervenuta con la realizzazione di un corso di formazione sulla prevenzione primaria e secondaria, rivolto agli insegnanti di scuola dell’infanzia, elementare e media del comprensorio di Chiaravalle. Il corso tenutosi in due momenti successivi nei mesi di gennaio e febbraio scorsi, è stato articolato in lezioni interattive durante le quali la dottoressa Anfosso ha analizzato la problematica promozione del benessere e prevenzione del disagio in età infantile-adolescenziale, con richiami forti sulla capacità comunicativa che si chiede ad un insegnante educatore, delle scuole di ogni ordine e grado. La dottoressa Anfosso si è avvalsa della professionalità di alcuni collaboratori quali l’infermiera pediatrica Lorena Iozzo, che ha relazionato sull’importanza del lavoro di équipe quale forma di interazione di diverse figure professionali, e sul lavoro di rete nella gestione di progetti che coinvolgono più istituzioni: famiglia, scuola, sanità. La Casa della Salute rappresenta, infatti, entrambe le tipologie lavorative e si colloca come momento di incontro tra domanda  di salute dei cittadini ed offerta delle cure, benessere e nuova socialità. Il dottor Giuseppe Aielli, pediatra, ha illustrato il progetto di educazione alimentare che svolge con la collaboratrice Rosa Maria Madonna nel comprensorio di Chiaravalle, coinvolgendo alunni,  genitori ed insegnanti in lezioni interattive e meeting informativi con gli adulti ed in attività ludiche, particolarmente gradite ed efficaci, con gli studenti. Il corso, presentato dalla responsabile del Consultorio di Chiaravalle, dottoressa Giuliana Orlando psicologa, si è tenuto presso l’Aula Magna dell’Istituto Comprensivo “Corrado Alvaro” di Chiaravalle Centrale, grazie alla disponibilità del dirigente scolastico professoressa Rita Elia, che ha accolto con notevole interesse l’iniziativa inserendola nei percorsi di formazione obbligatoria degli insegnanti, massicciamente presenti in maniera attenta e collaborativa. I circa 150 insegnanti target hanno, infatti, dimostrato notevole interesse per le argomentazioni illustrate con slides ed hanno interagito con un vivace dibattito, fornendo contributi in termini di suggerimenti e di vissuti esperenziali. Le iniziative nel comprensorio di Chiaravalle proseguono con l’attività di educazione alla salute nelle scuole di ogni ordine e grado.

Sanità. Punti di Primo Intervento: il destino di Soriano e Chiaravalle. I DETTAGLI

Nel “Documento di  riorganizzazione  della  Rete ospedaliera,  della  Rete dell’Emergenza-Urgenza e delle  Reti tempo-dipendenti” vergato dal commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro Massimo Scura sono presenti importanti informazioni che vanno ad incidere in maniera significativa sulla vita delle popolazioni delle Serre e delle Preserre. “A seguito della riconversione dell’attività di un ospedale  per  acuti  in  una struttura  territoriale – viene specificato - potrebbe rendersi necessario prevedere, per un periodo di tempo limitato, il mantenimento nella località interessata di un Punto di Primo Intervento, operativo nelle 12 ore diurne e presidiato dal sistema 118 nelle ore notturne. Qualora gli accessi superino le 6.000 unità per anno la responsabilità clinica e organizzativa ricade sul DEA di riferimento, che potrà avvalersi di risorse  specialistiche, con adeguata formazione, presenti nella struttura. La mission dei Punti di Primo Intervento - è il chiarimento -  è la trasformazione in postazione medicalizzata del 118 entro un arco temporale predefinito, implementando l’attività  territoriale  al  fine  di  trasferire  al  sistema  dell’assistenza  primaria le  patologie  a  bassa  gravità e che non richiedono trattamento ospedaliero secondo protocolli di appropriatezza condivisi tra 118, DEA, HUB  o Spoke di riferimento e Distretto, mantenendo rigorosamente separata la funzione di urgenza da quella dell’assistenza primaria”. Saliente è il passaggio in cui viene sottolineato che “nei  Punti  di  Primo  Intervento non è prevista l’osservazione breve del paziente. Punti di Primo Intervento con casistica inferiore ai 6.000 passaggi annui sono direttamente affidati al 118 come postazione territoriale. Possono essere organizzati Punti  di Primo Intervento anche per esigenze temporanee ed in occasione di manifestazioni di massa, gestiti funzionalmente e organizzativamente dal sistema 118”. Altre previsioni di rilievo: “nella fase di transizione verso la gestione del 118, la loro funzione per le urgenze si limita unicamente ad ambienti e dotazioni tecnologiche atti al trattamento delle urgenze minori e ad una prima stabilizzazione del paziente ad alta complessità, al fine di consentirne il trasporto nel Pronto Soccorso più appropriato. Per questa funzione sono necessari unicamente ambienti e dotazioni tecnologiche atti al trattamento delle  urgenze minori ed a una prima stabilizzazione del paziente ad alta complessità, al fine di consentirne il trasporto nel Pronto Soccorso più appropriato. Esclusivamente per il tempo di mantenimento previsto, i Punti di Primo Intervento si distinguono in:

- Punti di Primo  Intervento,  mobili  (allestiti  per  esigenze  estemporanee)  o  fissi  (con  numero  di  accessi  < 6.000  se  attivi  24  ore  o  <  3.000  se  attivi  12  ore,  assegnati  al  “Servizio  di  Emergenza  Sanitaria  Territoriale 118”);

- Punti di Primo Intervento  con  numero  di accessi  >  6.000  fino  a  20.000 se  attivi 24  ore  o  >  3.000  se  attivi  12 ore  eventualmente  assegnati  alle  strutture  delle  Aziende  Sanitarie  dopo  l’attuazione  della riorganizzazione  della  rete ospedaliera  (PS,  SPOKE,  HUB); 

- Punti di Primo Intervento  in  zona  montana  con  un  forte  presidio  del 118. I  PPI  in  zona  montana  richiedono  una  particolare  attenzione  da  parte  dello  SPOKE  (o  dell’HUB)  a  cui  si  riferiscono, con  gestione  diretta  da  parte  degli  stessi  medici  operanti  nel  Dea  di  riferimento  e  con  la  particolare implementazione  di  attività  qualora  i  numeri  lo  richiedano  (vedi  anche  Pronto  Soccorso  Semplice  dell’Ospedale Generale)”.

"Nel Punto  di  Primo  Intervento  è  però  sempre  prioritaria – viene aggiunto -  la  garanzia  del  trasferimento  protetto  del  paziente stabilizzato  al centro  più  idoneo. Attualmente  il  servizio  dei  PPI  attivati  negli  ex  ospedali  riconvertiti  in  strutture  territoriali,  è  erogato  in  12H/24H per  prestazioni  in  emergenza-urgenza  per  casi  di  media-bassa  complessità. L’obiettivo,  in  linea  con  quanto  sopra definito,  è  quello  di  trasferire  delle  attività  previste  per  i  PPI  delle  CdS  alla  gestione  del  118  entro  un  anno  (28 febbraio  2017),  previa  contestuale verifica  della  funzionalità  della  rete EMUR”.

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