Catanzaro, Chirillo (Confesercenti): nuova recessione, dramma per il Sud

“Tra le tante analisi di questa crisi di Governo, credo di non aver letto da nessuna parte questa considerazione: ieri in Senato tutti, ma proprio tutti, erano concordi su una sola cosa. Lo ha detto Conte, lo ha ripetuto Salvini, lo ha ribadito Renzi. In Europa e in Italia sta arrivando una nuova ondata recessiva i cui esiti sono difficilmente prevedibili”. Ad affermarlo è Francesco Chirillo, presidente di Confesercenti Catanzaro.

“A preannunciarlo - prosegue Chirillo - sono i numeri e, in particolare, l'affaticamento della locomotiva tedesca che arranca già da diversi mesi sotto il peso di un Pil che stenta a decollare. Ciò significa, per il nostro Sud, l'ennesimo colpo al cuore. Già la lenta ripresa degli ultimi anni non era stata sufficiente a far riprendere sviluppo e occupazione. Immaginiamoci cosa potrà accadere da qui a qualche mese se le fosche previsioni di politici ed economisti dovessero trovare conferma. Sarebbe un disastro per regioni come la Calabria che pagano una storica carenza di investimenti pubblici e privati, unitamente alla fragilità del tessuto produttivo locale”. Cosa fare, dunque? Secondo Chirillo “occorre ribadire la posizione già espressa dalla scrivente associazione rispetto alle dinamiche in atto a livello parlamentare”.

Serve, cioè, in buona sostanza “un Governo che sia espressione di una maggioranza forte, coesa, coerente rispetto alle scelte coraggiose da fare e che si profilano all'orizzonte”. Non già dunque “maggioranze raccogliticce e frutto solo della paura del voto”.

“Adesso - spiega Chirillo - la vera emergenza da affrontare è il sostegno alle piccole e medie imprese che rappresentano la spina dorsale di questa nazione. Una sfida che richiede scelte coraggiose come la riduzione del cuneo fiscale, il credito d'imposta per le nuove assunzioni, una vera politica mirata nei confronti delle regioni meridionali. Per queste ragioni   confermiamo la necessità di una guida seria per questo Paese e, a breve, anche per la Regione Calabria”.

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A Soverato Confesercenti dà voce al Sud che si ribella all'abbandono

C'è un Sud, e insieme ad esso una Calabria, che si ribellano all'abbandono.

È il mondo delle piccole e medie imprese meridionali che, con immani sforzi e fatica, continuano a creare lavoro e occupazione. E' la trincea degli amministratori onesti che difendono, coraggiosamente, la linea delle buone pratiche nella gestione della cosa pubblica. E' lo spazio dell'impegno culturale rivolto nei confronti delle giovani generazioni, seme di speranza presente e non già futura. Contenuti importanti emersi con grande forza nel contesto del partecipato incontro pubblico che Confesercenti Catanzaro, Cescot e Naturium hanno promosso a Soverato sul tema “Perché il Sud è senza voce”.

Tantissimo pubblico nell'accogliente arena del “Bounty” sul Lungomare Europa, a dispetto della calura estiva. E numerosi gli interventi. “Testimonianza concreta di un bisogno evidente di dialogo, confronto e partecipazione che dovrebbe far riflettere più di ogni altro argomento” ha sottolineato il consigliere comunale di Soverato Emanuele Amoruso nel formulare un plauso convinto agli organizzatori. Stimolata dall'articolata e densa introduzione di Francesco Chirillo, presidente di Confesercenti Catanzaro, la qualificata platea dei relatori ha animato un dibattito ricco di spunti e prospettive: da Bernard Dika, Alfiere della Repubblica, a Federica Roccisano, economista ed ex assessore regionale al Lavoro, da Maria Antonietta Sacco, consigliere comunale di Carlopoli e vicepresidente nazionale di Avviso Pubblico, a Gregorio Staglianò, giovanissimo storico calabrese impegnato in Rai con la trasmissione “Passato e Presente”.

Non visioni teoriche ma esempi quotidiani di vita quelli trasmessi ai presenti nel corso dei tanti e diversificati contributi offerti al tavolo della discussione. “C'è una questione meridionale irrisolta” ha attaccato Chirillo, rilanciando lo slogan della manifestazione. Una vera e propria “emergenza nazionale destinata ad aggravarsi con le pressanti mire autonomistiche del Nord avallate dal Governo con l'idea del regionalismo differenziato”. E' stata palese la pressoché unanime “delusione” per l'assenza di interventi chiari e incisivi da parte dei parlamentari calabresi e meridionali di maggioranza, in difesa dei diritti negati del Sud, nel quadro della riforma “spinta” che regioni come il Veneto stanno portando avanti come “la svolta epocale” di questa legislatura.

“Così affonderanno il Mezzogiorno e la Calabria” l'affondo di Chirillo che non ha risparmiato, nella sua critica, anche quei meridionali “che con il loro silenzio complice accettano supinamente questo destino senza dire una sola parola”.

Dal pubblico hanno sollevato ulteriori spunti di confronto, tra gli altri, lo storico Ulderico Nisticò, la manager culturale Chiara Giordano, l'ex sindaco di Satriano Michele Drosi. Nel contesto della serata, sono stati consegnati gli attestati di merito ai partecipanti del corso di formazione Cescot “Strumenti per comunicare e farsi ascoltare” tenuto a Soverato dai docenti Francesco Pungitore, giornalista che ha anche moderato il dibattito, e Bernard Dika. Il presidente della Camera di Commercio di Catanzaro, Daniele Rossi, il presidente di Confesercenti Catanzaro, Francesco Chirillo, e il promotore del progetto Naturium, Giovanni Sgrò, hanno premiato per le competenze acquisite: Vincenzo Chiodo, Baldassarre Arena, Giovanni Donato, Giuseppe Piroso, Mosè Viscomi, Pietro Procopio, Raffaella Grillone, Roberta Ussia, Francesco Rotondo, Danilo Staglianò e Stefania Oliverio. Da tutti la richiesta di ripetere l'iniziativa didattica, incentrata sui temi della comunicazione e del pubblic speaking, in una cornice “etica” ancorata al miglioramento delle proprie potenzialità relazionali personali.

Soverato, la Questione Meridionale e il Sud senza voce

“La cosiddetta Questione Meridionale, ad oggi evidentemente irrisolta, non si riflette soltanto nei livelli di crescita economica (una forbice sempre più larga con il Nord) o nella qualità dei servizi (sanità, trasporti, burocrazia).

Sembra anche emergere una incapacità a comunicare il disagio, le esigenze e i bisogni reali della società meridionale in tutta la sua complessità.

Chiuso nella gabbia di atavici stereotipi culturali, il Sud è senza voce”. Questo l'incipit che gli organizzatori hanno individuato nel presentare l'iniziativa in programma giovedì 27 giugno alle ore 21 a Soverato. Sarà il Bounty, sul Lungomare Europa, ad ospitare un incontro pubblico, organizzata a conclusione di un percorso formativo promosso da Confesercenti Catanzaro, Cescot e Naturium Lab-Experience. “Perché il Sud è senza voce” non è una domanda ma un titolo in senso affermativo, una presa d'atto, l'essere consapevoli di un dato di fatto. Ed è il tema che caratterizzerà un dibattito a più voci. Dopo il saluto iniziale di Emanuele Amoruso, consigliere comunale delegato alla Cultura, e di Francesco Chirillo, presidente di Confesercenti Catanzaro, sarà una riflessione più generale sul libro edito dalla Rubbettino “Introduzione alla società della disinformazione” di Mario Caligiuri a dare il via alla discussione.

Interverranno: Bernard Dika, già presidente del parlamento regionale degli studenti della Toscana e Alfiere della Repubblica Italiana; Federica Roccisano, economista, già assessore al Lavoro della Regione Calabria; Gregorio Staglianò, giovane storico impegnato con la Rai nel programma “Passato e Presente”; Maria Antonietta Sacco, consigliera comunale di Carlopoli, eletta nel 2017 vicepresidente nazionale di Avviso Pubblico.

Coordinerà i lavori Francesco Pungitore, giornalista professionista esperto in comunicazione e social media che, con Bernard Dika, ha tenuto la docenza del corso. 

Wanda Ferro presenta alla Camera la mozione di Fratelli d'Italia per il Sud

“La mancata soluzione dei problemi del Sud rappresenta la più grave macchia della storia d’Italia e della sua classe politica: nessuno si senta escluso”.

È quanto ha affermato il vice capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia, Wanda Ferro, illustrando iere pomeriggio in aula la mozione per il Sud proposta da Fdi.

Il testo della mozione, dopo un’ampia analisi sulla condizione del Meridione, che ancora fa registrare un consistente divario nei confronti del resto del Paese e dell’Unione europea, sia rispetto ai dati economici che riguardo alle tematiche delle infrastrutture, del lavoro, del welfare, della sanità, dell’ambiente, della sicurezza e della legalità,  impegna il Governo nazionale ad adottare alcune misure considerate indispensabili al rilancio del Mezzogiorno.

Tra le proposte di Fratelli d’Italia al Governo l’adozione di importanti agevolazioni fiscali e contributi statali per le attività imprenditoriali che assumono a tempo indeterminato al Sud e sostegno alle iniziative formative e agli investimenti finalizzati alle assunzioni; agevolazioni fiscali mirate ad attrarre nelle regioni meridionali i pensionati provenienti dal resto d’Europa; la previsione di norme e capitoli di bilancio a sostegno della natalità e della famiglia; la riduzione dell’iva al 10 per cento per gli stabilimenti balneari; l'introduzione come criterio di finanziamento di opere infrastrutturali la quantificazione dell’impatto sullo sviluppo del Mezzogiorno; dotare il Sud di un sistema portuale ed aeroportuale efficiente,  di una rete ferroviaria ad alta velocità moderna e sicura; dare avvio immediato alle Zes; presentare in legge di bilancio misure per la messa in sicurezza degli edifici, in particolare quelli scolastici, per il recupero dei centri urbani, e per il finanziamento dei programmi già avviati nei settori dell’edilizia sanitaria, universitaria e carceraria; anticipare le infrastrutture tecnologiche per la Banda ultra larga; adottare misure a sostegno della centralizzazione delle procedure di gara per l’affidamento di contratti pubblici, rafforzando l’istituto dell’e-procurement; consentire all’Agenzia per la Coesione di prestare assistenza tecnica alle amministrazioni locali e regionali meridionali per contrastare la lentezza nelle procedure di spesa dei fondi europei; avviare interlocuzioni con l'Unione europea per ottenere misure di "fiscalità di vantaggio" e la rimodulazione e la semplificazione delle procedure di spesa dei Fondi europei; predisporre un programma per la conservazione e valorizzazione delle risorse naturali delle Regioni, al fine di rilanciare il turismo; elaborare una serie di previsioni normative collegate alla legge di bilancio per la messa in sicurezza del territorio attraverso interventi complessivi di bonifica, di gestione dei rifiuti e del ciclo delle acque, di mitigazione del dissesto idrogeologico; adottare un Piano di investimenti straordinari in materia sanitaria per eliminare il gap esistente nelle regioni meridionali conseguendo, in tal modo, la riduzione della mobilità sanitaria e, sempre nel settore sanitario, a valutare i risultati ottenuti dai commissari straordinari nelle regioni sottoposte a piano di rientro dal debito, ed assumere i conseguenti provvedimenti qualora gli uffici commissariali non abbiano raggiunto gli obiettivi fissati; elaborare un programma di gestione dei flussi migratori che consideri il Sud come "Porta del Mediterraneo" anche in una ottica di incremento dell’interscambio commerciale; prevedere aree detassate per gli agricoltori del Sud in modo tale da sostenere la ripresa dell’agricoltura anche attraverso la creazione di un marchio ‘made in Sud’ che certifichi la qualità dei prodotti tipici regionali; adottare provvedimenti normativi di incremento delle pene previste per i reati di contraffazione e l’elaborazione di un sistema di controlli e verifica dei prodotti agricoli certificati; predisporre in legge di bilancio norme per favorire l’accesso al credito bancario da parte degli imprenditori, in particolare quelli dei settori agricolo, agroalimentare e zootecnico, per incentivare gli investimenti; adottare iniziative normative per garantire la sicurezza e il rispetto della legalità in quanto prerequisito per lo sviluppo del Mezzogiorno e a potenziare gli organici delle Forze dell’Ordine, sia ai fini del controllo del territorio che del rafforzamento dell’apparato investigativo, e della magistratura, salvaguardando i presidi di polizia e gli uffici giudiziari sul territorio.

 Nel presentare la mozione la vice presidente del gruppo Wanda Ferro ha richiamato la figura di Antonio Billia, il deputato che per primo, nel 1873, coniò la definizione Questione meridionale: “Sicuramente l’on. Billia non potrebbe mai immaginare che dopo un secolo e mezzo siamo ancora qui a parlare del Sud, dei suoi problemi e di una Questione meridionale irrisolta, sempre più aperta, sempre più lontana da una soluzione. E certamente non tornerebbe indietro a raccontare che il suo intervento, 145 anni dopo, ha prodotto il solo risultato di un Ministero del Sud: nessuno gli crederebbe”.  

“Piuttosto che all’assistenzialismo – ha detto l’on. Wanda Ferro nel corso del suo intervento - pensiamo ad una politica che segni maggiori traguardi al merito, soprattutto al Sud, un modo come un altro per frenare la fuga di tante risorse giovanili che se avessero addirittura migliori condizioni potrebbero restare e contribuire in maniera determinante alla crescita complessiva. Alcune tematiche (infrastrutture, lavoro, stato sociale, ambiente, salute) sono così scontate da non dover appartenere ad una mozione o ad una discussione in aula, sarebbe un po’ come ripartire dalla lettura dell’alfabeto ad ogni lezione universitaria, ma purtroppo rimangono ancora oggi essenziali e centrali in una sorta di analfabetismo dei diritti fondamentali al quale il Sud è condannato da tempo”.

“È mai possibile – ha detto Wanda Ferro -  non prevedere subito agevolazioni fiscali per indirizzare nelle regioni del sud quella migrazione di pensionati che ha interessato il Portogallo per le sue esenzioni d’imposta decennali, oppure la Tunisia con un regime fiscale agevolato?  Inserire subito una possibilità del genere diretta ai nostri pensionati darebbe anche modo di un sensibile miglioramento della qualità della vita, perché il Sud offre importanti opportunità di tradizioni, storia, arte, natura, paesaggio, clima. Vogliamo poi prendere atto del fatto che siamo circondati da Paesi come Albania, Svizzera, Malta, Slovenia, Montenegro, Serbia, che offrono una tassazione decisamente migliore togliendo competitività alle nostre aziende? In sintesi ogni genere di agevolazione che interessi il Sud aumenterebbe la competitività aziendale, favorendone la crescita con riflessi importanti sull’occupazione giovanile. È chiaro che non bisognerà mai abbassare la guardia nella lotta alla criminalità organizzata, mentre un altro tema di grande importanza è quello delle pubbliche amministrazioni sia in termini di efficienza, sia nella indispensabile battaglia contro la corruzione”. “Ammesso che davvero questo Governo intenda, non certo sfidare l’Europa,  ma puntualizzare a Bruxelles alcune specificità di casa nostra – ha detto ancora l’on. Ferro - dobbiamo avere la capacità di recuperare il senso di quello cui era diretto l’obiettivo uno, cioè promuovere l’adeguamento strutturale delle regioni in ritardo di sviluppo, e favorire al Sud il completamento delle reti portuali ed aeroportuali, dell’alta velocità ferroviaria, delle zone economiche speciali, delle infrastrutture tecnologiche, degli investimenti sulla sicurezza degli edifici. In parole povere: andiamo a spendere i fondi europei dove effettivamente abbiamo le più gravi necessità, e questo ci dovrà essere concesso!”.  

“Se non si risolleva il Sud – ha concluso l’on. Ferro - affonda l’Italia e si trascina dietro l’intera Europa, con le sue tensioni generate da un mercato che preme da oriente ed una immigrazione che preme dal nord Africa.  E così l’ormai caro Antonio Billia, che immagino per una volta come il protagonista di ‘Ritorno al Futuro’, risalendo a bordo della sua DeLorean per viaggiare nel tempo e ritornare al 1873, potrà dire: “Ma quale questione meridionale, quella ormai è di secondaria importanza: c’è una questione molto più importante, rischia di saltare il banco!”.

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"Tasse zero" per i pensionati che si trasferiscono al Sud, la proposta di Fratelli d'Italia

"Il ministro Salvini durante la sua visita in Calabria ha proposto che l’Italia possa recepire una legge, sul modello di quella del Portogallo, che prevede agevolazioni fiscali per i pensionati europei. Vista questa disponibilità da parte del Governo, chiediamo che venga subito calendarizzato il disegno di legge che ha come firmatario il senatore di Fratelli d’Italia Adolfo Urso, che prevede ‘tasse zero” per i pensionati che decidono di trasferirsi nelle regioni del Sud Italia”.

È quanto afferma il vice capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia, Wanda Ferro, che prosegue: “In Portogallo il provvedimento ha consentito di mettere in moto una significativa economia, se si considera che circa 80 mila pensionati facoltosi si sono trasferiti in Portogallo, e di questi almeno 5mila sono italiani. La norma tiene conto dell’esistenza di un fenomeno costantemente in crescita negli ultimi anni, ossia la ‘fuga’ dei pensionati italiani verso paesi esteri in cui il costo della vita è minore, con ripercussioni negative anche sulla sostenibilità del nostro sistema previdenziale. Se questa opportunità venisse offerta anche nel Sud Italia, è prevedibile che nei prossimi tre anni possano arrivare in Puglia, Calabria, Campania e Sicilia almeno 100 mila pensionati con disponibilità economica tale da generare un incremento dei consumi e degli investimenti, quindi economia vera sul territorio e reali opportunità di lavoro”.

Visita Ministro per il Sud, M5s: "ora si punti alla qualità della spesa

«Ci auguriamo che i numeri si possano trasformare concretamente in crescita per la Calabria ed opportunità di un futuro migliore per i cittadini».

Così tutti i portavoce calabresi del MoVimento 5 Stelle all’indomani della visita in Calabria del Ministro per il Sud Barbara Lezzi.

«L’attenzione del Governo per le regioni del Meridione e quindi anche per la Calabria è costante – continuano i rappresentanti 5stelle, assenti tutti alla visita del Ministro per impegni istituzionali- e il tema dei fondi europei, finora spesi poco e male, verrà monitorato attentamente, così come annunciato dalla stessa Lezzi. Registriamo da parte della Regione Calabria un grande entusiasmo perché per la prima volta la nostra regione non dovrà indossare la maglia nera della spesa comunitaria e su questo prendiamo atto che, evidentemente, il nostro continuo  monitoraggio, le nostre denunce e le nostre interrogazioni hanno contribuito a produrre dei primi risultati. Il Governatore Oliverio, tronfio di una promozione che non è ancora arrivata, si ponga però come obiettivo la qualità dei progetti e non solo l’impegno dei fondi. I calabresi non si accontentano di freddi numeri se poi il risultato è quello ancora oggi sotto gli occhi di tutti. Depurazione ferma all’anno zero, infrastrutture inesistenti, cattedrali nel deserto e mega opere pubbliche insostenibili sia dal punto di vista ambientale che da quello economico. Così come riportato dalla Commissione europea, in risposta ad una interrogazione dell’eurodeputata Laura Ferrara, l’importo da certificare a fine dicembre di questo anno nell’ambito del Por, al fine di evitare il disimpegno automatico, è di 446 milioni di euro, target già revisionato per un errore di sovrastima della stessa Regione. Per la realizzazione di questo obiettivo - ricordano i pentastellati - conteranno solo i pagamenti effettuati e non l’impegno di spesa. Sono diverse le criticità che abbiamo più volte riscontrato sulla nuova Programmazione: il sistema di collegamento metropolitano tra Cosenza, Rende e Università della Calabria, progetto obsoleto, non sostenibile economicamente e non rispondente alle reali necessità ed esigenze del territorio. La sua realizzazione prevedeva la definizione della progettazione esecutiva (già posticipata di diversi mesi) nel maggio 2018. Ancora il Sistema di collegamento Multimodale "Aeroporto – Stazione di Lamezia Terme Centrale – Germaneto – Catanzaro Lido" che non risulta ancora definito nell’importo e del quale la Commissione europea attende ancora la scheda definitiva.

Versa ancora in fase preparatoria la strategia regionale aree urbane mentre risulta ferma al palo quella relativa alle aree interne per le quali il POR preveda una significativa dotazione finanziaria, articolata per assi, pari a 192,3 milioni di euro. Per come ricordato dalla Commissione europea in Calabria ad oggi non è stato siglato alcun accordo territoriale e, di conseguenza, non sono stati realizzati investimenti a favore delle strategie regionali e nazionali per lo sviluppo delle aree interne. Da questo Por, anche se in parte, dipendono anche le sorti del comparto depurativo calabrese: solo qualche settimana fa è stato inviato il cronoprogramma definitivo (si spera) di tutti gli interventi da effettuare sugli impianti di tutta la regione. Il Ministro conosce bene le problematiche legate al Por Calabria 2014-2020 -concludono i portavoce calabresi-, il Presidente Oliverio ha preso degli impegni precisi e non lo ha fatto solo con un rappresentante del Governo, ma soprattutto con i cittadini calabresi che questa volta si aspettano di vedere risultati concreti".

 

Contratto di governo, Ferro(FdI): " Il Movimento 5 stelle ha tradito il Sud"

“Nel contratto di governo giallo-verde è sparito qualunque impegno per il Sud. Niente infrastrutture, niente politiche per lo sviluppo, niente lavoro per i giovani. C'è solo il miraggio di una misura assistenziale come il reddito di cittadinanza che non si potrà iniziare a realizzare se non tra più di due anni. A soli due mesi dal voto il Movimento Cinque Stelle ha già tradito quel Sud che gli aveva dato grande fiducia. Di fronte ad un progetto politico che rischia di aumentare ancora di più e in maniera irreparabile il divario tra il Nord ed il Sud del Paese, Fratelli d’Italia sente ancor di più la responsabilità di essere il partito del Mezzogiorno, come ha sostenuto in campagna elettorale Giorgia Meloni. Difenderemo in parlamento gli interessi dei territori meridionali, che necessitano non di assistenzialismo, ma di misure che possano innescare processi di sviluppo e opportunità di vera occupazione attraverso gli investimenti infrastrutturali e la valorizzazione delle identità di territori meravigliosi e ricchi di storia, cultura e prodotti di eccellenza”.  

E' quanto afferma il deputato di Fratelli d'Italia, Wanda Ferro. 

Crisi del regionalismo, per la Cgil "Serve una svolta concreta su investimenti, riforme, giovani e lavoro"

Riceviamo e pubblichiamo

Nei prossimi giorni a Lecce si svolgeranno le giornate del lavoro e l’assemblea generale della Cgil sui temi del Mezzogiorno e del programma Laboratorio Sud. Sarà una importante occasione per rimettere al centro della discussione le politiche nazionali per il Sud e le scelte di un Governo che dovrebbe puntare di più sulla crescita, attraverso investimenti pubblici e privati, meno su bonus e decontribuzioni a pioggia che, una volta terminati, producono bassa occupazione, precariato e lavoro nero. I dati sul Mezzogiorno degli ultimi rapporti Svimez ed Istat configurano l’ultimo ventennio come il periodo più lungo di stagnazione a crescita zero, producendo nel Sud ed in modo particolare in Calabria un clima generale di sfiducia e rassegnazione. Gli indicatori economici e sociali ci consegnano una Regione al primo posto per disoccupazione,soprattutto giovanile e femminile, all’ultimo posto in Italia come capacità di PIL procapite, e terzultima in Europa. L’aumento della povertà assoluta e relativa è preoccupante. Nell’ultimo triennio, la chiusura dei fondi strutturali 2007-2013 con progettazione sponda, di filiera ed a pioggia, ha prodotto un trend positivo in alcuni settori come il manifatturiero e l’agricoltura, ma già da quest’anno abbiamo riscontrato in questi settori un calo rispettivamente del 30% e 8,9% . Nel settore del turismo, le condizioni internazionali, geopolitiche, la crisi del mediterraneo, hanno incentivato le presenze nella nostra regione che non hanno però prodotto misure strutturali ed occupazione. Nel settore del turismo stagionale, quest’anno, 2 lavoratori su 3 in Calabria hanno lavorato in nero e senza tutele contrattuali, il lavoro sommerso nei diversi settori è aumentato, così come l’evasione fiscale, la corruzione, la disoccupazione giovanile e femminile. Ogni anno, migliaia di giovani vanno via dalla Calabria. Il peso dell’economia criminale, dell’azione della ndrangheta sul tessuto economico e sociale, dal controllo della spesa e gestione comunitaria, dal racket al caporalato, da ultimo agli interessi dei fenomeni migratori, sono il cancro che sta divorando il futuro di intere generazioni e il territorio. La ndrangheta di seconda generazione è diventata essa stessa “classe dirigente” condizionando il funzionamento di enti e istituzioni. Per fronteggiare queste emergenze, sarebbe stata necessaria una svolta nelle politiche nazionali e regionali verso il Sud e la Calabria, facendo diventare il regionalismo motore per il rinnovamento e la crescita economica e sociale. La Calabria conta 405 Comuni di cui oltre 300 sotto i 3000 abitanti, molti di questi, allocati in aree interne, sono assoggettati  a un   processo graduale di spopolamento e di una conseguente demografica. La Calabria è una regione vecchia, necessita di riforme, a partire dalla geografia istituzionale, dalle partecipate regionali, dagli enti strumentali in parte commissariati. A fronte di una programmazione comunitaria inefficace dal 2000-2013, il nuovo governo Regionale Calabrese, in carica dal 2014, poteva invertire una tendenza con la nuova programmazione. Così non è stato. A nulla sono valse le richieste anche nei diversi comitati di sorveglianza Por che abbiamo fatto come Cgil per una inversione di tendenza della spesa per evitare interventi parcellizzati, che non avrebbero garantito  qualità, sviluppo, lavoro, impedito la  tracciabilità della spesa dei soggetti beneficiari, cosa richiesta anche dalla commissione europea. Dopo il Patto per la Calabria, il masterplan, il patto per il Sud, i contratti di sviluppo, a forte ritardo di esercizio, come sindacato unitario abbiamo proposto nelle diverse cabine di regia tenute nei tavoli con la giunta regionale, un piano di sviluppo per elaborare un Piano regionale per il laboro, partendo dalla Zes di Gioia Tauro, dalla logistica e mobilità, dall’assetto e dalla difesa del suolo e manutenzione del territorio, dalle filiere agroalimentari e produttive, dai beni archeologici, culturali ed ambientali, al turismo, con il coinvolgimento delle università e del mondo della ricerca per incentivare nuove start up ed i giovani che sono in fuga dalla Calabria. Nulla di tutto ciò. Le cabine di regia sono state per lo più la rassegna ripetuta di elenchi di numeri, di percentuali, che ad oggi hanno avuto solo ed esclusivamente il valore della conoscenza teorica ma che non hanno prodotto alcuna azione significativa e di esercizio, o apertura di cantieri reali. Con rammarico, constatiamo che ci troviamo di fronte al livello più alto di crisi del regionalismo Calabrese, con interi settori commissariati, salute, agricoltura, turismo, attività produttive, ed un Consiglio regionale svilito che si riunisce solo 6 volte in un anno, impermeabile ed insensibile all’emergenza sociale, che non ha un sussulto e non si interroga nemmeno quando la Calabria brucia nella stagione degli incendi. Per queste ragioni occorre una svolta concreta della giunta e dell’intero consiglio regionale in questa coda di consiliatura che dia credibilità all’azione politica.  Di fronte a tale stato di cose avvieremo iniziative, assemblee e manifestazioni di carattere territoriale e regionale per ricercare alleanze unitarie e contribuire a costruire momenti di confronto con quella Calabria che non è ancora rassegnata, con i giovani, nei luoghi di lavoro, nelle scuole, nelle piazze, per ridare centralità e speranza allo sviluppo, al lavoro, la legalità, la salute e il territorio". 

Angelo Sposato  Segretario generale Cgil Calabria

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