Lsu-lpu, l'Anci Calabria mobilità i sindaci e chiede "risposte urgenti"

«Non c’è più tempo. L’imminente scadenza dei contratti degli ex Lsu e Lpu rischia di mettere in gravissima difficoltà Comuni e lavoratori, se non interverranno le deroghe normative che abbiamo già chiesto con forza».
 
Con queste parole il presidente dell’Anci Calabria, Gianluca Callipo, mobilita i sindaci calabresi e convoca per lunedì 5 novembre (ore 15.30, Hotel Lamezia) un’assemblea per fare il punto della situazione e lanciare agli interlocutori istituzionali un appello non più eludibile.
 
Nella lettera inviata ai primi cittadini per invitarli all’incontro della prossima settimana, Callipo ricorda che «i Comuni calabresi, che impiegano complessivamente circa 4.500 ex Lsu e Lpu, sono in grande difficoltà perché, al momento, non c’è nessuna concreta risposta alle pressanti richieste di interventi normativi che possano consentire il rinnovo dei contratti a tempo determinato, in scadenza il 31 dicembre». «Situazione - continua la missiva - che non soltanto pregiudica i percorsi di stabilizzazione avviati, ma compromette anche la capacità amministrativa degli Enti locali che si ritroverebbero con enormi deficit di organico».
 
Callipo sottolinea che l’Anci, così come fatto anche dai sindacati, ha già lanciato l’allarme nelle scorse settimane «affinché, a tutti i livelli, si prenda piena coscienza della situazione».
«Senza la previsione legislativa di precise deroghe alle normative in vigore, come il limite del turnover - sottolinea -, i Comuni non hanno la possibilità di procedere al rinnovo dei contratti senza violare la legge. Problematica di pari peso è rappresentata dall’insufficienza delle risorse a disposizione, nonché dal fatto che le stesse sono state garantite solo per 4 anni».
 
Da qui la necessità di convocare l’assemblea, alla quale saranno invitati anche il presidente della Regione e i parlamentari calabresi, «con l’auspicio che questa possa rappresentare l’occasione per l’assunzione di impegni precisi con tempistiche certe».
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Pizzo: avviati i lavori di riqualificazione e ammodernamento delle strade del quartiere Marinella

Sono iniziati ieri mattina gli interventi di riqualificazione e ammodernamento delle strade del quartiere Marinella, a Pizzo.
 
A darne notizia è l’assessore ai Lavori pubblici, Maria Pascale, che ha effettuato un sopralluogo insieme al titolare della ditta che si è aggiudicata l’appalto. I mezzi meccanici hanno già cominciato a rimuovere il vecchio asfalto lungo alcune strade interessate dagli interventi, molto attesi dai residenti e dai numerosi villeggianti che soprattutto durante la stagione estiva popolano l’area. 
 
L’investimento complessivo per i lavori promossi dall’Amministrazione Callipo è di 85mila euro e consentirà di migliorare notevolmente la viabilità nella zona, incrementando la sicurezza per pedoni e automobilisti.
 
Nello specifico, i lavori riguarderanno tutte le strade e le traverse che necessitano di manutenzione straordinaria, con la rimozione del vecchio asfalto e la nuova bitumazione, la realizzazione dei dossi per ridurre la velocità dei mezzi in transito, gli attraversamenti pedonali e l’istallazione della nuova segnaletica stradale.
 
"I lavori programmati da tempo - ha sottolineato il sindaco Gianluca Callipo -, rappresentano una nuova dimostrazione dell’attenzione del Comune verso questo quartiere, che sconta l’approssimazione urbanistica con cui è nato e cresciuto nei decenni passati. Anche la mancanza di toponomastica, a cui stiamo lavorando per dotare finalmente le strade della Marinella di nomi e numeri civici, è una diretta conseguenza di questo sviluppo disordinato avvenuto in passato".
 
Proprio nella prospettiva di migliorare la vivibilità del quartiere, va inquadrato anche il primo tratto del lungomare pedonale già realizzato dall’Amministrazione Callipo e oggi molto frequentato da residenti e villeggianti soprattutto durante le sere estive.

 

Pizzo: in fase avanzata i lavori in via San Sebastiano

"L'auspicio è terminare i lavori di ammodernamento di via San Sebastiano prima di Pasqua, affinché la strada possa essere utilizzata per la tradizionale processione religiosa".
 
"Ma l'obiettivo principale - aggiunge l'assessore comunale ai Lavori pubblici di Pizzo, Maria Pascale - è fare le cose per bene, riqualificando al meglio questa importante arteria cittadina e realizzando tutte le opere necessarie, anche con riferimento alle infrastrutture sotterranee. Finire al più presto è importante, certo, ma non quanto fare le cose nel migliore dei modi". 
 
L'assessore e il consigliere comunale al Centro storico, Raffaele Pulitano, hanno effettuato un nuovo sopralluogo per verificare l'andamento dei lavori, ormai giunti nella fase di ripavimentazione in piastrelle, che prendono così il posto del vecchio asfalto rattoppato in più punti nel corso degli anni.
 
"Il colpo d'occhio che offre la prima porzione di strada dove la pavimentazione è già stata rifatta è bellissimo - assicura Pascale -. Come al solito, è molto gratificante assistere a questo cambiamento e vedere rinascere un luogo intimamente legato all'identità della nostra città".
 
Nello specifico, l'intervento, finanziato dall'amministrazione Callipo, interessa il tratto di strada che dalla chiesa San Sebastiano arriva sino all'incrocio con via Marcello Salomone, dopo che lo scorso anno l'Amministrazione era già intervenuta per ammodernare il tratto iniziale che si innesta su via Nazionale.
I lavori, oltre a riqualificare la strada attraverso l'opera di ripavimentazione, consentiranno di risolvere anche le problematiche legate alla raccolta delle acque bianche, con la realizzazione delle relative condutture e con l'ottimizzazione della rete fognaria presente sotto il manto stradale. Un modus operandi che, come ha già avuto modo di sottolineare il sindaco Gianluca Callipo, viene costantemente adottato dal Comune in occasione di interventi di riqualificazione delle strade comunali, al fine di evitare un semplice restyling, per intervenire invece anche sulle infrastrutture non visibili ma fondamentali per assicurare durata nel tempo delle opere ed eliminazione dei disagi legati alla regimentazione delle acqua piovana.
 
 

Ospedale di Pizzo, attivato l'ufficio esenzione ticket

"Siamo molto grati al direttore del Distretto sanitario di Vibo Valentia, che ha accolto la richiesta di attivare l'ufficio esenzione ticket presso l'ospedale di Pizzo. Una decisione che va incontro alle esigenze di tutta la comunità napitina, ma in particolar modo delle persone anziane". Così il sindaco di Pizzo Gianluca Callipo e l'assessore alle Politiche sociali Cristina Mazzei hanno voluto ringraziare pubblicamente la dottoressa Anna Maria Renda, direttore del Distretto sanitario che ha sede nella città capoluogo in via Moderata Durant. Insieme al responsabile del sindacato Cisl pensionati, Franco Comito, gli amministratori comunali avevano inoltrato la richiesta di attivare nel nosocomio della città napitina un ufficio esenzione ticket, al fine di evitare che bisognasse recarsi a Vibo Valentia ogni volta che fosse necessario ottenere l'esonero dal pagamento dei farmaci forniti gratuitamente dal sistema sanitario regionale. Un'incombenza gravosa per tutti, ma particolarmente proibitiva per gli anziani soli e per chi ha difficoltà di spostamento, perché magari non possiede un mezzo proprio per raggiungere gli uffici dell'Asl. Disagi che sono stati evitati grazie all'immediato riscontro positivo da parte della dirigente del Distretto sanitario, che ha predisposto l'attivazione del servizio a Pizzo, già in funzione. "Il nostro ringraziamento - hanno concluso Callipo e Mazzei - va anche al responsabile locale, il dottor Dastoli, e ai suoi collaboratori, per la disponibilità con cui stanno erogando il servizio".

Pizzo: forse individuati i resti di Murat. Verranno recuperati entro maggio

Saranno recuperati entro la fine di maggio i campioni biologici dai resti individuati nella cripta sotterranea del Duomo di Pizzo, che si presume appartengano a Gioacchino Murat, il re di Napoli che nell'ottobre del 1815 fu catturato, imprigionato e ucciso nella città napitina. Sarà poi il test del Dna, che verrà effettuato nei prossimi mesi a confermare o meno se le spoglie appartengano al cognato di Napoleone. È questo il ruolino di marcia che si è imposto il comitato tecnico-scientifico istituito dal Comune, in collaborazione con l'associazione Murat Onlus, dopo la prima riunione operativa. Del comitato, oltre all'assessore alla Cultura, Cristina Mazzei, in rappresentanza dell'Amministrazione comunale, fanno parte la Sovrintendente ai Beni archeologici Maria Teresa Iannelli, l'antropologa dell'Università di Camerino Isolina Marota, il parroco del duomo Pasquale Rosano, il presidente dell'associazione Murat Onlus Giuseppe Pagnotta e due alti ufficiali del Reparto investigazioni scientifiche (Ris) dei Carabinieri, Sergio Schiavone e Sergio Romano. Quest'ultimo, nella sua qualità di biologo, sarà colui che dovrà calarsi nella cripta una volta rimossa la pesante lastra di marmo sul pavimento della chiesa di San Giorgio, che sigilla l'accesso all'antico luogo di sepoltura. Una volta dentro, dovrà effettuare rilievi fotografici e prelievi biologici in corrispondenza della cassa, individuata negli anni Settanta grazie ad una con telecamera calata per esplorare i sotterranei del duomo, che si ritiene possa contenere i resti di Murat. In quell'occasione, le immagini mostrarono numerosissimi resti di corpi umani, tumulati nel corso dei secoli, a conferma della consuetudine di seppellire i defunti sotto le chiese. Tra queste spoglie, fu individuata una cassa che corrisponde alla descrizione che alcune cronache dell'epoca fanno della bara in cui venne deposto il corpo dell'ex sovrano. In particolare, dopo la fucilazione, il corpo di Murat venne composto in una cassa d'abete che, durante il trasporto verso il duomo, cadde sul selciato, rompendosi. Per ovviare all'incidente, fu effettuata una riparazione di fortuna, avvolgendo la bara con una lunga corda al fine di tenerla insieme. Ed è proprio su un feretro legato da una corda che si è quindi concentrata l'attenzione dei ricercatori. Le probabilità che contenga le spoglie mortali di Gioacchino sono molto alte, ma il dilemma potrà essere risolto soltanto calandosi nella cripta, analizzando i resti ed effettuando un prelievo per il test del Dna. Nei prossimi giorni, il comitato tecnico-scientifico invierà al vescovo di Mileto una relazione dettagliata della procedura e della tempistica che si intende seguire, per il via libera da parte della Diocesi, che deve formalmente autorizzare le operazioni di ricerca. «Riuscire a individuare con certezza il corpo di Murat sarebbe molto importante - sottolinea l'assessore Mazzei -, non soltanto per ovvi motivi storici e culturali, ma anche perché questa scoperta accrescerebbe la capacità attrattiva di Pizzo, che già fa leva sull'importante figura di questo giovane re e delle vicende storiche che lo coinvolsero. Non dimentichiamo, infatti, che il castello aragonese nel quale fu imprigionato e ucciso, è il segno distintivo della nostra città ed è già meta di migliaia di turisti ogni anno. Individuare con certezza le spoglie di Murat, nel bicentenario della sua morte che ricorre quest'anno, sarebbe un risultato di grandissimo impatto per Pizzo».
 
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