Lsu-lpu calabresi, Cgil-Cisl-Uil: "Il governo non mantiene gli impegni e non presenta l’emendamento in commissione bilancio del Senato

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"Nonostante gli impegni del Governo, attraverso i Ministri Barbara Lezzi e le rassicurazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, assunti dopo la mobilitazione indetta da Cgil Cisl Uil Calabria della scorsa settimana a Lamezia, a tutt’oggi, la maggioranza e il Governo, non hanno presentato l’emendamento in favore dei 4500 lavoratori Lsu Lpu della Calabria. Un fatto grave, che rischia di lasciare a casa 4500 famiglie.
Al momento risulta presentato il solo emendamento delle minoranze.
Non si può continuare ad assistere ad impegni attraverso i social, chat segrete e messaggini, nel costante disprezzo degli organi istituzionali e delle forze sociali, dicendo bugie ai lavoratori.
Questo Governo alimenta tensioni e soffia sul disagio sociale di migliaia di famiglie.
Da oggi con la manifestazione di Amendolara è ripresa la mobilitazione in tutta la Calabria, e proseguirà lunedì mattina alle 9,30 a Cosenza e Villa San Giovanni, e nei prossimi giorni, fino a soluzione della vertenza.
Chiediamo a tutte le forze politiche, ai sindaci, alla società civile calabrese di sostenere le ragioni delle lavoratrici e dei lavoratori, la Calabria non può permettersi di perdere 4500 posti di lavoro e il reddito per altrettante famiglie. Sarebbe una catastrofe sociale. Ai parlamentari calabresi di 5stelle e lega chiediamo un sussulto di responsabilità, etica e dignità, per evitare di essere complici di questa catastrofe che li regalerebbe a semplici comparse di una stagione politica da dimenticare".

I Segretari generali: Angelo Sposato (Cgil) - Tonino Russo (Cisl) Santo Biondo (Uil)

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Vibo: iniziativa dello Spi-Cgil sul “Diritto degli anziani a vivere bene e in salute”

“Il diritto degli anziani a vivere bene e in salute”; è questo il titolo scelto per l’iniziativa organizzata dal sindacato dei pensionati, lo Spi-Cgil Area Vasta di Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia, che si svolgerà, martedì 11 dicembre alle ore 16.00, presso la biblioteca comunale di Vibo Valentia. 

Nel corso dell’iniziativa si discuterà anche di assistenza e cure adeguate, dei tempi lunghi delle liste d'attesa che obbligano al ricovero in cliniche o case di riposo private, con conseguenti costi che pregiudicano la condizione economica, ma anche delle inadempienze di istituzioni pubbliche e private nei confronti di persone anziane non autosufficienti e/o dei loro familiari, e soprattutto dei diritti sanitari.

All’iniziativa, presieduta da Gianfranco Pugliese, coordinamento Spi-Cgil Area Vasta, interverranno il consigliere regionale Michele Mirabello, presidente della III° Commissione regionale sanità, Luigi Tassone, presidente della Conferenza dei sindaci, Franco Grillo, segretario Fp-Cgil Area Vasta, Raffaele Mammoliti, Segretario generale Cgil Area Vasta, e Gianni Dattilo, Segretario generale Spi-Cgil Area Vasta.

Cgil: "La Sanità calabrese è al collasso"

La Cgil di Reggio Calabria – Locri denuncia con preoccupazione il mancato rispetto dei dettami costituzionali in materia di tutela della salute in Calabria.

“Non saprei come altro definire quello che da anni sta avvenendo nella nostra regione, attraverso un attacco senza precedenti alla erogazione dei servizi della sanità pubblica e un contemporaneo svilimento dell’importante ruolo svolto dalla sanità accreditata – dichiara Gregorio Pititto, segretario generale della Camera del Lavoro di Reggio Calabria – Locri. I tagli continui, a cui il commissariamento ci ha tristemente abituati, sono l’esatto contrario della promozione del principio insostituibile del primato della persona e della cura della sua salute. L’accorpamento di reparti e la cancellazione dei piccoli ospedali di periferia rendono gravosa l’opera degli presidi dei grandi centri, non sempre in grado di fornire servizi tempestivi, collassando i pronto soccorso, reparti che per primi sono decisivi nel salvare vite umane. Contestualmente – continua Pititto – si decide di tagliare la sanità privata accreditata, mandando in ulteriore tilt le prestazioni erogate dagli ospedali come il Riuniti e mettendo a rischio centinaia di posti di lavoro. Nel nostro Paese il diritto alla salute viene garantito anche attraverso la promozione del principio di sussidiarietà; circostanza che pare completamente sconosciuta a chi sta gestendo a livello commissariale la Sanità in Calabria e, in particolare adesso, a Reggio. Ciò che come sindacato vorremmo comprendere – rincara il segretario generale – è se ai continui tagli nei presidi medici periferici e alla scure riservate alle strutture accreditate corrispondono potenziamenti negli ospedali hub. Se ciò non fosse (come fino ad oggi non è stato) annunciamo che solleveremo le barricate per difendere il diritto alla salute dei reggini e per tutelare i lavoratori che da anni e anni offrono la loro professionalità a vantaggio dei cittadini. Ad esempio, penso all’avviamento delle procedure per la messa in liquidazione dell’Istituto De Blasi, comunicato qualche giorno fa ai sindacati; agli oltre cento lavoratori che vedono il loro futuro professionale sgretolarsi in nome di scellerati tagli che faranno aumentare la migrazione sanitaria e colpiranno il già fragile tessuto economico di Reggio. La nostra città è già sufficientemente martoriata sotto entrambi i punti di vista – conclude Pititto - Chi oggi è a capo della Sanità reggina pensi piuttosto ai duemila pazienti reggini che ogni anno attraversano lo Stretto per curarsi o ai nefrodializzati che ogni giorno fanno centinaia di chilometri per essere curati. Sono queste le domande che dovrebbe porsi un manager o un commissario della Sanità, non altre”.

 

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Cgil: "bene Trenitalia per la Locride, ma si può fare di più"

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"La Cgil di Reggio Calabria – Locri esprime soddisfazione per la riunione convocata dal prefetto di Reggio Calabria Michele Di Bari, lo scorso 12 settembre, della Sezione Territorio, Ambiente ed Infrastrutture della Conferenza Provinciale Permanente, nel corso della quale – fra l’altro – i rappresentanti di Trenitalia hanno comunicato la disponibilità a ripristinare le fermate di Riace e Caulonia per i treni che trasportano i pendolari.
Si tratta di un gesto di interessamento verso la Locride da parte della Società che apprezziamo. Ma, attenti alle esigenze degli abitanti locridei e consapevoli del fatto che un più efficiente trasporto pubblico possa sostenere lo sviluppo economico del territorio in senso più generale, ci sentiamo in dovere di rilanciare chiedendo un aumento dei vagoni per singolo treno e qualche collegamento ferroviario in più.
Infine, la Cgil auspica l’apertura alle sigle sindacali ai successivi tavoli che saranno convocati in Prefettura e che in modo diretto o trasversale verteranno sulla crescita del territorio, avendo inevitabilmente al centro il bene comune degli abitanti della Città Metropolitana di Reggio, perché come sindacati riteniamo di potere offrire un contributo non secondario e utile agli obiettivi che collettivamente le Istituzioni stanno perseguendo per migliorare la qualità della vita della cittadinanza metropolitana".

Il segretario della Cgil di Reggio Calabria – Locri Gregorio Pititto

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Platì (Flai-Cgil Vibo): "Opportuna l’istituzione di un tavolo provinciale sul caporalato e lo sfruttamento in agricoltura vibonese"

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"Le campagne d’Italia sono un luogo di lavoro troppo spesso povero e sfruttato. Dove c’è chi calpesta diritti e si arricchisce sulle fatiche e sul sudore di uomini e donne, particolarmente migranti, reclutati, sovente, con il vecchio ma collaudato metodo dei caporali. Da Nord a Sud, dal Piemonte alle campagne del vibonese, come l’Altopiano del Poro, le aree premontane delle Serre, ed anche sulle coste, come Nicotera o l’entroterra di Pizzo: ovunque il fenomeno del caporalato resiste, nonostante una legge recentemente approvata, la 199 del 2016, e le numerose battaglie ed iniziative che come Flai-Cgil abbiamo portato avanti in questi anni. Lo dimostrano ancor più i dati, tragici, disperati e disarmanti, evidenziati nel “Quarto Rapporto agromafie e caporalato” dell'Osservatorio “Placido Rizzotto” della Flai Cgil, presentato solo qualche giorno fa a Roma. Un giro di affari di 4,8 miliardi di euro, costruito quasi interamente, se non del tutto, sulle spalle dei lavoratori migranti, con lavoro irregolare e caporalato. Sempre secondo il rapporto, sono tra 400.000/430.000 i lavoratori agricoli esposti al rischio di un ingaggio irregolare e sotto caporale; di questi più di 132.000 sono in condizione di grave vulnerabilità sociale e forte sofferenza occupazionale. Su circa un milione di lavoratori agricoli, i migranti si confermano una risorsa fondamentale. Secondo i dati Inps, nel 2017 sono stati registrati con contratto regolare in 286.940, circa il 28% del totale, di cui 151.706 comunitari (53%) e 135.234 provenienti da paesi non Ue (47%). Secondo il Crea i lavoratori stranieri in agricoltura (tra regolari e irregolari) sarebbero 405.000, di cui il 16,5% ha un rapporto di lavoro informale (67.000 unità) e il 38,7% ha una retribuzione non sindacale (157.000 unità). Le cause di questi fenomeni drammatici sono da ricercare in parte dallo stato di bisogno che rende altamente vulnerabili i lavoratori, ed in parte nella soggezione e preoccupazione di restare senza alcuna occupazione: in questo si mantiene il meccanismo che fa la forza dello sfruttamento e del caporalato. D’altro canto, sarebbe fondamentale che si sviluppasse una decisa volontà politica e istituzionale per ribaltare tali situazioni, con azioni mirate in aiuto tanto ai lavoratori che alle aziende sane e che agiscono nella piena trasparenza e nella legalità. Un modo diretto di riconoscere la funzione sociale del lavoro e la tutela dei lavoratori, che potrebbe arrivare anche dal potenziamento dei fondi e delle dotazioni per gli Ispettorati del Lavoro. Ma non solo: come Flai-Cgil di Vibo Valentia, riteniamo possa essere opportuno l’istituzione di un tavolo provinciale sul caporalato e lo sfruttamento in agricoltura, attorno a cui far sedere organizzazioni sindacali, associazioni, istituzioni e forze dell’ordine, e organizzare in maniera efficiente il contrasto di questo genere di pratiche criminali. In più, rappresenterebbe un passo tanto importante quanto decisivo se anche nel Vibonese si insediasse una sezione territoriale della Rete del lavoro agricolo di qualità: un modo concreto e tangibile, questo, in applicazione della legge 199, per dimostrare che si può dire no al caporalato e costruire un tessuto legale ed efficiente in cui si possano muovere lavoratori e imprese agricole".


Battista Platì - Segretario provinciale Flai-Cgil Vibo

Sanità in Calabria, per la Cgil "Le assunzioni non bastano"

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"Le assunzioni sono importanti, soprattutto in una terra affamata di lavoro e ancor di più quando riguardano il comparto Sanità, il settore più in sofferenza, deputato all’erogazione di un servizio che deve rispondere all’esigibilità di un diritto costituzionale di tutti i cittadini calabresi, vittime di una gestione inefficiente, in affanno per varie carenze, quando non collusa o addirittura sospettata di infiltrazioni criminali.

Quanto denunciato in queste ore rispetto alle modalità di cure erogate al pronto soccorso del Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria in caso di fratture, frutto comunque di necessità e abnegazione di quei medici che devono fronteggiare le emergenze senza alcun mezzo adeguato, se non fosse documentato da immagini, sarebbe incredibile in un Ospedale HUB che deve garantire l’emergenza in tutti i reparti h 24 e da la misura di quanto possa precipitare in basso una struttura che contemporaneamente ha punte elevatissime di eccellenza, proprio per carenza di personale.

E però, l’assistenza e la cura non sono vetrine in cui promuovere solo il marketing delle eccellenze, anche una banale frattura va curata con dignità perché ogni paziente ha diritto a cure immediate ed adeguate. 

Abbiamo stigmatizzato la chiusura e l’accorpamento di reparti negli ospedali Spoke della provincia dovuti alla carenza di personale, che creano gravissimi disagi ai cittadini, ma è inaccettabile la chiusura notturna di un reparto centrale a cui tutti gli altri presidi fanno riferimento, così come è scandalosa la mancanza di presidi sanitari adeguati presso il pronto soccorso, soprattutto a fronte della chiusura del reparto di riferimento.

Il comparto Sanità è appetibile, non solo perché gestisce il 70% del bilancio regionale, ma perché da sempre rappresenta la cifra della gestione di un potere a cui ci si piega nel momento di massima debolezza e bisogno per soddisfare il diritto all’assistenza e alla cura .

Prova ne sia il dibattito aspro che spesso si eleva tra gli attori che hanno ruoli istituzionali o interessi nella gestione del sistema sanitario regionale, non ultimo quello derivato a seguito dell’ultimo decreto commissariale che autorizza un numero ragguardevole di assunzioni, 1366, di varie figure nelle aziende sanitarie calabresi, che non risolve le gravi carenze di organico del Sistema sanitario regionale, ma che, insieme a quelle già precedentemente autorizzate, per un totale di circa 4000, da fiato alla criticità più acuta dei servizi generata dai nove anni di piano di rientro e conseguente blocco del turn over.

Le assunzioni, che riteniamo necessarie, sono state concertate tra Commissario e Responsabili delle Aziende. Questo presupposto dovrebbe garantire che le figure professionali individuate siano quelle che maggiormente necessitano per risollevare i servizi più in sofferenza. Su questo ci esprimeremo non appena avremo visionato, come OO.SS.  i piani di fabbisogno aziendali, al momento dobbiamo affidarci e credere nel buon senso e nelle capacità gestionali dei direttori generali.

Lo stesso affidamento, con molte perplessità, dovremmo nutrire riguardo al finanziamento di dette assunzioni; infatti, le risorse vanno attinte dai bilanci aziendali operando risparmi, come indicato nel DCA 154, quindi, auspichiamo che i risparmi siano operati abbattendo i costi di consulenze ed eventuali sprechi e frutto di una programmazione gestionale oculata, piuttosto che generati, come già accaduto per conseguire il pareggio del bilancio, dall’abbattimento di costi per forniture di presidi sanitari necessari, farmaci, manutenzioni indispensabili delle strumentazioni e quant’altro generando disservizi anche scandalosi.

Sono note a tutti le punte di criticità più acute, partendo dalla medicina territoriale e dalla continuità assistenziale, radici primarie dell’affanno in cui spesso piombano le strutture ospedaliere per colmare le mancate risposte delle aziende provinciali, ma non può essere ignorato l’allarme acuto su particolari specialità professionali di cui non vi è disponibilità nonostante le autorizzazioni alle assunzioni: 118, pronto soccorso, anestesia e ortopedia, settori in cui si intrecciano le cause più evidenti di mancate risposte che riverberano poi su tutti i servizi, le cui soluzioni però vanno cercate in uno spettro più ampio che chiama in causa anche le scuole di specializzazione.

Le assunzioni sono importanti, non vi è dubbio, vanno fatte davvero, in tempi celeri e con metodi trasparenti e nessuna polemica può essere condivisibile, soprattutto se generata da necessità di intestazioni di merito. Insieme a queste però, ed altre che ancora servono per colmare il grave gap, è altrettanto necessaria una programmazione mirata dei servizi, tenendo conto dei bisogni di salute dei cittadini, misurando i tempi e le liste d’attesa, innanzitutto, ma prestando attenzione anche alla qualità delle prestazioni e questa responsabilità sta in capo alla politica ed alla struttura amministrativa regionale, il Dipartimento della Salute che deve essere efficiente,presente e dotato delle risorse adeguate. La continua querelle tra la gestione commissariale e la Giunta regionale ha di fatto creato un corto circuito nella gestione della sanità calabrese, dando la sensazione di una lotta di potere, a discapito dei cittadini.

 La qualità delle prestazioni viene garantita dal personale che con grande sforzo, quotidianamente, cerca di fronteggiare le criticità del sistema,va attenzionato il rispetto del benessere degli operatori, i riposi, le ferie e va attivata una oculata organizzazione aziendale che colga il grido d’allarme dei lavoratori. La decisione di prevedere le assunzioni dei dirigenti delle professioni sanitarie, tema su cui la FP Cgil Calabria ha incalzato il Commissario, rappresenta un aspetto fondamentale per l’organizzazione e la gestione del personale che ovviamente ha necessità di intrecciarsi con una governance in cui tutti i livelli aziendali dialoghino.

La complessità aziendale richiede la piena sinergia di tutti i livelli e l’ascolto reciproco con l’obiettivo condiviso di fornire risposte di qualità.

Infine, riguardo l’accesso antimafia presso l’azienda Sanitaria di Reggio Calabria, auspichiamo che davvero, questa volta, possa sbloccare la vita di un’Azienda paralizzata negli anni da sacche di inefficienza spesso voluta ad arte.

Abbiamo ancora in mente le relazioni dei precedenti accessi antimafia con conseguente scioglimento delle Aziende di Locri e Reggio, distintamente prima dell’accorpamento. Vorremmo che questo accesso antimafia fosse risolutivo perché se l’ASP di Reggio è la peggiore d’Europa, non si riescono ad approvare i bilanci e molti sono i Commissari e i Direttori generali che hanno provato a governarla con scarso successo, forse il problema e le responsabilità stanno altrove e non basta solo individuarle, ma vanno estirpate, i cassetti vanno aperti e svuotati per sempre, ed i responsabili, tutti, devono dare conto alla legge ed ai cittadini calabresi".

Angelo Sposato - Segretario Generale Cgil Calabria 

Alessandra Baldari - Segretaria Generale Fp Cgil Calabria          

Consorzi di bonifica, Costa (Flai-Calabria): "Necessaria la ristrutturazione. Avviare confronto serio con la Regione"

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"Convinti dell’alto valore sociale ed economico dell’agricoltura calabrese, come Flai-Cgil categoria sindacale del settore agroindustriale, abbiamo sempre e fortemente creduto che per quanto riguarda occupazione, investimenti, import-export e imprenditoria giovanile, l’agricoltura della nostra regione potrebbe contribuire in maniera considerevole alla crescita. In questa ottica, non abbiamo mai mancato di avanzare delle proposte, soprattutto verso il Governo della regione, per dare sostegno e ricercare le opportunità di sviluppo reali fondate e pensate in una ottica di cooperazione e quindi di rafforzamento della produzione agricola. In questo quadro, giocano un ruolo cruciale i Consorzi di Bonifica. Purtroppo, però, dobbiamo constatare che essi, ormai, sono arrivati al tracollo, per l’assenza e la mancanza di una politica regionale adeguata, e sempre meno attenta o senza una idea di quello che i Consorzi rappresentano per il territorio e per l’agricoltura. Il definanziamento della legge 11 /2003 è l’emblema di questa bassa attenzione. I Consorzi di Bonifica, crediamo noi della Flai-Cgil Calabria, rappresentano una formidabile potenzialità per la competitività delle aziende agricole ma necessitano di una profonda ristrutturazione, in una prospettiva di valorizzazione delle risorse umane e professionali del management degli enti consortili capaci di assolvere con efficacia ed efficienza alla missione propria di tali enti. Occorre, dunque riportare i Consorzi di Bonifica a gestioni razionali e trasparenti per l’erogazione ai cittadini ed agli agricoltori di servizi di distribuzione dell’acqua per usi plurimi a prezzi equi, anche attraverso, il coinvolgimento diretto del pubblico. Bisogna superare i commissariamenti dei Consorzi, e renderli finalmente incisivi in materia di sicurezza del territorio, salvaguardia ambientale e tutela del paesaggio ed anche per la sicurezza alimentare. E’ necessario che le risorse disponibili, nazionali e comunitarie, siano investite per realizzare nuove reti ed infrastrutture al fine di irrigare il massimo delle superfici agricole, ripristinando quelle reti obsolete in tutte le altre provincie della Calabria. Dai consorzi di Bonifica, in soldoni, può dipendere un pezzo di ripresa della nostra regione: possono essere un volano per dare slancio all’economia dei nostri territori, rimettendo in moto un sistema, con la responsabilità di tutti i soggetti coinvolti dalle amministrazioni a partire da quella regionale, agli attori sociali ed economici, riportandoli così alla loro propria missione e potenziare i servizi e quindi accrescere la competitività delle aziende agricole. Per dare maggiore valore e sostegno alle nostre proposte, come sindacato di categoria abbiamo dato vita ad un coordinamento regionale dei Consorzi, formato da delegati e lavoratori dei Consorzi, nel tentativo - si spera per nulla vano - di attirare l’attenzione della Regione Calabria, avviando un confronto serio per mettere in atto una politica di prospettiva e di indirizzo a favore di tutto il comparto agricolo calabrese". 

Bruno Costa - Segretario generale Flai-Cgil Calabria

 

"Rompiamo il muro del Silenzio": martedì l'assegnazione delle borse di studio del concorso intitolato al giovane Francesco Prestia Lamberti

Si terrà martedì 29 maggio la cerimonia conclusiva del concorso "Rompiamo il muro del silenzio", dedicato alla memoria di Francesco Prestia Lamberti, giovane di Mileto prematuramente scomparso un anno addietro. L'episodio delittuoso ha lasciato sgomenti l'intera comunità ed in particolar modo la famiglia dell’adolescente, che ancora si chiede il perché di tanta violenza. 

Il concorso promosso dalla Flc Cgil Scuola, che assegna 4 borse di studio, è stato rivolto agli studenti delle scuole secondarie del vibonese ed ha visto la partecipazione di alunni di diversi istituti.

La Cgil, coadiuvata da diverse associazioni ed Enti (Libera, Avis, Cantiere Musicale Internazionale di Mileto, gli Istituti Comprensivi di Mileto e San Costantino Calabro), si è fatta patrocinatrice di un’iniziativa che ha avuto lo scopo precipuo, oltre che di ricordare il giovane, di scalfire il muro di omertà che si creato intorno alla vicenda e svegliare la coscienza critica degli adolescenti del nostro territorio.

“Questo bando – ha inteso sottolineare Teresa Procopio responsabile provinciale della Cgil Scuola – ci aiuta a tenere viva la memoria di ragazzi e ragazze, giovani vittime della barbarie umana, la barbarie dei mafiosi o da parte di persone “comuni” e apparentemente “normali”. Esiste un legame forte che già ci unisce, al di là di ogni divisione: è la fede, la speranza che qualcosa possa cambiare per vincere l’indifferenza e l’assopimento di fronte a così tanta violenza. Più volte ci siamo chiesti nel nostro piccolo, che cosa possiamo fare come Cgil, e come Flc Cgil L, per tenere alta l’attenzione su questi fenomeni criminosi e prendere le giuste distanze, nonché fornire qualche strumento per contrastare e arginare questi delitti contro la persona e le cose. Noi rispondiamo alla violenza e sopraffazione con la cultura e la formazione. Siamo giunti alla conclusione che molto si può fare, iniziando da semplici e piccoli gesti come questo Concorso promosso per le Scuole della Provincia di Vibo Valentia, affinché faccia da monito per i giovani e per le giovani generazioni, per affrontare la vita con impegno e coraggio, per essere sempre positivi e propositivi e per non lasciarsi mai andare a cose negative che ci possano far dimenticare la nostra “umanità”.

L’evento prevede tre momenti distinti:

Intitolazione al giovane Francesco di un’aula laboratoriale con relativa targa presso la Scuola secondaria di I grado di Ionadi, ore 9,00;Intitolazione al giovane Francesco di un’aula multimediale con relativa targa presso la Scuola Primaria "Morabito" di Mileto, ore 9,45;Consegna dei premi e manifestazione finale presso la Fondazione Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime di Paravati, ore 10,30.

Ai tre momenti saranno presenti, oltre alla famiglia Prestia Lamberti, diverse personalità del mondo della Scuola, del volontariato, del Sindacato nonché il dott. Antonio Marziale Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza della Regione Calabria che svelerà personalmente le targhe di intitolazione delle aule nelle rispettive sedi scolastiche. 

 

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