Emergenza Covid, ad Arena scatta il primo screening di massa

Adottare tutte le misure possibili di contenimento e prevenzione a tutela della salute pubblica per l’emergenza Coronavirus i cui dati in queste ultime settimane registrano un aumento preoccupante in provincia di Vibo Valentia.

Con questo chiaro intento, l’amministrazione comunale d’Arena - centro Covid free stando ai dati ufficiali diffusi dal Dipartimento provinciale dell’Asp vibonese e tra i primi comuni ad intraprendere una simile iniziativa che rappresenta un’innovazione dal punto di vista procedurale - ha deciso di avviare uno screening di massa attraverso tamponi rinofaringei a risposta rapida, una soluzione che, considerata l’alta attendibilità del test, consentirebbe di poter intervenire istantaneamente, contenendo un’eventuale diffusione del virus nelle more del completamento, da parte dell'Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia, delle eventuali e prescritte indagini epidemiologiche.

In sostanza, dalla prossima settimana, nell’ambito dell’emergenza sanitaria connessa alla diffusione del Covid-19 e al fine del contenimento del contagio del virus, il Comune d’Arena avvierà una campagna di screening rivolta ai cittadini residenti, su base volontaria, per mezzo di tamponi antigenici rapidi, un’iniziativa che assume una importanza decisiva per contenere il diffondersi del virus. Si tratta, dunque, di un sistema di più ampio controllo del fenomeno sul territorio, di prevenzione e di tutela della salute cittadina anche in considerazione dei tempi lunghi che richiede l’esito del risultato dei tamponi molecolari, come peraltro sottolineato in maniera perentoria dal Dipartimento prevenzione dell’Asp di Vibo Valentia che nei giorni scorsi, con una nota, ha evidenziato sull’intero territorio provinciale “un incremento significativo dei nuovi casi di infezione SARS-Cov2 rispetto alla data di insorgenza della malattia, un notevole ritardo nella lavorazione dei tamponi nasofaringei e nella trasmissione dei relativi referti e una situazione che determina un ritardo nella ricostruzione dei contatti dei casi positivi.

Lo screening, che sarà condotto grazie alla fattiva collaborazione dei medici di medicina generale che operano sul territorio, comincerà a metà settimana prossima, riguarderà prioritariamente coloro i quali garantiscono i servizi essenziali ai sensi del Dpcm del 3 novembre scorso (dipendenti e operatori degli uffici pubblici, commercianti, pendolari che operano in comuni dove si sono registrati contagi, soggetti a rischio) e interesserà in questa prima fase circa 300 persone.

“Chi volesse effettuare il test - – fa sapere il sindaco d’Arena, Antonino Schinella  - dovrà obbligatoriamente prenotarsi al numero 3209173815 attivo dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 18:00”.

Covid a Serra, Barillari invita i cittadini a “non farsi prendere dalla sindrome dell’untore”

Si è affidato ad una diretta Facebook il sindaco di Serra San Bruno, Alfredo Barillari, per informare i cittadini della presenza di due casi di coronavirus nella città della Certosa.

Dopo aver rassicurato sulle condizioni delle persone positive, Barillari ha invitato a “non abbassare la guardia”, ma nel contempo a non scadere in allarmismi e a non farsi prendere dalla “sindrome dell’untore”.

Considerata la difficile situazione sia a livello "nazionale” che “regionale”, il primo cittadino ha invitato ad “utilizzare la mascherina”, a rispettare “il distanziamento sociale” e ad “igienizzare spesso le mani”.

Prevenzione coronavirus nelle scuole superiori del Vibonese, avviato il confronto tra la Provincia e i dirigenti scolastici

«Valutare le criticità degli istituti scolastici e individuare, quindi, gli interventi da effettuare al fine di adeguarli alle indicazioni finalizzate alla prevenzione del contagio Covid-19, contenute nella “Pianificazione delle attività scolastiche, educative e formative del sistema nazionale d’istruzione”, redatto dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (Miur)». Questo l’obiettivo cardine della riunione tra la Provincia di Vibo Valentia e i dirigenti scolastici delle scuole superiori del Vibonese. Una conferenza dei servizi, quella tenutasi, ieri mattina, nell’aula consiliare provinciale, «il cui principale intento è quello di ascoltarvi per individuare assieme i problemi prioritari da risolvere, al fine di garantire a tutti gli studenti il diritto allo studio in condizioni di sicurezza, vista l’emergenza coronavirus in corso e in considerazione del fatto che il Miur ha elargito alla Provincia di Vibo, per l’adeguamento delle aule scolastiche e la realizzazione di nuovi spazi nei 31 edifici di propria competenza, un finanziamento di 500mila euro», ha asserito, rivolgendosi ai dirigenti scolastici, il presidente della Provincia di Vibo, Salvatore Solano.

Tra i principali problemi emersi nel corso dell’assise vi è «tenuto conto anche degli esigui fondi a disposizione, quello di reperire - in vista della ripresa delle attività scolastiche - ulteriori spazi negli edifici, per assicurare il regolare svolgimento delle attività didattiche in sicurezza». Aspetto, quest’ultimo, evidenziato sia negli interventi dei dirigenti scolastici che in quelli delineati, in maniera dettagliata, nell’apposita relazione redatta dalla responsabile della Microstruttura provinciale all’Edilizia scolastica, Carolina Bellantoni e dal tecnico, Antonino Lascala. In particolare, gli istituti che destano più preoccupazione sono il Liceo Scientifico di Vibo Valentia e il Liceo “Vito Capialbi” (ex Magistrale), che assieme assommano una popolazione studentesca di oltre 2700 alunni. «Nei giorni scorsi, la conferenza dei dirigenti scolastici della provincia di Vibo Valentia si è riunita e ha deciso di redigere delle apposite schede nelle quali verranno indicati gli interventi prioritari di “edilizia leggera” da effettuare, per garantire a tutti gli studenti delle aule sicure, così come indicato, tra l’altro, nell’allegato tecnico del Piano scuola nazionale», ha affermato, Antonello Scalamandrè, dirigente del Liceo Capialbi. «Entro 48 ore, vi invieremo le schede tecniche di ogni singolo istituto - ha aggiunto Scalamandrè. Vi chiediamo, quindi, di valutarle con la necessaria solerzia, al fine di affrontare e risolvere le problematiche di ogni scuola in tempi utili, cioè prima dell’avvio del prossimo anno scolastico». Sulla stessa lunghezza d’onda di Scalamandrè l’intervento del dirigente scolastico dell’Istituto d’Istruzione Superiore di Tropea, Nicola Antonio Cutuli. «Abbiamo effettuato delle indagini sulla situazione attuale dei vari istituti scolastici. Le schede tecniche sono state già preparate dalle Commissioni sicurezza delle varie scuole.  Le nostre - ha sottolineato Cutuli - saranno richieste realistiche, proposte concrete di interventi da effettuare per creare spazi maggiori e metterli in sicurezza. Dalla Provincia ci aspettiamo, quindi, altrettanta concretezza: risposte immediate, certe e serie». Interventi, critici ma costruttivi, riguardo l’operato della Provincia di Vibo, sono stati effettuati, nel corso della riunione, anche dai dirigenti, Maria Viscone, Marisa Piro, Maria Gramendola, Pasquale Barbuto e Caterina Calabrese.

«Già da domani i nostri tecnici inizieranno i sopralluoghi in tutti e 31 gli edifici scolastici di competenza della Provincia - ha assicurato il presidente Solano -. Verranno verificati i reali spazi a disposizione per le attività scolastiche e, nel contempo, sarà quantificata la spesa necessaria per la messa in sicurezza di ogni singolo istituto. Dopodiché, la prossima settimana, ci rivedremo e insieme faremo in modo di garantire - nonostante gli esigui fondi a disposizione (500mila euro per 31 edifici scolastici) - che ogni criticità venga superata, in maniera tale - ha, infine, evidenziato Solano - che i nostri ragazzi possano iniziare con le dovute tutele, in tutta tranquillità, il nuovo anno scolastico».           

Fondi per l'emergenza covid nelle mani della 'ndrangheta, 8 arresti

Nel corso di un’inchiesta contro la ‘Ndrangheta, il Nucleo di polizia economico finanziaria delle fiamme gialle di Milano, ha arrestato 8 persone per associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale aggravata dal metodo mafioso e dalla disponibilità di armi, autoriciclaggio, intestazione fittizia di beni e bancarotta.

Dalle indagini è emerso che una persona inserita in una cosca ha ottenuto contributi a fondo perduto e voleva beneficiare anche dei finanziamenti per le imprese previsti per l’emergenza Covid.

Ricovero pazienti post-covid a Serra, la precisazione dell’Asp

"In ordine al ricovero di 3 pazienti post-Covid presso il reparto di lungodegenza dell’ospedale di Serra San Bruno, corre l’obbligo - al fine di fornire una corretta informazione e tranquillizzare tutti i cittadini - precisare quanto segue:

il Dipartimento Tutela della Salute della Regione Calabria ha chiesto a questa Azienda Sanitaria di disporre il ricovero, presso la RSA di Soriano, di 3 pazienti già ospiti della RSA Domus Aurea di Chiaravalle Centrale e provenienti dal Policlinico di Catanzaro dove si trovavano ricoverati da circa 20 giorni.

A corredo della richiesta, il Dipartimento Tutela della Salute ha inviato dettagliata relazione clinica dalla quale si evince che si tratta di pazienti guariti e dimissibili e ai quali erano stati effettuati due tamponi risultati negativi (Circolare dell’Istituto Superiore di Sanità del 28/2/2020: Documento relativo alla definizione di “Paziente guarito da Covid-19” e di “Paziente che ha eliminato il virus SARS-CoV-2”)".

Questo l'incipit di una nota dell'Asp di Vibo Valentia, che prosegue: "Trattandosi comunque di pazienti convalescenti si è ritenuto opportuno, dopo aver informato con congruo anticipo (nota prot. n°19570 del 5/5/2020) il Dipartimento Tutela della Salute regionale, disporre temporaneamente il ricovero presso l’unico ospedale – Serra San Bruno - ove è presente la Lungodegenza. Ciò al fine di consentire un inquadramento clinico più approfondito prima di un eventuale trasferimento degli stessi ad altro regime assistenziale. I pazienti sono stati ricoverati in ambiente ospedaliero e nei posti letto disponibili senza alcuna modifica organizzativa dell’unità operativa e dell’ospedale. In una logica regionale di garantire l’assistenza ed avendo disponibilità di posti letto, l’Azienda non si poteva esimere dall’accettare il trasferimento di pazienti guariti.

Nonostante il contenuto della documentazione sanitaria rilasciata dal Policlinico Mater Domini di Catanzaro relativa alle dimissioni degli anziani fosse da un punto di vista clinico rassicurante, si è scrupolosamente ritenuto - prima di ricoverare gli stessi all’interno del reparto di Lungodegenza – isolarli in due stanze separate e sottoporli ad un ulteriore tampone.

Ovviamente, in tutte le varie fasi del percorso ospedaliero sono state adottate le misure previste dai protocolli relativi alla gestione dell’emergenza Covid – 19, ponendo in essere tutte le misure di prevenzione indicate.

In particolare - aggiungono i vertici Asp -tutti gli operatori che sono entrati in contatto con i soggetti interessati, erano dotati dei Dispositivi di protezione individuali (tute, copricapo, mascherine, calzari etc.).

Appena conosciuto l’esito dei tamponi, la paziente risultata positiva è stata trasferita presso il Policlinico Universitario di Germaneto dal quale proveniva, mentre gli altri due sono stati ricoverati presso il reparto di malattie infettive del Presidio Ospedaliero di Vibo dove già si trovano altri tre ex ospiti sempre della Domus Aurea, risultati negativi ad un doppio tampone e che avevano già lasciato Germaneto.

Contestualmente - conclude la nota - si è proceduto ad effettuare il tampone per tutti i ricoverati in lungodegenza e a programmare l’effettuazione dei tamponi anche al personale sanitario assegnato.

Pur comprendendo le legittime preoccupazioni dei cittadini serresi è possibile affermare, alla luce delle procedure adottate, che la scrupolosa attenzione del Management di questa Azienda sanitaria nella gestione del caso in questione ha permesso di mettere in sicurezza i pazienti e gli operatori sanitari e ridurre al minimo il rischio che avrebbe potuto determinare non poche apprensioni per tutta la popolazione residente nel territorio serrese".

 

Pazienti post-Covid a Serra, Tassone: “Va fatta luce sulle parti oscure”

“Cosa si nasconde dietro il proliferare di note contraddittorie che forniscono versioni difformi e denotano una gestione confusionaria dell’emergenza sanitaria?”.

A chiederlo è il consigliere regionale Luigi Tassone che conferma la volontà di “andare fino in fondo per sapere esattamente cosa è accaduto nella gestione dei tre pazienti post-Covid, ex ospiti della casa di cura ‘Domus Aurea’ di Chiaravalle Centrale, portati nel Reparto di Lungodegenza dell’ospedale di Serra San Bruno e poi ritrasferiti a seguito del riscontro della positività di una di essi”.

“Nel momento in cui ho presentato un’interrogazione insieme al collega Notarangelo – sostiene l’esponente del Pd – il commissario del policlinico Mater Domini Giuseppe Zuccatelli, sostituendosi alla politica, ha risposto che i pazienti erano guariti e che quindi avevano bisogno di assistenza sociale e non ospedaliera. Dalle precisazioni odierne dell’Asp emerge, invece, l’opposto e cioè che è stato ritenuto opportuno il ricovero presso l’ospedale di Serra San Bruno. Di più, è stato considerato indispensabile non solo isolarli ma anche sottoporli a tampone. In pratica, o l’Asp di Vibo non si è fidata del policlinico Mater Domini oppure aveva fondati motivi per dubitare della guarigione. Ed in effetti una paziente è poi risultata positiva. Ma allora perché portali in un ospedale di montagna, colpevolmente depauperato, e non negli ospedali attrezzati per affrontare l’emergenza Covid?”.

“Chi è intervenuto o cosa è successo – si domanda ancora Tassone – per far cambiare completamente direzione rispetto alle disposizioni del dirigente del Dipartimento Tutela della Salute Antonio Belcastro che aveva disposto il trasferimento nell’unica Rsa pubblica calabrese che è quella di Soriano Calabro? Ci sono delle parti oscure nelle ricostruzioni proposte – rileva Tassone - su cui occorre fare luce. Ed io mi batterò per questo. Le pezze messe, che sono peggiori del buco, sottolineano ancora una volta la fondatezza dell’interrogazione. Ora è tempo di risposte ed anche la presidente Jole Santelli deve prendere posizione senza temporeggiare o far finta di nulla”.

Tassone ribadisce che “la solidarietà è uno dei principi a cui è ispirato il mio agire politico, ma che nulla c’entra con una gestione che lascia molte perplessità”.

“Non serve rassicurare – conclude – ma mettere in atto una inversione di tendenza nei fatti e non nelle parole. E i fatti indicano che ci sono diverse unità che operano nell’ospedale di Serra poste in quarantena obbligatoria, segnale che dimostra chiaramente come il ‘San Bruno’ non fosse pronto per ricevere questi pazienti. Ringrazio i medici, gli infermieri e tutto il personale sanitario per l’encomiabile impegno e per la generosa passione, ma ho anche il dovere di evidenziare la disorganizzazione di chi è il massimo responsabile avendo compiti gestionali di vertice”.

Altri pazienti ex-Covid verso Serra, Tassone e Notarangelo presentano un’interrogazione:

I consiglieri regionali Luigi Tassone e Libero Notarangelo hanno presentato un’interrogazione al fine di avere lumi sul trasferimento di pazienti post-Covid, ex ospiti della Rsa di Chiaravalle Centrale, all’ospedale di Serra San Bruno.

I due esponenti del Pd premettono che “il Dg del Dipartimento Tutela della Salute Antonio Belcastro aveva individuato la Rsa di Soriano Calabro come unica Rsa pubblica presente nella regione a diretta gestione dell’Asp” aggiungendo che “5 Oss, già selezionati dal Dipartimento Protezione civile, erano stati assegnati all’ex presidio ospedaliero di Soriano”.

“Appaiono gravi – sottolineano Tassone e Notarangelo – una serie di fatti dai quali emerge una gestione dell’emergenza approssimativa se non addirittura alla giornata. Innanzitutto – specificano – è evidente la contraddizione per la quale sia stato individuato l’ospedale di Tropea come centro di gestione, ma poi venga completamente ignorato scaricando ogni peso sull’ospedale di Serra senza preventivamente dotarlo di adeguati strumenti per affrontare la particolarità della situazione. Altrettanto ingiustificabile è poi che il dg Belcastro si sia accordato per le vie brevi con il commissario straordinario dell’Asp Giuseppe Giuliano per effettuare trasferimenti di pazienti post-Covid ulteriori rispetto ai 3 già trasferiti senza provvedere, come consentito dalla normativa vigente, ad individuare strutture idonee nell’area centrale della Calabria anche attraverso provvedimenti di requisizione”.

Tassone e Notarangelo puntualizzano che, “secondo quanto appreso, per quasi tutti gli ex pazienti considerati guariti, ex ospiti della Rsa di Chiaravalle, è previsto lo spostamento a Serra e ciò sta generando serie perplessità nella popolazione locale in quanto questi pazienti potrebbero rappresentare, almeno teoricamente, motivo di avvio di un nuovo focolaio. Non è infatti noto a quanti tamponi di controllo siano stati sottoposti e sembrerebbe che in un caso sia ancora richiesta la sottoposizione a Tac. Questi pazienti sarebbero, peraltro, da ripartire fra il Reparto di Medicina e quello di Lungodegenza, dove già ci sono pazienti che combattono con patologie in atto e con patologie pregresse”.

“Chiediamo pertanto – concludono Tassone e Notarangelo – alla presidente Santelli di porre fine a questo modo superficiale di far fronte all’emergenza e di bloccare immediatamente questi trasferimenti adottando invece tutte le misure previste dai protocolli. Non si tratta di questioni territoriali, ma di avere visione e lungimiranza nella gestione di un’emergenza, finora affrontata con un approccio assolutamente inadeguato”.

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