Mezzo pesante in fiamme sul tratto vibonese dell’A2, autostrada chiusa tra Pizzo e Sant'Onofrio

Mezzo pesante in fiamme nel pomeriggio di oggi, sul tratto vibonese dell A2 'Autostrada del Mediterraneo', in direzione Villa San Giovanni.

L’incendio, avvenuto in prossimità del km 346, tra gli svincoli di Pizzo e Sant'Onofrio, ha determinato il blocco della circolazione.

Pertanto, ai veicoli diretti a sud è stata consigliata l'uscita presso lo svincolo di Pizzo, mentre a quelli diretti a nord l'uscita allo svincolo di Sant'Onofrio.

Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco, le squadre Anas e le forze dell'ordine.

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Sant’Onofrio, Lo Schiavo presenta la proposta di legge sulle Cooperative di comunità

Si terrà venerdì 17 giugno, alle ore 18, nella sala del Centro di aggregazione sociale “Falcone e Borsellino” di Sant’Onofrio (Vv), l’iniziativa pubblica di presentazione della proposta di legge regionale sulle Cooperative di comunità. L’evento è promosso dal consigliere regionale Antonio Lo Schiavo, estensore e primo firmatario della proposta di legge, in collaborazione con la Cooperativa di comunità Sant’Onofrio 3.0 e Legacoop Calabria e con il gratuito patrocinio del Comune di Sant’Onofrio.

Nell’occasione porteranno i loro saluti: il presidente della Provincia di Vibo Valentia, Salvatore Solano; il deputato della Repubblica, Antonio Viscomi; i consiglieri regionali, Raffaele Mammoliti e Francesco De Nisi; il sindaco di Sant’Onofrio, Antonino Pezzo e il presidente di Legacoop Calabria Lorenzo Sibio. Sarà poi lo stesso Antonio Lo Schiavo ad illustrare la proposta di legge regionale sulle Cooperative di comunità: uno strumento espressamente volto a normare un settore ritenuto strategico per il contrasto alla marginalità e allo spopolamento dei piccoli centri dell’entroterra calabrese.

Quindi spazio alle testimonianze dal mondo delle Cooperative di comunità con il contributo di Gianni Torri, presidente della Cooperativa di comunità “Terre del Magra” di La Spezia; Roberta Caruso, presidente della Cooperativa di comunità “I live in Vaccarizzo” di Montalto Uffugo (Cs); Anna Capicotto, presidente della Cooperativa di comunità “Le 5 icone” di Pentone (Cz). Seguiranno gli interventi di Francesco Carchedi, presidente della Cooperativa di comunità Sant’Onofrio 3.0; Maurizio De Luca, vicepresidente di Legacoop Calabria con delega alle Cooperative di comunità; Paolo Scaramuccia, responsabile Cooperative di comunità Legacoop nazionale. Modererà l’evento il giornalista Stefano Mandarano. In occasione della presentazione, negli stessi locali di via Raffaele Teti, sarà aperta al pubblico la biblioteca, centro-studi e ricerca “Pasquale Marcello” che ospita, tra le altre cose, un allestimento di oltre 50 manifesti originali di promozione politica nazionale del periodo 1948/1953.

 

Inaugurata l'attesissima scuola bocce dell’Asd Aurora Sant’Onofrio

Sant’Onofrio - Ha aperto i battenti sabato 27 febbraio la nuova scuola bocce che porta nel Vibonese e nelle zone limitrofe la possibilità di praticare il gioco  alle nuove generazioni.

Un progetto rinnovato, che conferma ancora una volta la volontà dell’Asd Aurora, di focalizzare una parte della propria programmazione futura su questa iniziativa di interesse e prospettiva per l’avvicinamento a questo sport in ambito juniores. L'inaugurazione di sabato pomeriggio è avvenuta in presenza, seppur in forma ristretta. Hanno partecipato il sindaco Onofrio Maragò, l’assessore allo sport Fortunato Santaguida, il responsabile regionale del settore giovanile Roberto Cevola, l’istruttore del settore giovanile William Muraca, il coordinatore regionale Raffaele Brutto, i componenti della Commissione tecnica regionale Natalino Bilotta e Salvatore Franzè.

«Inaugurare la scuola bocce in questo momento – ha spiegato Liberata Cammarata, direttore sportivo dell’Aurora Sant’Onofrio – per noi ha un duplice significato. Il primo è di generare un flusso attrattivo per i nostri giovani, perché ci siamo accorti durante il lockdown quanto importante sia l’attività ludica  e allo stesso tempo favorire un ricambio generazionale del nostro sport e non permettere che venga abbandonato».

L’altro aspetto che ci preme sottolineare il responsabile regionale del settore giovanile Roberto Cevola è che: «nel momento in cui tutti noi siamo attenti alla nostra salute, non possiamo dimenticare quanto faccia bene al nostro animo la cultura e l’amore per lo sport».

Il pomeriggio è trascorso all’insegna del divertimento e ha visto il pieno coinvolgimento di 18 ragazzi dai 6 ai 17 anni e delle loro famiglie che si sono dilettati nel gioco delle bocce guidati dai sapienti consigli degli istruttori giovanili William Muraca e Liberata Cammarata.  

«Il desiderio è quello di far decollare una scuola bocce per i ragazzi, coinvolgendo anche le strutture scolastiche al fine di portare i giovani sui campi per far loro compiere i primi passi nei luoghi dove si pratica concretamente il gioco delle bocce, ci auguriamo che la nostra iniziativa possa germogliare nel più breve tempo possibile anche nell’ottica di un ulteriore rafforzamento del nostro impegno sportivo» ha affermato un’emozionato Roberto Cammarata, presidente dall’Asd Aurora Sant’Onofrio.

A dire la sua, anche il presidente regionale Francesco D’Ambrosio che, seppur in videoconferenza, ha fortemente voluto esprimere il suo profondo sostegno a questa lodevole iniziativa: «Ho creduto dal primo istante in questo progetto, credo nei valori della Fib e nei concetti di lealtà ed inclusione che questo sport è in grado di emanare. L’auspicio è che possa far nascere quelle vocazioni giovanili delle quali lo sport delle bocce ha tanto bisogno». A conclusione del pomeriggio sono state distribuite le prime tessere giovanili ed è stato offerto un piccolo rinfresco che ha rappresentato un ulteriore momento di convivialità per scambiare pareri e impressioni.

Sant’Onofrio, il comitato “No Discarica VV” scrive alla Regione per chiedere che “si faccia chiarezza”

Riceviamo e pubblichiamo

“Il comitato “No Discarica VV”  ha inviato questa mattina  una pec alla Regione, all'Ato N°4  di Vibo Valentia ed a tutti i Sindaci  che ne fanno parte, nella quale  prende atto, sulla base di notizie di stampa, che  la VIA redatta dalla struttura regionale preposta ha evidenziato la presenza di criticità sul sito “Palombara” di S.Onofrio , le stesse da sempre individuate come motivo per il no alla realizzazione di una discarica . La notizia che dà ragione dei motivi della costituzione del Comitato, lo motiva a continuare nella sua protesta affinché i vincoli definiti nella citata relazione come  inibitori vengano riconosciuti, come di fatto sono,  escludenti e cogenti, così come previsto dalla normativa nazionale e regionale, e quindi non superabili con dichiarazione di pubblica utilità.  

Di seguito il testo inviato ai vari Enti.

A nome del Comitato No Discarica VV, costituitosi ufficialmente in data 07/07/2020 presso l’Agenzia delle Entrate di Vibo Valentia e a nome di tutti i cittadini che ne condividono le preoccupazioni e gli scopi, il Direttivo

prende atto

che la relazione tecnica (VAS – VIA – AIA – VI), redatta dalla Struttura Tecnica di Valutazione del Dipartimento Tutela dell’Ambiente della Regione Calabria ha sottolineato inequivocabilmente che in località “Palombara” di S. Onofrio, luogo indicato quale possibile sito per la realizzazione di un Ecodistretto con annessa discarica di servizio, nonché quale sito sul quale la società privata Ecosistem Srl ha proposto di costruire una discarica privata per rifiuti speciali non pericolosi, esistono VINCOLI INIBITORI che confermano ed avvalorano in parte la fondatezza delle argomentazioni e dei rilievi che il  Comitato No Discarica VV  ha espresso a tutti i  rappresentanti Istituzionali Regionali e Provinciali in più riprese ed in diverse occasioni.

Le criticità emerse, come appreso dalle numerose notizie di stampa, che rappresenterebbero vincoli ostativi alla realizzazione di un qualsiasi tipo di impianto di trattamento dei rifiuti, è bene ricordarli, sono i seguenti:

-  la presenza di una vasta area boschiva, di proprietà del Consorzio di Bonifica, rimboschita con fondi pubblici che impedisce l’accesso a mezzi pesanti;

-  la presenza di falde acquifere che costituisce un vincolo idrogeologico;

Essi, pertanto, escludono, ai sensi del PRGR Calabria 2016 approvato con D.G.R. 497 del 06.12.2016, la realizzazione di impianti di gestione di rifiuti di qualsiasi genere.

Sul sito scelto dal Comune di S. Onofrio, tra l’altro, esiste già una discarica inutilizzata e mai bonificata di rifiuti (presenza anche di amianto), che costituisce un serio pericolo per la salute di tutta la popolazione dei paesi limitrofi, nonché per i paesi che si affacciano sul bacino del Mesima, data la presenza di uno sversamento di liquami (numerosi sono i decessi per tumore).

Inoltre, la realizzazione di tale discarica costituirebbe un grave danno all’ economia della zona poiché impedirebbe la coltivazione dei terreni vicini vocati ad uliveti, al pascolo ed alla zootecnia (vista la presenza di aziende operanti in regime biologico).

Le considerazioni precedentemente espresse e le criticità individuate dalla Struttura Tecnica di Valutazione della Regione Calabria come vincoli inibitori dovrebbero essere, a parere del Comitato No Discarica VV, in realtà escludenti e non superabili perché cogenti dalla normativa nazionale e regionale esistente. 

Il Comitato No Discarica VV ribadisce la sua netta contrarietà a qualsiasi azione o manovra, come la possibilità di avvalorare la realizzazione di una struttura privata attraverso il meccanismo di dichiarazione di “Pubblica utilità”, tendente ad eludere la normativa vigente, e chiede che si faccia chiarezza sulla vicenda.

Chiede inoltre che il Presidente della Giunta Regionale e l’Assessore all’ Ambiente esprimano, così come ha fatto l’assemblea dell’ATO N°4 all’ unanimità, parere negativo alla realizzazione di una discarica privata.

Qualora ciò avvenisse, il Comitato No Discarica VV invita gli organismi interessati a chiarire come i vincoli valevoli per la realizzazione di una discarica privata possano non essere tenuti in conto per la eventuale realizzazione di un Ecodistretto con annessa discarica di servizio, e dunque come questo progetto possa essere ulteriormente sostenuto e portato avanti per il sito individuato in località Palombara, Sant’ Onofrio.

Il Comitato No Discarica VV, i cui principi ispiratori sono il rispetto e la salvaguardia dell’ambiente e della legalità, vigilerà sulla correttezza dell’azione amministrativa e    sulle relative procedure burocratiche e laddove dovessero emergere circostanze poco chiare chiederà l’intervento degli enti preposti a garanzia della tutela dei cittadini”.

Omicidio Belsito: giustiziato per una relazione extraconiugale all’interno del clan

La Procura distrettuale antimafia di Catanzaro ha fatto luce sull’efferato omicidio del 34enne Domenico Belsito, consumato a Pizzo (Vv), nel 2004.

Al termine delle indagini condotte dai carabinieri del nucleo investigativo di Vibo Valentia, il gip del Tribunale di Catanzaro, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 6 persone, ritenute, a vario titolo, responsabili in concorso del reato di omicidio.

Pertanto, gli uomini del Nucleo investigativo, questa mattina, hanno dato esecuzione al provvedimento nei confronti di Domenico Bonavota, 42  anni (catturato la scorsa estate in un covo a Sant’Onofrio, dopo quasi due anni di latitanza), Nicola Bonavota (45), Onofrio Barbieri (41), Francesco Salvatore Fortuna (41), Salvatore Mantella (47), mentre risulta latitante il 47enne Pasquale Bonavota, già colpito da altri provvedimenti ristrettivi.

L’agguato a  Belsito venne consumato la sera del 18 marzo 2004 nei pressi di un bar, a Pizzo.

Una volta compiuta l’azione criminale, i sicari si diedero alla fuga a bordo di un’autovettura, risultata rubata e rinvenuta, ancora in fiamme, a pochi chilometri di distanza, nei pressi di una masseria.

Dopo alcuni giorni d'agonia, Belsito morì il successivo 1 aprile all’ospedale di Vibo Valentia.

Secondo la ricostruzione  fatta dagli investigatori, la sentenza di morte sarebbe stata eseguita perché Belsito, benché appartenente alla locale di Sant’Onofrio e già sposato, avrebbe intrattenuto una relazione extraconiugale con la sorella di un altro affiliato.

Il laborioso lavoro investigativo, condotto dalla Direzione distrettuale antimafia, ha permesso d’individuare, nonostante il tempo trascorso dall’evento, nei vertici della locale di Sant’Onofrio i presunti  mandanti e negli elementi dell’emergente gruppo criminale di Andrea Mantella (oggi collaboratore di giustizia) i presunti esecutori materiali del brutale omicidio, che sarebbe maturato nell’ambito di logiche di scambio, finalizzate a sancire l’alleanza tra i due sodalizi 'ndranghetisti.

La spedizione di morte, infatti, era stata eseguito, a pochi giorni di distanza, dal raid punitivo compiuto da killer della locale di Sant’Onofrio presso l’abitazione di Antonio Franzé, 66 anni, rimasto ferito alla spalla destra da colpi d'arma da fuoco perché ritento reo di aver mancato di rispetto a Mantella per averne sminuito la reputazione.

Del tentato omicidio, secondo il provvedimento odierno, dovranno rispondere Mantella, Fortuna e Domenico Bonavota.

Sant'Onofrio, a 30 anni dalla strage dell’Epifania l’appello del sindaco Maragò e di Libera

“ Sei gennaio 1991. Due persone sono state uccise e undici ferite in una sparatoria accaduta a Sant'Onofrio, un centro della zona del Vibonese a 70 chilometri da Catanzaro, nella piazza principale del paese. Carabinieri e poliziotti stanno accertando l’identità degli uccisi e dei feriti”. (Agenzia Ansa). Trent'anni dopo quella strage, il sindaco di Sant’Onofrio, Onofrio Maragò, lancia alla società civile un appello forte “Aiutateci a liberarci da questa cappa e da questo pesante sospetto di ndrangheta. Qui c’e ancora tanta gente buona, e soprattutto onesta”.

"La strage dell’Epifania - sottolinea Maragò in una nota - può essere annoverato come l’evento che più di ogni altro ha segnato e condizionato l’evoluzione sociale, culturale ed economica di Sant’Onofrio e dei suoi abitanti. In una mattinata di festa nella quale la comunità soleva radunarsi in piazza per vivere un momento di socialità, si è scatenata la violenza ed il terrore, lasciando a terra fra la folla due vittime e nove feriti, cittadini innocenti che si sono trovati fatalmente nella traiettoria dei proiettili destinati ad altri, vittime di una modalità perversa di contrasto e di affermazione criminale. Il sei gennaio 1991 è stata una giornata luttuosa e di terrore della quale, verosimilmente, non è stata presa ancora piena coscienza, anche perché al fragore delle armi e al sangue innocente versato, non è seguita una forte presa di posizione civica tale da arginare e osteggiare, più di quanto si sia fatto, il diffondersi di fenomeni di criminalità organizzata ed il proselitismo su nuove leve inquadrate nella cosca locale, come le cronache giudiziarie riportano. Da quella data fatidica - prosegue la nota - Sant’Onofrio è cambiata profondamente. A livello di socialità si è innescato un timore diffuso, una quieta rassegnazione, che ha condotto gran parte della popolazione ad estraniarsi da quanto avveniva, rinchiudendosi nel proprio sistema familiare e amicale, che costituisce da sempre un micro mondo in cui rifugiarsi. Così facendo i suoi abitanti hanno però sottovalutato gli effetti negativi di lungo periodo che sono conseguenti all’affermarsi di fenomeni criminali, soprattutto in relazione allo sviluppo socio-economico del territorio. A trent’anni di distanza, certo molte cose sono cambiate, nella società civile vi è una nuova percezione e considerazione dei fenomeni mafiosi come testimoniato dalla grande partecipazione alla manifestazione organizzata dall’associazione Libera a favore delle forze dell’ordine a seguito dell’operazione giudiziaria denominata “Rinascita Scott”. La lotta alla ‘ndrangheta si è intensificata nel corso degli anni a fronte della costatazione della pervasività e pericolosità di tale organizzazione criminale. Molto altro ancora deve essere affrontato e perseguito, sia a livello di istituzioni, di organismi intermedi e di società civile. L’affermazione di principi di legalità e di convivenza civile deve essere condivisa a tutti i livelli, ognuno deve fare la propria parte, in un’azione corale che faccia comprendere compiutamente che la ‘ndrangheta è un male, anche per chi aderisce a tale organizzazione, perché foriero di una vita non vissuta (come si legge in molte testimonianze riportate in numerose pubblicazioni). E come ogni male può essere curato solo se l’ammalato ne prende piena coscienza e decide di curarlo, anche per il male sociale legato alla ‘ndrangheta occorre prenderne coscienza e decidere di curarlo, sia con le azioni di contrasto sia con interventi di “ricostituzione” e di “rigenerazione” del tessuto sociale ed economico. E allora bisogna parlarne, bisogna partecipare e far partecipare, risvegliare le coscienze sopite dei santonofresi, bisogna essere testimonianza attiva per affermare un rinnovato senso di comunità, la quale sta registrando negli ultimi decenni una continua emorragia di giovani che emigrano, ancora oggi come i loro avi, verso altre aree di Italia e del mondo. Occorre arrestare questa disgregazione sociale che ha radici e cause nel ritardo di sviluppo e nella carenza di occasioni di lavoro, cause che sono fortemente legate alla presenza del malaffare ed in molti casi da questo generate. Ci vorrà tempo e molto impegno, la comunità di Sant’Onofrio deve prendere coscienza di sé e rifuggire dal rassegnarsi ad un ineluttabile destino, quello di essere etichettata come paese di ‘ndrangheta che deve essere evitato e da cui bisogna andarsene. La comunità di Sant’Onofrio rimane composta da gente onesta e di grandi qualità umane, che non merita di essere tacciata in modo spicciolo e generalistico di mafiosità. L’Amministrazione comunale di Sant’Onofrio crede che i tempi possano essere propizi e che occorra agire per evitare l’inesorabile declino della comunità amministrata. È cosciente che oltre a rispettare e far rispettare le leggi, base imprescindibile, ed essere modello di moralità istituzionale e di testimonianza attiva a favore della legalità, occorra promuovere una strategia di risveglio sociale, culturale ed economico, che coinvolga tutte le forze sane presenti e crei le occasioni più opportune e sostenibili, di socialità e di lavoro, per dimostrare fattivamente che vivere di ‘ndrangheta o esserne associati, in fondo, non conviene a nessuno: chi in un modo, chi per altro, perdiamo tutti. Questo può rappresentare un manifesto di intenti imprescindibile tale da accomunare tutti ed al quale impegnarsi anche nel futuro amministrativo di Sant’Onofrio. L’Amministrazione comunale di Sant’Onofrio in questi anni ha marciato insieme a Libera, partecipando attivamente alle sue iniziative, tra le quali le giornate dedicate alla memoria delle vittime innocenti delle mafie. Nel lungo e straziante elenco letto ad alta voce in molte piazze in tutta Italia, compaiono i nomi di due cittadini di Sant’Onofrio: Onofrio Addesi e Francesco Augurusa, vittime innocenti di una cieca e feroce violenza. L’Amministrazione comunale di Sant’Onofrio, nella ricorrenza del 6 gennaio 2021, ha deciso di esporre una targa nella stessa Piazza in cui è avvenuto l’eccidio trent’anni prima, per ricordare i suddetti cittadini e testimoniare il proprio impegno e quello di tutta la comunità a schierarsi contro l’illegalità. Tenuto conto dell’emergenza in atto, che impone limitazioni per arginare i pericoli di contagio, si ha in programma di realizzare, oltre alla esposizione della suddetta targa commemorativa, una raccolta di videomessaggi di esponenti e osservatori privilegiati, i cui punti di vista rimangano a memoria e possano essere fonte di ispirazione per amministratori e cittadini. Illustri cittadini di Sant’Onofrio hanno scritto e illustrato storie e immagini della nostra comunità (ad esempio: il prof. Mario Teti con “Gente di Sant’Onofrio”, Pino Nano con “Cara Sant’Onofrio”). Oggi - conclude  Maragò -  ci poniamo l’obiettivo di raccogliere e far tesoro di analisi, casi emblematici, buone prassi e proposte qualificate per dare impulso ad una “rigenerazione” della comunità, a partire dalle nuove generazioni e con il fondamentale e potente aiuto del genere femminile, finora inespresso ed erroneamente sottovalutato.

Canile abusivo scoperto nel Vibonese

Malnutriti, rinchiusi in gabbie all’acqua e al freddo, tra gli escrementi, la sporcizia ed il cibo in decomposizione.

 E’ la scena che si sono trovati di fronte i carabinieri della Stazione di Sant’Onofrio (Vv) intervenuti, su segnalazione di alcuni cittadini, in un’area rurale prossima a Vibo Valentia.

Giunti sul posto, i militari hanno scoperto un canile abusivo per il quale sono stati denunciati i proprietari, padre e figlio.

 Sul posto, allertati dagli stessi carabinieri, sono intervenuti i veterinari dell’Azienda sanitaria provinciale che, insieme al Comune, provvederà adesso alle ulteriori ed eventuali sanzioni di tipo amministrativo.

I cani presenti all’interno della struttura abusiva erano 28, di cui solo 10 dotati di microchip. 

Il canile è stato quindi sequestrato e gli animali momentaneamente affidati ai proprietari dell’allevamento con la prescrizione di adempiere alla pulizia e di nutrirli in attesa degli altri provvedimenti degli enti preposti.

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Beccato con un chilo di marijuana in auto, 37enne arrestato sul tratto vibonese dell'A2

Una busta con oltre un chilo di marijuana.

E’ quanto hanno rinvenuto, durante un servizio di controllo nei pressi dello svincolo di Pizzo Calabro dell’autostrada A2, gli uomini della polizia stradale di Vibo Valentia.

Lo stupefacente è stato trovato a bordo di un’auto guidata da I.P., di 37 anni.

L’uomo è stato quindi arrestato con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti e tradotto in carcere.

In seguito all’udienza di convalida il 37enne è stato posto ai domiciliari.

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