Protesta a Vibo: lavoratori con taniche di benzina occupano l'aula del Consiglio comunale

Diciannove lavoratori che prestano servizio per un'azienda attiva nel settore dei rifiuti stanno dando vita ad una pubblica rivendicazione nell'aula in cui si svolge in queste ore il Consiglio comunale di Vibo Valentia. La protesta degli operatori ecologici ha bloccato il regolare corso del dibattito. I dipendenti, muniti di taniche colme di benzina, sono infuriati a causa delle intese, a loro dire, disattese fra la ditta che provvedeva a raccogliere i rifiuti in passato e quella che le è subentrata. Gli accordi intercorsi tra le parti, sostengono gli addetti presenti, sancivano il loro passaggio  dall'una all'altra impresa.  Insieme ai manifestanti, che richiedono il fattivo interessamento del Prefetto, ci sono i rappresentanti del sindacato Slai Cobas. Gli agenti di Polizia verificano che la situazione rimanga sotto controllo. 

Dipendenti Provincia di Vibo protestano negli uffici del Monte dei Paschi di Siena

Un nutrito drappello di dipendenti della Provincia di Vibo Valentia ha occupato la sede locale del Monte dei Paschi di Siena, che svolge il servizio di tesoreria per l'Amministrazione guidata da Andrea Niglia. Una cinquantina di lavoratori quelli presenti nei locali dell'istituto di credito. Rivendicano il versamento, da effettuare con celerità, dello stipendio di luglio. Il presidente dell'ente intermedio si era attivato deliberando che MPS pagasse quanto dovuto loro, sfruttando le risorse finanziarie previste per saldare le rate, giunte alla data limite, dei mutui stipulati con la Banca nazionale del lavoro, con la Cassa depositi e prestiti e con il Credito Sportivo. 

 

Acque agitate nel centrosinistra vibonese: SEL chiede spiegazioni sulla sfiducia a Lo Schiavo

"Veniamo a conoscenza di una riunione in data 25/11/’15 tra i consiglieri comunali dell’opposizione di centrosinistra a Vibo Valentia, in cui è emersa la sfiducia nei confronti del capogruppo, nonché candidato a sindaco nelle elezioni amministrative di sei mesi fa, Antonio Lo Schiavo, al quale - scrive in una nota Sinistra Ecologia Libertà, nelle sue componenti della Segreteria regionale, della Federazione provinciale di Vibo e del circolo del capoluogo - la solidarietà umana e politica di tutta Sinistra Ecologia e Libertà calabrese".  "Non comprendiamo - si legge nel documento - le modalità formali né le motivazioni politiche di questa sfiducia, che non può essere figlia di una riunione ristretta agli eletti in consiglio comunale e alla segretaria cittadina del PD. Antonio Lo Schiavo è stato il candidato a sindaco e in seguito capogruppo di tutta la coalizione, non solo degli undici consiglieri eletti né tantomeno solo del Partito Democratico. Crediamo che in questa fase si sia smarrito il concetto di democrazia rappresentativa: i consiglieri eletti rappresentano migliaia di elettori e devono la loro elezione anche agli altri candidati che con spirito di generosità sono scesi in campo in evidente inferiorità numerica contro un’armata di sette liste “civiche” di centrodestra. Non sappiamo se i consiglieri del PD o delle liste 'Democratici' e 'Lo Schiavo sindaco' si siano riuniti in assemblea e/o si siano consultati con la loro base, prima di assumere questa decisione: di sicuro non hanno consultato SEL… Eppure abbiamo partecipato alle Primarie prima e alla coalizione poi, perdendo per questa scelta consensi a sinistra, facendo uno sforzo immane per creare una lista autonoma con il nostro simbolo politico, che desse un’impronta di sinistra all’alleanza per Lo Schiavo, sostenuto lealmente da noi dopo le Primarie". "Lo Schiavo - ricorda SEL -  è stato il candidato osannato per mesi e sostenuto alle Primarie dalla dirigenza cittadina del Partito Democratico, con una storia di sinistra apprezzata da noi, da larga parte del PD e dalla società civile; il professionista sceso in campo non certo per interessi personali, del quale anche gli avversari e i cittadini riconoscono l’essere una persona per bene… Cosa è successo in questi sei mesi di opposizione, da non ritenerlo più degno di meritare la fiducia?  Il 31 maggio non ha perso solo lui: abbiamo perso tutti. Lo Schiavo, le liste e i partiti che lo sostenevano, quelli che si sono candidati e quelli che non si sono candidati. Ci chiediamo se le motivazioni addotte nella nota ufficiale del PD cittadino siano sufficienti per convincere gli elettori della bontà di una decisione drastica, che sconfessa il percorso politico condiviso nell’ultimo anno, e se tra gli “eletti” ci siano figure dallo spessore politico tale da essere in grado di guidare meglio di lui l’opposizione; né tantomeno si può credere che un’opposizione di centrosinistra divisa in due gruppi sia più efficace e incisiva nei confronti dell’azione pur balbettante e piena di crepe della maggioranza. I Consiglieri di minoranza con questa decisione, non sappiamo quanto autonoma, hanno intrapreso una strada che va in direzione opposta a quella percorsa nell’ultimo anno e che apre una riflessione politica profonda". "Sarebbe opportuno, ai fini di un chiarimento, un incontro ufficiale - è l'invito contenuto nel comunicato di Sinistra Ecologia Libertà - tra l’intera coalizione, prima di mettere fine a un’esperienza politica e generazionale, che in Lo Schiavo ha individuato il suo punto di riferimento e che rappresenta una speranza per il territorio e il centrosinistra vibonese".     

 

 

Sinistra Ecologia Libertà – Segreteria Regionale Calabria

Sinistra Ecologia Libertà – Federazione Provinciale VV

Sinistra Ecologia Libertà – Circolo Vibo Valentia

 

L'ex Provveditore agli Studi di Vibo sarà processato per abuso d'ufficio

Il giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Vibo Valentia ha disposto il rinvio a giudizio nei confronti del 68enne Giacomo Cartella, lametino, all'epoca dei fatti contestati Provveditore agli Studi di Vibo Valentia. Le indagini sono state avviate in seguito alla denuncia presentata ai Carabinieri da un docente che sarebbe stato penalizzato dall'imputato avvantaggiando, invece, un'altra insegnante. L'incarico al centro della diatriba riguardava le ore di insegnamento di violino presso il Liceo Musicale "Capialbi", a Vibo. Secondo la tesi accusatoria, sposata dal giudice dell'udienza preliminare, l'assegnazione sarebbe stata effettuata in violazione di quanto stabilito da un provvedimento del Ministero che, nell'anno scolastico a cavallo tra il 2011 ed il 2012, regolava gli affidamenti provvisori degli insegnamenti. A ciò si aggiunga che la valutazione positiva del Provveditore avrebbe riguardato un documento che la docente "agevolata" avrebbe inoltrato a distanza di sessanta giorni dalla data entro cui scadevano i termini di presentazione delle domande. Il reato contrstato a giacomo Cartella è abuso d'ufficio. La prima udienza del processo, che sarà celebrato presso il Tribunale Collegiale vibonese,  è  fissata per il prossimo 17 marzo. 

'Ndrangheta: il presunto boss Giovanni Mancuso arrestato per evasione dai domiciliari

E' accusato di evasione dai domiciliari il settantaquattrenne Giovanni Mancuso, tratto in arresto oggi dai Carabinieri. Considerato personaggio di spicco dell'omonima cosca di Limbadi, era sottoposto al regime della detenzione domiciliare per il reato d associazione mafiosa addebitatogli nell'ambito dell'inchiesta "Black Monkey". Secondo sostenuto dai militari dell'Arma, si è allontanato da casa per andare Vibo Valentia. Quando gli uomini in divisa lo hanno visto, ha detto loro di aver lasciato il proprio domicilio per essere presente ad un'udienza processuale. Una risposta che non corrispondeva a verità in quanto il prossimo appuntamento in aula presso il Tribunale vibonese è fissato per lunedì. E' stato così ristretto di nuovo ai domiciliari.  Col fratello Antonio, secondo la tesi degli inquirenti che lo hanno coinvolto nel processo "Black money" ha gestito un "organismo centrale gerarchicamente sovraordinato rispetto a più rami operativi autonomi" del potente clan di Limbadi, assumendo i due Mancuso le qualità di "organizzatori, capi e promotori dell'intera organizzazione criminale".

Frodava distributori stradali nascondendo il carburante nelle autobotti invece di erogarlo: denunciato dalla Finanza

All’apparenza era una semplice autobotte per il trasporto di prodotti petroliferi. All’interno delle cisterne, però, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, nascondeva un ingegnoso meccanismo pneumatico che alterava il funzionamento dei contatori volumetrici, facendo risultare una quantità di prodotto petrolifero superiore a quella effettivamente erogata, ingannando così gli ignari gestori dei distributori stradali, che ricevevano quantità di prodotto inferiori a quelle richieste, pagando somme non effettivamente dovute. La parte di carburante non erogato veniva, in realtà, a parere degli investigatori, occultata facendola confluire in due serbatoi illegalmente realizzati all’interno della stessa autocisterna. Nel corso di mirati controlli per il rispetto della normativa in materia di accisa, i Finanzieri della Compagnia della Guardia di Finanza di Vibo Valentia hanno ispezionato l’interno dell’autobotte rinvenendo i due grossi serbatoi nei quali sarebbe stato illegalmente stivato un notevole quantitativo di prodotto petrolifero, che avrebbe dovuto, invece, essere consegnato ai distributori stradali. Sono quindi scattati il sequestro della cisterna e della motrice, nonché la denuncia del titolare della società per l’alterazione di congegni, impronte e contrassegni, la frode nell’esercizio del commercio e la violazione dei sigilli.

 

Manifestazione contro la chiusura della Prefettura di Vibo: l'appello accorato del sindaco Costa

"La manifestazione di sabato 21 novembre, a Vibo Valentia, ideata per far sentire le legittime proteste del territorio in tutte le sue più svariate articolazioni: dalla politica alle istituzioni, dalle amministrazioni pubbliche alle aziende, ai sindacati, alle scuole, alla chiesa, alle professioni, alle scuole, sulla soppressione della Prefettura, rappresenta - secondo il sindaco del capoluogo, Elio Costa - un serio e delicato momento di mobilitazione che richiede l’organica partecipazione della popolazione. Per la prima volta, nella storia di questo territorio, c’è una chiamata, un invito alla più concreta responsabilità perché c’è in gioco il futuro di Vibo Valentia e provincia, già martoriata per talune scelte che hanno deluso ogni speranza di ripresa e che hanno mandato a casa migliaia di lavoratori, adulti e giovani, rassegnandoli, talvolta, anche alla povertà. Oggi la concreta minaccia della soppressione della Prefettura getta allarme ma anche disperazione in chi da tempo si è affidato alla tutela, competenza e comprensione della massima autorità territoriale di governo, indispensabile baluardo di difesa del profondo dilagare della delinquenza organizzata. Al Governo centrale che dimostra di non saper valutare nella giusta misura un tipo di provvedimento che è destinato, se attuato, a spegnere ogni lumicino di speranza per una popolazione che rivendica solo e soltanto il ripristino di una vita normale rivolta ad ogni tentativo legittimo di crescita socio economica ed occupazionale, la popolazione del Vibonese deve rispondere facendo fronte comune ed in maniera clamorosa. Utilizzando tutti gli strumenti di democrazia a disposizione per fronteggiare l’incalzare di una minaccia che se realizzata porterebbe alla più assurda sconfitta della libertà dei cittadini vibonesi". "E’ quanto basta - afferma il Primo Cittadino - per motivare la inderogabile necessità di accogliere e far proprio un momento di lotta che non può non passare se non attraverso la messa in scena di una vibrante protesta che deve avere il sapore di una giusta rivendicazione sociale. Vibo Valentia, nella manifestazione che l’apposito Comitato Promotore ha inteso mettere in piedi per giocare questa grande scommessa, deve dare tutta se stessa. Tutti, dico tutti, sabato 21 novembre dobbiamo scendere in strada e superando il metodo e la classicità della protesta di sempre, scandire, ad alta voce, la nostra guadagnata libertà che si poggia, sopratutto, sul supporto che la Prefettura ha fornito in questi ultimi anni nel contesto della più ferma e responsabile lotta per la difesa della legalità e dei reali interessi della popolazione. Sindaci, amministratori, dirigenti, operatori di tutti gli strati ai diversi livelli dell’impegno di tutti i giorni, donne, studenti, dovranno stare al fianco del Comitato per dar luogo alla più singolare e animata protesta che sta per essere messa in piedi per dire un fermo 'NO' alla soppressione della Prefettura, decretata assurdamente da un Governo centrale che continua a relegare questa splendida realtà naturale nel ruolo di fanalino di coda. Una funzione, quest’ultima, immeritata, ingiusta, penalizzante al massimo che la provincia di Vibo Valentia respinge con fermezza, animo e coraggio ma anche con tanta speranza. Sabato 21 novembre i sindaci, in particolare, che sono i massimi rappresentanti delle comunità locali, dovranno dire 'No'  in maniera compatta e convinta al decreto che, se attuato, propizierà la più assurda delle conseguenze: l’avvio della consegna di questo territorio al patrimonio di chi si è sempre posto dalla altra parte dello Stato per rivendicare il più strenuo potere illegale". "Ecco perché per un giorno - è l'appello del sindaco Costa - tutte le comunità del territorio di Vibo Valentia e dintorni dovranno trasferirsi per 'firmare' in prima fila, e con la più giusta convinzione di chi sa e comprende cosa può essere l’effetto negativo del provvedimento del Ministero dell’Interno, un atto di partecipazione che vale quanto una carta di credito per chi continua a credere nella più piena ripresa della vita di questa comunità.

 

Rapina a mano armata nel cuore di Vibo: bottino 10 mila euro

Una rapina a mano armata è stata messa a segno nella serata di venerdì. Oggetto della rapida azione criminale dei malviventi la "Latteria del Sole", un esercizio commerciale che si trova in Viale Affaccio, a Vibo Valentia. I delinquenti hanno fatto irruzione poco prima che il negozio chiudesse, verso le 21. Non appena gli acquirenti che erano ancora all'interno si sono allontanati, i malfattori, arrivati sul luogo designato con un'automobile, si sono mossi. Probabilmente in quattro, pisola in pugno e con il viso nascosto, hanno preteso la consegna, da parte del proprietario, del denaro incassato in giornata e sistemato in una borsa. Impossessatisi del bottino, pari a 10 mila euro, si sono dileguati a bordo della vettura. Il titolare si è immediatamente rivolto agli agenti di Polizia che si sono messi sulle tracce dei banditi confidando, peraltro, nell'apporto delle immagini registrate dall'impianto di sorveglianza che saranno oggetto di minuziose analisi da parte degli specialisti della Scientifica. 

 

 

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