'Ndrangheta: arrestate 11 persone tra Piemonte, Lombarida e Calabria

Sono undici le ordinanze di custodia cautelare in carcere, eseguite dai carabinieri nei confronti di altrettante persone ritenute affiliate alla 'ndrangheta.

I reati contestati, a vario titolo, sono: associazione a delinquere di stampo mafioso, tentato omicidio, usura, estorsione, rapina, danneggiamento, incendio, detenzione illegale di armi e munizioni. L'operazione, è stata condotta dai carabinieri della Stazione di Chivasso (Torino), in collaborazione con i reparti competenti per territorio, nelle province di Torino, Varese, Reggio Calabria, Cosenza e Vercelli.

Nel corso dell’attività i militari hanno sottoposto a sequestro beni immobili, società, attività commerciali, polizze vita, conti correnti, autovetture di grossa cilindrata, cassette di sicurezza, gioielli, orologi di lusso e contanti.

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Operazione "Gerry", disarticolata mega organizzazione criminale dedita all'importazione di cocaina dal sudamerica

L’operazione “GERRY”, con l’odierna esecuzione delle ordinanze di custodia cautelare emesse dal G.I.P. di Reggio Calabria, trova il suo epilogo.

La complessa attività investigativa, condotta dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Catanzaro e coordinata dalla Procura della Repubblica - D.D.A. di Reggio Calabria, si conclude oggi con l’arresto di tutti gli appartenenti ai due agguerriti sodalizi che meno di un mese fa, il 23 marzo scorso, avevano subito l’ennesimo duro colpo inferto con il fermo di 18 militanti.

Sono state eseguite tra Calabria, Campania, Sicilia, Toscana, Piemonte e Lombardia O.C.C. volte a neutralizzare in primis una ramificata organizzazione criminale di stampo ‘ndranghetistico, dai marcati profili internazionali, capace di pianificare l’importazione di oltre tre quintali di cocaina dal Sud America. Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia, hanno consentito di disarticolare un sodalizio estremamente complesso, composto da soggetti vicini a diversi clan di ‘ndrangheta, dalle famiglie Bellocco di Rosarno, Molè - Piromalli di Gioia Tauro, Avignone di Taurianova ai Paviglianiti, attivi sul versante jonico reggino.

Tra gli arrestati i fratelli BELLOCCO Michele e Giuseppe, coinvolti nell’importazione di centinaia di chili di cocaina dal Sudamerica, il pluripregiudicato rosarnese ARCURI Rosario classe 1953, vero e proprio collettore, specializzato nell’acquisto di cocaina per rifornire molteplici famiglie criminali, in grado di tessere fondamentali contatti utili per curare l’intero viaggio del narcotico, dal Paese produttore al porto di arrivo dove un équipe di “professionisti”, guidati da LENTINI Domenico, un calabrese da anni emigrato in Toscana, provvedeva sia al recupero del prezioso carico direttamente dal container che alla successiva consegna ai “grossisti” del settore. È così che i militari sono riusciti a sequestrare presso il porto di Livorno 300 kg di cocaina e circa 17 kg di codeina, ricostruendo, poi, un’ulteriore importazione di narcotico pari a 57 chilogrammi di cocaina e numerosi altri tentativi di importazione non andati a buon fine.

Oltre alla preziosa polvere bianca gli indagati si adoperavano per trarre lucro anche da altre sostanze. Le indagini hanno provato, infatti, come i sodali riuscivano ad ottenere lauti guadagni anche dalla compravendita di importanti partite di marijuana, hashish ed eroina. Sempre ARCURI Rosario, coadiuvato dal fratello e dal figlio, negli anni aveva stretto solidi rapporti di collaborazione con una consorteria di narcos napoletani, capeggiati da CAMPAGNA Maria Rosaria, pluripregiudicata e compagna del noto boss di Catania CAPPELLO Salvatore, attualmente detenuto in regime di carcere duro.

Calabresi e napoletani creano, così, una fitta rete di rapporti “d’affari” che, in prima battuta, vedono i partenopei al servizio dei calabresi per l’estrazione dello stupefacente dal porto di Napoli. Rapporti che, in seguito, si andranno ad arricchire con la compravendita di eroina e marijuana cedute dai fornitori calabresi ai clienti napoletani. L’operazione antidroga, condotta dalle Fiamme Gialle della Sezione G.O.A. del G.I.C.O. di Catanzaro, con il supporto del II Reparto del Comando Generale e della D.C.S.A., ha dimostrato come i trafficanti calabresi ricevevano disponibilità liquide anche da soggetti insospettabili, quali commercianti e professionisti, che non disdegnavano di fare affari mediante l’acquisto all’ingrosso della cocaina.

A tal proposito, i finanzieri, partiti dalla potente organizzazione di narcos operante tra Rosarno, Gioia Tauro, Melicucco e San Luca, hanno esteso il raggio d’azione nei confronti anche di un libero professionista, un pediatra, riuscendo a scoprire come anche questi ricopriva il ruolo di finanziatore, nonché acquirente di ingenti partite di sostanze stupefacenti, sempre provenienti dal Sudamerica.

L’inchiesta svolta dalle unità specializzate del Nucleo di Polizia Tributaria/G.I.C.O. di Catanzaro ha, così, consentito di identificare complessivamente 32 soggetti, 19 dei quali colpiti da ordinanza custodiale, ognuno con un ruolo ben preciso: dai finanziatori ai mediatori, a coloro che avevano il compito di ospitare gli emissari dei narcos colombiani, più volte giunti nel nostro Paese. Organizzazioni che curano le importazioni in ogni dettaglio, riducendo al minimo le comunicazioni e scegliendo accuratamente ove far giungere la cocaina.

L’intera operazione “Gerry” ha permesso di infliggere all’organizzazione delinquenziale rilevanti perdite economiche, sia sotto il profilo dei capitali investiti che dei mancati guadagni, e, con le operazioni odierne, di decapitare definitivamente i sodalizi. La droga complessivamente sequestrata, una volta lavorata ed immessa in commercio, avrebbe fruttato all’organizzazione oltre 100 milioni di euro una volta raggiunte le piazze di spaccio. Nel corso dell’indagine è stato sviluppato lo stretto coordinamento con la Direzione Distrettuale Antimafia presso la Procura della Repubblica di Firenze.

A Milano importanti riconoscimenti per il tenore calabrese Raffaele Tassone

Tappa lombarda ricca di soddisfazioni per il tenore spadolese Raffaele Tassone, protagonista, nei giorni scorsi, in due manifestazioni svoltesi nel capoluogo meneghino.

Dopo essere entrato a far parte del novero dei 13 finalisti, provenienti da tutto il mondo, al Concorso lirico internazionale “Salvatore Licitra”, Tassone è stato premiato insieme ad altri quattro concorrenti. L’appezzamento da parte della giuria gli è valsa, inoltre, la possibilità di interpretare la parte di Riccardo, il protagonista dell’opera “Un ballo in maschera” di Giuseppe Verdi che sarà rappresentata prossimamente a Parma.

Grandi soddisfazioni, anche, nell’altra manifestazione svoltasi nella “Casa Verdi” di Milano. Nel luogo in cui aveva esordito con la “Messa da Requiem”, il tenore calabrese ha affiancato due artisti del calibro di Armando Ariostini (Baritono)  e Anna Laura Longo (soprano).

 L'esibizione musicale,  svoltasi nel salone d'onore dei musicisti, ha suscitato l’entusiasmo dell’esigente pubblico milanese che ha manifestato grande soddisfazione per l’esecuzione di alcune delle più belle romanze del Novecento italiano.

 Nel corso della serata, al talento di Raffaele Tassone è stato conferito un importante riconoscimento da parte dell'associazione "Lions Club Milano Casa della Lirica".

 Tuttavia, il premio più significativo, molto probabilmente, è stato quello tributato dal tenore Angelo Loforese che, al termine del concerto, ha voluto rivolgere le sue congratulazioni all'indirizzo del giovane artista spadolese.

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