Stalking e maltrattamenti ai danni dell'ex moglie: arrestato dalla Squadra Mobile di Vibo

Nel pomeriggio di ieri personale della Squadra Mobile della Questura di Vibo Valentia, a seguito di lunghe e laboriose indagini, ha tratto in arresto in esecuzione di ordinanza applicativa della misura cautelare degli arresti domiciliari un 50enne vibonese pluripregiudicato, in quanto ritenuto responsabile dei reati di atti persecutori (stalking), maltrattamenti in famiglia, lesioni personali aggravate, ingiurie e minacce. Il provvedimento cautelare è stato emesso, in tempi rapidissimi,  dal Giudice delle indagini preliminari Anna Rombolà su richiesta del pubblico ministero Barbara Buonanno, sostituto procuratore presso il  locale  Tribunale, che ha coordinato le indagini. L’uomo, dal mese di giugno scorso, si è reso protagonista di una serie continua di episodi di violenza e minaccia, nonché di vessazioni fisiche e morali ai danni dell’ex coniuge, protrattesi fino al giorno prima dell’arresto. In particolare, l’arrestato, malgrado la fine della sua relazione sentimentale con l’ex moglie, pretendeva che la stessa vedesse il loro figlio minore solo in sua presenza, che la donna non uscisse di casa, non si truccasse o parlasse al telefono con altre persone, arrivando a seguirla nei suoi spostamenti quotidiani e ad aspettarla nei luoghi generalmente da lei frequentati, minacciandola di morte e percuotendola ogni qualvolta lei non avesse rispettato le sue prescrizioni. L’attività investigativa della Squadra Mobile ha permesso di porre fine a un’escalation sempre crescente di offese, violenze fisiche e morali, prepotenze, umiliazioni, attuate dall’indagato ai danni dell’ex moglie e, in diverse occasioni, anche alla presenza del figlio minore della coppia, che avevano condizionato la stabilità e tranquillità personale e familiare della donna e dello stesso minore, entrambi costretti a vivere in uno stato continuo di timore per la propria e altrui incolumità personale, comportamenti cessati solo a seguito dell’odierno provvedimento cautelare. L’arrestato dopo le formalità di rito è stato posto agli arresti domiciliari presso la sua abitazione.

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Rapina 6000 euro ad un anziano: arrestato dalla Squadra Mobile

Gli uomini della Squadra Mobile hanno catturato in flagranza di reato il 37enne Antonio Profeta, accusato di rapina pluriaggravata. Secondo la versione fornita dagli investigatori, l'uomo si sarebbe reso responsabile di un'aggressione ai danni di un pensionato che era a bordo della propria autovettura derubandolo di una busta in cui erano custoditi seimila euro ed un blocchetto degli assegni. L'intera sequenza è stata osservata dai componenti di una pattuglia della Mobile di Vibo che ha bloccato la fuga del presunto rapinatore nel frattempo rifugiatosi presso l'abitazione in cui vive la suocera dove si stava liberando dei vestiti indossati durante il "colpo". 

'Ndrangheta, confiscata l'abitazione a Michele Lo Bianco

Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza, su disposizione del Tribunale di Vibo Valentia, hanno confiscato un'abitazione il cui valore si avvicina ai 100 mila euro. Destinatario del decreto giudiziario un fruttivendolo di 67 anni, Michele Lo Bianco, condannato con sentenza passata in giudicato a 4 anni e 8, mesi perché ritenuto colpevole del reato di associazione mafiosa.  Fratello di Carmelo Lo Bianco, considerato il personaggio al vertice dell'omonima cosca, fu catturato otto anni addietro nel contesto dell'inchiesta denominata "Nuova Alba". 

Vibo, Iannello denuncia il degrado del quartiere Feudotto

"Nulla di nuovo sotto il sole (cocente) di Vibo Valentia. Almeno per i cittadini del popoloso quartiere "Feudotto". Lì il tempo sembra non passare mai, anzi la lancetta dell’orologio si è fermata da parecchio tempo". A farsi portavoce dei cittadini del quartiere è Francesco Latino Iannello, candidato alle recenti elezioni amministrative con la lista "Democratici" a sostegno di Antonio Lo Schiavo e tra i sostenitori del nuovo laboratorio politico che si sta costruendo attorno alla figura del candidato a sindaco del centrosinistra. "Quasi come se in quella zona periferica del capoluogo non esistesse alcuna abitazione. Eppure, in uno dei quartieri della città che potrebbe essere tra i più vivibili, vige uno stato di assoluto abbandono. Il quartiere Feudotto è la terra di nessuno". "Il degrado - dichiara Iannello - la fa da padrone tra gli ormai immancabili cumuli di immondizia, le erbacce che invadono marciapiedi e strade, buche e voragini in Viale Giovanni Falcone che rendono insicura e pericolosa la viabilità di un territorio abbandonato da tempo dalle istituzioni. Qui l"effetto Costa" non si è sentito, anzi. La situazione è ai limiti della sopportazione per i cittadini residenti costretti a stare in casa con le finestre chiuse con il caldo torrido che accentua l’odore nauseabondo dei rifiuti accatastati in Viale Giovanni Falcone e in Via Paolo Borsellino". "I due grossi cumuli di spazzatura presenti fino a ieri sera in Viale Feudotto sono stati rimossi, ma la situazione - dice Iannello - rimane comunque grave di fronte all’incuria perdurante nella zona. In Via Borsellino recentemente sono stati incendiati i cassonetti e da quel momento i rifiuti sono rimasti lì per terra sull’asfalto cocente, così come in Viale Falcone dove però i cassonetti sono stari rimossi da tempo. In questo caso occorre fare i conti anche con l’inciviltà di qualcuno che continua a buttare la spazzatura dove non dovrebbe. Altro aspetto non di poco conto, la grave incuria in cui versano le aree verdi. I marciapiedi sono invasi da erbacce e spine – rimarca Iannello – in molte zone del quartiere. Le condizioni dell’estesa area verde che collega viale Feudotto e Viale Giovanni Falcone sono pessime: erbacce che sovrastano le panchine presenti, cestini della spazzatura divelti, la piazzetta al centro del parco lontanissima parente di una possibile area adibita ai più piccoli con giochi e percorsi pedonali. No, niente di tutto ciò: solo tanto degrado ed incuria e qualche escremento di qua e di là". "Il degrado che contraddistingue il quartiere "Feudotto" non è certo una novità, al pari di tante altre situazioni che riguardano altre zone della città, ma nell’estrema periferia a Sud di Vibo nessuno sembra accorgersi - prosegue Iannello - della gravità della situazione. Eppure si tratta, e dalla statale 18, e dalla provinciale che sale da Porto Salvo e Triparni, del biglietto da visita all’ingresso di Vibo Sud. Un biglietto da visita che penetra fino all’ingresso di Viale Lacquari dove ad attendere cittadini e pendolari vi è il cavalcavia della statale 18 d’ingresso a Viale Affaccio. Qui ad assumere un ruolo da protagonista sono le spine e le "liane". "Un paesaggio da giungla – termina Iannello - non da città moderna e a misura d’uomo. I problemi sul tappeto sono molteplici e l’agenda del sindaco Costa sarà pur colma di emergenze. Ma quella di "Feudotto" non è più un’emergenza, ma la prassi quotidiana di una popolazione stanca di vivere nella terra di nessuno. Abbandonata al proprio destino".

 

Furti di auto in provincia di Vibo: tre arresti

Tre persone sono state arrestate dagli agenti della Polizia stradale. L'accusa a carico dei soggetti finiti in manette è legata al furto di numerose automobili. L'inchiesta, condotta dai magistrati della Procura della Repubblica di Lamezia Terme, ha permesso di individuare un'organizzazione criminale che, sostengono gli inquirenti, era specializzata nel rubare prestigiose autovetture sia in provincia di Vibo Valentia che nel comprensorio di Lamezia. I provvedimenti restrittivi, decisi nell'ambito dell'operazione denominata "Grande Fratello", sono stati eseguiti dalla Polstrada di Vibo Valentia.

Mangialavori chiama in causa Oliverio: "Sede vibonese Fincalabra ancora chiusa"

"A distanza di circa due mesi e mezzo - è l'atto d'accusa di Giuseppe Mangialavori, consigliere regionale della Casa delle libertà - la sede di Fincalabra di Vibo non è stata ancora riaperta. Per ragioni politiche discutibili è stata sospesa l’attività del presidio che operava su Vibo da 14 anni. I dipendenti della Fincalabra di Vibo, unici in Calabria, sono stati trasferiti a Catanzaro e la sede, praticamente, resa non più funzionale. Dopo le proteste successive al suo ridimensionamento, la soluzione è sembrata giungere in poco tempo. La Camera di Commercio di Vibo, infatti, ha messo a disposizione un locale per consentire alla sede provinciale di Fincalabra piena operatività. A distanza di tante settimane, però, il problema non è risolto. Esiste ancora la volontà del presidente Oliverio e del suo schieramento di rendere nuovamente funzionale, sul territorio vibonese, tale società? Vale la pena ricordare che il sottoscritto aveva immediatamente sollevato la questione, non si esitó a dire che avrei creato "Una tempesta in un bicchiere d'acqua". Una battuta infelice, peraltro clamorosamente smentita dai fatti. Purtroppo, i fatti, hanno dimostrato che si è trattata di un'onda anomala. E tale va definita non per cause naturali. Ma perché si è trattata di un'onda organizzata, appunto, dalla compagine di governo regionale. Di anomalo, inoltre, c'è il fatto che sia stata chiusa soltanto la sede di Vibo. E così, la soluzione provvisoria si è stabilizzata, secondo prassi ben consolidate in Calabria (e non solo)". Di certo - è la conclusione venata di amarezza del consigliere Mangialavori - il Vibonese, ancora una volta, risulta impoverito di un altro tassello utile al suo rilancio".

Provincia di Vibo: il PD strattona Niglia

"Le richieste di dimissioni formulate dal Consigliere Macrì ed indirizzate a mezzo stampa al Presidente della Provincia Niglia riaprono una discussione che già il Sindaco di Gerocarne, e componente della segreteria provinciale del PD di Vibo, Vitaliano Papillo, negli stessi termini, aveva proposto nei giorni scorsi". Inizia con queste parole un documento politico trasmesso dalla Federazione provinciale del PD di Vibo Valentia. "Alle medesime argomentazioni - si legge nel comunicato - utilizzate da Papillo, per la verità, Niglia aveva risposto con un diluvio di insulti che, provenendo da un’importante carica istituzionale, ci avevano lasciato esterrefatti. Prima di entrare nel merito, pertanto, l’occasione è buona per ricordare al Presidente Niglia, evidentemente poco avvezzo al confronto politico e più abituato ad inabissarsi nel silenzio di un’azione politica sconosciuta ai più, che ad un partito e ad un sindaco come Papillo si deve rispetto istituzionale e che il confronto politico va mantenuto nei canoni della civiltà e della correttezza. Avevamo deciso di non inseguire Niglia in quella polemica obiettivamente fuori luogo, ma oggi alla luce dei fatti nel frattempo accaduti questa piccola precisazione, per così dire metodologica, viene buona. Ciò detto, e stando al tema, non possiamo non sollevare da un versante politico diverso le medesime obiezioni di Macrì allo stesso Niglia". "In questi mesi la gestione politico-amministrativa dell’Ente, al netto di qualche velleitario pellegrinaggio nella Capitale, è stata del tutto ininfluente in una dinamica politica - a parere della Federazione provinciale del PD - obiettivamente già di per sé molto complicata. Oggi servono gesti forti, tirare a campare per mantenere il pennacchio in queste condizioni non serve. Diciamo ciò nella consapevolezza della necessità, anche dal nostro settore politico vicino al Governo, di tenere alta l’attenzione su una situazione che ci allarma e ci preoccupa e che va affrontata anche ribaltando qualche logica sin qui utilizzata. Nello specifico comprendiamo che la Presidenza Niglia sia frutto del peccato originale della sua stessa elezione, scaturita da un’ambiguità politica ancora non risolta, e comprendiamo altresì che qualche uscita scomposta e fuori luogo derivi da una situazione di obiettiva impotenza che nel combinato disposto crea disagio politico, ma una situazione così complessa necessita di gesti forti. Erano questi gli argomenti che avevamo provato a sollevare, sono queste le questioni che poniamo oggi al tavolo della discussione politica. Viviamo una stagione durissima per questo territorio, e la vertenza dei dipendenti dell’Ente, da giorni asserragliati sul tetto di Palazzo ex Enel, pone interrogativi alle coscienze di ciascuno di noi. E’ il momento, pertanto, di un’assunzione comune di responsabilità, ciascuno per la propria parte, ognuno per le proprie competenze ed il proprio ruolo". "Su questi temi - è la conclusione della nota - il Partito Democratico, nella civiltà del confronto, come sempre saprà dare fino in fondo il proprio contributo.

Colpi di pistola contro la porta d'ingresso di una pizzeria

Circa dieci colpi di pistola di grosso calibro hanno danneggiato la porta d'ingresso di una pizzeria-rosticceria. L'esercizio commerciale preso di mira, "I ragazzi", si trova sulla Strada Statale 18, nelle vicinanze dell'area industriale di Vibo Valentia. I Carabinieri della Stazione di Filandari e del Nucleo operativo radiomobile del capoluogo si sono recati sul posto per compiere gli accertamenti di rito necessari per l'individuazione degli autori e delle motivazioni dell'atto intimidatorio. 

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