Corre voce che la Calabria rischi di perdere ottocento milioni di fondi europei. Secondo un rapido calcolo, sono euro 53.333,3 periodico, o se preferite 103.000.000 e rotti lire per chilometro quadrato; in termini antropici, quattrocento (400,00) euro a testa per ogni abitante. Dite voi, è una disgrazia cosmica ma tu te la pigli a ridere e ci fai sopra dell’ironia professorale? Beh, ragazzi, manco fosse una novità! A perdere i fondi europei e nazionali sono stati bravissimi i seguenti signori: di sinistra, A. Guarasci, A. Ferrara, P. Perugini, A. Ferrara di nuovo, B. Dominijanni, F. Principe, R. Olivo, G. Rhodio, D. Veraldi, L. Meduri, A. Loiero, M. Oliverio; di destra (ridete!), G. Nisticò, G. Chiaravalloti, G. B. Caligiuri e G. Scopelliti proseguito in Stasi; oggi li perde Oliverio? Nihil sub sole novi. E tutti i suddetti signori se ne sono fregati rotondissimamente, hanno dormito lo stesso sonni da bimbi; e la popolazione tutta, escluso solo Ulderico Nisticò, non ha mai protestato o eccepito, anzi voti a valanghe, pacche sulle spalle e sorrisi. Di fronte a così inconsistenti eletti ed elettori, volete pure che io mi arrabbi, a rischio di guastarmi il sanissimo fegato? Sono anni, del resto, che cerco di spiegarvi perché la Regione Calabria non spende i fondi europei; voi non lo volete capire (capireste, ma non volete!), e io ci riprovo:
- da quando Cicco Simonetta commise l’errore di non eliminare Ludovico il Moro e fu il Moro a eliminare lui, cioè dal 1480, gli unici uomini politici calabresi degni di questo nome sono stati Michele Bianchi e Luigi Razza; per il resto, il convento ha passato il cibo che mangiamo;
- ma i fondi europei e di qualsiasi altra stirpe non li devono spendere direttamente i diciamo così politici, bensì funzionari (ridete!) e tecnici: e lasciatemi chiarire che la qualità dei passacarte della Regione è molto, molto inferiore quella dei politici: quanto dire! Essi sono intanto capitati lì per caso o per una delle infinite circostanze che più o meno intuiamo. Essi sono pigri come si conviene a burocrate; e totalmente privi di ogni fantasia e creatività. Essi obbediscono devotamente al primo imperativo della mamma: “Figlio mio, ti raccomando: non firmare mai nemmeno una cartolina illustrata”.
Per spendere, del resto, servono idee e progetti. Ovvio, dite voi: ma siccome non si spendono, vuol dire che politici e scaldasedie non ne hanno, non gli passano per la mente, non sono dotati di quello che noi dotti chiameremmo sostrato mentale. Sono dei passacarte, dei dattilografi. Eh, ma pensare mica è obbligatorio! Anch’io non so quasi nulla di matematica, e le mie ultime reminiscenze risalgono agli esami di Stato del 1968… Non è colpa mia, facevo un altro mestiere. Ebbene, se mi viene l’uzzolo di sapere qualcosa, che so, di trigonometria, mi onoro di avere dei colleghi e amici di eccezionale valore, e mi faranno la carità di un ripasso. Il mezzemaniche privo di idee, ma furbo, non fa certo così: se chiedesse aiuto, ammetterebbe quello che tutti sappiamo però voi dovete fare finta di ignorare: che è senza idee e senza coraggio. Allora che fa? Non pensa, non stende progetti, rimanda indietro i soldi, e a fine mese si piglia lo stipendio. Lo stipendio, tranquilli, non è mica ladro: solo quello, il mensile, ha consigliato la mamma. Non provate ad aiutarli, coloro, politici e travetti che siano; soprattutto, non provateci gratis. Ancora ancora, magari, se avete un amico, fatevi nominare consulenti regionali a pagamento, ovviamente esentati da qualsiasi consulenza su qualsiasi argomento; però, se vi pagano, almeno siete inutili ma fate spendere qualche spicciolo. E sono gli unici denari che la Regione sa spendere. Ora che mi sono divertito con uno spruzzo di sarcasmo, non cambia niente, come mai nulla cambiò con di sinistra, A. Guarasci, A. Ferrara, P. Perugini, A. Ferrara di nuovo, B. Dominijanni, F. Principe, R. Olivo, G. Rhodio, D. Veraldi, L. Meduri, A. Loiero, M. Oliverio; di destra, G. Nisticò, G. Chiaravalloti, G. B. Caligiuri e G. Scopelliti proseguito in Stasi; oggi Oliverio.