Continuano gli sbarchi d’immigrati in Calabria, fermati sette scafisti

Sette persone, ritenute responsabili di tre distinti sbarchi avvenuti nei giorni scorsi nei porti di Roccella Ionica (Rc) e Reggio Calabria, sono stati sottoposti a fermo dalla polizia e dalla guardia di finanza.

In particolare, le fiamme gialle e gli agenti del Commissariato di Siderno hanno fermato due uzbechi, ritenuti responsabili dello sbarco di 46 persone, avvenuto il 9 dicembre scorso e due siriani, ritenuti responsabili dello sbarco di 105 extracomunitari, avvenuto l’8 dicembre scorso.

Analoga attività è stata svolta dalla Squadra mobile di Reggio Calabria e dalla guardia di finanza, che hanno sottoposto a fermo tre cittadini turchi, ritenuti responsabili dello sbarco di 86 immigrati, avvenuto il 6 dicembre scorso presso il porto della città dello Stretto.

Tutti gli immigranti clandestini sono stati denunciati per l’ingresso illegale nel territorio nazionale, mentre i fermati sono stati associati alle case circondariali di Locri e Reggio Calabria Arghillà.

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Operazione "Blu notte" contro la 'ndrangheta, il plauso del ministro Piantedosi

"Le operazioni condotte dai carabinieri a Reggio Calabria ed a Brescia testimoniano ancora una volta l'impegno straordinario di magistratura e forze dell'ordine contro le organizzazioni criminali che colpiscono il tessuto economico e sociale del nostro Paese".

Lo ha dichiarato il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, commentando l'esecuzione, in 16 province italiane, di decine di misure di custodia cautelare nei confronti di altrettante persone ritenute gravemente indiziate di associazione di tipo mafioso, porto e detenzione di armi comuni da guerra, estorsioni e usura.

"Le operazioni di oggi, che hanno fatto emergere le dinamiche e gli assetti interni di una cosca ‘ndranghetista attiva nel narcotraffico, nelle estorsioni e nel controllo delle attività imprenditoriali, con interessi ramificati in tutto il Paese e in diversi Stati esteri, evidenziano l’azione pervasiva delle organizzazioni criminali, la forza che esercitano su ampie zone del territorio, la loro proiezione sull’intero territorio nazionale ed i consolidati legami internazionali. La priorità delle istituzioni e delle forze di polizia è quella di combattere questi sodalizi criminali che aggrediscono e sfruttano le risorse del nostro tessuto economico e sociale con l'obiettivo di incrementare i propri profitti illeciti. Tutelare l’economia contro le infiltrazioni criminali è una premessa indispensabile per la crescita dei territori vessati dalla criminalità mafiosa ed a cui dobbiamo garantire sicurezza e legalità".

 

 

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Qualità della vita, Saccomanno (Lega): "Calabria ancora ultima, indispensabile un cambio di passo"

“Nulla è cambiato! Ancora la Calabria è ultima per qualità della vita. Questo è l’amaro resoconto della graduatoria nazionale dell’annuale rapporto del “Sole 24 ore”. Le cinque città calabresi in fondo alla classifica. A parte il buon clima per il resto buio totale! Dati questi che devono far riflettere e che comprovano la grande difficoltà della regione di poter fare dei passi avanti dinnanzi ad un disastro esistente da oltre 20 anni a causa di una palese mala politica. La Calabria ha tutte le condizioni e gli elementi per poter, veramente, diventare una regione di rilievo e ove la vita potrebbe essere migliore rispetto a tanti altri luoghi. Ma, pur avendo delle enormi risorse naturali, non riesce a decollare per una politica che ha commesso tanti errori e specialmente nella assoluta assenza di seria programmazione. Non si può vivere alla giornata per affrontare le urgenze di sempre! E’ indispensabile che si comincino ad affrontare le criticità costruendo dei piani decennali e su questi poi proseguire affrontando sia le urgenze giornaliere che gli interventi strutturali. La Lega è pronta ad affrontare la sfida e, comunque, si augura che si voglia veramente cambiare passo e si cominci a correre per superare quelle disuguaglianze che, invece, di diminuire sono in forte aumento”.

Lo scrive in un nota, il commissario regionale della Lega in Calabria, Giacomo Francesco Saccomanno.

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Rapporto Svimez, il Sud rischia di rimanere povero e assistito

Le previsioni sull’economia del Mezzogiorno presentate oggi dalla Svimz sono crudeli: si stima che nel 2023 il Pil del Sud diminuirà (-0.4%), mentre quello dell’Italia aumenterà, sebbene a bassi tassi (+0,5%). Dopo la ripresa post-covid, avremo un rallentamento dell’economia italiana che rischia di allargare i divari Nord-Sud. Per caratteristiche strutturali e per composizione della spesa delle famiglie, gli effetti della crisi energetica e della spirale inflazionistica sono asimmetrici: stanno colpendo di più le famiglie (+2.8% di nuovi poveri a Sud; 0.35% nel Centro-Nord) e le imprese (il 20% dell’incremento della spesa energetica graverà a Sud, a fronte di un peso del 10% delle imprese in termini di valore aggiunto) meridionali, con l’effetto di accentuare la desertificazione industriale e l’ampliamento delle aree di povertà.

Chiara anche la visione della Svimez sul futuro del Sud: non si può avere crescita senza industria. È chiaro, quindi, che lo sforzo del paese e dei governi regionali deve essere quello di massimizzare l’efficacia delle politiche di sviluppo del Pnrr e della nuova programmazione comunitaria: sprecare queste occasioni con spese improduttive significherà assecondare l’irreversibile processo di impoverimento dell’economia e della società meridionale. Rischiamo di rimanere pochi, poveri e assistiti.

*Presidente di OpenCalabria -Prof. Ordinario di Politica Economica, UniCal.

 

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Maltempo nel Vibonese, De Nisi: “Istituire task force dedicata all’erosione costiera”

«Ancora una volta ci troviamo, purtroppo, davanti a un film drammatico già visto. È un chiaro segno di debolezza e vulnerabilità del nostro territorio che deve essere messo in sicurezza con interventi efficaci e costanti di contrasto al dissesto idrogeologico».

Usa queste parole il consigliere regionale Francesco De Nisi per esprimere solidarietà alle comunità calabresi colpite dal maltempo di questi giorni. Una situazione grave, che in alcuni tratti assume connotati drammatici.

A Briatico, per esempio, la furia del ciclone che ha investito la Calabria Tirrenica ha lasciato dietro di sé il porto completamente devastato, il borgo marinaro pesantemente danneggiato e le criticità alle arterie stradali, alle pompe di sollevamento, ai lidi e agli arenili.

«Ecco che la prevenzione - aggiunge De Nisi - in un periodo di eventi climatici estremi diventa una questione di sicurezza dei cittadini. È necessario che in tempi brevi venga dichiarato lo stato di calamità naturale affinché vengano erogati agli amministratori locali fondi e strumenti e per favorire interventi immediati a sostegno di aziende e cittadini colpiti economicamente».

De Nisi, evidenzia che «occorre guardare al futuro attraverso l’istituzione di una task force dedicata al fenomeno dell’erosione costiera sfruttando, con interventi mirati e dalla tempistica concretamente fattibile, le opportunità messe a disposizione dal Por 2021 - 2027 ».

Nel riaffermare la propria vicinanza alle popolazioni delle zone colpite dal maltempo, conclude sostenendo con forza che «non è più sostenibile che i fondi destinati all’ erosione costiera vengano puntualmente non spesi e conseguentemente disimpegnati perché i tempi di completamento di un lavoro di erosione supera i dieci anni».

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Costa tirrenica devastata dalle mareggiate, Lo Schiavo: "La Regione Calabria chieda il riconoscimento dello stato di calamità"

«L’ennesima mareggiata che si è abbattuta lungo la costa tirrenica calabrese, benché i devastanti effetti fossero ampiamente prevedibili, ha causato ingenti danni e messo ancora una volta a repentaglio la sicurezza delle persone. Le immagini che in queste ore provengono dal Tirreno cosentino ma anche dal Catanzarese e dal Vibonese, in particolare da Nocera Terinese, Pizzo, Briatico e Tropea, restituiscono scenari apocalittici e indignano soprattutto alla luce dei mancati interventi e dei fondi disponibili per la mitigazione dell’erosione costiera che sono rimasti sostanzialmente lettera morta».

Lo afferma, in un comunicato stampa, il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo, intervenendo in relazione alla problematica dell’erosione costiera lungo le coste calabresi (fenomeno accentuato dalle violente mareggiate delle ultime ore) rispetto alla quale, a marzo 2022, ha presentato un’interrogazione all’assessore competente.

«Lo scrivevo già nel marzo scorso in un’interrogazione rivolta all’assessore Dolce in ordine agli interventi per la difesa delle coste - spiega Lo Schiavo -, denunciando la preoccupante impasse in materia da parte della Regione Calabria, la cui azione si disperde in un dedalo di competenze e pareri spesso inconcludenti. In questi mesi nulla è cambiato: non esiste ancora un vero Piano di gestione integrata delle zone costiere e si fa riferimento unicamente al Masterplan del 2014, ormai superato dai continui cambiamenti orografici del territorio. Neanche il Tavolo tecnico istituito allo scopo ha sortito effetti né risultano avviati interventi risolutivi nonostante gli ingenti investimenti destinati al ripascimento delle coste anche da parte dell’Unione europea. Che fine gli interventi in difesa del suolo a valere sui fondi Por che prevedono la messa in sicurezza di 43 chilometri di costa entro il 2023? Qual è lo stato di impiego dei finanziamenti previsti dall'Accordo di programma quadro 2016, nonché di quelli dell'Autorità di bacino distrettuale Appennino meridionale e di quelli direttamente riconducibili alla Regione come l'Fsc o il Por? Queste domande, poste otto mesi fa, restano ancora oggi tristemente valide».

Lo Schiavo aggiunge: «Eppure, il Dipartimento Lavori pubblici della Regione, rispondendo all’interrogazione, aveva chiarito come vi siano a disposizione ben 108 milioni di euro per contrastare la minaccia delle mareggiate, più ulteriori 140 milioni di euro per interventi di sistemazione fluviale. Dunque c’è da chiedersi perché molti degli interventi attesi (come ad esempio quello relativo alla messa in sicurezza del lungomare di Nocera Terinese) siano ancora in fase di progettazione o solo parzialmente eseguiti. Il mare non aspetta la burocrazia regionale e il nostro litorale viene ancora devastato dalla sua incessante azione. Ora, di fronte alla nuova impetuosa mareggiata che ha portato distruzione lungo la costa (come a Briatico dove il porticciolo dei pescatori in attesa di interventi è stato letteralmente spazzato via con danni incalcolabili per quella marineria), non resta che correre ai ripari e inseguire l’emergenza. La Regione Calabria almeno per una volta si faccia sentire rapidamente - conclude Lo Schiavo -: chieda il riconoscimento dello stato di calamità naturale per le mareggiate delle ultime ore lungo la costa tirrenica». 

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Processionaria, Lo Schiavo: "Neppure un euro è stato ancora impegnato per contrastare il fenomeno"

«Gli interventi di contrasto al dannoso fenomeno della processionaria possono attendere. Nonostante i molteplici richiami, le interrogazioni, gli appelli e, soprattutto, gli impegni e gli annunci, ad oggi neppure un euro è stato impegnato per intervenire sul problema che mette a rischio buona parte del patrimonio boschivo della Calabria».

È quanto afferma, in un comunicato stampa, il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo che precisa in questi termini il senso del suo intervento: «Lo si è appreso chiaramente ieri, in occasione della seduta della seconda Commissione consiliare Bilancio chiamata, tra le altre cose, a votare la rimodulazione del Piano di azione e coesione (Pac) Calabria 2007/2013. Ebbene, tra le schede di intervento rimodulate vi era anche quella relativa allo stanziamento di una somma pari a 4 milioni di euro destinata ad arginare l’emergenza processionaria. Quindi, nonostante gli impegni presi in Consiglio e sulla stampa dall’attuale Giunta regionale, nonostante i ripetuti interventi e le audizioni in Commissione, nonostante le somme già accantonate nella precedente legislatura, si scopre che tali fondi non sono stati neppure impegnati e che si è reso necessario traslarli nella nuova programmazione per non perderli definitivamente. Con buona pace delle comunità interessate dal fenomeno che si attendevano risposte in tempi rapidi, così come promesso dall’esecutivo. Ma, a parte l’evidente danno subito dal territorio e dai boschi calabresi per l’incapacità di mettere a regime gli interventi, nonostante i molti mesi trascorsi dall’annuncio ufficiale risalente al 23 gennaio scorso, il caso processionaria è a dir poco emblematico dato che agli impegni presi (anche in aula in risposta ad una mia apposita interrogazione) non solo non sono seguiti i fatti. Anzi, si è prolungata oltremodo l’attesa su una questione estremamente urgente, mentre ben 10 mesi fa ci si premurava di affermare come il piano di contrasto fosse “già entrato nella fase attuativa” e come “il fattore tempo” fosse “essenziale” per “farsi trovare pronti”. Ora, delle due l’una: o dalle parti della Cittadella si applica al tempo la Teoria della relatività oppure, più probabilmente, la politica degli annunci appare molto più semplice di quella del fare».

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A Vibo Valentia convegno sui tre "leader" calabresi del fascismo

Il Fascismo, la Calabria e I suoi tre leader è il titolo del convegno di studi che l'Icsaic, Istituto Calabrese per la Storia dell’Antifascismo e dell’Italia Contemporanea, ha organizzato a Vibo Valentia il 4 novembre prossimo per il centenario della Marcia su Roma. 
 
I tre "leader" sono le figure calabresi più rappresentative del fascismo: il cosentino Michele Bianchi, primo segretario del Pnf, quadrumviro della Marcia e poi uomo di governo; il reggino Agostino Lanzillo, economista, sindacalista, intellettuale di primo piano della sinistra fascista; il vibonese Luigi Razza, leader sindacale tra i più importanti e ministro dei Lavori pubblici, morto nel 1935 in un incidente aereo in Egitto durante una missione di governo. 
 
Il dibattito, coordinato dal socio corrispondente dell’ICSAIC e giornalista Michele La Rocca, sarà aperto da una relazione del presidente dell'Istituto, Paolo Palma, intitolata “Renzo De Felice e la Marcia su Roma”, intesa anche come dedica al grande storico, pioniere della storiografia sul fascismo. Seguiranno le relazioni di Vittorio Cappelli, direttore ICSAIC e autore del classico “Il fascismo in periferia. La Calabria durante il Ventennio”, intitolata “Michele Bianchi: un “quadrumviro” nel governo fascista”, di Antonino Romeo, membro della Deputazione di Storia Patria per la Calabria e del direttivo dell’Istituto, su “Agostino Lanzillo, fascista inquieto e multanime”, e quella di Giuseppe Parlato, autore di fondamentali studi sul fascismo e sul neofascismo, dal titolo “Luigi Razza, tra sindacalismo e corporativismo”.
 
Sarà un’occasione per proporre ai presenti una riflessione a cento anni dalla Marcia su Roma.
L’iniziativa, in programma alle 15.45 presso Palazzo Gagliardi, è organizzata dall’ICSAIC con la collaborazione della Deputazione di Storia Patria per la Calabria, del CEV, Comitato Editori Vibonesi, e del Filitalia International di Vibo Valentia. Le riprese video dell’evento saranno curate e diffuse da Kalabriatv.it.
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